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Autore: angiebear_chan    11/07/2011    0 recensioni
Una mercenaria odiata dalle persone che protegge, un ragazzino picchiato a sangue e ferito dal padre che sviene proprio davanti a casa sua; un incontro voluto dal fato, un piano per uccidere lei divenuta un personaggio troppo scomodo... un attimo di gioia luminosa subito annegato nel rosso scarlatto del sangue, della disperazione e della vendetta.
Una storia di due soli capitoli, semplice ma che spero comunque che vi piaccia... baci baci Angiebear_chan
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blady era la migliore combattente che il regno avesse mai avuto: possedeva dei poteri, una velocità ed una forza incredibili e non provava dolore; proprio per questo il regno in cui aveva deciso di abitare la utilizzava come ultima risorsa in caso di guerra: lei da sola bastava a sbaragliare un enorme gruppo di guerrieri armati.

Blady era potente, era forte, era pericolosa... nessuno la vedeva di buon occhio nella sua città nonostante lei li avesse difesi e salvati da innumerevoli conquiste, nonostante lei avesse salvato ben più di una volta la vita a tutti loro... ma, si sa, ciò che non si conosce spaventa e non c'era nessuno capace di capire quella ragazza, nessuno che avesse nemmeno intenzione di provarci.

Quindi fra lei e le persone che salvava c'era un muro, invisibile, ma altissimo ed impossibile da scalare... non che qualcuno, da entrambi i lati, avesse intenzione di farlo.

Blady non salvava la città per il bene dei cittadini, non era uno di quegli 'eroi' che pensano al bene degli altri prima ancora che al proprio: se ce ne fosse stato bisogno avrebbe anche venduto tutto il regno ai nemici, re compreso, per avere salva la pelle... ma il re la pagava bene per i suoi servigi e lei non si era ancora mai trovata in pericolo di vita... quindi... perché buttare al vento quell'ottima sistemazione?

Nessuno si era mai avvicinato a lei, per il momento...

 

Blady si svegliò sentendo un rumore sottile, come dei miagolii, provenire da davanti alla porta di casa sua; era un suono talmente flebile che una persona comune avrebbe fatto fatica a sentirlo da una breve distanza, ma che combattente è uno che non ha un udito finissimo?

A piedi scalzi si diresse verso la porta e ascoltò attentamente... sembravano proprio miagolii... che fosse un gatto randagio?

Piano piano aprì la porta... sgranò gli occhi meravigliata... non era un gatto! Era un bambino! Che diavolo ci faceva un bambino davanti alla sua porta di casa? Lo osservò... non poteva avere più di dodici anni, era molto magro ed era riverso sugli scalini... il fiato gli usciva a fatica fra le labbra con un sibilo: il suono che lei aveva sentito.

Respirò a fondo e sentì un odore dolciastro provenire dal ragazzo; conosceva quell'odore, i suoi abiti ne erano impregnati ogni qual volta andava in battaglia: era odore di sangue.

Si abbassò sul bambino e lo girò piano, emise un sibilo: sul ventre del ragazzo era perfettamente visibile una grossa ferita, gli sollevò la maglietta... attorno alla ferita sanguinante si potevano notare numerosi lividi rossastri che stavano velocemente assumendo la caratteristica colorazione bluastra, uno molto grosso spiccava, malevolo, sulla zona del costato del ragazzo, sulla destra... probabilmente qualche costola si era spezzata, ecco il motivo di quel sibilo.

Si guardò intorno... chi poteva aver ridotto così un bambino? Chi poteva essere così malvagio? Con un sospito circondò il corpo sottile del ragazzino con le braccia e lo sollevò facendo attenzione a non fargli male, impresa ardua: chiunque gli avesse fatto del male non si era certo risparmiato, i centimetri di pelle del ragazzo liberi da lividi o da segni di maltrattamenti vari erano davvero pochissimi.

Lo portò nella sua camera e lo stese sul letto... povero ragazzo, era così piccolo e delicato... che mondo di mostri infami, non meritavano davvero che lei li salvasse! Anche solo il pensiero di aver salvato la vita al mostro che aveva fatto quello la faceva sentire male... che schifo!

Lo spogliò e gli lavò le ferite... il ragazzo non si mosse una sola volta: il dolore che aveva provato era stato talmente forte che il cervello si era letteralmente staccato per non fargli più provare nulla, era un meccanismo di difesa per far si che il povero malcapitato non impazzisse per il dolore.

Lo bendò... non aveva mai dovuto usare così tante bende in tutta la sua vita, era ridotto peggio lui che lei in tutta una vita di guerre e battaglie e combattimenti all'ultimo sangue. Povero ragazzo.

E il giorno dopo avrebbe sentito ancora più dolore, se possibile; aveva due costole rotte ed una incrinata; la ferita al ventre non era profonda ma molto estesa, avrebbe impiegato un po' a guarire... per non parlare dei lividi e delle bruciature che dovevano avergli fatto con dei ferri incandescenti: quelli lo avrebbero letteralmente fatto impazzire dal dolore, lo sapeva per esperienza personale.

-Domani all'alba dovrò andare a comprare un bel po' di medicinali... quanto meno del papavero per intontirlo un po'...- borbottò guardandolo; poi stese una coperta per terra e si mise a dormire prestando di tanto in tanto attenzione al respiro del ragazzo.

Il mattino seguente, all'alba, si recò dall'erborista e acquistò numerose piante, polveri, tisane e pomate lenitive e calmanti... quel povero ragazzo era troppo giovane per sopportare il dolore che stava per provare.

Passò anche al mercato e acquistò della carne, delle verdure e della frutta; doveva mangiare se voleva riacquistare le energie e riprendersi in fretta... per non parlare del fatto che il ferro contenuto nella carne gli avrebbe fatto molto bene al sangue mentre il latte avrebbe aiutato le costole a riassemblarsi.

Tornata a casa si mise a cucinare; aveva appena finito quando sentì un gemito provenire dalla sua camera...

-Si è svegliato... andiamo a vedere come sta, non bene di sicuro...- borbottò mettendo le pietanze e la tisana al papavero su un vassoio assieme a tutte le pomate da spalmare sulle ferite.

Quando entrò nella stanza vide che il ragazzo si guardava attorno spaesato, non appena la vide entrare trattenne con violenza il respiro per la sorpresa ed arretrò...

-Tranquillo piccolo, non voglio farti del male... ti ho portato da mangiare ed una tisana che non ti farà sentire il dolore...- sussurrò lei con gentilezza

-No! No! Non ti avvicinare!- urlò il ragazzo

Blady si fermò...

-Non ti fidi di me?- chiese

il ragazzo non rispose...

-Non hai tutti i torti... dimmi, ti fidavi della persona che ti ha fatto questo?- chiese poi, il ragazzo abbassò lo sguardo addolorato... bingo!

-Ti fidavi vero? E lui ti ha fatto questo... a questo punto capirai che l'apparenza inganna e non possiamo affidarci solo sul nostro istinto per quanto riguarda le persone, soprattutto alla tua età quando si sa ancora poco del mondo-

-Non sono un bambino! Io sono perfettamente in grado di cavarmela da solo...- rispose lui guardandola con aria di sfida

-E so che tu sei una donna malvagia, lo dicono tutti nel regno... di te non bisogna fidarsi...-

-Dicono questo eh? E allora dimmi... se fossi così malvagia perché ti avrei accolto nella mia casa, ti avrei pulito, curato e fatto dormire nel mio letto? Perché all'alba mi sarei alzata per andare a comprarti del cibo e dei medicinali? Perché avrei dovuto prendermi così tanto disturbo per un moccioso?-

Lui non rispose e guardò confusamente le lenzuola; lei sorrise e gli si avvicinò... lui la guardò ma non cercò di impedirglielo nuovamente... sentendo l'odore del cibo il suo stomaco brontolò

-Tieni, mangia tutto... - disse lei porgendogli il cibo

il ragazzo fece per alzarsi ma rinunciò con un gemito di dolore, Blady allora lo afferrò delicatamente e lo fece mettere seduto, gli tagliò la carne e gliela porse, imboccandolo...

-Che fai?-

-Ti imbocco, mi sembra chiaro...-

-Perché mai?-

-Perché scommetto quello che vuoi che alzare le braccia ti fa un male cane...-

il ragazzo sospirò rassegnato ed aprì la bocca, lei sorrise e cominciò a dargli da mangiare...

-Bene- disse quando ebbe finito -ora bevi questa- e gli porse la tisana al papavero

-Cos'è?-

-Una tisana al papavero, per non sentire troppo dolore...-

-Come faccio ad essere sicuro che non sia veleno?-

-E secondo te io sono talmente idiota da avvelenare un moccioso che potrei uccidere semplicemente soffocandolo con il cuscino e soprattutto dopo avergli fatto mangiare tutto quel ben di dio? Ma mi prendi proprio per cretina??- ringhiò, quel ragazzo con i suoi continui sospetti idioti cominciava a darle fastidio... probabilmente era rimasta lontana dalla gente per così tanto tempo da irritarsi per poco.

-Hai ragione, scusa...- disse lui bevendo lentamente la tisana

-Niente, non ti preoccupare... e ora lascia che ti svesta-

-Che?-

-Svestiti! Devo spalmarti queste sulle ferite!- disse lei indicandogli le pomate

Lui la guardò nuovamente sospettoso...

-Ascolta tesoro, non sono sessualmente disturbata se è questo che stai pensando... non ho alcun interesse nei mocciosi come te, puoi dormire sonni tranquilli... hai ancora parecchia strada da fare per diventare il mio tipo-

lui ridacchiò suo malgrado e si lasciò medicare... quando ebbe finito Blady lo fece stendere ancora, la tisana stava facendo effetto e gli occhi del ragazzo si chiudevano già...

-Sogni d'oro piccolo...- mormorò lei guardandolo e coprendolo bene... che ragazzo sospettoso e problematico le aveva appioppato il destino.

 

Ci vollero parecchi mesi prima che il ragazzo si riprendesse completamente, in quei mesi lui le raccontò praticamente tutto della sua vita; compreso, ovviamente, il suo nome: Jake e chi era stato a ridurlo in quel modo: suo padre era sempre stato un uomo violento, scattava per un nonnulla, soprattutto quando era ubriaco e quella sera era ubriaco fradicio e parecchio irritato... lui aveva commesso lo stupidissimo errore di far cadere la sua bottiglia di alcolico e lui lo aveva quasi ammazzato di botte arrivando a torturarlo con il ferro della stufa ed a ferirlo con un coltello... dopodiché lui era riuscito a fuggire, allo stremo delle forze, ed era arrivato fino alla porta di casa sua per poi svenire per il dolore.

Nel corso dei mesi poi il legame fra la donna e Jake si fecero sempre più stretti: lei si abituò alla sua presenza arrivando ad affezionarglisi mentre lui capì che lei non era affatto come tutti la dipingevano: era un po' scorbutica e selvatica ma molto buona e generosa; era stata ingiustamente bollata dalla società come spesso succedeva.

Quando il ragazzo si fu ripreso del tutto però dovette seriamente pensare al suo futuro: cosa doveva fare? Tornare da suo padre? Scappare dalla città e cercare da vivere altrove? Non sapeva fare nulla ma poteva farsi assumere come garzone o apprendista in qualche negozio... dove doveva andare? Che fare? Ne parlò con Blady...

-Secondo te che dovrei fare? Parenti ho solo una lontana zia che però non vive in questa città... e comunque come potrei andare lì a chiederle di punto in bianco di accogliermi?-

-Io so dove puoi andare...- borbottò lei tagliando le verdure per la cena

-Dove?- chiese lui curioso

-A preparare la tavola, è quasi pronto...-

-Blady! Io ti sto seriamente parlando del mio futuro!! Mi vuoi dire dove diavolo dovrei andare a vivere??-

-Dannazione!- sbottò lei picchiando il coltello sul piano da cucina -Ti costa così tanto rimanere qui con me?- urlò arrossendo violentemente

Jake la fissò in silenzio per qualche secondo... poi scoppiò a ridere... non aveva neppure pensato alla possibilità di rimanere con lei: pensava che Blady non vedesse l'ora di liberarsi di lui!

-Si può sapere che diavolo hai da ridere ora??- chiese lei arrossendo sempre più e fulminandolo con lo sguardo... lui smise di ridere e la guardò

-Pensavo che non ti facesse piacere la mia compagnia...- disse lui con tono gentile

-Certo che mi fa piacere...- borbottò lei diventando di un forte color bordeaux... Jake quasi riusciva a percepire da lì il calore del suo volto... come era imbarazzata!!

Sorridendo si avvicinò e la abbracciò da dietro appoggiandole il volto sulla schiena, sentì Blady che si irrigidiva violentemente...

-Allora resto...- sussurrò

Lei sospirò e sciolse i muscoli sollevata...

-E ora vai a preparare la tavola mocciosetto-

Lui rise...

-Sissignore!-

   
 
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