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Autore: Like OMG    12/07/2011    8 recensioni
Delena collocata in un momento imprecisato della serie.
Elena deve affrontare un esame ma i suoi propositi riguardo lo studio vengono mandati in fumo da un familiare sbattere d'ali e da un paio di occhi color ghiaccio.
- Non sono mai stato bravo in matematica.
- E allora cosa sei venuto a fare?
- Te l’ho detto. Pensavo fosse francese. E dire che mi ero anche preparato per bene, princessa.
- Damon.
- Che c'è?
- Princessa è spagnolo. Non francese.
- Visto? Serviva il mio aiuto. Adesso non pensi più al difficilissimo esame che devi passare.
- Grazie tante.
- Ops. Quindi, visto che nessuno sei due sa nulla di lettere e equazioni, che ne diresti di parlare d’altro?
- Buona idea. Mi spieghi per quale motivo proprio un corvo? Non dovrebbe essere, che so, un pipistrello?"
Hope you like it ;) Recensite, per favore :)
Baci.
Genere: Demenziale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                     Why just a Crow?

 
 
Cena, doccia e poi a letto.
Domani c’è il test di algebra e devo essere riposata.
Sta’ calma, Elena.
Calma.
Cosa vuoi che sia un esame scolastico dopo tutte le lotte e gli scontri tra vampiri ai quali hai preso parte?
Una sciocchezzuola.
Cosa vuoi che sia dover affrontare un esame importantissimo quando non sai assolutamente nulla e ogni volta che provi a ripassare fa capolino nella tua testa il volto di un solo, affascinante vampiro?
«Fanculo!» sbottai lanciando il libro di testo contro la finestra semiaperta, facendola sbattere e poi ritornare alla sua posizione iniziale.
Uno sbattere di ali, un gracchiare roco e profondamente familiare.
Sobbalzai alla vista dell’enorme corvo nero appollaiato sul davanzale, circondato da una manciata di piume nere volate via in seguito al mio “tentato omicidio”.
«Si può sapere che ti ho fatto stavolta?» chiese divertito una volta assunta la sua forma umana.
Ridussi gli occhi a due fessure. «Sei nato».
I muscoli del suo viso si contorsero nel tentativo di trattenere una risata, che inevitabilmente fuoriuscì sonora dalle sue labbra.
Dio, quelle bellissime labbra.
Sgranai gli occhi.
E quello da dove sbucava fuori?
Le sue bellissime labbra?
Il troppo studio da alla testa, altro che uccisa da una marea di vampiri, qui finirò come Leopardi.
«Come mai quel faccino disgustato, cherie? Ti da fastidio la mia presenza?» domandò provocandomi.
«No… Aspetta! Volevo dire sì! Sì, sì, mi da fastidio, va’ via» mi corressi in fretta, massaggiandomi le tempie.
Patetica.
Infatti, rise più forte.
«Oh, mon amour. Non serve che tu finga qui. Che stavi facendo?»
«Acconciavo i capelli alla mia bambola. Hai intenzione di parlare in francese ancora per molto?» sbottai esasperata e con il preciso intento di far gravitare la conversazione su un altro argomento.
Ridacchiò.
Non sapeva fare altro?!
«Pensavo avessi un test domani. Volevo aiutarti a ripassare»
Alzai gli occhi al cielo.
«La materia è algebra, Damon. Non francese»
Aprì la bocca per protestare, ma la richiuse subito.
«Non mi piaci quando fai la saputella in questo modo. Dovresti prenderti meno sul serio»
Sospirai esasperata.
«Era questo quindi il tuo intento? Aiutarmi a ripassare?» domandai sfinita.
«A meno che tu non voglia fare altro» mi lanciò un’occhiata maliziosa.
Lo colpii al petto. «Piantala. Devo studiare»
«E’ quello che voglio aiutarti a fare. Su cos’è l’esame?»
Lo fissai intensamente per qualche secondo, poi mi decisi e aprii il libro.
«Probabilità, statistiche e piano cartesiano. Sui primi due argomenti non sono messa male. Il problema è l’applicazione della geometria al piano cartesiano. Perimetri, aree, punto medio e coefficiente angolare… Damon? Mi stai ascoltando?» Mi voltai verso il ragazzo accanto a me e inarcai un sopracciglio alla vista del suo sguardo vacuo.
«Non sono mai stato bravo in matematica» confessò con un sorriso sornione.
Spalancai la bocca. «E allora cosa sei venuto a fare?»
«Te l’ho detto. Pensavo fosse francese. E dire che mi ero anche preparato per bene, princessa»
«Damon».
«Che c’è?»
«Princessa è spagnolo. Non francese» e mio malgrado, scoppiai a ridere.
«Visto? Serviva il mio aiuto. Adesso non pensi più al difficilissimo esame che devi passare» concluse soddisfatto.
Mi incupii. «Grazie tante»
«Ops. Quindi, visto che nessuno sei due sa nulla di lettere e equazioni, che ne diresti di parlare d’altro?» propose.
«Buona idea. Mi spieghi per quale motivo proprio un corvo? Non dovrebbe essere, che so, un pipistrello?» domandai acida.
Trattenne una risata. «Già, e il cielo è blu. Molto originale, Sherlock»
Alzai gli occhi al cielo.
«E Stefan in cosa si trasforma? In un cerbiatto?» domandai impulsivamente.
Mi tappai la bocca di scatto, pentendomi di ciò che avevo appena detto.
Rise di gusto. «Ma guarda un po’. La piccola Elena “non-bisogna-parlare-male-degli-altri” Gilbert che fa dell’ironia»
Sbuffai.
«Se non ti va bene parlare di questo, di cosa vorresti parlare, sentiamo» incrociai le braccia al petto.
«Sei tu quella fantasiosa, ricordi? Io mi preoccupo solo di rendere gli argomenti più interessanti» disse alzando le braccia come per giustificarsi.
Sospirai.
«Devo studiare sul serio, Damon. E sai, nonostante ultimamente ci siano schiere di vampiri assetati di sangue, ci tengo ancora alla mia istruzione e al mio futuro».
«Ma quanto sei noiosa. Hai diciassette anni, Elena, io alla tua età mi davo già alla pazza gioia. Se fossi nato nel ventunesimo secolo probabilmente mi sarei già fatto mezza Mystic Falls e…»
«Okay, okay, risparmiami i dettagli, Casanova. Non voglio sentire altro». Implorai tappandomi le orecchie.
Rise. «Saresti caduta anche tu nella mia trappola»
Sorrisi alzando gli occhi al cielo. «Non credo proprio»
Ci pensò un attimo. «E se non ci fosse stato Stefan? Saresti finita nella mia stanza dopo nemmeno una settimana».
Corrugai la fronte, infastidita «Mi stai dando della ragazza facile? Non me ne vado a letto con il primo che capita, non lo facevo nemmeno prima che conoscessi voi due».
«Non sarei stato “il primo che capita”» sussurrò impercettibilmente.
«Ma ti saresti comportato da stronzo, come al solito e non mi avresti cercata più dopo aver ottenuto ciò che desideravi» asserii riducendo gli occhi a due fessure e cercando di reprimere quell’emozione sconosciuta che stavo provando.
Era delusione?
Mi fissò serio. «Non è più come all’inizio… Qualcosa è cambiato in me, non so se adesso riuscirei a fare una cosa del genere… a te»
Restituii lo sguardo, stupita.
Somigliava troppo ad una dichiarazione.
Dovevo dire qualcosa.
Parla, stupida!
«Forse non adesso… Ma prima…» balbettai in un sussurro.
«C’è un motivo se ho fatto ciò che ho fatto» disse freddo.
Annuii, indescrivibilmente desiderosa di credergli.
Sorrise, mesto.
«Avresti dovuto conoscermi nel 1864. Ti sarei piaciuto»*
Distolsi lo sguardo.
Troppa intensità.
Non riuscivo a reggere il fuoco azzurro dei suoi occhi.
«Dovresti… Dovresti smetterla di paragonarti a Stefan…» mormorai.
Il suo sguardo saettò nuovamente nel mio, carico d’odio.
«Perché mai? Non riuscirei a reggere il confronto?» sibilò minaccioso.
Scossi la testa implorante, avvicinandomi a lui e guardandolo dritto negli occhi.
«So bene che c’è solo lui, che ci sarà sempre e solo lui, sta’ tranquilla» fece ancora, guardandomi con disprezzo.
Forse, Damon… Forse non ci sarà sempre e solo Stefan… Forse qualcuno ha preso il suo posto…
«Smettila. Tu sei quello che sei, le persone ti vogliono bene nonostante tutti i tuoi difetti e se lo fanno, vuol dire che i pregi li superano di gran lunga»
«Quali persone, Elena? Mi odiano qui. E tutti i miei cari sono morti. Morti. Non hai idea di quanto sia difficile continuare a vivere, vivere per sempre, quando ogni persona alla quale ti affezioni va via, mentre tu continui a sopravvivere» urlò con la voce rotta.
Non riuscii a spiccicare parola.
Aspettai che si calmasse, che il suo respiro tornasse regolare e lo abbracciai.
E al diavolo l’esame.
Lo sentii irrigidirsi, stringere i pugni e respirare forte, incredulo.
«Ma io sono qui. E niente mi porterà mai via. Sono qui. Con te» inaspettatamente, una lacrima mi rigò il viso.
La asciugai in fretta, non dovevo farmi vedere debole, proprio quando cercavo di far forza a lui.
Sospirò e mi strinse a sé.
«Sei qui» sussurrò.
Annuii con vigore.
«E anche tu, seppur senza un motivo » cercai di sdrammatizzare, una volta sciolto l’abbraccio.
Ghignò.
«E cosa vi dice che non ci sia un motivo, signorina Gilbert?» chiese sfoderando tutto il suo fascino ottocentesco.
Risi. «Sareste così gentile da illustrarmi questa motivazione?»
Di colpo si fece serio.
Scorsi una luce diversa nei suoi occhi color ghiaccio, una sorta di nostalgia mal repressa, una strana sensazione di deja-vù e qualcos’altro…
Desiderio.
Si avvicinò ancora, si abbassò leggermente fino a sfiorare la mia fronte con la sua, fino a stordirmi con il suo profumo e m’inchiodò con quelle pozzi di cielo aperte che aveva al posto degli occhi.
Lo vidi chinarsi verso di me e proprio quando fu sul punto di posare le sue labbra sulle mie, proprio quando mi ritrovai a desiderare disperatamente – come l’aria nei polmoni – quel bacio… cambiò traiettoria e lasciò un leggero bacio sulla mia guancia.
«Non siete ancora pronta per questo, Elena. Il vostro piccolo cuoricino umano non potrebbe sopportare il peso di una tale rivelazione. Non potrebbe sopportare così tanto…» si bloccò a metà frase, sospirando tormentato. «Buona notte, mia piccola, fragile, dolce umana» e in quel sussurro, sparì.
Rimasero solo il battito d’un cuore impazzito e un corvo che vegliava attento dal ramo di un albero vicino, in attesa che la sua amata cadesse tra le braccia di Morfeo, finalmente al sicuro, lontana da lui.

 
 Fine
 
* Frase presa dall’episodio 2x22 di The Vampire Diaries

Angolino per me
Bene, bene, bene. Questa cosa qua è totalmente incondizionatamente demenziale.
Una cosa orrenda senza né capo né coda, che non sono riuscita nemmeno a collocare "storicamente" all'interno della serie.
Chiedo perdono...
Ma mi è venuta questa idea del corvo, e allora poi c'è stata questa evoluzione.
Volevo scrivere qualcosa di divertente e spensierata ma... Come vedete... Ne è uscita questa.
Che parte con tutti i buoni propositi del mondo e termina così, malinconicamente, nel mio stile.
In ogni caso, mi dispiace davvero tanto.
Spero non faccia troppo schifo >.<
Baci,
G.

PS: Altra mia storia, long fic su TVD :) Fate un salto e lasciatemi un parere :) http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=742913&i=1

 
  
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