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Autore: Akemi_Kaires    10/07/2011    5 recensioni
Kaires è una ragazza dal passato confuso, dai ricordi immersi nella densa oscurità del dubbio e dell'incertezza. Solo di una cosa è sicura, del suo sogno: diventare una grande Maga Nera.
Per farlo dovrà intraprendere come Adepta un lungo viaggio, attraverso pericoli e numerose insidie alla ricerca del suo passato... del suo futuro... del suo destino.
Dal Capitolo 8:
- Se non ci sbrighiamo, perderemo il nostro Shoopuf – esclama infine lui, proseguendo per la sua strada, lasciandola indietro. Sembra ignorarla, quasi.
- Shupaf? – chiede lei, ignara di cos’è l’essere appena menzionato. Dopotutto non li ha mai visti né sentiti nominare prima d’ora.
- Sono degli animali molto grandi in grado di trasportare le persone sui corsi d’acqua – le spiega il saggio padre, con pazienza e sapienza. Sotto certi aspetti, adora poter donare perle di saggezza alla figlia, educandola al “Mondo Esterno”. Un giorno ella avrebbe dovuto cavarsela con le sue forze e tutti quegli insegnamenti le sarebbero certamente tornati utili.
- Davvero?! – esclama curiosa lei, trotterellandogli accanto gioiosamente. – E ci sei mai andato su?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Lulu, Un po' tutti, Wakka
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Come al solito devo ringraziare di cuore un bel po' di persone!
Puccio_, che sbaglia ancora il nome di Kaires XD;
berseker eagle, con le sue stupende recensioni che mi fanno morire dal ridere;
__gIuLiNa__, la mia dolce commentatrice preferita;
gm19961, la mia grande amica alla quale ho attaccato la FFX mania;
_Eleutera_, che commenta sempre in modo preciso e impeccabile!
Inoltre devo ringraziare anche tutti i miei lettori (che sono un mucchio!), Storm Leonhart (che mi ha aggiunta tra le seguite), Shock035 & Ciccio85 (che mi hanno aggiunta tra i preferiti), Fairy of fire e ros (che seguono la storia pian piano) e il mio amico L. che mi da tanti consigli!
Grazie ancora a tutti!

Cento Domande, Zero Risposte

Wakka adagiò delicatamente il corpo privo di sensi di Kaires sul morbido divano, coprendolo poi con una soffice coperta per riparlarla dal freddo. Osservò il suo volto stanco e provato con fare paterno, scostandole la frangetta castana dalla sua fronte madida di sudore con fare gentile e premuroso.
Lulu, sinceramente preoccupata, prese una delle gelide mani della ragazza fra le sue. Si concentrò a fondo, isolandosi da tutto ciò che la circondava, per cercare di percepire il flusso magico presente in quel corpo inerme. Eccolo, finalmente, un lontano e lento pulsare, fioco e basso, quasi impercettibile. Fortunatamente, anche se di minima intensità, la magia era ancora presente in lei.
- Sta bene – sentenziò, sospirando sollevata e rincuorata. – E’ solo stata sopraffatta dalla fatica. Ha consumato tutte le sue energie ed ora ha bisogno di dormire.
Ciò che aveva profondamente terrorizzato i due coniugi era l’idea che il controllo della viverna avesse potuto compromettere gravemente la sua salute. Erano felici, per una volta, di essersi sbagliati; ella ora necessitava solamente di un lungo periodo di riposo per riacquisire le forze.
Il piccolo Vidinu, alle loro spalle, osservava spaventato la sua amica.
Nel cuore, provava un profondo e incurabile senso di colpa. L’idea che avesse prosciugato tutte le sue forze solo per salvarlo lo faceva star male, come se qualcuno gli stesse divorando le viscere dall’interno. Un grosso nodo si formò nella sua gola.
Titubante e tremante, si avvicinò a lei lentamente, cercando inutilmente di contenere le lacrime. Temeva profondamente per la sua vita, per la sua salute che era stata soggetta ad uno sforzo immane.
Sulla soglia della porta, sinceramente colpiti a ancora dubbiosi da ciò che avevano assistito durante lo scontro, vi erano gli altri tre Astri.
Osservarono con curiosità la quindicenne, mai vista prima di allora a Besaid. Il suo viso era a loro sconosciuto, così come la sua identità. Ciò che aveva maggiormente catturato la loro attenzione, inoltre, era l’affetto incondizionato che l’infante sembrava provare nei suoi confronti e viceversa.
- Ehi, campione – gli disse il padre, poggiandogli una mano sulla spalla, sorridendo. Il bambino lo osservò con i suoi occhi da cerbiatto, lucidi dal pianto ormai imminente. – E’ meglio che ora vada a farti vedere dai sacerdoti. Ti sei sforzato tanto ed è bene che ti faccia visitare.
- M-ma! – protestò, sgranando gli occhi. – Non può controllarmi Yuna? Io voglio rimanere qui, accanto a Kairì…
- Tesoro – sussurrò dolcemente sua madre, chinandosi alla sua altezza e guardandolo con uno sguardo di comprensione. – Capisco la tua preoccupazione, ma adesso lei sta bene. Ha solo bisogno di fare una lunga dormita. E noi, ora, dobbiamo parlare con Tidus e gli altri di cose molto importanti. Per favore, obbedisci al papà e vai.
Con aria sconsolata e abbattuta, il figlio, sbuffando adirato, si avviò verso l’uscita dell’abitazione. Provava un fastidio profondo ogni qualvolta che si sentiva costretto a piegarsi alle volontà degli adulti. Ciò che lo adirava ancor più era il fatto che questo andasse contro i suoi desideri.
Scalciò una pietra, facendola rotolare per un lungo tratto. Con le mani in tasca, aggrottò la fronte, assumendo un’espressione imbronciata.
Desiderava stare solamente accanto alla ragazza. Che cosa avevano di tanto importante da dirsi che lui non doveva ascoltare?
Un dubbio si insinuò nella sua mente: forse avrebbero parlato proprio di lei!
“No” pensò tra sé e sé, voltando lo sguardo verso casa sua. “Stavolta non mi arrendo così facilmente”.
Voleva udire ogni loro parola, assimilarla nei suoi pensieri, sentire di cosa i grandi potevano discutere riguardo la sua migliore amica. Segreti o non segreti, nulla gli avrebbe impedito di conoscere ogni cosa a riguardo.
Cedendo all’incanto e alla tentazione della curiosità, fece dietro-front e, furtivamente, si accucciò sotto una finestrella aperta. Si appostò sotto di essa, tendendo le orecchie, in modo tale da poter origliare ogni loro frase.
Era scorretto? Sì, era totalmente sbagliato quello che stava facendo. Ma la sua testardaggine e determinazione, eredità caratteriale dei suoi genitori, aveva avuto la meglio sulla ragione.
Stava violando la fiducia dei suoi cari riposta in lui, stava infrangendo ogni loro regola.
Eppure era lì, consapevole del rischio che stava correndo.

Rikku, visibilmente curiosa e ansiosa, osservò insistentemente il corpo immobile di Kaires, sbattendo più e più volte le palpebre mentre la guardava con dubbio. Davvero quella giovane dal corpo minuto e gracile era stata in grado di chiamare una viverna e di imporre i suoi comandi su di lei? Era così forte da essere stata in grado di mantenerne vivo il controllo senza lasciarsi sopraffare dalla fatica?
Incredula, faticava a crederci. Non conosceva nessuna razza in grado di stabilire rapporti così stretti con esseri in grado di accorrere in aiuto del loro padrone al richiamo. Solo gli eoni corrispondevano a quella categoria di esseri, eppure lei era ben conscia del fatto che fossero spariti con la scomparsa degli intercessori.
Alle sue spalle Tidus, ancor più stupito, fissava con attenzione la ragazza misteriosa. Ancora faticava a credere che lei, così esile e all’apparenza debole, fosse davvero stata in grado di sterminare interi gruppi di mostri assieme all’aiuto del drago. Durante la sua vita a Spira e le sue lunghe avventure non aveva mai avuto occasione di assistere ad un evento così unico e, a modo suo, mistico e sconcertante.
Ciò che provocava enorme fastidio nel suo ego, invece, era il dover ammettere che l’intervento della novellina era stato, sotto alcuni aspetti, di grande aiuto. Se non fosse mai accorsa da loro, forse sarebbero ancora impegnati nel combattimento con le fiere. Era quasi ridicolo che un’estranea fosse stata in grado di appoggiare e affiancare gli Astri che avevano posto la fine dell’esistenza di Sin e del suo flagello.
Il guerriero sbuffò, volgendo lo sguardo verso la sua fidanzata, Yuna.
Lei, con espressione indifferente e alquanto pensierosa, guardava Lulu, in quel momento inginocchiata accanto alla sconosciuta, mentre quest’ultima cercava di confluire la sua forza magica in quel corpo inerme nel tentativo di ridonargli vitalità e di far riprendere alla pelle dell’estranea un colorito più roseo e vivo. Se non fosse perché il suo petto si sollevava ed abbassava lentamente, la ex cacciasfere l’avrebbe considerata persa.
Spostò lo sguardo sul viso della nuova venuta, seriosa e alquanto sconcertata. Stranamente, per qualche assurdo motivo, quel viso estraneo la faceva rivangare nei ricordi, riportandola all’epoca del suo pellegrinaggio.
Notò con stupore quanto con lei che aveva dinnanzi le ricordasse come fosse lei dieci anni fa. Tralasciando qualche piccolo ed insignificante dettaglio, erano alquanto simili. Tutto in lei le era familiare, forse fin troppo, e questo la spaventò alquanto. Erano somiglianti in parecchie cose, davvero troppe per essere una semplice coincidenza.
- Chi è lei? – domandò, seriosa e titubante al tempo stesso, a Wakka.
Quest’ultimo, seduto sul letto con le braccia incrociate al petto, scrutava in silenzio la moglie, ancora impegnata nel trasmettere una parte delle sue energie alla viaggiatrice. Stando in disparte, rifletteva tra sé e sé riguardo ad un dubbio che continuava ad assillargli la mente senza tregua.
Ciò che aveva visto corrispondeva davvero alla realtà oppure si trattava di un semplice frutto della sua immaginazione, di uno scherzo della sua vista stanca e del suo essere provato?
All’alba, quando aveva avuto modo di parlarle faccia a faccia, non aveva scorto quel segno particolare notato pochi istanti prima. Forse quel fatto era dovuto alla mancanza di luce all’alba, oppure era segno che ciò che aveva notato era solo un inganno, un miraggio dovuto alla stanchezza.
Per un attimo pregò che si trattasse per davvero della seconda ipotesi.
- Wakka! – lo richiamò nuovamente la ventisettenne, strappandolo violentemente dall’orda di pensieri che l’aveva travolto e portato alla deriva. Scosse il capo molteplici volte, tornando lucido e rinsavito dalle sue varie deduzioni.
- Si chiama Kaires – rispose allora, riassumendo un’espressione seria e presente. – E’ arrivata a casa nostra ieri sera, accompagnata da Vidinu.
- Da Vidì? – lo interruppe immediatamente Rikku, incuriosita da quella rivelazione, inarcando un sopracciglio con dubbio. Non poteva credere alle sue orecchie: quel piccolo, così timido e riservato, non poteva aver dato confidenza ad una sconosciuta così facilmente! Era sempre conosciuto come colui che faticava a stabilire rapporti con le persone al di fuori dei suoi cari. Davvero si era fidato di quella ragazza a tal punto da ospitarla nella sua famiglia?
- A quanto pare, inspiegabilmente, si è guadagnata la sua fiducia – riprese lui, alquanto confuso come la sua amica. Faticava a comprendere come quell’improvviso cambiamento nei ragionamenti del figlio potesse essere accaduto così improvvisamente. – Forse ha agito in quel modo perché è molto simile a lui…
- In che senso? – domandarono all’unisono le due ex cacciasfere, con aria di non comprensione.
- Il nostro bambino si è sempre trovato a disagio con gli altri per via del suo essere “figlio di due Guardiani”. Ha paura di non essere all’altezza di quella nomea, di deludere le aspettative altrui. E questo suo pensiero non è compreso da nessuno – spiegò Lulu, appena rialzatasi da terra dopo aver concluso il suo compito. Era riuscita a ristabilire i parametri vitali della giovane con successo.
Con fare austero e deciso, si avvicinò al marito, per poi sedersi accanto a quest’ultimo.
- Insomma, da quel che ho capito pure lei ha come genitore un Guardiano – intervenne Tidus, ansioso di accelerare i ritmi di quella conversazione per conoscere qualcosa di più rilevante riguardo l’estranea. – E poi? C’è dell’altro, vero?
I due coniugi si scambiarono uno sguardo d’intesa, guardandosi negli occhi con fare preoccupato, indecisi se confidar loro immediatamente l’assurda verità della quale erano a conoscenza. Come avrebbero reagito alle loro parole?
Sicuramente non avrebbero creduto all’incredibile rivelazione che stavano per fare, alle affermazioni che stavano per esporre. Eppure sentivano di doverlo fare, di dover confessare e condividere ogni loro sapere, se volevano metterli al corrente di ogni cosa per dipanare l’alone di mistero che circondava e rendeva inquietante quella strana situazione.
La maga nera sospirò, guardando con fare serioso tutti i presenti, ad uno ad uno, pronta a prendere parola e rendere partecipi anche gli altri di ciò che loro sapevano. – Ella ha asserito, inoltre, di aver viaggiato molto assieme al padre attorno a Spira.
- In più – proseguì Wakka, dandole corda, puntando le mani sulle sue ginocchia come per sorreggersi – ha dichiarato che l’uomo in questione l’aveva condotta anni fa a Luka, durante il torneo di Blitzball, per indicare me e Lu come suoi futuri maestri, come coloro che avrebbero potuto aiutarla quando sarebbe giunto il momento.
- Perciò vi conosce! – dedusse Rikku, incrociando le braccia dietro la testa, assumendo un’espressione pensierosa. – Le cose si fanno sempre più interessanti…
Le sue parole avevano espresso in tutto e per tutto lo stupore dei suoi compagni all’udire quelle parole. A quanto pareva, la cerchia delle persone possibili come parenti della strana ragazza pareva restringersi sempre più.
Non erano molte le persone che conoscevano i due Guardiani e che contemporaneamente svolgessero la loro stessa occupazione.
- All’inizio pensavamo che tutto ciò riguardasse solamente la Magia Nera – confessò il capitano degli Aurochs, volgendo lo sguardo verso Kaires, ancora tra le braccia di Morfeo. – Da quanto ci è stato riferito, pare non sia in grado di accendere una fiammella senza appiccare un incendio e bruciare ciò che la circonda.
Yuna parve leggermente sollevata da quelle frasi. Sospirò, rasserenata, sperando che i suoi precedenti timori fossero infondati. – Allora è plausibile che Lulu sia stata indicata come miglior Maga Nera. Dopotutto è l’esperta in questo campo, no?
La donna le rivolse uno sguardo grato e lusingato. L’aveva sempre sopravvalutata, in molte occasioni, considerandola la migliore nel campo delle Magie elementali.
Inutile dirlo: le faceva piacere ricevere quelle attenzioni e quei complimenti, nonostante fossero infondati. Era ben consapevole della presenza di persone del suo rango o ancor più capaci di lei.
La ragazza ricambiò con un cenno di capo, sorridendole. Fortunatamente, quelle parole avevano scacciato via dalla sua mente la sensazione che, con la venuta della sconosciuta, qualcosa di impensabile sarebbe gravato sulle loro teste.
Tidus, al contempo, non parve per nulla tranquillo. C’era qualcosa, nello sguardo dei suoi amici, che lo rendevano alquanto inquieto. – Avete detto “all’inizio”. Perché, ora cosa pensate?
- Quando ci è stata rivelata l’identità del padre, tutto ci è crollato addosso – mormorò Wakka, portandosi una mano sul mento, afflitto dal ricordo di quella sera. – La sua storia, dopo di questo, ha cominciato a prendere una piega incredibile.
Vi fu un attimo di silenzio, ove nessuno dei tre Astri osava porre la domanda cruciale. Improvvisamente, osservando le facce dei due consorti, non provavano più quel senso di curiosità che li spingeva a voler conoscere sempre più i fatti. Non erano più desiderosi di conoscere la verità, perché consci che da lì in poi tutto sarebbe cambiato. Era il loro sesto senso a dirlo, e sentivano che stavolta non si sbagliava affatto.
L’aria di tensione che li circondava era palpabile; ansia e agitazione aleggiavano vorticosamente nella stanza.
Marito e moglie, decisi a scongelare quella situazione opprimente che era calata nella loro casa, decisero di fare il primo passo senza neanche ottenere il consenso dei loro colleghi. Bastò i loro sguardi a dar conferma ai loro pensieri.
- Auron – sussurrarono all’unisono, con decisione, per nulla stupiti nel vedere le facce sconcertate dei restanti Astri. Subito dopo si sentirono stranamente sollevati, come se liberi da un peso opprimente che stava schiacciando le loro coscienze da tempo. Condividere con loro quel segreto li fece stare immancabilmente bene.
Tutti li guardarono con occhi sgranati, increduli verso ciò che avevano appena udito. Non ci potevano credere. Non volevano crederci.
- M-ma… - balbettò l’Albhed, cominciando a gesticolare freneticamente, in preda al panico. – E’ imp-impossibile! Sir… Sir Auron è stato trapassato dieci anni fa!
- Non può essere davvero sua figlia! – aggiunse la castana, volgendo lo sguardo verso la sconosciuta e indicandola. – Anche se fosse nata prima della conclusione del nostro pellegrinaggio, cosa della quale non mi stupirei affatto, lui era già morto da troppi anni per essere davvero il suo genitore biologico!
- Lo penso anche io – ammise Lulu, con tono austero e pacato. – Eppure afferma ciò con certezza, convinta che quella sia l’assoluta e pura realtà. Stamattina, inoltre, mi ha fornito descrizioni dettagliate riguardo la loro vita assieme.
Era giunto, finalmente, il tempo di fare il resoconto di ciò che aveva ascoltato durante il loro discorso svoltosi al Tempio poco prima della venuta dei nemici. Erano molte le cose da riferire, una più sconcertante e rilevante dell’altra.
- Dicci tutto – la incalzarono gli altri, invitandola a proseguire. Forse, tra le tante parole della Guardiana, avrebbero trovato le risposte ai loro quesiti. Era quello che speravano tutti.
- Ha cominciato il suo racconto narrando dei pochi avvenimenti che rammenta in modo molto schematico, data la sua profonda agitazione. Inizialmente ha narrato varie cose riguardanti l’infanzia passata assieme al padre o almeno, di ciò che rammenta di quell’epoca – cominciò seriosa e decisa, osservando uno ad uno i volti dei suoi ascoltatori. – A quanto pare cominciarono il loro viaggio quando lei aveva poco più di cinque anni, fino ad arrivare all’età di sette. Da lì in poi, ha proseguito da sola la sua impresa alla ricerca di me e mio marito.
Prese una breve pausa, dove si soffermò per un secondo a guardare Kaires. – Di ciò che è accaduto prima dell’inizio del suo “pellegrinaggio” non ha fatto alcuna parola, né di come si sia separata da Auron. Ha raccontato di come abbiano ripercorso ogni tappa affrontata da Yuna e Braska.
Si alzò in piedi, avviandosi lentamente verso la porta, volgendo lo sguardo verso l’esterno. – Ha perfin riferito come lui mi abbia indicata, assieme a Wakka, come sua futura maestra. Purtroppo non ho fatto in tempo a porle alcuna domanda riguardante il motivo del suo viaggio; ormai le fiere erano già penetrate a Besaid.
- Una bella camminata durata due anni filati senza un briciolo di sosta… per una bambina dev’essere stato estenuante! – esclamò la bionda, esterrefatta, immaginandosi il volto stanco di una povera infante. Corrugò la fronte, furente. – Certo che Auron sa essere crudele, a volte…
- Sempre sia lui – precisò Tidus, piccato, ancor diffidente riguardo quella notizia. Faticava ancora a credere nel ritorno improvviso del Leggendario Guardiano a Spira.
- Dalle sue descrizioni pareva proprio lui – replicò la donna, mentre la brezza fresca le carezzava i lunghi capelli color ebano. Si portò una mano alla fronte, scuotendo la testa, ripensando alle parole dell’inesperta maga dette la mattina stessa. – Fisico, comportamento, modo di fare e di combattere... ogni cosa combacia con l’immagina del Guerriero Leggendario che conserviamo nei nostri pensieri. Da come lo descriveva sembra si comportasse in modo più paterno del solito. Ciononostante, più ascoltavo e più sentivo che si stesse riferendo proprio alla persona che tutti noi conosciamo.
- Le credi?! – domandò l’ex invocatrice, alle sue spalle, allargando le braccia con sconcerto e stupore. Solitamente la trentaduenne appariva molto più diffidente di lei su ogni genere di argomento e vederla così disponibile nel riflettere a quelle assurde affermazioni la lasciava alquanto indispettita.
- Ovviamente non in modo totale. Ogni prova storica e reale contraddice ogni sua parola riguardo l’esistenza di Auron – rispose, impassibile, incrociando le braccia al petto. Si voltò verso di loro, squadrandoli con attenzione. – Però non si più restare totalmente indifferenti ad una così forte convinzione. Credetemi, vorrei tanto sapere se lui aveva trovato il modo di tornare nel nostro modo eludendo, in qualche modo, il trapasso.
Non voleva mostrarlo a loro, però dentro di sé regnava l’assoluta confusione. Aveva la sensazione di essere oppressa da due diversi estremi formati da fiducia e non fiducia, che la stavano schiacciando come se si trovasse tra due muri.
In tutta la sua vita, aveva dovuto affrontare episodi simili – ad esempio quello di Zanarkand e di Tidus – ma mai si era dovuta scontrare anche con gli spettri del passato.

- Dicci dov’è il bambino.
- Non ve lo dirò mai.
- E’ inutile che continui a dibatterti, lo sai. Sei costretta a farlo, se non vuoi subire gravi conseguenze. Non ti garantisco nulla riguardo il mio autocontrollo.
- Non proferirò parola a riguardo.
- Sei cocciuta, eh? Ma ora ti sistemo io, dannazione! E non m’importa un accidenti che tu sia una dei Guardiani Leggendari!

Scacciò con violenza quei dolorosi ricordi, concentrandosi per ritornare lucida e conscia di ciò che le stava accadendo attorno. Ormai quel che era successo anni fa aveva ben poca importanza, al momento.
Non aveva più nulla da temere, dopotutto. L’incubo era finito.
Fu lo sbuffo del biondo a riscuoterla dalle sue riflessioni. – Quell’uomo è ovunque vi siano situazioni assurde e incredibili – commentò acidamente lui, corrugando la fronte e assumendo un’espressione tra l’irato e l’indignato. – E, non per niente, compare SEMPRE nei momenti più impensabili e disperati. Mai una volta che se ne torni nel suo Oltremondo senza cambiare il corso della storia di qualcuno!
Vi fu un breve attimo di silenzio, ove tutti si soffermarono a riflettere riguardo le varie questioni trattate, a partire dal resoconto della Maga Nera fino alle ultime parole del Guerriero. Che ci fosse un nesso logico in grado di collegare tutti gli avvenimenti, così strani e all’apparenza surreali?
Attorno alle identità di Auron e Kaires ruotavano un’infinita sequenza di interrogativi indiscussi, che dilaniavano le menti degli Astri. Ognuno di chiuse nella propria mente a pensare e ragionare, isolandosi dal resto del mondo, pur di cercare risposte alle agognate domande.
Prima o poi sarebbero riusciti a venir a capo di quella situazione. Forse era una questione di tempo oppure la mancanza di informazioni dettagliate.
- Beh, standocene con le mani in mano non risolveremo nulla! – esclamò improvvisamente il ventinovenne, riprendendo in mano la sua spada con fare deciso. – Meglio non pensarci troppo, al momento, e darsi da fare per curare le ferite di Besaid. Abbiamo molte cose da fare, ora, e rifletteremo più tardi su questi interrogativi.
- In più non serve crogiolarci nel dubbio in questo modo – proseguì la sua fidanzata, sfoderando un timido sorriso rassicurante. – Vedrete: la verità verrà a galla non appena lei si risveglierà. Tutto si sistemerà al meglio. Ora come ora dobbiamo concentrarci su altro.
- Io voglio andare a vedere come sta Vidì! – disse Rikku, saltellando sul posto, impaziente di agire e di distrarsi da ciò che riguardava la sconosciuta e i suoi misteri. – Conoscendolo sarà furente per essere stato lasciato da solo… poverino!
Tutti i presenti annuirono, avviandosi verso l’esterno. Avrebbero dovuto organizzare una seduta di consiglio nel Tempio, per decidere le azioni da fare per restaurare il villaggio provato dal combattimento. Non c’era molto tempo da perdere.
Proprio quando si trovavano sulla soglia della porta, Wakka, prendendo il coraggio a due mani, si schiarì la voce per richiamare l’attenzione dei compagni.
- Aspettate un attimo, per favore – mormorò, con sguardo carico di scuse, pronto a spiegare il motivo della sua inaspettata reazione. – C’è una cosa che vorrei dirvi e che mi sembra alquanto importante, prima.
Si avvicinarono a lui, pronti ad ascoltare ciò che aveva da riferire. A giudicare dalla sua espressione preoccupata e pensierosa, sembrava una notizia davvero delicata e, sotto alcuni aspetti, dannatamente sconcertante. Un brivido li attraversò da parte a parte.
- Non so come abbia fatto a non notarlo stamani, quando le ho rivolto parola… - disse, maledicendosi mentalmente, abbassando lo sguardo. Strinse i pugni, dilaniato da quel brutto presentimento che lo assillava ormai da tempo. – Poco prima, durante i pochi secondi antecedenti allo svenimento, ho notato una cosa strana ed insolita. E devo confessare che mi ha lasciato senza parole.
Sua moglie sgranò gli occhi. Leggendo lo sguardo del marito, le parve di capire a cosa si stesse riferendo. Immediatamente, la nebbia che avvolgeva i dubbi della sua mente parve dipanarsi sempre più. Eppure aveva sperato e pregato di essersi sbagliata, di aver avuto le visioni…
- Anche io credo di aver visto qualcosa di altrettanto sconcertante – mormorò, chiudendo gli occhi cremisi e facendo un respiro profondo. – Se i miei pensieri corrispondono ai tuoi, allora ci troviamo dinnanzi ad un evento insolito mai affrontato seriamente prima d’ora. A quanto pare le cose si complicano sempre più, per nostra sfortuna…

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Il Concilio delle Maghe (ebbene sì, ho trovato un nome per riassumere tutto quanto XD):
Finalmente sono tornata! Diciamo che avevo il bozzetto di questo capitolo in mano da... 2 settimane. Non ho mai avuto il tempo di fare la stesura finale. Ero così immersa nel mio intento di cominciare la serie di Lulu da essermi persa in giro!!!
Tornando a noi... e così anche gli Astri vengono a conoscenza di tutto. E pure Vidinu. Povero spioncello, non oso immaginare cosa gli succederà quando sua madre lo beccherà. Ho paura per lui XD
Auron... un bel mistero, eh? Vedremo cosa faranno i nostri eroi, allora!
Di cosa parlano Wakka e Lulu a fine capitolo? Miiiiistero! Non dico nulla. Rovinerei la suspance. XD
Lo ammetto con sincerità: è uno dei primi capitoli a tema discorsivo. Speriamo non sia venuto molto male!
Ancora una volta i ricordi di Lulu fanno capolino. Chissà a cosa si riferiscono...
Kaires è sempre più avvolta nel mistero, esattamente come Lulu! Riuscirà a diventare la sua Adepta, poi? Chi lo sa!
E Yuna? Come mai quella somiglianza la rendeva così inquieta? E se fosse più di una semplice somiglianza... No. Chi ha detto che sono sorelle? Lo picchio XD
Allora... vi lascio ai commenti! E spero ce ne siano tanti!
Mi auguro che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Grazie per aver letto!
A presto e scusatemi per il ritardo!
Akemi
  
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