Il vento spazza l’erba alta e verdeggiante nella  pianura. Calma, pacata, come il nome che le è stato dato.

Ti chiedi come mai l’abbiano chiamata “Piana della Bonaccia” se quel lungo e profondo burrone ti ricorda solo Sin e le sue vittime.

 Scuoti la testa con disappunto.  

Tutto su Spira porta il segno del peccato, del dolore. E’ un mondo che non sa privarsi delle sue rovine. Gli stessi templi yevoniti che tu guardavi con occhi di finto sollievo, si erigono su cumuli di macerie fumanti.

Il popolo, piange.

E tu, in silenzio, assorto in profonda meditazione.

Un combattente, una guardia del corpo,  un guerriero, che troppo tardi si è visto senza ideali, senza un proprio pensiero.

Pronto a proteggere santi e assassini, senza alcuna differenza. Lautamente ricompensato.

Sei invincibile. Ti basta far ruotare la tua katana per portare la distruzione.

La morte, in un solo taglio.

Zamnato. Sinonimo di morte assoluta.

Guil tintinnanti nelle tue tasche, Daigorou che abbaia dietro di te, e la tua katana che affonda lenta, crudele e spietata. Come te, come un dio che punisce i suoi fedeli.

Come la follia, che semina la morte per dare la libertà alle anime.  

Zamnato.

Sei il più forte, una leggenda vivente. C’è qualcosa di magico e di terribile in quel colpo, quel rovescio. Le tue mani si muovono sicure, il fodero cade lento al suolo.

E la lama. Ha solo il tempo per un guizzo, un luccichino ignoto.

Profonda la lama affonda nelle carni di chi ti ostacola, di chi sta tra te e il tuo guadagno.

Guadagno.  Cosa non faresti per guil? Chi non saresti pronto a difendere per denaro?

Solo una volta hai rifiutato i tuoi servigi.

Un invocatore ti aveva convocato per essere il suo guardiano.

Hai rifiutato senza pensarci.

Tu non sei parte di questa storia, non hai gli ideali con cui partono gli altri.

Daigorou ti si avvicina, scodinzola e si accuccia al tuo fianco.

Lui lo fa con affetto. Lui ti accompagna per amore. Tu sei il suo padrone. Non chiede nulla in cambio, solo una carezza e il poter combattere con te. Questo gli basta.

“Bravo cucciolone…” dici, appoggiando la mano sul suo dorso peloso “Buono, Daigorou. Tranquillo, quel viaggio non fa per noi…”

Eri il più forte, e ti eri detto che gli ideali non facessero per te.

Dove c’è terra, dove c’è qualcuno che necessita protezione, c’è denaro.

E ci sei tu.

Anche adesso.

Incastrato nella pietra fredda.

La statua sembra cava, una prigione solitaria. Per te non c’è speranza, non c’è soluzione.

Nemmeno Zamnato ti salverà. La tua spada si corrode spinta nella terra.

Una lama ossidiata, che un tempo aveva ucciso, sterminato mostri, senza un motivo che avesse tu stesso deciso.

Chi potrebbe mai richiedere i servigi di un’anima intrappolata nella roccia?

A chi servirebbe una lama ossidata un tempo assassina spietata?

“Nessuno verrà a cercarmi in fondo ad un buco oltre la Piana della Bonaccia” ti consoli tu, pensando di poterti salvare da quel pellegrinaggio che avevi promesso di non intraprendere.

Ma non c’è speranza.

Per vincere tutti sono disposti a pagare. A pagarti.

Tu sei disposto a tutto, pur di uscire dalla statua che ti tiene prigioniero.

E lo sai. Zamnato mostrerà di nuovo il suo bagliore infernale.

*Daigorou significa "cucciolone" per questo Yojimbo chiama così il suo cane.

**Yojimbo saprete benissimo che era una guardia del corpo, come suggerisce il suo nome.