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Autore: La Mutaforma    06/07/2011    3 recensioni
Esisteva un tempo, mille anni fa o forse più. Quando non esisteva nulla. Non esisteva l'uomo. Non esisteva Spira. Non esisteva Sin. Il peccato era un'essenza mista, di luce e purezza. Ed esisteva Yevon. A lui si deve, l'esistenza di ogni cosa.
[Il libro sacro degli Yevoniti - Storia assolutamente diversa da come è in realtà - Spoiler]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il vangelo degli Schiavi - Le Origini

 

“Libro delle Origini”, salmo primo:

 “Che Yevon Sempre sia Lodato, il dio giusto, il dio severo,

Il dio che i nemici punisce e ai giusti porta il sereno”

 

Si dice che a creare tutte le cose di ogni cosa, sia stato Yevon.

Ed è peccato di infedeltà non credere a questo precetto irremovibile.

La leggenda –e la realtà, per chi crede in Yevon– narra che Spira fosse un luogo di assoluta inadeguatezza, in pace sì, ma completamente inutile.

Quando Yevon Sempre sia Lodato giunse a rendere grazia per la prima volta su Spira, vi ritrovò già la natura, bella, incontaminata, casta. Sua sorpresa fu nel trovare anche degli abitanti.

Uomini dai capelli biondi, gli occhi del colore della giada.

Fu di suo compiacimento poter portare il suo credo tra quelle genti e poter così estendere il suo dominio religioso, “regno di anime pure”, su Spira.

Ma gli abitanti che aveva trovato, erano vili, curiosi, non credevano in nulla e in nulla volevano credere se non nelle potenzialità umane.

Così, Yevon Sempre sia Lodato punì quelle anime infedeli e diffidenti con due maledizioni e un dono:

Loro, che avevano disdegnato un regno di obbedienza alla religione, vennero condannati a vivere nel deserto per sempre, esiliati dalla natura in cui erano nati;

A loro, che avevano inveito contro Yevon, Yevon annodò la lingua, in modo che parlassero in modo così incomprensibile che le altre stirpi non avrebbero mai potuto capirli;

Poi, un dono, che in realtà non è di norma definirlo un dono. Magari un dono a tradimento, per così dire.

Il dono di poter creare cose meravigliose, di poter immaginare, di poter sul serio fare affidamento nelle potenzialità intellettive che avevano preferito alla salvezza dell’anima, ma nessun’altro avrebbe mai creduto in loro. E, così fu la spietata e arbitrale legge di Yevon Sempre sia Lodato, l’ordine fu che nessuno avrebbe mai apprezzato lo sforzo delle loro menti e del loro lavoro e che ogni loro costruzione, sia grande che piccola, sarebbe stata destinata alla totale distruzione.

Senza esclusioni, finché il tempo non sarebbe finito e finché Yevon Sempre sia Lodato avrebbe continuato a mantenere il controllo sulle anime e sulla pace di Spira.

 

“Libro delle Origini”, salmo secondo:

 

“Che Yevon sia Sempre Lodato, il dio buono, il dio che perdona,

Il dio che porta il Bonacciale ogn’ora”

 

Un dio ha bisogno di un popolo da guidare. Un dio come Yevon necessita di qualcuno dal quale farsi adorare per i mille motivi per cui Yevon andrebbe adorato. Ma non sempre il popolo scelto è davvero meritevole della guida di una nobile divinità.

Così, Yevon Sempre sia Lodato creò dalla stessa materia di se stesso l’uomo eletto, il popolo da guidare: i suoi fedeli.

E’ peccato mortale e condanna ad non subire il rito del Trapasso chi metta in dubbio questa assoluta verità.

Lo Yevonita fu creato come l’uomo perfetto, più simile al dio stesso che alla natura in cui viveva. Si distingueva dall’uomo Albhed per la sua indole così mansueta, accettatrice. Credente.

Un uomo moderato, giusto nei modi e nella misura, non battagliero, pacifico e pieno di amore per la religione, attento alla moderazione e frequente nella redenzione dei peccati.

Un uomo che potesse accettare qualunque verità senza opporsi ad essa. Un uomo non curioso, non vile, non insistente. 

Un uomo a misura di Yevon.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice:

Spero che sia stata una lettura di vostro gradimento. Questo è solo il primo capitolo, perché il “Vangelo” continua ancora, ma non so per quanto, è tutto in cantiere XD

Mi dispiace per le squallide rime –non sono mai stata portata per la poesia, figurati le rime!– ma sentivo che una piccola entrata la dovevo pur mettere e che cavolo! >-<

Mi sto stufando di dover mettere ogni volta “Yevon Sempre sia Lodato”, ora la cosa comincia a darmi sui nervi sul serio! Credo che continuerò a farlo per rendere più realistica la ff, ma cavolo, io odio gli yevoniti, ma il fine è di dare il senso che il vangelo sia stato scritto da uno yevonita.

Decisamente, io sto dalla parte degli Albhed –me agita una bandiera con la scritta SANUBIA e porta un casco albhed in testa–

Non è dedicato a nessuno in particolare. A tutti quelli che hanno problemi a relazionarsi con la religione, con la percezione dell’infinito e dell’immortalità. E qualcosa su cui mi soffermo sempre a pensare, ma senza risposta.

Ma probabilmente, le domande che noi stessi ci poniamo, sono testimonianze di quanto noi potremmo mai essere vicini alla soluzione finale.

Alla prossima!

   
 
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