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Autore: B_Regal    09/07/2011    4 recensioni
La tragedia dell' ultima puntata della sesta serie si è appena compiuta, e notizie e immagini sull' accaduto già impazzano nelle televisioni di tutti gli Stati Uniti. Anche in Tacoma. Dove Izzie Stevens lavora ormai da mesi. Come reagirà, una volta venuta a sapere che il suo ex marito lotta tra la vita e la morte??
"Aveva ancora addosso quella sensazione. Quell’ orribile sensazione di freddo che aveva provato nel sentire il nome di Alex Karev tra la lunga lista del personale che era stato ferito dal pazzo con la pistola. All’ inizio aveva cercato di convincersi che aveva capito male, poi aveva realizzato l’ amara verità e si era dovuta appoggiare a una barella, per non cadere per terra, quando l’ aveva colta un pesante capogiro.."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Karev, Izzie Stevens
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Coming back to life
 
Camminava veloce, schivando abilmente le persone che si avviavano lentamente verso l’uscita dell’ aeroporto. Non andavano di fretta, evidentemente. Ma lei si, lei doveva arrivare a destinazione il prima possibile. Prima che fosse troppo tardi.
Aveva saputo quello che stava accadendo al Seattle Grace nemmeno quattro ore fa,  tramite la televisione, e ne aveva impiegato circa mezza per prenotare il primo aereo per Seattle e precipitarsi lì. Aveva ancora addosso quella sensazione. Quell’ orribile sensazione di freddo che aveva provato nel sentire il nome di Alex Karev tra la lunga lista del personale che era stato ferito dal pazzo con la pistola. All’ inizio aveva cercato di convincersi che aveva capito male, poi aveva realizzato l’ amara verità e si era dovuta appoggiare a una barella, per non cadere per terra, quando l’ aveva colta un pesante capogiro.  E ora che finalmente era arrivata a destinazione, le gambe sembravano farsi sempre più pensanti, e la testa cominciava a girarle di nuovo. Non si sentiva così da quando aveva smesso di fare la chemio, si ritrovò a pensare. Eppure allo stesso tempo sentiva nel corpo una sorta di adrenalina che la spingeva a correre, correre sempre più, correre da lui. Si infilò nel primo taxi libero e ordinò al tassista di condurla nell’ ospedale in cui Meredith le aveva detto avevano portato Alex.
Quando fu dentro, le seppero indicare facilmente il reparto, e nonostante fosse al terzo piano; lei usò le scale perché non sarebbe riuscita ad aspettare l’ ascensore, così quando giunse a destinazione fu costretta a fermarsi e ad appoggiarsi a un muro per riprendere fiato. Era arrivata, ormai. Ora doveva solo trovare un viso familiare.
“Stevens!”
Alzò lo sguardo di colpo, richiamata da quella voce familiare “Dottor Sloan!”
“sei qui per lui, vero?”
Izzie annuì, preoccupata “come sta?”
“se la caverà..” rispose l’ uomo, regalandole un piccolo e sincero sorriso.
Lei si limitò ad annuire, mordendosi il labbro inferiore che aveva già cominciato a tremare per quel pianto che troppo spesso aveva difficoltà a controllare. Ma adesso non doveva piangere. Era una bella notizia, quella. Alex era vivo.
“Posso vederlo?”
“vieni con me..” la invitò a seguirlo con un cenno del capo e la condusse in fondo a un largo corridoio, dove una bella donna bionda, che lei riconobbe essere il nuovo cardiochirurgo dell’ ospedale, stava guardando attraverso una grande vetrata rettangolare.  Doveva esserci Alex, dall’ altra parte.
E infatti lo vide. Non appena Mark la condusse accanto a Teddy. Era disteso nel letto, gli occhi chiusi, visibilmente incosciente, attaccato a quella stessa macchina che tante volte aveva visto vicino al suo, di letto. E non seppe se a sconvolgerla di più fu vederlo così, oppure notare che Lexie Grey era accanto a lui e gli stava tenendo la mano.
“Loro sono.. si frequentano..” tentò di spiegarle Sloan, come se le avesse letto nel pensiero.
“ah..”  era l’unica cosa che le veniva da dire, in quel momento. Poteva forse essere contrariata, o peggio gelosa? Infondo era lei che lo aveva lasciato, e lui aveva il diritto di rifarsi una vita. Ma con tutte quelle che poteva scegliere, proprio lei? Lexipedia, quella stessa ragazzina impacciata che tante volte si erano divertiti a prendere in giro, adesso era la sua fidanzata. La sua nuova Izzie.
In quello stesso istante, la giovane alzò lo sguardo e poté incrociare i suoi occhi. Non seppe dire quello che ci lesse, anche perché lo sguardo durò solo pochi istanti, poi Lexie poggiò lentamente la mano di Alex sul letto e lasciò la stanza.
“Ciao Izzie..” salutò mestamente, quando fu fuori “non mi aspettavo di vederti qui.. cioè..” aggiunse, rendendosi conto che posta così quella frase poteva sembrare accusatoria “volevo dire.. non immaginavo che l’avevi già saputo..”
“ho sentito la notizia in tv..” spiegò soltanto.
Lexie annuì “ah.. beh allora, se vuoi entrare..”
“Forse è meglio che resti tu. Sei la sua ragazza adesso..”
“Si, ma vedi.. io.. io credo che lui non mi ami..” spiegò, con tutta la tranquillità di questo mondo “Anzi, ne sono sicura..”
“Alex non è molto bravo a mostrare i suoi sentimenti..”
“no..” replicò quella scuotendo la testa “no, non è per questo. Possiamo parlare un attimo?”
Izzie annuì e seguì la ragazza, che si andò a sedere su una panchina blu. La imitò e poi la guardò a lungo “allora?”
“Alex ha sofferto molto, quando è stato ferito. Aveva il proiettile ancora conficcato nel corpo ed era necessario che glielo togliessimo, però non avevamo anestetico e quindi ha dovuto sopportare tutto il dolore. Un dolore fortissimo.. e poi il tempo passava e lui si aggravava sempre di più..”
La Stevens chiuse un secondo gli occhi, per cercare di scacciare l’immagine di Alex sofferente “perché mi stai dicendo questo?”
“A un certo punto stava così male che ha cominciato a delirare, ad avere allucinazioni. E mi ha scambiata per te..”
“cosa?”
“Si, mi ha chiamata Izzie. Gli ho preso la mano e lui mi ha sorriso. Ha detto che finalmente ero tornata da lui e mi ha chiesto di non abbandonarlo più.  Ma non era a me che parlava, si riferiva a te! Era cosi contento che tu fossi con lui..”
Avrebbe voluto ordinarle di fermarsi, di stare zitta. Le sembrava di non riuscire a reggere il peso di quelle parole. Alex l’ amava ancora, e di questo doveva esserne felice, ma non riusciva a fare a meno di  pensare a quanto l’aveva fatto soffrire, a quando era stata cretina a lasciarlo, e soprattutto a quanto lo era stata rischiando di lasciarlo andare via senza avergli chiesto scusa.
“Lui ti ama ancora, Izzie. E sono sicura che quando ti vedrà qui, per lui sarà una gioia grandissima.. E’ per questo che devi andare da lui.. devi esserci tu quando si sveglia!”
Izzie rimase lì a fissarla, convicendosi sempre di più che aveva ragione. Alex aveva bisogno di lei, e questa volta non si sarebbe tirata indietro.
 
Quando entrò nella stanza bianca si sentì mancare il respiro e dovette farsi forza per non correre fuori di lì. Quella situazione le ricordava uno dei momenti più brutti che aveva vissuto nella sua vita. Era tutto uguale.. stesso colore delle mura, stesso letto con le coperte azzurre, stessi fili che avvolgevano il corpo immobile di un uomo. Solo che quella volta c’ era Denny, e la macchinetta produceva un suono diverso. Un suono continuato e assordante, diverso da quello intermittente e quasi ritmico che sentiva adesso. Dovette abbassare lo sguardo su di sé per appurare che indossava un jeans e una camicetta azzurra, e non quel bellissimo vestito rosa che si era completamente sgualcito quando si era stesa accanto al corpo senza vita dell’ uomo che amava e si era stretta a lui, come se potesse illudersi di non lasciarlo andare via.
Ma adesso non c’ era Danny, sul letto. C’ era Alex Karev, suo marito, che proprio in quel momento stava aprendo lentamente gli occhi, cercando di mettere a fuoco qualcosa.
“Alex!” gli si avvicinò di corsa, accarezzandogli il volto “ehi, Alex.. sono io, sono Izzie!”
Alex voltò il capo nella sua direzione, e sorrise debolmente “Izzie..”
“Amore, sono qui.. stai tranquillo sono qui!”
“Allora.. allora non eri un sogno..”
Lei scosse la testa e si asciugò una lacrima, sorridendogli “no, non ero un sogno. Sono tornata davvero..”
“Mi dispiace..”
“e di che?”
“di.. di averti detto di andare via..”
“Non importa ora, ho sbagliato io e comunque l’ importante è che adesso sono di nuovo qui. E stavolta non ti sfuggirò più, te lo prometto Alex.. te lo prometto..”
Lui alzò appena la mano, e Izzie gliel’ afferrò subito, stringendogliela forte “ora però riposati, ci vediamo dopo..”
“Non andartene..”
“non me ne vado, non ti preoccupare..” gli rispose dolcemente, con un sorriso rassicurante “resto qui fuori..” si chinò per baciarlo delicatamente sulle labbra, poi lo vide rilassarsi sul letto e gli lasciò la mano per dirigersi fuori.
 
“Meredith!”
“Izzie.. e tu che ci fai qui?”
La bionda corse fino a raggiungere l’ amica, poi la strinse in un abbraccio “ho sentito la notizia in tv, sono corsa appena ho potuto.. come stai?”
Meredith le regalò un piccolo sorriso “insomma.. ma l’ importante è che Derek sta bene..”
Izzie annuì e si sedettero entrambe sulle panchine del corridoio “Ho sentito quello che è successo in sala operatoria.. deve essere stato terribile!”
“Lo è stato, infatti.. Cristina è stata bravissima, ha continuato nonostante avesse una pistola puntata alla tempia.. poi quando hanno simulato la morte, mi sono sentita così.. vuota. In un attimo ho creduto di aver perso tutto.. Sai Izzie..” disse alzando lo sguardo che aveva tenuto basso tutto il tempo “adesso ho capito cosa hai provato tu quando Denny è morto.. e credo davvero che tu sia stata veramente forte a riuscire ad andare avanti..”
Izzie le sorrise e le prese la mano “sono andata avanti solo grazie a voi.. sei stata a tu a porgermi la mano per farmi rialzare, quella volta in bagno, ti ricordi? Ecco, senza quella mano io adesso sarei ancora lì terra..”
Meredith si morse il labbro e si sporse per abbracciarla “Mi sei mancata tantissimo!”
“Anche tu..”
Rimasero abbracciate qualche secondo, poi si staccarono, asciugandosi entrambe le lacrime che gli bagnavano i volti “Adesso però basta piangere.. Derek e Alex stanno bene, è questa la cosa importante no?”
La Grey annuì, ridacchiando “si.. a proposito, quindi sei stata da Alex?”
“si, è il primo posto dove sono corsa non appena sono arrivata a Seattle! Ho avuto così paura di perdere anche lui..”
“Era sveglio?”
“Quando sono arrivata no, dormiva e con lui c’era Lexie..”
Meredith annuì “loro hanno.. una storia, diciamo.. avrei voluto chiamarti un sacco di volte per dirtelo, ma non volevo che ci rimanessi male!” si giustificò. Ed era vero.. c’ aveva pensato spesso a chiamare Izzie, ma sapeva che stava soffrendo e che stava cercando di dimenticare tutto quello che aveva passato, e non avrebbe avuto senso rigirare il coltello nella piaga.
“tranquilla, e comunque ho già parlato con tua sorella.. mi ha detto che quando è stato male Alex mi ha chiamata, e si è fatta da parte, diciamo.. è stata molto carina!”
“Beh, credo che infondo neanche lei sia davvero innamorata di Alex..” osservò, parlando più con se stessa che con l’ amica “ beh, e quindi? Sei riuscita a parlargli?”
“Si, non abbiamo parlato molto perché era ancora debole, ma credo che.. credo che si sia risolto tutto!” aggiunse, con un sorriso felice.
“davvero? E quindi tornerete insieme?”
Izzie alzò le spalle “spero di si..”
“Sono contenta..”
“anche io, tantissimo.. anzi, adesso torno lì perché gli avevo promesso che non mi sarei mossa dall’ ospedale! Ci vediamo più tardi?”
“Si, a dopo..”
 
Quando entrò nella camera di Alex, lui era già sveglio, e a prima vista sembrava stare meglio. Aveva preso colore e non stava più completamente steso, ma aveva un cuscino dietro la testa che gli manteneva almeno quella alzata, e la guardava con una nota di disappunto.
“Menomale che dovevi restare qui fuori..”
Lei gli sorrise, scusandosi con lo sguardo “mi dispiace, è che volevo andare a vedere come stava Meredith..”
“la Altman mi ha detto di Derek.. come sta?”
“Bene, è fuori pericolo anche lui..”
Alex annuì, poi si voltò e guardò fisso davanti a lui “quel pazzo.. se lo becco lo ammazzo con le mie mani..”
“Non è necessario, è morto..” gli rispose lei.
Il ragazzo la guardò, prima stupito, poi quasi soddisfatto “ha fatto la fine che si meritava, allora.. ha ucciso Reed, capisci? Davanti ai miei occhi! L’ ha sparata come se niente fosse.. ma come si fa ad avere una freddezza simile?!”
“L’ hai detto tu, era un pazzo..”
“già ma per colpa sua sono morte più di dieci persone!” sbottò, arrabbiato.
“adesso però calmati, Alex..non dovresti agitarti così..” lo rimproverò Izzie, notando che aveva poggiato una mano sulla ferita, nascondendo una smorfia di dolore.
“non dovrei?” domandò, alzando il tono della voce “Tutto questo casino e non devo nemmeno agitarmi?”
Lei sospirò, senza rispondere. Ormai lo conosceva.. non avrebbe potuto dire niente per calmarlo.
Anche perché ci penso lui, da solo “scusami, non volevo prendermela con te.. è che sono così incazzato..” la guardò, e allungò una mano verso di lei “vieni qui.. stenditi vicino a me!”
“Forse è meglio di no, ho paura di farti male..”
“Non ti preoccupare, dai vieni..” insistette, e lei si arrese, accomodandosi lentamente, cercando di muoversi il meno possibile. Quando fu sicura di essere lontana dalla ferita, si chinò all’ indietro e appoggiò la testa sulla sua spalla.
Lo sentì sorridere “mi è mancato stare così, lo sai?”
“a chi lo dici.. le prime notti che ho dormito da sola, non riuscivo ad abituarmi al letto vuoto.. le ho passate praticamente in bianco!” ci pensò qualche secondo, poi aggiunse “tu non hai avuto di questi problemi, vero?”
“ti riferisci a Lexie?” chiese lui, serio “io volevo solo..”
“Alex?” lo interruppe “stavo scherzando. Ci stavamo separando, non hai fatto niente di male. E poi basta, non voglio più parlare del passato..”
Lui annuì, chinò leggermente la testa e baciò la testa bionda di sua moglie, poi chiuse gli occhi, continuando a stringerla forte a sé.
 
Il mattino dopo Izzie passò al SGH per salutare gli altri, e vedere se avessero eventualmente bisogno di una mano, adesso che erano tremendamente sotto organico.
Passò qualche ora con la Baily, con la quale aveva rafforzato tanto i rapporti nel periodo in cui era stata male, e il medico si sfogò con lei raccontandole di quanto si era sentita impotente, il giorno prima, quando si era dovuta sedere per terra ad aspettare che Charles morisse, tra le sue braccia. Avrebbe voluto consolarla, ma conosceva abbastanza la Baily per sapere che non ci sarebbe riuscita, così si limitò ad abbracciarla, cercando di includere in quella stretta tutta la gratitudine che sentiva per lei.
Le sorprese così Richard Webber, e Miranda si staccò subito quando la porta si spalancò, cercando di asciugarsi velocemente gi occhi “mi dica, Capo..”
“Veramente io volevo parlare con Stevens..”
“con me?” chiese quella, stupita.
“si, hai qualche minuto?”
“si, certo..” lanciò un ultimo sguardo alla Baily, poi seguì il capo nel corridoio.
“mi dica..”
“vedi Stevens.. come vedi qui è un casino, abbiamo un numero enorme di feriti, abbiamo perso dei colleghi e dobbiamo riorganizzarci subito per tornare a fare il nostro lavoro. Mi è stato riaffidato il comando di questo posto e io ora devo attivarmi immediatamente per risolvere questa situazione..”
“Capisco, ma io che c’ entro?”
“Ecco.. tu c’ entri perché ho pensato che.. insomma che tu voglia stare con tuo marito, in questi giorni..” balbettò, un po’ imbarazzato “e quindi pensavo.. se ti va ancora eh.. di chiedere un tuo trasferimento immediato qui, almeno temporaneamente..”
“Davvero?” chiese Izzie, spalancando gli occhi “e si può fare?”
“Si, ho parlato con la direzione e vista la situazione di emergenza abbiamo diritto a chiedere personale di supporto.. e credo che tu sia la persona più adatta.. sei un bravo chirurgo e poi conosci l’ ospedale, conosci i medici.. insomma.. mi farebbe piacere che accettassi!”
“e a me farebbe piacere aiutarvi, quindi si Capo.. grazie!”
“Bene..” rispose lui, soddisfatto “allora mi occupo subito del tuo trasferimento ufficiale, e appena possibile faremo trasferire Karev qui, così potrai stargli accanto..”
“perfetto, grazie mille!”
“Grazie a te..” la salutò con una pacca sulla spalla e la superò per tornare nel suo ufficio.
 
“Alex! Devo dirti una cosa..”
Karev si voltò e sorrise quando vide entrare sua moglie come una furia, con quel sorriso meraviglioso che le incorniciava il volto. Si chiese come aveva fatto a vivere senza. Eppure un tempo era la sola cosa che poteva farlo stare bene, dopo una giornata difficile o un brutto momento. Ricordava che non appena lei gli appariva davanti, ogni pensiero brutto spariva immediatamente. C’ era solo lei e quella luce che sembrava emanare ogni volta. Com’ è che l’ aveva definita, un giorno? Giallo Luminoso. Lei era il suo Giallo Luminoso.
“Alex, che fai imbambolato? Stai male?”
Lui scosse la testa, riscuotendosi da quei pensieri “no, no è tutto a posto..  che devi dirmi?”
“Ho una notizia bellissima..” si sedette al bordo del letto, e si sporse verso di lui per baciarlo “Indovina?”
“Non facciamo prima se me lo dici?”
“Si, ma se cerchi di indovinare è più divertente!”
Alex non riuscì a resistere a quell’ espressione da bambina, e si adeguò, cercando di pensare a una possibile bellissima notizia “sei incinta?” ipotizzò.
Lei storse il naso “beh, non sarebbe una bella notizia per te, visto che è parecchio che noi non.. si insomma, hai capito..”
“e infatti già stavo cominciando a preoccuparmi..” rispose lui di rimando.
“Allora stai pure tranquillo dottor Karev perché non sono incinta.. coraggio, riprova!”
“eddai, Izzie.. dimmelo tu..”
“E va bene, ok!” si rassegnò, senza mai perdere il sorriso “torno qua!”
“qua dove?”
“come qua dove, Alex? Qua a Seattle!” replicò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Lui la guardò stranito “e come fai con il lavoro?”
“mi trasferisco al Seattle Grace!”
“sul serio?”
Lei annuì, eccitata “sul serio! Webber ha chiesto il mio trasferimento temporaneo lì, vista la situazione di emergenza, e mi ha chiamata proprio quando ero qui sotto per avvisarmi che è stato accettato..”
“quindi non te ne vai?”
“No, resto qui con te!” rispose, e si stese piano piano accanto a lui, circondandogli la vita con un braccio.
Alex piegò leggermente la testa per baciarle una tempia, mentre con la mano gli accarezzava il braccio “è bellissimo!”
“si.. tra l’ altro mi ha fatto capire che ci sono possibilità che possa tornare definitivamente. Niente di sicuro, eh.. però meglio di niente! E poi..”
“e poi?” la incoraggiò, sentendola titubante.
“E poi mi sembrerebbe di approfittare della morte di Reed e Charles per tornare al Seattle Grace.. ed è brutto, non credi?”
“No, io non credo. I due posti vuoti ci sono, e inevitabilmente devono essere riempiti. E a questo punto meglio tu che un altro, no?”
Lei annuì, poco convinta “credo di si..”
“comunque non pensiamoci ora, godiamoci questo periodo in cui sarai qui.. ho parlato con la Altman, dice che mi sto riprendendo molto in fretta.. tecnicamente dovrei essere dimesso tra una settimana, ma pure se anticipiamo di due, tre giorni non..”
“Alex?” lo interruppe “Non ci pensare nemmeno! Tu resti qui tutto il tempo necessario..”
Lui sbuffò “qui è una noia!”
“Non importa, ci devi stare lo stesso! E poi Webber ha detto che ti farà trasferire al Seattle, quindi sarà come stare a lavoro, no?”
“Non è che sia proprio la stessa cosa, veramente.. però almeno ti vedo tutto il giorno!”
“appunto..” sorrise e si appoggiò a lui, godendosi quella meravigliosa sensazione di stare tra le sue braccia.
“e così, non sei incinta..” osservò Alex, quasi per scherzo, dopo pochi minuti.
“ti dispiace?”
“Questa volta no, visto che non sarei stato io il padre..”
“questa volta?” ripeté lei, alzando la testa per guardarlo “mentre un’ ipotetica prossima si? È questo che vuoi dire?”
“Siamo sposati, no?”
“veramente siamo divorziati..” precisò.
“vabbeh, dettagli!”
“Dettagli proprio non direi..”
Lui sbuffò “mmh, quanto sei puntigliosa! Allora mettiamola così.. ci amiamo?”
Izzie annuì “si, ci amiamo!”
“ed è normale per due persone che si amano avere.. dei figli..”
Lei questa volta si alzò e si girò verso di lui “stai cercando di dirmi che vorresti avere dei figli?”
“dei figli.. cominciamo da uno magari..” le rispose, sorridendole.
La ragazza sorrise entusiasta, e si chinò su di lui per baciarlo. Lui gli prese il viso tra le mani e approfondì quel contatto, poi si staccò appena “però non subito, eh.. devo prima godermi almeno qualche mese la mia piagnucolona dottoressa Stevens..”
“Io non sono piagnucolona!” replicò lei, arrabbiata.
“si che lo sei..”
“beh, tu allora sei arrogante..”
“Lo so..” Cercò di riattirarla a sé, ma lei oppose resistenza. Non aveva ancora finito con le critiche “e presuntuoso!” aggiunse.
“Lo so!” fece di nuovo lui.
“e antipatico!”
“si, si..” una mano dietro la sua testa, e le catturò di nuovo le labbra. Quando lei appoggiò la testa nell’ incavo del suo collo, sorrise e si sfiorò la ferita, riflettendo su quella situazione paradossale.  Il giorno prima era stato a un passo dalla morte, e adesso invece si sentiva bene come non era mai stato. Quella pallottola avrebbe dovuto ucciderlo. E invece.. invece l’ aveva aiutato a tornare a vivere.  
  
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