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Autore: Night Sins    14/07/2011    5 recensioni
Ultimamente Merlin ha uno strano comportamento. Arthur lo nota e decide di indagare.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: Il segreto di Merlin
Fandom: Merlin
Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin Emrys
Pairing: nessuno, almeno che non volete vederci del pre-Arthur/Merlin
Rating: PG
Genere: generale, fluff, friendship
Avvertimenti: oneshot
Timeline: uhm... irrilevante, ma probabilmente si svolge meglio a inizio serie
Spoiler:  no one
Conteggio Parole: 884
Dedica: a me, che avevo bisogno di fluff, tanto fluff, e a mia moglia nessie_sun ♥, che ne ha tanto bisogno anche lei in questo momento, anche se non è niente di che... non so nemmeno se è tanto fluff. u_u Spero ti piaccia. ç__ç
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: uhm... già detto che questa fic è stata scritta solo per il fluff? Sì? Bene, meglio ripeterlo. XD Ah. E il titolo fa schifo, lo so, ma non so fare di meglio. u_u
Oh, e non è betata... u_u''


Merlin era quasi meno efficiente del solito, questo Arthur non poteva non notarlo, ma non era l'unica cosa strana di cui si era accorto in quei giorni. Nonostante non potesse dire che non ce la stesse mettendo tutta per svolgere ognuno dei propri compiti, Merlin era quasi più scoordinato e sbadato del solito.
Lo aveva osservato attentamente - era suo compito, in fondo, controllare che il proprio servitore lo servisse nel modo migliore, no? - e ugualmente non aveva capito cosa non andasse.
Avrebbe potuto chiederglielo, ma sapeva che non avrebbe ottenuto altro che una risposta vaga e irriverente - nella migliore delle ipotesi.
Quindi, si disse, l'unica possibilità di scoprire cosa impedisse a Merlin di occuparsi di lui come si conviene a un personaggio del suo lignaggio - o almeno in una maniera migliore di come stava facendo ultimamente - era quella di seguirlo.
Quel giorno interruppe l'addestramento delle guardie reali mezz'ora prima del solito e si diresse alla ricerca del giovane, trovandolo che stava portando qualcosa fuori dal castello con fare guardingo e... zoppicava? Quando si era fatto male? Non lo aveva notato quella mattina e lui non gli aveva detto nulla. Il che era un'altra prova a favore di quanto fosse strano Merlin ultimamente, dato che in genere amava lamentarsi di qualsiasi cosa, specie se tale cosa gli avesse diminuito il lavoro.
Attento a non farsi vedere, lo seguì per alcuni minuti, finché il ragazzo non sparì dietro una piccola e malridotta porta.
Il futuro sovrano di Camelot si avvicinò guardingo e posò l'orecchio contro il legno, non sicuro nemmeno lui del perché si stesse comportando così.
La prima cosa che udì fu la risata di Merlin, bassa e incontrollata. "Okay, basta, aspetta un attimo!" disse il giovane quando si riprese, anche se il tono era sempre divertito. "So quello che vuoi, piccola, ma abbi un po' di pazienza."
Piccola? Con chi sta parlando?
"Ecco, brava, così", disse ancora, soddisfatto, il ragazzo.
E soprattutto, cosa sta succedendo lì dentro?
Con una mal finta casualità, Arthur Pendragon aprì la porta, ritrovandosi in una specie di ripostiglio appena illuminato da una finestra posta alcuni metri sopra di loro.
Merlin si voltò verso di lui e trattenne il fiato, sorpreso e spaventato assieme.
Al principe ci vollero alcuni attimi per mettere a fuoco la scena. Il proprio servitore, contrariamente a ciò che si aspettava, era seduto, completamente vestito, contro il muro e davanti aveva una ciotola con del latte dalla quale, del tutto incurante del nuovo arrivo, stava bevendo un piccolo, quasi microscopico, gatto. Nero.
"Merlin, cosa..." Arthur non sapeva cosa dire.
"Vi prego, non ditelo a vostro padre. È solo un cucciolo! Ci penserò io a lui, nessuno lo vedrà e non darà noia. Ve lo giuro!" snocciolò l'altro ragazzo, tutto d'un fiato, guardando in alto verso di lui e tentando di mettersi in piedi, ma ricadendo con una smorfia prima di esserci riuscito.
"Cosa stai blaterando?"
"Il gatto..." rispose piano Merlin.
Arthur lo guardò confuso. "Come? Perché dovrei dire a mio padre che hai un animale domestico? O perché dovrebbe interessargli?"
Il servitore spostò lo sguardo sulla palla di pelo che, sazia, stava ora andando all'esplorazione, rivolta verso il giovane appena arrivato.
"È nero... Completamente nero, e sapete che dicono portano sfortuna e si accompagnano alle streghe..." Merlin si fermò un attimo. "Lo ucciderebbero! Non ha fatto niente di male... Non ha scelto lui di nascere di quel colore. E vi assicuro che nessuno, uomo o donna, si è avvicinato a lui!"
L'animaletto in questione si era arrampicato sullo stivale del futuro re e stava tentando la rampicata della gamba.
Arthur si abbassò e, preso il gatto, lo posò sul proprio ginocchio. Riconoscente, il micio gli leccò le dita.
"Allora a quanto pare a qualcuno piacete anche se siete un Asino Reale", Merlin commentò la scena, divertito.
"O magari è solo più intelligente di te", replicò il cavaliere, accarezzando il gattino.
Rimasero alcuni minuti in silenzio, Arthur giocando con il piccolo animale e Merlin osservandoli, ancora appoggiato stancamente al muro.
Quando il cucciolo decise di tentare il suicidio, gettandosi dal ginocchio reale sul quale si trovava solo per avere una nuova razione di latte, il principe spostò lo sguardo su Merlin.
"Cosa hai fatto alla gamba?"
"Oh, niente di serio. Non batterò la fiacca per questo", rispose velocemente il servitore.
"Non è quello che ti ho chiesto, per quanto tu sia generalmente incline a prendertela comoda", Arthur non poté evitare di prenderlo in giro. "Com'è successo?"
"Non ve lo dico, non avete bisogno di un'altra scusa per prendervi gioco di me."
"Non ti prenderò in giro."
"Non è vero."
"Forse no, ma sono il tuo sovrano e ti ordino di dirmelo."
Con un sospiro, Merlin puntò  lo sguardo sul gattino. "Si era arrampicato su un albero e non riusciva a scendere. Sono salito su e nella discesa son scivolato. Ridi pure."
Il principe fece uno sbuffo che era solo in parte derisorio. "Sei una frana, Merlin, ma ammetto che a modo tuo sei anche... Adorabile, per certi versi."
Il servitore lo guardò sorpreso. "Come, prego?"
Arthur si rimise in piedi. "Prenditi alcuni giorni per rimetterti in sesto... E non preoccuparti del tuo cucciolo", terminò lasciando la stanza e un Merlin sempre più perplesso mentre il gatto gli si accoccolava in grembo.

   
 
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