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Autore: rukiachan15    06/07/2011    3 recensioni
Salve a tutti!^^..
Questa è la mia prima storia che scrivo.I protagonisti sono Ichigo e Rukia ma siccome volevo fare qualcosa di originale , ho cerato di combinare sentimenti e azione. Spero che ci sia riuscita.
Spero che sia di vostro gradimento e soprattutto che vi appassioni.
Adesso vi lascio alla storia..Buona lettura!^^
Ps.Se avete qualche domanda non esitate a contattarmi =)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rukia non pensava fosse così. Sentiva le  labbra calde e ruvide di Ichigo che sapevano di sakè sulle sue candide e tremanti labbra. Era visibilmente stupita per quel gesto, ma d’altronde lo voleva anche lei e non vi era motivo di rifiutarsi.
Quel bacio durò molto, forse più del previsto. Nessuno voleva mollare; si era creato qualcosa di magico, di inspiegabile. Ad un tratto Ichigo mollò la presa e guardandola arrossì. Stettero per qualche secondo a fissarsi, senza parlare. In quel momento le parole erano di troppo e parlare avrebbe significato rovinare tutto. Ichigo non sapeva come comportarsi  in quelle situazioni. Rukia era la prima. Iniziava a sentire una strana voglia. Cercava di distogliere la mente da questo desiderio, ma invano; era come se il suo bacio avesse scatenato qualcosa;come se avesse acceso la miccia di una boma: stava esplodendo!
Non pensò alle conseguenze e si abbandonò all’istinto e al sentimento. Le prese di nuovo il viso tra le mani e avvicinandolo a sé la baciò con passione. Rukia per un secondo rimase stupita,cercando di capire cosa stesse accadendo. Ma presto si accorse che non v’era nulla da comprendere né da ragionare, doveva semplicemente assecondare la voglia e si lasciò andare.

Ichigo cingeva le sue possenti braccia attorno alla fragile vita di Rukia ed ella aveva le mani fra i suoi capelli color carota. Erano stati travolti da una corrente impetuosa di passione travolgente a cui non potevano sottrarsi. All’improvviso Rukia si staccò dalla morsa amorosa , prese per mano Ichigo e lo condusse all’interno della sua stanza . Ichigo non riusciva a resistere al veemente desiderio di averla. Allora la prese in braccio e appoggiatala contro una parete iniziò a dare sfogo del suo desiderio , baciandola. Anche Rukia non riusciva a staccarsi da lui; erano una armonia avvolta dalla passione. Un brivido percorse Rukia;  Ichigo le ricopriva di baci il collo e , scostato il margine della veste, arrivò alla spalla. Era una sensazione bellissima, ma a Rukia non importava; lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo.
Con le candide mani spostò il viso di Ichigo verso di sé e lo baciò. Non voleva che egli si “distraesse”. Con la mano Ichigo sciolse piano il fiocco della cinta che teneva il kimono chiuso. La cinta si afflosciò sul pavimento e Ichigo non esitò un istante a togliere il kimono. Nonostante fosse preso dall’impeto e dal desiderio, scostò delicatamente il kimono partendo dalla spalla ancora coperta. Sentiva il cuore in gola. Con tocco delicato fece scorrere la veste giù per le braccia di Rukia e infine a terra. La sua pelle era candida e vellutata. A quel gesto Ichigo notò che Rukia era imbarazzata e forse anche un po’ spaventata; allora dolcemente le si avvicinò con le labbra all’orecchio e le sussurrò «Ti amo».
A quelle parole Rukia sorrise e stringendo le braccia intorno al collo di Ichigo disse:«Sono tua!».
 
*

Rukia era distesa sul futon. Ichigo la osservava attentamente: indossava un reggiseno nero,abbellito da vari merletti che evidenziavano la forma del seno e uno slip anch’esso nero merlettato. «Segui l’istinto» si ripeteva dentro di sé.
Si avvicinò alle sue labbra e le sfiorò lievemente; da lì, percorse il collo fino ad arrivare al seno che baciò senza togliere il reggiseno. Scese ancora, tracciando con i baci una linea sul ventre; fu un gemito a fermarlo. Ichigo alzò gli occhi e con un sorriso soddisfatto e osservò l’espressione  sul volto di Rukia. Aveva fatto bene a seguire il suo istinto. Arrivò al basso ventre che iniziò a sfiorare delicatamente con le labbra. Rukia continuava a gemere sempre più forte. Ichigo stava per abbassare lo slip quando di colpo Rukia esclamò:« No! Ti prego!» Non voleva correre. Allora, Rukia  si avvicinò a Ichigo che non riusciva a capire quell’improvvisa affermazione. Anche se non voleva correre, Rukia non resisteva al fascino di Ichigo che si trovava davanti a lei con indosso solo i boxe. Lo baciò e toccandolo  sentiva con le mani i suoi muscoli e le braccia forti; era seduta sopra di lui con le gambe incrociate dietro  la sua schiena. Più lo baciava e più il desiderio aumentava. Sentì il respiro di Ichigo  farsi sempre più affannoso e accelerare sempre di più; quando all’improvviso si ritrovarono sul pavimento, stretti in una morsa passionale travolgente.

Rukia gli mordeva il collo ed egli cercava in tutti i modi di slacciare il reggiseno, ma invano. Rukia sentiva che Ichigo era eccitato e continuava a baciarlo con passione. Era come se i due corpi si fossero uniti in un legame inscindibile proprio come erano legate le loro anime.
Ichigo stava per abbassarsi i boxe quando « Non farlo, ichigo» esclamò Rukia «Ho paura». Ichigo la avvicinò a sé e le sussurrò «Non devi avere paura. Io non  ti farei  mai del male» e la baciò con dolcezza. Rukia sentiva le sue labbra rassicuranti sulle sue. Il suo viso si distese; sapeva che non le avrebbe mai fatto del male. Di lui si fidava. Ichigo entrò delicatamente dentro di lei. Rukia soffocò un urlo di dolore e avvicinò  a sé il petto di Ichigo; era stato delicato e gentile.
Adesso erano stretti in un abbraccio; lui spingeva, le gocce di sudore che scendevano dalla sua fronte; lei ansimava a intervalli regolari stretta a lui. Ichigo iniziò a spingere più forte e Rukia ansimava sempre di più; entrambi erano in estasi. Rukia invocava incessantemente il suo nome , finché un urlo di piacere interruppe questa costanza. Insieme avevano dato sfogo del loro desiderio. Ichigo era stremato dalla sforzo compiuto ed insieme a Rukia  giaceva a terra.

Passarono le ore restanti di quella notte distesi abbracciati a guardarsi negli occhi senza proferire parola, fino a che le loro palpebre cedettero alla forza pressante della stanchezza.

 
*


Il mattino seguente, il sole splendeva nel cielo e la solita brezza primaverile scuoteva le chiome degli alberi di ciliegio. Il capitano Ukitake quella mattina si sentiva proprio bene; nonostante fosse cagionevole di salute, egli non rinunciava alle passeggiate con il capitano Kyoraku.
Quel mattino era andato di buon ora dal capitano Hitsugaya per chiedere un favore. L’atteggiamento rilassato e calmo del capitano Ukitake  si contrapponeva a quello alterato e furioso del capitano Hitsugaya alle prese con il vice-comandante  Matsumoto. Sebbene non fosse dell’umore adatto per la questione posta dal capitano, acconsentì pensando che poteva essere vantaggioso anche per lui.

Il capitano Ukitake si dirigeva fiero e contento della risposta verso gli alloggi della sua divisione , e pensava dentro di sé
« Sarà un bene per Kuchiki-san allenarsi con il capitano Hitsugaya . E’ un valido capitano, saprà come far migliorare le sue abilità.».Non vedeva l’ora di comunicarle la notizia e dirigendosi verso la sua stanza notò  che nel giardino vi erano due katane. La prima era riconoscibile; era Zangetsu appartenente a Ichigo Kurosaki . L’altra era Sode no Shirayuki, la katana di Rukia; non si sarebbe mai separata dalla sua katana, era troppo importante per lei.
Stranito e un po’ preoccupato, bussò alla porta della stanza di Rukia ma senza risposta.
«Kuchiki-san sono il capitano Ukitake .Ho una notizia da darti!» esclamò.
Preoccupato dal silenzio aprì la porta e la vide: era distesa seminuda sul futon.
Una spallina del reggiseno era scesa e soltanto un gancetto era rimasto a tenere le due parti unite. Il braccio era sul petto di colui che sembrava essere Ichigo Kurosaki. Lo riconobbe dagli inconfondibili capelli color carota. La sua spalla faceva da cuscino alla piccola testa di Rukia e le braccia del ragazzo erano disposte a formare un abbraccio attorno a lei, come se la volesse proteggere. Entrambi avevano gli slip inclinati. Alla vista il capitano Ukitake  arrossì; era stupito, sconvolto, meravigliato. Non sapeva come comportarsi.

Allora chiuse la porta senza far rumore e guardando il cielo limpido che aveva davanti,pensò sorridendo:« Il Destino è imprevedibile.».

 
  
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