Sai Nobu,
Per un breve tempo che a me parve infinito ho giocato con il tuo cuore,come se fosse un banale castello di carta,che io facevo con forza oscillare da una parte all’altra,senza timore che potesse rompersi. Adesso che si è rotto,mi rendo conto che una parte di me si è rotta insieme a lui

Chiusi gli occhi. Riuscivo a sentire come l’abbraccio di Nobu si insinuasse in ogni singolo e remoto pezzo della mia anima legandolo indissolubilmente a lui. Le braccia non erano forti,ma candide e marmoree,gracili e si riusciva a percepire la bontà d’animo di quel ragazzo che così prepotentemente mi voleva sua. Io ero solo una ragazzina immersa e vittima dei sogni,cullata nell’essenza di amori idilliaci in cui principi dall’armatura scintillante dolcemente mi tendevano la mano facendomi salire sui loro bellissimi cavalli bianchi. La realtà però era diversa. Mi faceva così male quando giocavo con i sentimenti di Nobu,mentre ancora,minacciosa ed inquietante si ergeva la figura di Takumi,in un angolo remoto e succube del mio cuore. Io volevo dimenticarlo. Dovevo dimenticarlo. Avevo sperato che non si facesse più sentire e l’avevo lasciato,nonostante lui non l’avesse capito,sentendomi subito dopo libera e leggera mentre i pezzi del mio cuore si ricomponevano lentamente,come se prima avessero subito un forte trauma. Il pensiero di Takumi,era diventato un ricordo banale,grigio ed opaco quando lui mi richiamò. Le lenzuola mi avvolgevano e sentivo che Nobu penetrava dentro di me infondendomi un dolcissimo senso di soddisfazione perché io non avevo desiderato altro che quello e avevo trovato finalmente la serenità. Quella serenità e i sogni si infransero quel giorno,in cui la realtà spazzò via e vinse,come sempre.

“La vita non è giusta,è solo più giusta della morte.”
William Goldman

Prima di rispondere al telefono che squillava aspettai un cenno di Nobu,e il guizzo nervoso delle sue mani mi fece intendere che dovevo rispondere.
-Pronto- feci un po’ intimorita,anche se non avevo intenzione di passare come una ragazza debole,perché quell’incertezza e indecisione mi aveva caratterizzato per tutta la vita,ma quella caricatura doveva finire in quell’instante e invece era destinata a durare per l’eternità infliggendomi ferite che nemmeno il tempo avrebbe potuto lenire.
-Pronto,sono io- fece una voce arrogante e prepotente come se venisse davvero dall’oltretomba,come un diavoletto provocatore,l’essenza della realtà contaminata e corrotta che è ormai da sempre destinata a rubare l’innocenza dei sogni,puri e cristallini nell’eccezione più assoluta.
-Sì,non dovevamo sentirci più..- feci urlando mentre lentamente una morsa inghiottì la vecchia me,destinata a scomparire.
-Come?Beh…Non pensavo che volessi questo..Sono qui sotto comunque..-
-Non mi importa!Vattene!!Sono con Nobu,è lui il mio ragazzo!- urlai mentre lacrime ingiuste e brucianti iniziarono a rigarmi il volto contratto in una smorfia di sofferenza e dolore
-Hachi..- mormorò Nobu,soccorendomi inutilmente
Takumi chiuse la chiamata ed il cellulare rimase sul pavimento mentre Nobu cercava impacciatamente di abbracciarmi ed io rimanevo sul pavimento inerme a cercare di spezzare la catena di gocce umide che si rincorrevano sul mio viso.