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Autore: LoveJoker    08/07/2011    0 recensioni
-YongHwa credi nell'Amore?-
-Si-
-Da Quando?.-
-Dalla prima volta che ti ho visto.-
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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On Air: Try Again, Smile Again - C.N Blue

E' passata già una settimana, la casa in cui una volta reganava il caos adesso è spenta. Il vostro letto è intatto, nessuno fa la corsa per arrivare in bagno per primo, il profumo di caffè non invade più il mio naso. Tutto è morto, tutte le sensazioni,le emozioni, le parole, le melodie sono sparite con voi.
Presi lo spazzolino, dentro il bicchiere ci sono ancora i vostri, non ho avuto il coraggio di buttarli come non ho buttato via i vostri vestiti, le vostre scarpe. Sai mamma che sul divano c'è ancora la tua ventiquattro ore?
Mi lavai i denti svogliatamente, presi la borsa con i libri, prima di uscire mi girai per salutare, scoprendo che nessuno mi stava dando il buongiorno, nessuno mi stava incoraggiando per una nuova e dura giornata.
Camminavo per le strade di New York, in mezzo a tutta quella folla, in mezzo a tutti quei cuori che battevano, dove la vita pulsava, mi sentivo solamente un granello di sabbia, mi sentivo sola.
Aprì la porta e mi diressi in classe, sentì gli sguardi degli studenti posarsi su di me, ma feci finta di nulla e mi sedetti al mio solito posto accanto alla finestra, con aria assente iniziai a guardare il parco davanti a me, una volta era verde, ora non so perché quel colore così brillante era sparito.
-Seung Hee..- mi girai lentamente dalla parte opposta della finestra, una ragazza dai capelli fin troppo biondi mi stava guardando silenziosamente, quello sguardo che da una settimana mi perseguita, lo sguardo che avevano tutti verso i miei confronti, dolore? Dispiacere? No. Pena.
-Parlo a nome di tutta la classe, ci dispiace molto per quello che ti è successo.-
-Grazie.- risposi freddamente cercando di evitare più che potevo l'argomento, mi rigirai verso la finestra e sentì i passi della ragazza allontanarsi.


-Capiamola poverina..-
-Già così giovane e sola..-
-Povera.-


Ormai quelle frasi, quelle parole non facevano più effetto su di me, sul mio umore, nella mia vita erano solo fumo.
Passai tutta la lezione assente e più volte l'insegnante riprese il mio comportamento.
-Fanculo Lei e l'università.- detto questo mi alzai e uscì dall'edificio, buttai i libri nel cestino e mi diressi verso casa, da oggi non mi sarebbero più serviti, avrei dovuto trovare un lavoro per mantenermi, per portare a casa i soldi.


-Seguila.-
-Certo signore.-
-Tale a suo padre, vero Jun?-
-Vero signore.-


Passai la giornata in cerca di lavoro, ma come sapevo già nessuno aveva bisogno di una come me. Quel pomeriggio ci fu una cosa che mi diede fastidio: una macchina nera continuava a seguirmi per tutta la città così accellerai il passo e arrivai in cinque minuti a casa. Mi rinchiusi a chiave e serrai tutte le finestre, spostai la tendina e vidi la macchina parcheggiata al lato opposto della strada. Possibile che mi avesse seguito fin qua?
Mi sedetti sul divano e cercai di ricordare se mamma e papà avessero dei debiti, dei conti in sospeso ma con scarsi risultati, loro non erano quel tipo di persone e poi non avevamo mai avuto problemi di denaro.
Stetti a pensare a quel problema per quasi un'ora quando sentì suonare il campanello, chi poteva essere a quest'ora?
Aprì la porta e mi ritrovai davanti un uomo vestito di nero con degli occhiali scuri che si scansò per fare largo ad un ometto sulle settantina, ben vestito, aveva gli occhi allungati, doveva essere asiatico.
-Annyo Seung Hee.- come faceva a sapere il mio nome? Parlava coreano, ma fortunatamente sapevo benissimo capirlo e parlarlo grazie ai miei genitori.
-Lei chi è?.- quella situazione mi stava davvero spaventando, il signore forse capì il mio disagio perché sorrise subito.
-Stai tranquilla, non ti farò niente, voglio solamente parlare.- oh beh da una parte ero più tranquilla.
-Venga, si accomodi.- mi spostai lateralmente e feci accomodare i signori in salotto offrendogli una tazza di limonata.
Il vecchio si guardò un pò in torno, soffermandosi su delle foto di me, papà e mamma in Italia.
-Quando le avete fatte queste?- chiese con un filo di malinconia.
-Oh l'anno scorso, mi hanno portato per il mio diciottesimo compleanno.- risposi sorseggiando il mio succo.
-Parlami di te Seung Hee.- disse per poi risedersi davanti a me.
-Oh beh mi chiamo Park Seung Hee, sono metà coreana e metà americana. Frequentavo il primo anno di economia e commercio e..sono orfana.- mi faceva talmente male dire quella parola che quasi scoppiai a piangere.
-Non hai parenti qua?-
-No, so di avere un nonno in Corea ma mamma e papà non mi hanno mai detto nulla di più approfondito, nonostante le mie ripetute domande.-
-Sei uguale a Yoo Bin.- aveva detto il nome di papà, non potevo aver sentito male.
-Come fa a conoscere papà?.- a quella domanda sorrise e in un lampo feci 2+2.
-N-nonno?.-
-Finalmente ragazzina ti sei svegliata!.- sorrise e con lui anche l'uomo accennò una piccola smorfia che doveva essere sicuramente un sorriso.
Sentì lelacrime lentamente scendere una ad una, sapevo che non erano per il dolore, ero felice, felice perché non ero più sola, felice perché avevo ritrovato la mia famiglia.
L'uomo si sedette vicino a me e prese la mia testa appoggiandola sul suo petto, quel gesto mi fece sentire finalmente protetta.
-Piangi pure piccola, adesso c'è il tuo nonno a proteggerti.- A chi la volevo dare a bere? A chi volevo far credere che stavo bene? Imbecille di una Seung Hee e tu volevi andare avanti da sola?
Dopo essermi ripresa mi asciugai gli occhi con il fazzoletto che il nonno mi aveva dato e lo vidi sorridere mentre anche lui stava tirando su con il naso.
-Finalmente ti ho ritrovato mia piccola Seung Hee.- volevo chiarimenti, spiegazioni.
-Nonno perchè? Spiegami perché mamma e papà sono venuti qua.- abbassò lo sguardo e sospirò.
-E' tutta colpa mia, volevo a tutti i costi che tuo padre prendesse in mano la mia società ma rifiutò così scappò di casa con tua madre, se non avessi tanto insistito forse loro sarebbero ancora qua.- non volevo vedere il nonno triste, ero venuta a sapere solo adesso la sua vera identità, ma mi bastava sapere che lui avesse il mio stesse DNA.
-Nonno non è colpa tua.- dissi abbracciandolo.
-Beh ora che ti ho ritrovato, che ne dici di venire a vivere con me? A Seoul?- riflettei su quella decisione e poi ripensai alle parole di mamma, non dovevo avere rimpianti, non dovevo avere rimorsi. Da ora in avanti sarei rimasta accanto a lui e l'avrei aiutato.
Feci i bagagli e partì per l'aeroporto.
-Nonno ma stiamo sbagliando strada.-
-No tesoro mio, non prendermo l'areo normale.-
-Perché?-
-Odio viaggiare in prima classe.-
-E quindi?-
-E quindi prenderemo il mio jet privato.-
Stavo guardando sbalordita il nonno che invece sembrava fare quelle cose ogni giorno.
-Nonno ma tu chi sei?-
-Oh non mi sono ancora presentato, io sono Park Kwang-won -
-Quel Park Kwang-won?-
-Omo ma mi conosci?-
-Mi stai dicendo, che tu nonno sei il capo della Mnet Media?.-
-Allora sei informata!.-
Non ci posso credere,improvvisamente la macchina si fermò e scendemmo in uno spazio con al centro un jet enorme, salimmo e mi fece accomodare al mio posto.
Ripensai a quella giornata così movimentata fino a quando le miei palpebre si chiusero facendomi cadere in un sonno profondo.


-Seung Hee. Eung Hee-
-Omma ancora cinque minuti...-
-Seung Hee siamo arrivati!-
-Non ho bruciato io il pelo al gatto!- mi alzai di scatto e ritrovai mio nonno che rideva nonostante la voce rauca.
-Hai davvero bruciato il pelo al gatto?- sforzai di fare un sorriso che però si trasformò in una smorfia.
Scesi dall'aereo e respirai l'aria di Seoul per la prima volta.
Mamma, papà, guardatemi adesso, guardate vostra figlia rinascere, guardatela aprire le ali e volare. Adesso ho trovato la casa che mi accoglierà, ho trovato la persona che si prenderà cura di me, papà scusa se andrò contro corrente ma realizzerò il sogno del nonno, quello che tu non sei riuscito a portare avanti, gli farò provare l'emozione di avere una nipote della quale si possa fidare.

 

Radio Park Seung Hee, 04FM. Dall'altra parte del mondo.

  
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