Libri > Sherlock Holmes
Segui la storia  |       
Autore: Amrita    12/07/2011    2 recensioni
"L'oggetto dei suoi sguardi era un altro uomo: alto, magro, naso importante e occhi grigi come la nebbia londinese, suo amico da una vita o quasi. Egli se ne stava in piedi, appoggiato allo stipite della porta, fumando una pipa con lo sguardo apparentemente perso nel vuoto.
All'improvviso si girò verso il compagno.
« Vuole chiedemi qualcosa, Watson? »"
Sarete immersi in un viaggio a ritroso nei ricordi del detective più famoso dell'800: Sherlock Holmes.
[Ideato con il prezioso aiuto e la collaborazione di Vahala]
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
« Signorino! Ecco dove si era cacciato! Ma le sembra il caso di scorrazzare per i vicoli del paese a quest'ora? E' tutto il giorno che i suoi genitori la cercano. Quella povera donna, sua madre, la farà ammalare, se va avanti così! »
Questo fu ciò che esclamò una signora robusta, vestita con abiti semplici, ma di buona fattura, mentre si avvicinava al bambino.
Lo prese per il braccio e lo strattonò via.
« Ma Mrs. Scott! Stavo seguendo una pista importante, non posso assolutamente interrompere le indagini! » esclamò il piccolo agitando una piccola lente d'ingrandimento tra le mani, sconcertato.
« Certo, Holmes. Di quale caso di vitale importanza si trattava oggi? Una strage di formiche? Oppure forse un assassinio tra ratti di fogna? » disse la governante senza girarsi, alzando gli occhi al cielo e continuando a camminare a passo regolare.
« Assolutamente nulla di tutto questo! Vede... »
« Oh, faccia silenzio! » lo interruppe bruscamente.
Il bambino mise il broncio e continuò a camminare guardando per terra.
Una donna sul portico di casa si guardava attorno allarmata, ma appena vide la governante avvicinarsi con il bambino accanto fece un sospiro di sollievo. Poi, il suo viso rischiarato dalla preoccupazione, cedette il posto ad un'espressione severa.
Quando il bambino le fu vicino lei lo afferrò per la spalla e gli disse con tono duro, ma con un velo di sollievo « Sherlock! Smettila di andartene per conto tuo, oppure dovremo punirti severamente! »
« Grazie Mrs. Scott, ora può andare. Sarà stanca, ed è stata una giornata lunga. » aggiunse guardando la governante che annuì, poi guardò il bambino inespressivamente ed entrò in casa.
Quando fu sparita dietro la porta, la donna si chinò ed abbracciò il figlio. « Sherlock, mi fai preoccupare quando sparisci così! »
« Ma madre, sà benissimo che io conosco alla perfezione tutte le strade di questa cittadina e sarei in grado  di tornare indietro in qualsiasi caso. » esclamò il piccolo Holmes gonfiando il petto.
La madre sorrise dolcemente e gli accarezzò i capelli. « Ma certo, Sherlock. Entriamo ora, inizia a fare freddo. »

***

Il giovane Holmes girava per casa spensierato, quando sentì i genitori parlare febbrilmente in salotto. Stavano parlando di lui, perciò si accostò dietro la porta.
« Daniel, caro, non sia così duro con Sherlock, è solo un bambino... » disse sua madre.
« Lo comprendo, Madaleine, ma è irrefrenabile! E' intelligente tanto quanto Mycroft, ma... Mia cara, ti ammalerai per star dietro a lui, e il collegio è l'unica soluzione sensata. Devi fidarti di me. » esclamò una voce maschile, quella di suo padre.
Il piccolo Sherlock rimase sconvolto dalla notizia che aveva appena origliato e corse via. Inciampò sulle scale e cadde, facendo traballare anche il maggiordomo, l'anziano Mr. Churchill, che stava scendendo.
Il vecchio aiutò il bambino a rialzarsi.
« Perchè corre? Potrebbe farsi male! »
Il bambino si limitò a stropicciarsi gli occhi.
« Non voglio andare in collegio. » piagnucolò.
« Perchè dice questo? » chiese il maggiordomo.
« Ho sentito i miei genitori parlarne. » rispose con voce impastata.
Il maggiordomo guardò il vuoto per un breve lasso di tempo. Poi diede una pacca sulla spalla all'undicenne Holmes dicendogli
« Vada a darsi una rinfrescata, signorino. »
Il bambino corse via incespicando nei tappeti alcune volte, mentre il maggiordomo si dileguava.
Sherlock arrivò davanti alla porta della sua stanza, deciso e rinchiudervisi, ma poi cambiò idea e corse verso la camera del fratello maggiore Mycroft. Spalancò la porta e la richiuse alle sue spalle con foga.
Mycroft alzò pigramente gli occhi dal libro che stava leggendo, steso sul suo letto.
« Va tutto bene, fratello? »
Il piccolo Sherlock si avvicino al fratello senza una parola e si sedette sul letto accanto a lui. Poi lo guardò negli occhi e gli disse « Vogliono mandarmi in collegio, Mycroft! »
Mycroft assunse un'aria realmente dispiaciuta, ma ammonì il fratello ugualmente « Tante volte ti avevo avvisato, fratello mio, che avresti dovuto essere più tranquillo. E più socievole. Per quanto ne so, io sono il tuo unico amico e non è molto, Sherlock. »
« Non ci sei solo tu! Anche Mr. Churchill è mio amico. »
Mycroft rise sotto i baffi « Scommetto che anche Mrs Scott è un'ottima amica. »
« Assolutamente no! » replico l'undicenne indignato.
« Non è una buona ascoltatrice e non ha pazienza. In più è molto rude con me! » esclamo, incrociando le braccia al petto e raddrizzando la schiena.
Mycroft rise ancora e nascose di nuovo il viso dietro al suo libro.
Sherlock assunse una postura più rilassata e poi con sguardo implorante disse al fratello « Cosa posso fare? Non mi daranno un'altra possibilità, ne sono certo. »
Mycroft stava giusto abbassando il libro per rispondere al giovane fratello, quando bussarono alla porta.
« Sì? »
I genitori dei due ragazzi entrarono.
Madaleine, la madre dei due, cominciò a parlare.
« Sherlock, ci dispiace ma ho paura che saremo costretti, non ci lasci molta scelta, perciò abbiamo deciso che... »
Il bambino interruppe la madre dicendo « Avete deciso che andrò in collegio, lo so! »
« Sherlock! Non interrompere tua madre! » lo rimprovero il padre, che finì poi il discorso incominciato dalla coniuge.
« Sherlock, stai diventando troppo frenetico, non riusciamo più a starti dietro, perciò abbiamo deciso che ti trasferirai in Francia, più precisamente a Parigi. »
Sherlock guardò i genitori incredulo, poi scorse il vecchio Mr. Churchill che sorrideva fuori dalla porta e comprese: il caro vecchio maggiordomo l'aveva salvato dalle numerose e dolorose bacchettate che avrebbe ricevuto in collegio.
« Andrò con lui. » disse Mycroft senza abbandonare la sua lettura.
Sua madre restò interdetta « Ma Mycroft, non ne hai nessuna ragione! E poi devi finire gli studi... »
« Madre, ho diciott'anni e sono il fratello maggiore di Sherlock: voglio farlo sentire a casa anche quando non lo sarà. » affermò Mycroft.
Madaleine guardò il ragazzo per un po', poi si voltò verso il maggiordomo che annuì, come il padre dei due ragazzi.
« E va bene. » assentì infine.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: Amrita