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Autore: Natalja_Aljona    26/07/2011    4 recensioni
Ti chiedevi:
"Dov'è il mondo?"
Ti chiedevi:
"Che succede?"
E' finita in un convento
Tutto qua
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sic Volvere Parcas - I giorni di ieri'
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The dream is over

What can I say?

Il sogno è finito

Cosa posso dire?

(God, John Lennon)


L'hai visto sulla nave

Avevi quattordici anni

E una vita da difendere

Da un padre

Che vendeva uomini nei porti

Delle grandi città


Con una mano sul cuore guardava il mare

Cercando il Bosforo nella furia dell'Egeo

Che dirigeva la rivolta delle onde

Contro gli invasori

E lo sapevi:

Era uno di loro


Ed hai esclamato:

"Ci fosse un modo per fermare

La tempesta!"

Lui ti guardava di nascosto

E lo sentivi:

Rideva di te


E tuo padre ti guardava

Contrariato

Arricciando un poco il naso e mormorando:

"Non sei come ti volevo, Audrey Jane"


E gli gridavi dietro

Nei sogni

E promettevi:

"Verrà un giorno in cui dirò:

Non sei come ti volevo, papà!"


E invece Stephen lo guardava

Come si guardano gli eroi

I vittoriosi

Gli spavaldi, gli sfidanti

I vendicatori


E cosa vendicava, lui?

Ti chiedevi

La felicità mancata

Con tua madre

Per la casa, la famiglia, la città

Insoddisfatto della Francia

La sua Patria

Aveva sfidato l'Inghilterra

Era partito per la Grecia

E vendicava

Le sconfitte del suo mondo contro tutti

Gettando in mare le vite degli altri

Annegando

Rinnegando

I sorrisi delle nuvole

Li spegneva, lui

Così


Ti chiedevi da che parte stesse

Tuo fratello

Se volesse quella vita

Se volesse bene a te


Invece rideva e basta

Il ragazzo di Ankara

Ti guardava e ti chiedeva

Coi suoi occhi

"Andiamo via?"


E qualche volta accarezzava piano

I capelli dei bambini

Prigionieri

Senza farsi vedere

E ti chiedevi

Come fosse finito lì


E di lui, sai, si fidava

Tuo padre

Gli chiedeva di badare

Agli affari prioritari

Di parlare ai marinai


E lo lasciava ciondolare

Annoiato

Per il ponte

A implorare per un sogno

Per un mondo di speranze

Speranze di vedere te


E gli toglievi anche il respiro
Audrey Jane

Tu, regina delle sere

Di Rajit


E sentivi il nome di quel greco

Geórgos

Risuonare fino alla tua cabina

Sette anni, gli occhi neri, le ferite

Un futuro da soldato di Pascià


Gli occhi azzurri di Rajit

Ti cercavano

Ti chiedevano:

"Possiamo

Far rivivere anche loro?"


E avete preso per mano i bambini

All'inizio di quel 1829

L'anno della libertà della Grecia

L'anno in cui le catene, poi,

Sono cadute da sole

Anche per te


E hai raccolto senza sosta

Le lacrime trattenute di Geórgos

Che cercava la sua casa

Che giurava di vedere

Tra le ombre

Il suo Paese

Il sorriso di sua madre

E la tomba della guerra

Anche per Sparta

Sulla spiaggia di Patrasso

Lo curavi


E la voce di Rajit sussurrava:

"Vorrei farti vedere il mare

Il mio

Quello in cui bagnavo i piedi da bambino

Nelle estati a Costantinopoli

E dal porto, sulla strada di Ankara

Era la terra della mia vita

L'ho perduta troppo presto

La Turchia"


E ti diceva:
"Un giorno ci andiamo,

Audrey Jane,

Un giorno viviamo"

E sorridevi

Figlia d'un mercante di schiavi

Figlia della libertà


E lo sapevi com'erano

I bambini

Che puoi cercare di evitare i loro occhi

Mentre dici una bugia

E magari ti credono lo stesso

Ma lui no

T'implorava di guardarlo

Di fargli capire

Se poteva tornare a Sparta

Oppure no

E te lo chiedeva in greco
E non capivi, ma piangevi un po' per lui

Con Rajit parlava in turco

Il turco che aveva imparato

Dai briganti del Taigeto

Appena nato

Che gli facevano studiare la lingua nemica

Per non farsi cogliere impreparato


E aveva il sangue negli occhi, Geórgos

Sangue di lacrime nere

E t'ha insegnato, Rajit

Gl'incubi del piccolo greco

Che la guerra uccide anche chi torna

Ed il fuoco dei fucili

Che buca il cielo

Buca anche te


E son tornati, poi,

I giorni di Liverpool

E tuo padre ormai era morto

Ma Rajit

Aveva un figlia

Una moglie, una famiglia

Senza te


E Veronique

Era mancata all'appuntamento

Quel giorno al porto
Di Patrasso

T'aveva lasciata a morire

Tra le mani di Rajit

Ch'era una stella

Ma quelle stelle

Non brillavano per te


Eri tornata con le tue speranze

Ogni tua forza, ogni follia

Ogni fiamma spenta, disillusione

Ogni sconfitta

T'aveva costretta a subirla, Stephen

Che non sorrideva più


E Jean-Claude

Era morto per difendere le vostre vite

Da quel fratello

E Veronique

Aveva avuto paura, era fuggita

Ma tu, di Stephen

Ti fidavi ancora


Eri ancora una bambina

Avevi ancora l'innocenza

Che difendevi sulla nave

I capelli lunghi, gli occhi belli

I sorrisi del domani
Era il 1836


E sgranavi le rose di maggio

Correvi forte nei campi d'aprile

E vivevi i mesi al contrario

E ridevi come se

Non esistesse la realtà

E il tuo cuore batteva forte

"Chissà come finirà!"


Ti chiedevi:

"Dov'è il mondo?"

Ti chiedevi:

"Che succede?"

E' finita in un convento

Tutto qua



Note


Ed ecco Audrey Jane Chantefleur, Jenny, la sorellina di Stephen, sbattuta in un convento a neanche ventidue anni per le sue ribellioni, per i suoi sogni troppo arditi, perché non intralciasse il fratello.

Avrei potuto parlare del convento, della fuga.

Dell'Audrey Jane che si vede in Sic Volvere Parcas, l'Audrey Jane ribelle, tradita.

E invece ho parlato di suo padre, il mercante di schiavi, sulla nave per El Cairo, con gli Egiziani alleati dei Turchi e Rajit, il suo Rajit, l'incontro con George

E penso che adesso l'abbia capito, chi segue Sic Volvere Parcas, chi erano la ragazza della spiaggia di Patrasso e il turco dagli occhi azzurri.

Ecco, questo è quello che ancora non si sapeva di lei.

Eppure sempre a lei.

Più allegra, forse. Spensierata. Più se stessa.

Prima.


I prossimi, non ancora ben deciso in che ordine, saranno Cynthia, la piccola e coraggiosa Cyn, la sorella di George, e Nikolaj, il controverso cugino polacco di Natal'ja, il pianista mancato.

E questo è quanto.

A presto! ;)

Marty

  
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