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Autore: Snafu    26/07/2011    5 recensioni
In sintesi, Roger esamina l'escursus della sua vita fino ad oggi, soffermandosi con particolare attenzione sul suo rapporto con Freddie.
Desclaimers: Niente di questo è successo se non all'interno della mia mente e a questo punto temo che probabilmente mai succederà.
Note: Non so perché ho scelto questo genere, visto che assolutamente non mi appartiene: io sono di quelle che scrivono long-fic (very long, per intenderci) ed è per questo che non mi sento molto soddisfatta del risultato, odio le cose che fanno piangere, melense, dolci, senza neanche un cavolo di dialogo. Lo slash è tutto mio, e devo dire che mi sono fortemente limitata perché ho notato che in questa sezione non ho riscontrato grossa popolarità per questo genere.
Buona lettura,
C.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Anniversary'
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Dedicated to Roger Taylor,
happy birthday.


Odio questo giorno.
Se potessero cancellarlo dal calendario, sarei l'uomo più felice del mondo. Come se già non avessi avuto l'occasione di esserlo... è solo un'ultima piccola cosa che chiedo, niente di eccessivo, mi pare.
Per come la vedo io, arrivati ad una certa età, non c'è più niente di entusiasmante da festeggiare in un compleanno. Un fan mi ha fatto recapitare un album pieno di mie fotografie ordinate per data dagli esordi fino ad oggi. Un pensiero davvero gentile, se non fosse che così è solo riuscito a ricordarmi di quanto io stia invecchiando. Il tempo mi è scivolato addosso senza che me ne sia reso veramente conto ed adesso sono vecchio, brutto, grasso e adesso anche mezzo sordo.
Ha fatto bene, Freddie. Quando si è reso conto che aveva raggiunto il picco della sua felicità, è morto. Di lui rimane solo il mito, adesso. Rimarrà sempre il grande uomo che è stato, solo che nei ricordi degli altri sarà sempre bello, giovane, senza un capello bianco, senza una macchia.
Lo diceva sempre che la mia vanità mi avrebbe portato al suicidio: in effetti ci sto pensando, ma suicidarsi adesso non avrebbe senso, è come se Romeo si fosse avvelenato trent'anni dopo la morte della sua Giulietta, stanco, svuotato, solo dopo essersi accorto che no, da solo non poteva proprio farcela. Come se avesse davvero pensato di potercela fare. Che stupido.
Roger, ti ci volevano davvero trent'anni per capire quanto Freddie fosse importante? Ti pare di essere mai stato felice, in sua assenza?
Non ho neanche più ricordi distinti del tempo trascorso prima di fare la sua conoscenza.
Eravamo giovani, è vero, ma eravamo innamorati.
All'inizio, non proprio. Scoprimmo insieme i piaceri del sesso omosessuale, poi la cosa ci sfuggì di mano. Iniziai a capirlo quando smisi di tollerare la presenza di Mary*, ma lo tenni per me e smisi di dar considerazione a lui.
Questo gli spezzò il cuore.
Non dimenticherò mai la scenata che mi fece: Freddie sapeva essere incredibilmente possessivo, per questo non si rassegnava a lasciar andare neanche lei. Allo stesso tempo però non voleva che io mi vedessi con altre donne, bella presa di posizione, grazie per riuscire a rendermi sempre tutto impossibile!
«Se non me lo dici, come pretendi che io lo sappia?» strillava. Sento ancora la sua voce ferita nelle mie orecchie come uno schiaffo. Non mi perdonai il fatto di averlo fatto soffrire, sebbene lui avesse fatto lo stesso con me.
Fu lì che promettemmo che ci saremmo amati per sempre e che ci saremmo detti tutto.
Poi il tempo è passato, l'amore è stato pian piano consumato in tutti i modi possibili, ed il successo si è insinuato nelle nostre vite come un serpente in un nido di rondini.
Voleva saltare, lui.
Voleva dirlo a tutti.
Non che non ci credessi come lui, ma ho avuto paura. Ho sempre stimato il suo coraggio, la noncuranza che aveva per ciò che faceva della sua vita. Se solo tutto il resto del mondo fuori avesse avuto la stessa per ciò che noi facevamo delle nostre, sarei saltato con lui ad occhi aperti solo per vedere la sua faccia.
Disgraziatamente non era così.
Le nostre strade, da quel momento, hanno iniziato ad incrociarsi saltuariamente, per sentimento, seppur con vivida passione. Non poteva riuscire a smettere di amarmi solo perché io avevo paura. Dopotutto, sono Roger Taylor. Trovalo un altro come me.
Alla fine l'ha trovato: Jim*. Forse non bello, ma il perfetto peso per il suo equilibrio, la sua dolce metà. Ed io sono rimasto senza. Con lui dalla mia parte avrei potuto fingere per tutta la vita, ma da quel momento, a che pro? Perché gli altri avrebbero dovuto essere felici ed io no? Perché sarei dovuto essere l'unico scemo a soffrire. Chiunque si fosse avvicinato a me, avrebbe sofferto, lui compreso. Me lo ripromisi. Non che questo sia servito, capire di essere la causa della sofferenza degli altri non lenisce il mio dolore, non lo ha mai lenito fino ad oggi.
Tutto per colpa sua, lui che è riuscito a smuovere il senso di colpa in me, in Roger Taylor, che forse non ho mai amato davvero nessuno come lui, che senza sentimento o rimorso ho cambiato non ricordo neanche più quante mogli, tra le amanti, tra gli amanti, tra tutto quello che sta nel mezzo, tra me e lui.
Ed ora c'è l'abisso.
Ecco perché odio il mio compleanno, perché mi porta sempre a pensare. Di solito io non penso così tanto, ed è un bene, di certo.
Probabilmente, se Freddie fosse morto per il mio compleanno, a quest'ora non ci sarei neanch'io.
Perché mi manca troppo, e sono sicuro che dall'altro lato lo troverò.
Jim è già tornato da te, lo sapevi? Certo che lo sapevi, tu sai sempre tutto. Eri certo che Jim si sarebbe mosso prima di me. Cosa ti aspetti che faccia? Non sono sicuro che tu voglia che io ti raggiunga, lo sai che ci sto pensando, che sto pensando a te ogni giorno di più. Sei tu ad aver paura adesso? Fai bene ad averne, quando sarò tornato saranno cazzi amari, per tutti, ed in tutti i sensi. Ma sono certo che ti piacerà.
Per il momento però, ti toccherà consolarti con Jim: non ho intenzione di morire adesso.
Io sono una gran donna, e come tale mi farò aspettare.
Ti farò aspettare.





* Mary Austin, più volte definita come «l'amore della vita di Freddie». Non credo a questa versione, ma credo nell'amicizia tra uomo e donna che dura per sempre, soprattutto dopo che una storia finisce bene.
*Jim Hutton, ovviamente.
   
 
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