Ok,siccome la mia fantasia
limitata spazia sl negli scenari dopo la mia ficcy across five
thousand years and more XP,anke qst storia è ambientata dopo
15 anni dalla “fine di yugioh secondo me”(teoria che espongo nell’altra ficcy,cm avrete capito…).non
anticipo nulla x ora,se no che gusto c’è???iniziamo subito…
CAPITOLO1-L’OTTAVA
TAVOLA
-Ok ragazzi ci siamo quasi,rallentiamo un po’ ora…
La solita voce
di Marik rispose immediatamente:-Agli ordini
capitano!!!
Sempre spiritoso
lui,sempre allegro. In quegli anni Marik Ishtar non
era cambiato per niente…Yami lo ricordava ancora come quando avevano 15 anni di
meno sulle spalle, quando insieme facevano impazzire
il povero prof di egittologia…tutte le volte che li chiamava alla lavagna lo smerdavano davanti alla classe! Poverino, di antico egizio sapeva ben poco, ma era una brava
persona…era stato lui ad indirizzarli verso certe scelte e non si erano mai
pentiti di avergli dato retta… sì, in quegli anni Marik era rimasto praticamente
uguale a se stesso, tranne che nel fisico, che si era decisamente irrobustito e
temprato dopo le lunghe ore passate a lavorare sotto il sole. Era LUI ad essere cambiato tanto, invece, si disse Yami. Man
mano che i giorni passavano, si era accorto di
assomigliare sempre di meno a Yugi. Certo, erano rimasti amici, ma in un modo
diverso… forse, riflettè, si erano un po’ persi di vista… ma del resto aveva perso di vista un po’ tutti negli
ultimi anni. Un po’ se ne rammaricava, ma ormai era chiaro che tra lui e Yugi
non si sarebbe più potuto stabilire un legame
d’amicizia veramente solido, nonostante, e in un certo senso anche a causa, di
certi elementi del passato… No, loro due in fondo erano troppo diversi…
A strappare il
“Faraone” dai suoi pensieri fu l’esclamazione di Tea:-Oh,
ci siamo finalmente!credevo che non saremmo mai più arrivati!
Le rispose una vocetta limpida e allegra:-eddai, mamy, ormai ci dovresti
essere abituata!
-Oh certo, però
sarei contenta se tu e tuo padre vi decideste a capire
che stare per tre ore in questa dannatissima cucina non è così divertente come
può esserlo stare a guidare…lo sapete che non mi piace stare troppo chiusa su…
Yami sapeva bene
che in fondo Tea scherzava…-Dai,tesoro non
prendertela. E poi potevi uscire quando volevi…
Maledetto quel
sorriso… quando lui faceva così, Tea sentiva di non poter più fare
l’arrabbiata… Si accorgeva di amarlo ancora come quella notte nella Valle dei
Re, quando si erano ritrovati… In quegli anni il loro rapporto era sempre stato
fonte di grande gioia in ogni situazione, facile o
difficile che fosse e aveva donato loro tanti momenti felici… e che dire poi
della loro bellissima figliola, Shepena, che proprio
quel giorno compiva 13 anni? Assomigliava così tanto a
suo padre… Pelle ambrata tipicamente egiziana, capelli castani lunghi, con i
ciuffi biondi che aveva ereditato dal padre che le incorniciavano il viso
delicato, gli occhi azzurrissimi, dell’azzurro del Nilo.
Shepena era nata che avevano 20 anni, quando Yami
stava per concludere il suo percorso scolastico.
Appena terminati
gli studi i due si erano sposati, e con Marik avevano
deciso che avrebbero lavorato per riportare alla luce le parti dimenticate
della storia di quella che in fondo un po’ sentivano come loro patria,
l’Egitto. Tea non aveva esitato a seguirli, perché sapeva bene che il suo futuro
era con Yami.
Così la piccola Shepena era cresciuta in viaggio lungo il corso del Nilo,
aveva imparato l’egizio antico (e come non avrebbe potuto, dato il padre che
aveva?) con la stessa facilità con cui aveva appreso la lingua materna, e ormai
sapeva giocare a Duel Monsters agli stessi livelli dei suoi insegnanti, cioè Marik e ovviamente suo papà. Non era raro vederli
duellare sul ponte di prua, ed era altrettanto facile vedere Yami sempre più in difficoltà, qualche volta persino sconfitto. Tea sorrideva
sempre quando li vedeva così, e le si stringeva il
cuore nel notare come gli atteggiamenti, le battute, lo stile, insomma, nel
duellare della giovane ricalcassero in tutto e per tutto quello di Yami. Era
certa che un giorno la ragazzina avrebbe riconquistato il titolo che a lungo il
padre aveva mantenuto. Anni prima Yami aveva fatto la sua scelta: sapendo di
stare per prendere una famiglia sulle spalle, aveva chiesto a Seto Kaiba di organizzare un
torneo il cui vincitore lo avrebbe sfidato, conquistandone il titolo, a
prescindere dall’esito dello scontro. Sapeva bene che quello non era più il
tempo della avventure con i mostri e le magie, e
voleva lasciarsi tutto alle spalle.
Non si era mai
pentito della sua scelta,Yami. Ora aveva tutto ciò che
un uomo potesse desiderare: una moglie che amava e
dalla quale era ricambiato, una vita felice, un amico fedele, una figlia
stupenda.
Yami era
orgoglioso di Shepena. Per lui era un termine di
confronto: in lei riviveva le sue scelte e la sua
vita, la sentiva come suo completamento finale. Desiderava per lei una vita
felice, lontana dalle battaglie che lui era stato costretto a combattere. Le
aveva insegnato a giocare a Duel Monsters soltanto
perché riconosceva che per la figlia dell’ex Re dei Giochi sarebbe stato piuttosto
spiacevole non seguire almeno in parte le sue orme. Non voleva però che la
ragazzina si ritrovasse a combattere come era successo
a lui, e per questo motivo non le aveva raccontato la sua vera storia e il suo
passato come Faraone.
Shepena era convinta che il padre fosse un
orfano allevato dalla famiglia dello “zio Marik” e in seguito adottato dal
nonno Maximillion Pegasus. L’unica cosa che ogni tanto trovava difficile
spiegarsi era come mai quando lo zio Marik voleva farlo incavolare lo chiamasse Faraone, e perché sembrava che fosse in grado di
comunicare con certe carte del suo mazzo, come
-Ehi, guardate,
Yami fu
nuovamente strappato dalle sue riflessioni (ma quanto
pensava quel giorno! Di solito non gli capitava di riesaminare così la sua
vita…) dal gridolino eccitato di Shepena.
Arrivato
all’attracco fece accostare la barca al molo con grazia, poi
spense i motori.
Yami ripensava
all’ultima volta che aveva messo piede lì… era stato molti
anni prima. Insieme con Tea e Marik avevano deciso di
concentrare le loro ricerche nella parte più bassa del corso del fiume, forse
per paura dei ricordi che quella zona poteva far rinascere in loro. E adesso erano tornati. I tre adulti si sentirono per un
attimo mancare, soprafatti dalla nostalgia dei giorni passati. A Tea tornarono
in mente le vacanze che avevano fatto l’estate del ritorno di Yami tra loro. Mio
Dio quanto si erano divertiti!!! Tutti, ma proprio
tutti insieme, un mese a fare casino e divertirsi, soprattutto a spalle delle
guide, quando Yami e Marik facevano domande stranissime di cui solo loro conoscevano
la risposta… Che gruppo che erano!!!
Appena sbarcati, i quattro si videro venire
incontro un gruppo di ricercatori.
-Salve! Suppongo
che voi siate i signori Pegasus, mentre questo dev’essere
il signor Ishtar… Il mio nome è Thomas Cartier, sono il direttore degli scavi della tomba scoperta
grazie alle indicazioni delle tavole ritrovate sul Horus splendente…
Cartier era piuttosto alto, sulla quarantina,
con la pelle scurita dal sole e i capelli corti castani. Yami gli strinse la
mano, facendo le presentazioni. Poi iniziarono a discutere dei lavori appena
intrapresi nella tomba ritrovata dal gruppo di ricercatori. Cartier
aveva lavorato a partire da una serie di tavole
ritrovate qualche mese prima dai due, mentre cercavano di riportare alla luce
il battello Horus Splendente, affondato circa 3000 anni
prima e fortunatamente rimasto in relative buone condizioni.
Qualche
giorno prima avevano
ricevuto un messaggio dall’archeologo che li pregava di raggiungerli al più
presto perché era riuscito a ritrovare l’esatta ubicazione della tomba, ma si
erano verificati alcuni strani incidenti negli ultimi tempi che avevano
rallentato un po’ i lavori. Inoltre pareva che per accedere
alla camera sepolcrale bisognasse superare una serie di trabocchetti la cui
chiave si trovava proprio in una delle tavole, l’unica che però non riuscivano
a decifrare…
-Per questo
abbiamo pensato di rivolgerci a voi…visto che, a quanto pare,
siete tra i migliori traduttori di geroglifici oggi conosciuti…chissà che a voi
sia un po’ più chiara quella che a tutti sembra solo una strana accozzaglia di disegnini- stava dicendo Cartier –
Abbiamo pensato che fosse un falso, ma prima di lasciar perdere abbiamo deciso
di consultare altri…
Li condusse in
un’ampia tenda bianca e mostrò loro la tavola “incriminata”:-Ecco,
signori, l’ottava tavola…
Yami si
avvicinò, le diede una rapida scorsa, poi fece un passo, indietro. Aveva un’espressione
sconvolta.
-Le consiglio
vivamente, signor Cartier,- disse
con voce piatta, ma nella quale Marik e Tea scorsero un tremito come di paura-le
consiglio vivamente di levare il campo al più presto, o le cose potranno
mettersi molto, molto male, e non solo per lei.
Calma,calma…per quei tre o quattro che hanno avuto il coraggio di
arrivare fino qui senza addormentarsi, si bekkino i
miei complimenti per lo sprezzo del pericolo…… ^________^cmq
la storia andrà avanti ancora,non so x quanto xò…devo
vedere mentre scrivo…nel prox chappy
si dovrebbe entrare nel vivo della vicenda…intanto ditemi cm è questo… prometto
che il prox sarà + movimentato…qst
fa 1 po’ da prologo…(e allora xke nn l’hai kiamato prologo???? é////è ndtutti)(xkè mi piaceva di
+ kiamarlo cap 1….^_^ ndme)(*.* ndtutti)