Il tuo dolore ti
protegge sempre
[…] I realize the screaming pain
[…] Sento un dolore
lacerante
Hearing loud in my
brain
Assordarmi il
cervello
But I’m going straight again with the scar
[…]
Ma continuerò a
lasciare il segno […]
Riesco a sentirlo,
quel sapore metallico impastato con la saliva che mi invade la bocca; quello che
certamente è stata la causa di una smorfia di dolore che ho appena percepito sul
mio volto, nel provare a riaprire gli occhi.
La prima cosa che
faccio è voltare solo il capo di novanta gradi. E lo vedo. Vedo il suo corpo
riverso per terra in un bagno di sangue che gli sporca anche il viso. Ad esso si
mescola l’acqua piovana che inesorabilmente ha iniziato a scendere dal cielo
improvvisamente oscurato.
E’ stata la chiusura
dei tuoi occhi, Naruto?
Provo ad attivare i
muscoli di tutto il corpo nell’ingenuo tentativo di girarmi e constatare se è
possibile muoversi. Com’era prevedibile, niente da fare. Emano solo forti gemiti
di dolore quando mi rendo conto di essere stato ferito a morte, con una profonda
lacerazione nella parte destra dell’addome che brucia da morire.
Tossisco
violentemente e ciò mi costringe a sputare quell’impasto di sangue e saliva
inevitabilmente accumulato nella mia bocca. Inoltre, questi dannati occhi mi
hanno ammazzato; inizio a vedere tutto sbiadito ed offuscato, come tutte le
volte in cui riapro gli occhi dopo un sonno profondo, uno di quelli che non mi
capita spesso di fare. Ma fino a poco fa il suo volto era perfettamente nitido
davanti ai miei occhi.
Questo non è un
risveglio dopo un lungo sonno.
Questa è la mia
vista. E’ la mia vista che inizia a venire meno.
Cerco di ignorare
l’atroce dolore addominale che si intensifica quando provo a fare forza sulle
braccia e a trascinare il mio corpo, al fine di raggiungere con la schiena quel
tronco d’albero distante solo un paio di metri da me, eppure appare così
dannatamente irraggiungibile.
Inevitabilmente,
perdo ulteriore sangue non appena lo raggiungo. Sento le tempie che pulsano
bruscamente e non lo sopporto. Stringo forte gli occhi. Non voglio più
riaprirli. Desidero solo che, se è così che deve finire… perlomeno che finisca
il prima possibile.
Di nuovo in quel
buio…
… ma questa volta è
per sempre.
No. C’è qualcosa che
mi costringe a riaprirli, schiudendoli perlomeno. Quello che fino ad ora è stato
il mio ben sviluppato udito percepisce dei passi farsi sempre più vicini. E
quando questi si arrestano, il respiro di quella persona si fa sempre più
pesante – un po’ sicuramente per l’affanno dovuto alla corsa, un po’ per la foga
di trovare chi sa che cosa – fino a mozzarsi del tutto.
«
Sa… Sasuke… kun »
La conosco, questa
voce. Conosco il timbro, la titubanza nel pronunciare il mio nome e quel tremore
delle labbra che non riesci proprio a nascondere, Sakura.
Volto appena il capo
per sostenere il tuo sguardo. Non riesci a nascondere l’incredulità e lo
stupore, che traspaiono perfettamente dai tuoi occhi. Non sei mai stata brava a
farlo. Ma mi accorgo che qualcos’altro ha appena attirato la tua attenzione.
Indubbiamente, il chiarore di ciuffi molto simili al Sole e l’arancio di una
tuta ormai ridotti a brandelli sono tonalità che risaltano istantaneamente
all’occhio. Ma non è questo il punto.
«
Naru… to »
Eccolo. Era
inevitabile. Ma il tuo è stato più un interrogativo che altro. E continui a
chiamarlo più volte, senza variazione di tono, mentre lentamente ti avvicini a
lui. Ti inginocchi e provi a scuoterlo.
Lievemente.
Bruscamente.
Violentemente.
Fino alla
disperazione totale, che manifesti attraverso urla laceranti e lacrime mescolate
a quell’acqua piovana che ti fa aderire i ciuffi confettati alla pelle del viso.
Le stesse lacrime che un tempo versavi solo per me. Diavolo, Sakura. Piantala, è
inutile. Ne sei perfettamente conscia. Eppure, sei talmente accecata dalla
disperazione che continui imperterrita a comporre una serie di jutsu medici nel
vano tentativo di far ripartire quel dannato organo.
E
io…
Io distolgo lo
sguardo.
Non voglio
guardare?
[…] Wasurete
shimae bai i yo kanjinaku natchaeba ii
[…] Vorrei solo
uscirne, smettere di sentirlo
Surimuita kokoro
ni futa wo shitanda
Perciò ho nascosto
il mio cuore impazzito
Kizutsuitatte
heici da yo mou itami wa nai kara ne
Non mi importa di
star male, non sento più il dolore
Sono ashi wo
hikizuri nagara mo
Mentre zoppicavi,
trascinando i piedi
Miushinatta jibun
jishin ga
Ho avuto un’ultima
visione di me stesso
Oto wo taete
kuzureteita
Ridotto in mille
briciole
Kidzukeba kaze no
oto dake ga […]
Ma poi ho capito,
era solo il suono del vento […]
La tua disperazione
sembra essersi ridotta a leggeri singhiozzi: ti sei lievemente calmata. Forse è
questa leggera curiosità che mi spinge a voltare nuovamente il capo nella tua
direzione. E mi stupisco nel notare la completa metamorfosi dei tuoi tratti del
viso in quella che dev’essere un’espressione di puro
astio.
Astio nei miei
confronti.
« Guardalo, Sasuke-kun.
»
Le mie pupille non
accennano a mobilitarsi, restano lì – ostinate – a diretto contatto con le
tue.
«
Sei… sei stato tu, dannazione! Hai ucciso… Naruto! Guarda, abbi almeno il
coraggio di guardare ciò che hai fatto! »
Hai stretto i pugni
con rabbia mentre hai pronunciato quelle parole e un istante dopo mi sono reso
conto di aver serrato con forza i miei occhi.
Diavolo, Sakura.
Vuoi farmelo pesare? Vuoi farmi andare all’altro mondo con il rimorso e il
rimpianto? Persino ad un passo dalla morte devi vomitarmi in faccia tutto il tuo
risentimento? Ci stai riuscendo, Sakura. Ci sei sei sempre riuscita,
dannazione.
«
Perché? »
Il
tuo è un sussurro che stona parecchio con l’aggressività di poco fa. Ma cerco di
non udirti. Non voglio sentire niente.
«
Era… era proprio necessario… ammazzarvi a
vicenda? »
Non bado a ciò che
dici. Ma avverto la tua calma, anche se il tono resta chiaramente accusatorio.
Tuttavia, probabilmente è quella tua calma che mi fa ammorbidire l’espressione
fino ad allora fortemente indurita. Sembro aver quasi dimenticato le fitte
provocate da quelle ferite che mi lacerano il corpo. Sembra quasi che tra non
molto potrei anch’io chiudere gli occhi per sempre, abbandonandomi a tutto
quanto una volta per tutte. Che strano. Sembra quasi una sensazione… piacevole.
Ad ogni modo, ciò
che mi fa schiudere gli occhi è rappresentato dal rumore provocato dalle foglie
che scricchiolano sotto i tuoi piedi, segno evidente che ti sei sollevata da
terra e…
… e ti stai
incamminando verso me, questa volta.
No, Sakura. Te lo
puoi scordare.
Mi accorgo che,
appena ti fermi, osservi – forse studi – la profonda lacerazione che sembra dividermi in due. La mia vista è
sempre più sbiadita, ma potrei giurare di aver visto per un attimo i tuoi occhi
sbarrati. E qualcosa mi fa sussultare. E’ il contatto delle tue mani calde sulla
mia pelle fredda. Per qualche motivo… il calore che avverto non mi disturba. Ma
improvvisamente scatta qualcosa dentro di me, come un meccanismo, una forza
misteriosa e neutra, che mi spinge ad afferrare il tuo polso, allontanandolo dal
mio corpo.
So che sei in grado
di liberarti facilmente, Sakura. La mia presa può risultare salda quanto vuoi,
nonostante le mie condizioni, ma non sono in grado di stringere abbastanza da
farti male.
«
Fer – ma… »
E’ stata la mia voce
a farsi sentire, al di là delle fitte allucinanti e del risultato strozzato. E
mi accorgo che i tuoi occhi increduli – e forse spaventati – sono puntati sulla
mia mano serrata attorno al tuo polso.
«
Sa – Sasuke-kun. Non essere stupido, sono ancora… in tempo.
»
«
Non… osare. »
Stai cercando di
forzare, attraverso l’impiego di tutte le tue forze, un sorriso, Sakura. Sei
convinta che io stia scherzando e non vuoi accettarlo. E quando ti ammonisco
duramente con quelle due parole – inarcandomi con la schiena, gemendo per il
dolore e tossendo altro sangue – resti paralizzata in un misto di paura e
confusione.
«
Sasuke-kun… smettila. »
Inizi ad irrigidire
i tratti del viso. Inizi ad indurire il tono della voce. Inizi a comprendere,
Sakura.
Ma, come al solito,
non puoi farne a meno. Le lacrime ti inumidiscono gli occhi e chiedono il
permesso di andare a rigarti il viso per l’ennesima volta. E tu non riesci ad
impedirlo.
Sei contraddittoria,
Sakura. In fondo, quella è la cosa in cui hai sempre
eccelso.
Piangi
continuamente.
«
Perché? »
«
… »
«
Perché… perché, perché, perché? »
Per cosa piangi
adesso? Per cosa hai iniziato a colpirmi il petto già perforato con l’altra
mano?
Perché non voglio
che tu mi curi? O perché ho ucciso Naruto?
Eppure io non faccio
nulla. Ti lascio fare. Mi limito a spostare gli occhi verso il cielo sempre più
grigio, mentre la pioggia non accenna a placarsi.
Ora sono le tue
lacrime, Sakura.
«
Ti prego… ti supplico, non anche tu…
»
Non
capisco, Sakura. Mi stavi tartassando di pugni e ora ti sei improvvisamente
fermata, implorandomi pure, con la voce rotta dal pianto.
Lo ripeto: sei
contraddittoria, Sakura.
E
io?
Io probabilmente
sono un vigliacco. Sarà che mi rifiuto di farmi curare da te perché non voglio
nuovamente ringraziarti. Sarà che non
voglio accettare di avere ancora te, l’unica folle che si ostina a credere in me e
nella mia ipotetica bontà. Sarà che sono stanco… stanco di vivere in questo mondo
da me stesso plasmato secondo il mio volere… e il mio egoismo. Sarà che ho perso
tutto… nell’esatto momento in cui l’ho trafitto col mio
Chidori.
«
Non ha… più senso. »
Sono stato io a
parlare, o meglio, a sussurrare, più a me stesso che a te, Sakura. E ignoro le
tue urla di disappunto e dolore, tanto inizio ad udire sempre di meno. Sento
solo un pesantissimo fischio alle orecchie e quel mal di testa che continua a
martellarmi il cervello.
Che senso ha, in
fondo?
Naruto.
Quello che sto
facendo… non lo voleva Itachi. Non lo volevi tu. Non lo volevo nemmeno
io.
I miei occhi restano
schiusi e lentamente volto il viso verso di te, Naruto, verso il tuo corpo
inerme, ormai privo di quell’anima che è andata a riposare laddove, so benissimo, non andrò mai.
Le forze mi stanno
abbandonando del tutto. Adesso ignoro anche il tuo strattone per liberarti il
polso, Sakura, e il tuo tocco furioso e agitato sul mio corpo. Ma continuo a
ignorarti.
[…] Tsutae ni kita
yo kizuato wo tradotte
[…] Sono qui per
dirti una cosa, ti lascio il mio segno
Sekai ni
oshitsubusarete shimau mae ni
Prima che questo
mondo enorme mi schiacci
Oboeteru kana
namida no sora wo
Te lo ricordi,
quel cielo che piangeva?
Ano itami ga kimi
no kotowo marmotte kureta
Quel dolore ti ha
protetto al posto mio
Sono itami ga
itsumo kimi wo mamotterun da […]
Il tuo dolore ti
protegge sempre […]
Tu non c’entravi
nulla… Naruto.
Lo sapevamo
entrambi. Uno scontro tra noi due non avrebbe ammesso alcun
vincitore.
E tu, Sakura, eri
lì. Pronta a salvarmi. A salvare almeno me.
Non piangere,
Sakura. Non per me. Non lo merito. Fallo piuttosto per
lui.
L’ho scelto io. Ho
scelto io tutto quanto.
Naruto… era a
conoscenza della verità. E diceva di comprendere le mie
intenzioni.
Tu… tu, Sakura, non
sai nulla.
Non puoi sapere
quanto losco sia il valore al cui servizio stai ponendo la tua vita.
Ed è meglio che tu
non lo sappia.
Saresti in grado di
portare avanti la ragione per la quale ho continuato a vivere e per la quale
sono morto…
… trascinandomi
qualcuno che – per me – ha accantonato il proprio
sogno.
Angolo
autrice:
Dunque, terrei a
fare delle piccole osservazioni. Sicuramente non è nulla di originale, è
semplicemente sbucata fuori in maniera del tutto spontanea considerando la
questione al momento maggiormente posta sul manga: “Chi morirà tra Sasuke e
Naruto?”
Ebbene, nella mia
storia forse la cosa che più tenevo a sottolineare era proprio il rifiuto da
parte di Sasuke di farsi curare da Sakura nel momento in cui si è
drammaticamente concluso lo scontro tra lui e Naruto, con la morte di entrambi,
dunque. Perché, in base agli ultimi risvolti che sta avendo il manga, è
certo che perlomeno uno dei due muoia. E se proprio alla fine vince Naruto,
purtroppo Sasuke, per quanto mi costi ammetterlo, non può salvarsi dal
baratro in cui è sprofondato; ormai è stato stabilito. Sputo in un occhio a
Kishimoto se alla fine o vince Sasuke oppure quest’ultimo se ne torna tranquillo
e sereno al villaggio -.-‘’. Perché così il manga non avrebbe proprio senso, o
meglio, il nome del manga non avrebbe
senso -.-
Insomma, forse è
stato più uno sfogo.
Al di là di ciò, in
realtà doveva essere una flash incentrata sul rapporto SasuNaru, ma credo di
essere decisamente caduta più sul SasuSaku xD. Anzi, credo che alla fine sia
meglio concepirla come una Threesome ^^
E ovviamente tengo a
precisare che non è che questa sia la fine che mi aspetto nel manga, per carità
O.O, è naturale che anch’io un minimo di speranza nell’happy ending lo ripongo,
solo che, ripeto, ormai non si può far finta di nulla. Però, semplicemente ho
immaginato questa scena ^^
Ben accetti
commenti, positivi o negativi, naturalmente.
Ah, le parole
evidenziate in rosa sono quelle della sesta opening della serie di Naruto
Shippuuden e rappresentano Sasuke ^^
Yami_Yume