«Forse è il caso che tu vada a casa, Shisui» lo informò Itachi, attirando la sua attenzione.
Sorrise. «Oh, San Itachi-san! Che ci fai tu qui? Qual buon vento? Mangiato bene stasera? Senti la mia mancanza? Vuoi unirti al giro di domande su–»
Itachi accennò a quello che sembrava un mezzo sorriso, ma Sasuke davvero non riusciva più a mettere in relazione azioni e possibili spiegazioni, né sue né altrui, perciò non ne comprese il motivo.
«Dovresti davvero andare a casa, Shisui» e i suoi occhi erano saettati su Sakura.
Per inciso, la ragazza si teneva al tavolo con entrambe le mani, la bocca semi aperta e uno sguardo totalmente sconvolto. No, meglio dire arrabbiato. Oh, beh, ovvio, stava guardando Sasuke.
«Oh, certo, chiaro, chiarissimo… mi porti tu in braccio? Non credo di ricordare chiaramente come si usano le gambe…»
Itachi alzò gli occhi al cielo.
«È solo una richiesta d’aiuto, ma se preferisci puoi prenderle come esplicite avances» celiò sornione, per poi alzarsi e appoggiarsi completamente addosso all’Uchiha.