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Autore: Garfield    27/07/2011    3 recensioni
Una storia estiva e divertente(spero)! Un piccolo assaggio:
"Mai, neanche facendo sfoggio della mia inesauribile fantasia avrei potuto raggiungere neanche marginalmente il paradiso estivo che ho di fronte. Ed io di fantasia ne ho molta!
...
Secondo la mia amica ho una specie di pregiudizio sui maschi e per questo motivo sono prevenuta nei loro confronti. Soprattutto verso il suo fidanzato, che, sempre a suo parere, io odio. Tutte cavolate, tranne forse quest’ultimo punto.
...
La sera mangiamo in uno dei locali sulla spiaggia.
...
Secondo voi si può ordinare il cameriere stesso, magari senza vestiti? No, perché vedendo il ragazzo che ci serve mi è venuta l’acquolina in bocca."
Spero con tutto il cuore che vi piaccia, ma sono pronta anche alle critiche! :D Fatemi sapere ragazze! ;)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cocorso Efp

Quando una stella cadente fa il suo dovere, appare un cornetto alla marmellata! 

Dire che amo l'estate è poco. Voi cosa ne pensate?

Qual è la prima cosa che vi viene in mente sentendo la parola “Estate”? 
Quasi sicuramente cose come: il sole, il mare, isole deserte, vacanze e così via. La mia mente al solo sentir nominare l'estate, vola via per paradisi tropicali, mari cristallini… 
Cosa dire poi dell’abbigliamento estivo?
Immagini di miliardi di costumi di ogni colore e forma, abitini estivi molto colorati e le scarpe aperte… Mentre il mio cervello si concentra su questi pensieri il mio cuore inizia a battere forte e i miei occhi si illuminano d’immenso! 
Inoltre, scommetto che, se vi parlassi di ragazzi facendo riferimento alle spiagge, dalle vostre bocche inizierebbe a sgorgare bava.
Effettivamente l’immagine dei ragazzi dal fisico scolpito in costume da bagno ispirerebbe pensieri poco casti ad ogni esemplare femminile compreso tra i tredici e i sessant’anni, dico bene?

Eppure mai, neanche facendo sfoggio della mia inesauribile fantasia avrei potuto raggiungere neanche marginalmente il paradiso estivo che ho di fronte. Ed io di fantasia ne ho molta!

Mi trovo in una immensa spiaggia e sono sdraiata su una sdraio rossa sotto l’ombrellone intonato. Intorno a me l’apoteosi del piacere.

La sabbia di un colore dorato è talmente fine da sembrare quasi soffice al tatto e si estende per quasi un chilometro prima di essere bagnata dal mare, che, a sua volta, pulito e cristallino sembra chiamarti a sé con la sua superficie piatta e calma.

Ragazzi e ragazze dai sedici ai trent’anni, circa, occupano l’intera spiaggia, chi sdraiato come me sulla sdraio, chi in acqua, chi a passeggiare sul bagnasciuga e chi a giocare nei campetti di beach-volley.

Non mi chiedete dove sia questo posto, perché non lo so e non ricordo neanche come ci sono arrivata. Questa mattina la mia migliore amica, il suo ragazzo e vari amici di quest’ultimo mi hanno preso e caricata di peso sulla macchina ancora mezza addormentata. L’unica cosa che so e che passeremo il weekend in questo paradiso.  

Mentre cerco di ricordare qualcosa sul viaggio, la mia migliore amica, che è seduta sulla sdraio accanto a me, mi distrae iniziando a parlarmi del suo ragazzo.

Naturalmente non la sto a sentire, odio quando si fa queste paranoie, anche perché so con certezza che lui non la tradirebbe mai… Dopotutto uno così chi se lo prende?!

Sinceramente non so proprio come alla mia amica possa piacere anche solo lontanamente quella creatura, si tratta di uno dei ragazzi più brutti che io abbia mai visto!

Lei, Sara, è una di quelle ragazze che ad un primo sguardo già te ne innamori, che tu sia  maschio o femmina. Attira lo sguardo di tutti come una calamita, con il suo corpo da Barbie, alta e slanciata, dalla pelle candida e con i suoi lunghi capelli biondi e lisci. Certo per essere una Barbie completa avrebbe dovuto avere gli occhi azzurri, ma alla mia autostima per colare a picco bastano e avanzano il suo corpo da urlo e i suoi occhi color miele. Insomma, ogni volta che usciamo insieme tutti gli sguardi sono puntati su di lei, mentre io non vengo neanche notata. Dopotutto quando sei alta poco più del metro e sessanta, di corporatura nella media e hai banalissimi occhi e capelli castani, non puoi pretendere di rimanere accanto a Sara e di attirare l’attenzione.

Non che me ne importi tanto, dopotutto i ragazzi che conosco sono tutti degli zotici!

Secondo la mia amica ho una specie di pregiudizio sui maschi e per questo motivo sono prevenuta nei loro confronti. Soprattutto verso il suo fidanzato, che, sempre a suo parere, io odio. Tutte cavolate, tranne forse quest’ultimo punto.

Non sono affatto prevenuta nei confronti della razza maschile, dopotutto non è mica colpa mia se solamente sentendoli parlare mi nasce dentro un forte istinto omicida, sono loro che non riescono a dire una frase di senso compiuto senza inserirci dentro parole come: moto, macchine, calcio e sesso, o alternative appartenenti comunque a questi campi semantici.

Per non parlare dei complimenti, dove non mancano mai termini come: tette, boccie o seni nel migliore dei casi.
I loro tentativi di abbordaggio poi sono assolutamente patetici! Un ragazzo una volta mi ha chiesto se mio padre fosse per caso un ladro. Sono sicura che sapete come va avanti la cosa, io avrei dovuto dire di no e lui avrebbe commentato qualcosa come “eppure deve aver rubato le stelle dal cielo per creare due occhi luminosi come i tuoi” o simile, probabilmente ancora meno poetica di quanto non lo sia già. Tuttavia, visto che io amo stravolgere le cose, alla sua domanda ho detto semplicemente “si, mio padre è un ladro e mi ha insegnato il mestiere, peccato che non sia un killer, vero?” e gli ho sorriso angelicamente. 
Adesso, a parte il fatto che mio padre faccia il poliziotto, come credete che abbia reagito lui? Probabilmente era riuscito a connettere quei due ultimi neuroni che gli erano rimasti, nonostante lo sterminio di massa dato da alcol, canne e fumo ed è riuscito a capire che fosse meglio sparire.

Decisamente ha ragione Sara…Come si può non amare esseri così?!

La mia migliore amica interrompe i miei pensieri ponendomi la domanda a cui ogni confidente deve sempre essere pronta a rispondere.

« Mi stai ascoltando?» Quanto adoro quell’espressione corrucciata con il sopracciglio alzato! Ho provato a farla tantissime volte, ma il mio sopracciglio si ostina a rimanere giù… Maledetto sopracciglio!

« Si, si, certo! » Rispondo ostentando una sicurezza degna della migliore attrice di Hollywood.

Mi guarda ancora un po’ sospettosa, ma vengo salvata in corner dall’arrivo provvidenziale di quello scimmione del suo ragazzo.

Io sarò anche prevenuta, ma non permetterei mai ad uno così di avvicinarmi, tanto meno gli infilerei la lingua in bocca… Blah! Che schifo!

Cerco di non pensare ai due che si limonano accanto a me, per non rigettare la colazione.

Avete presente quando si dice che l’uomo derivi dalle scimmie? Be’… Quel ragazzo ne è la prova lampante!

Peloso oltre ogni immaginazione, braccia e gambe sembrano foreste, mentre il petto e la schiena possono passare per boschetti. La barba fortunatamente la rade, ma in compenso i capelli mori lunghi sono tenuti legati in un codino.

Le prime volte che lo incontravo non potevo fare a meno di chiamarlo Ciubecca, come quello di Guerre stellari, ma dopo i rimproveri di Sara ho deciso di soprannominarlo Gaston. Avete presente quello del cartone La bella e la bestia? Sono sicurissima che durante una delle canzoni del cartone della Disney il personaggio in questione mostri una foresta densa e nera sul petto. 

Certo, Sara può intestardirsi quanto vuole sugli occhi azzurri e sul fisico scolpito, per quanto poco visibile sotto la densa peluria, ma per quanto mi riguarda quel ragazzo è propri brutto! Forse con una bella ceretta totale e un taglio ai capelli potrebbe risultare passabile, ma per come è ora tutti i miei commenti sul suo aspetto, a detta di Sara, finirebbero con l’offendere il suo “Patatino” a morte.

«Tesorino, ti ho portato la merenda. Ti va?» Chiede Sara dolce.

Io non posso fare a meno di gioire. Finalmente Gaston muore! Muahahaghahah…
Nessuno sopravvivrebbe a qualcosa cucinato dalla mia migliore amica, tanto più se è qualcosa fatto interamente da lei. Già riesce a far risultare schifosi i cibi pronti. Come faccia a far venire salata una torta di cioccolato già pronta lo sa solo lei…

Ieri sera è rimasta alzata fino a tardi per preparare il pranzo e dei biscotti dolci. Io fortunatamente sono riuscita a mettere in borsa un po’ di cibo sano senza farmi scoprire.
I biscotti li ha fatti apposta per il suo “orsacchiottino”. Peccato che era talmente tardi che ha scambiato il sale per lo zucchero, la farina da pizza per quella da dolci, spaccando le uova qualche pezzo di guscio è finito nell’impasto e così via… Ho notato solo alcuni dei tanti errori che sicuramente ha commesso, ma ho preferito non commentare, dopotutto ci tengo alla vita.

« Certo amore! Ho una fame, oggi ho saltato la colazione e lo stomaco brontola…»

Con entusiasmo l’essere peloso prende un biscotto e lo ficca tutto in bocca per poi masticarlo. Se fossi stata un ragazzo probabilmente avrei pensato “Muori bastar…!”(avete presente gli uomini davanti alla Play o all'X-BOX?), ma siccome sono una ragazza fine ed educata mi sono limitata ad una risata mentale malefica.

Rimango letteralmente a bocca aperta e gli occhi premono per sgusciare fuori dalle orbite e rotolare per terra. Non solo Gaston mangia con gusto il primo biscotto, ma ne ingoia altri tre con voracità!

Oddio! Che per una volta nella storia Sara abbia creato qualcosa di commestibile?!

Sporgo la mano per prendere uno dei suoi biscotti e lei me lo porge contenta sotto lo sguardo di fuoco del fidanzato. Dimenticavo di dire che il mio odio nei suoi confronti sembra sempre essere ampliamente ricambiato…

Porto il dolcetto alla bocca e ne assaggio un pezzettino piccolissimo.

Mi serve dell’acqua e un cestino della spazzatura! Che schifo… Sono flaccidi, appiccicaticci e piccanti. Non chiedetemi come possano essere piccanti dei biscotti… Ma dove lo ha trovato il piccante, visto che in casa nostra non ne abbiamo?!

« Allora, come sono?» Mi chiede la mia migliore amica allegra. «Questa volta mi sono impegnata tantissimo…»

Ok, cosa le dico adesso? Io sorrido cercando un modo per togliermi dai casini, sapete come si dice...Quado si è nei guai, sempre "Carini e coccolosi"!

La scimmia mi salva ancora. Non ditemi che devo ringraziarlo??! No, non esiste…

«Buonissimi! Cucciola, sono davvero ottimi.» Per enfatizzare le sue parole ne prende altri due. Mah! Contento lui… È proprio vero che il miglior condimento è la fame!

Io faccio finta di mangiare il mio velocemente, mentre in realtà me ne libero gettandolo sotto la sabbia e ricoprendolo con il piede.

 

Il pomeriggio passa veloce, una nuotata, un po’ di pennichella sulla sdraio e una partita a beach-volley con il Peloso e compari.

Certo non erano tutti ragazzi così brutti esteriormente, c’erano il biondo Riccardo, il body-builder Carlo e il “simpaticissimo” Luca. Uno più cretino dell’altro.

La prima volta che ho visto Riccardo venirmi in contro, mi si è mozzato il respiro in gola, era bellissimo, un fisico statuario, i fini capelli biodi che gli ricadevano sulla fronte e quegli stupendi occhi verdi. Si è avvicinato, mi ha guardato (dopo aver fissato tanto Sara da consumarla, ma poi si è ricordato che era già impegnata con il suo amico, quindi si è voltato verso di me) e ha parlato.
Sono scoppiata a ridergli in faccia.
Avete presente quelle vocine che ti vengono quando respiri l’elio? Be’… La sua voce era esattamente così! 
Si, ammetto di essere stata maleducata, ma a mia parziale discolpa ero così assurdamente ammaliata dal suo corpo e dal suo sguardo che tutto mi sarei aspettata, ma non quello. Anche a Sara era venuto da ridere la prima volta che lo aveva sentito, ma almeno Gaston l’aveva avvertita e lei si era risparmiata la figuraccia, invece la str… non si è curata di avvisarmi.
Inutile dire che Riccardo si è un po’ offeso, giusto un po’… Non mi ha più rivolto la parola...

La prima volta che conobbi il body-builder Carlo invece non ebbi problemi di nessun tipo, ma la seconda volta fu un disastro, gli rovesciai per sbaglio addosso una bibita e lui dovette andare in giro a torso nudo per il resto della serata, non che a lui o alle altre ragazze sia dispiaciuto poi tanto… Se vi state chiedendo allora quale sia il suo difetto posso dirvi che di sicuro non è la modestia. È un esaltato pazzesco, oltre ad essere una testa calda di prima categoria.

Infine Luca, considerato da tutti “simpaticissimo”. Immagino per il fatto che bello non è, quindi per giustificare una simile amicizia qualcosa si deve pur inventare, no?

Comunque sia, il pomeriggio trascorse senza altri notevoli fatti d’interesse, a parte la pallonata che ho ricevuto da un gruppetto di ragazzi mentre prendevo il sole.
Una tipica tecnica d'abbordaggio dite voi? Bah...Comuque, molto probabilmente avevano cannato il lancio, perché hanno preso me invece di Sara. 
Un bel moro era venuto a scusarsi e la faccenda si era risolta in maniera pacifica, almeno vista dall’esterno, perché mentalmente il moretto si prese un paio d’insulti non proprio gentili.

Fatto sta che il sole tramonta e noi andiamo a cambiarci in hotel. Io e Sara indossiamo degli abiti carini e ci trucchiamo. Inutile dirlo, la mia migliore amica è uno schianto con quel tubino rosso e le decolté nere, però questa volta neanche io sono tanto male, il mini-vestito bianco mette in risalto la mia pelle abbronzata e i capelli castani mi ricadono leggermente mossi sule spalle. Chissà che per una volta non trovi un ragazzo che guardi prima me...

 

Mangiamo in uno dei locali sulla spiaggia. Siamo tutti molto affamati, perché con le mie poche scorte di cibo avevo dovuto nutrire altri tre ragazzi oltre a me stessa. Riccardo era arrivato a rivolgermi addirittura la parola per dirmi “grazie” e io ero riuscita a rimanere impassibile al suono della sua voce, o almeno ci ho provato e spero solo che non mi sia uscita una smorfia strana. 
Ho dovuto costatare che dei tre quello che mi ha fregato più provviste è stato il “simpatico” Luca, che, pur essendo il più gracilino del gruppo, mangia quanto un elefante… 
Comunque sia, siamo tutti affamati tranne Sara e il suo Puccipucci(che teoricamente si chiamerebbe Andrea, ma Gaston continua a sembrarmi più appropriato), perché sono gli unici che sono riusciti ad ingurgitare il cibo cucinato dalla donna di casa.

Appena ci sediamo un cameriere viene immediatamente a lasciarci i menù.

« Volete consigli?» Chiede cordialmente.

Secondo voi si può ordinare il cameriere stesso, magari senza vestiti? No, perché vedendo il giovane che ci serve mi è venuta l’acquolina in bocca.
È un gran bel pezzo di ragazzo! Moro, con gli occhi scuri, abbronzato e abbastanza muscoloso… Il mio piatto preferito insomma!
Lo riconosco, è proprio il ragazzo che mi ha colpito con il pallone e che poi è venuto a scusarsi questo pomeriggio. Come al solito ho occhio per queste cose, è proprio carino come mi era sembrato.

Naturalmente non mi degna neanche di uno sguardo, troppo intento a fissare Sara e quando finalmente si volta verso di me ho già perso interesse per quel nuovo cretino. Ci avevo azzeccato anche su questo, aveva sbagliato mira con il tiro al pallone di quel pomeriggio...

Io e gli altri tre ragazzi al tavolo ordiniamo, mentre i due piccioncini si sono messi a tubare con il cameriere è ancora in piedi davanti al nostro tavolo ad aspettare le loro richieste. 
Il ragazzo moro li fissa in evidente difficoltà. Riccardo e gli altri due iniziano a parlare tra loro incuranti di ciò che accade, così devo pensarci io a far tornare la coppietta felice sulla terra. Inizio a schiarirmi la voce più volte, ma solo un calcio ben assestato sotto il tavolo sortisce l’effetto sperato e finalmente Sara si volta.

«Che c’è sta volta?» Mi chiede irritata ed io, pur non volendo, mi offendo per il suo tono.

Quando si accorge del cameriere ancora lì a fissarli diventa rossa e si scusa con lui porgendogli i menù e ordinando per entrambi. Dopo si rivolge a me scusandosi, ma la ignoro.  

Non mi sono mai annoiata tanto. I tre cretini seduti al tavolo stanno iniziando ad ubriacarsi con del vino, mentre gli altri due sono ancora dispersi nel loro mondo di unicorni rosa, angioletti e cuoricini.

Io mi chiudo in un silenzio ostinato per tutta la sera. Dopotutto con chi dovrei parlare? Con i tre cretini o con la coppietta? I primi non mollano un attimo l’argomento mondiali di Formula uno, i secondi hanno nuovamente la bocca in comune. 
Ah, gli idioti hanno cambiato argomento, ora sono passati a parlare dei fondoschiena di un gruppo di ragazze appena enrate nel ristorante. Io ci rinuncio...

Mi fermo ad osservare il mare al buio, sembra un liquido nero, fa impressione. Pur essendo venuta spesso alla spiaggia non ho mai fatto il bagno di notte.

Un movimento sulla sinistra mi riscuote dai miei pensieri. Mi volto di scatto e mi trovo davanti il cameriere di prima che sta lasciando sul tavolo un’altra bottiglia di vino, ordinata sempre dai tre ragazzi. Mi guarda e mi sorride.

Lo fisso spiazzata.
Cosa vuole questo?! Deve aver capito che Sara è già impegnata e adesso ci prova con me… Oppure mi sono macchiata mangiando?
Mi fisso l’abitino chiaro che indosso e non noto nessuna macchia. Lui è ancora là e non posso fare a meno di guardarlo stranita.
Sono sicura di non essere ubriaca, ho bevuto solo un sorso di vino, perché i tre avvoltoi lo hanno sequestrato subito dopo e lo hanno finito in un attimo.

Mentre lo guardo mi viene un’idea che più stupida non si può.

« Mi scusi, lei sa mica se di notte si può fare il bagno in mare?»

Il ragazzo non sembra sorpreso e risponde senza battere ciglio. « Certo, ma bisogna fare attenzione.» mi si avvicina un po' « Sai, penso che tu possa darmi del “tu” visto che avremo circa la stessa età, mi chiamo…»

«Allora gradirei avere il conto per me…» Lo interrompo. 

Si, ha decisamente notato che Sara è impegnata e io no! 

Mi alzo. Al tavolo improvvisamente tutti mi puntano gli occhi addosso e mi guardano interrogativi, così sono costretta a spiegar loro le mie intenzioni.

«Vado a farmi un bagno, passo dall’albergo a prendere il costume, voi che fate?»

«Ma è notte…» Che uscita geniale Sara, davvero illuminante!

Mi fissano un po’ delusi dalla mia intenzione di rovinare i loro piani. « Noi andiamo in discoteca, in centro, facciamo After…» dice Gaston per tutti, ma non lo lascio finire.

« Allora ci vediamo domani mattina, Sara, non ti aspetto in piedi, quindi se vuoi vai a dormire con lui oppure fai silenzio quando torni in camera.»

Così dicendo mi alzo e seguo il cameriere per pagare, lasciando il gelo dietro di me. 

Faccio attenzione a non guardarlo in faccia, perché potrebbe pensare che lo incoraggi a provarci. Pago il conto e mi dirigo all’albergo, che fortunatamente dista poco. 
Mi metto il costume e velocemente mi dirigo alla spiaggia con l’intenzione di tuffarmi subito in acqua, ma poi mi ricordo di aver appena mangiato. 
Lo so, non sono una bambina, ma fatelo voi il bagno di notte in quell’acqua nera, da sole e sapendo che potreste avere una congestione...

Irritata mi sdraio sulla sabbia e rimango incantata a fissare il cielo stellato. Il manto nero della notte risalta in maniera incredibile le stelle e nessun inquinamento luminoso ne sminuisce l’intensità.

All’improvviso una stella precipita giù dal cielo.
Da vera stupida quale sono non esprimo un desiderio, ma penso con un po’ di tristezza che così ci sarà una di meno di quelle meravigliose stelle da osservare. Mi riprendo solo quando quella è ormai sparita alla vista, ma con un briciolo di speranza formulo il mio desiderio sperando che quel corpo celeste sia gentile e lo esaurisca lo stesso. 

Rimango sdraiata a lungo a fissare la volta celeste in visione notturna sperando di avvistare qualche altra stella cadente per esprimere meglio il mio desiderio, ma non ne vedo.

Senza accorgermene mi addormento lì, sdraiata sulla sabbia umida, completamente alla mercé di qualsiasi malintenzionato. Forse, spinta dalla noia, avevo effettivamente bevuto più vino di quanto pensassi, perché la me stessa normale non si sarebbe mai addormentata così senza protezioni, completamente esposta ai rischi.

Eppure forse quella stella cadente ha preso a cuore il mio destino, perché la mattina dopo mi sveglio sana e salva, la borsa ancora intatta accanto a me e non solo.

Non mi accorgo subito della giacca nera di pelle poggiata sul mio corpo, infatti ancora prima di notarla mi rendo conto del ragazzo seduto poco distante da me, immobile a fissare il mare. 
È moro, indossa una maglietta verde e un paio di jeans. Mi sembra familiare…. È il cameriere! 

Ma cos’è? Mi pedina?!

Seguo il suo sguardo e mi incanto nell'osservare il sole che sta sorgendo dall’acqua, dove si riflettono le varie tonalità di colore comprese tra il rosso e il giallo, mentre il cielo si rischiara trasformandosi dal blu scuro ad azzurrino.

Torno a fissare il ragazzo, che ora mi sta guardando a sua volta e gli porgo la giacca.

«Grazie» dico solamente e lui fa un cenno della testa in risposta.

In silenzio si alza e si allontana.

Mah… Maschi… Chi li capisce…

Visto che ci sono, mi svesto e faccio il bagno nell’acqua fresca del mattino dipinta dai colori dell’alba. È un po’ fredda, ma stupenda.
Quando esco il ragazzo è nuovamente seduto vicino alla mia borsa e mi porge l’asciugamano.

« Hai infilato le mani nella mia borsa!» Lo accuso indignata e prendo l'oggetto con strizza per legarmelo intorno al corpo.

« Per colpa tua sono rimasto qui tutta la notte. Siamo pari. » Dice semplicemente con una scrollata di spalle.

Ma certo! Gli rivolgo un'occhiataccia. Va be'... 

Mi siedo nuovamente accanto a lui, ma il moro rimane in silenzio e sembra volermi ignorare. 

Fa il menefreghista? Tipica tecnica di conquista maschile, nella quale devono fare vedere quanto sono forti e quanto sono superiori agli altri. Lo ignoro a mia volta, solitamente è l’unico modo per demolire questa sua strategia. 

Faccio per prendere la mia roba e camminare verso l’hotel, quando il mio buon proposito di non calcolare la sua presenza va a farsi benedire.

Proprio non posso ignorare il sacchetto che mi sventola davanti al naso, dall’odore sono cornetti alla marmellata! I miei preferiti!

« La panetteria qui dietro è aperta e il panettiere è un mio amico…» si giustifica lui, come se ce ne fosse bisogno.

Tiro fuori un cornetto con un fazzolettino pulito che ho preso dalla borsa e glielo porgo, poi mi butto sul mio. Lo mangio con voracità, affamata e golosa e lui ridacchia guardandomi sottecchi.

«Se sapevo che ti piacevano così tanto ne prendevo di più…»

Io lo fisso fintamente inorridita. «E la dieta dove la mettiamo? Già dovrei ucciderti per avermi tentato con un cornetto!»

Lui ride apertamente «Dieta o no, lo hai finito in un lampo… Comunque PREGO, eh?!»

Sorrido anch’io. «Come hai detto di chiamarti?»

Lui si alza e si pulisce i pantaloni con la mano. « Non lo ho detto…Qualcuno mi ha interrotto prima. È stata la colazione a renderti meno indisponente o ieri avevi solo la luna di traverso?» 

Lo guardo stupita. « Cosa intendi dire?»

« Intendo dire che ieri pomeriggio quando ho cercarto di scusarmi con te mi stavi augurando di morire con gli occhi e ieri sera quando ho tentato di parlarti mi hai ignorato bellamente. Non ti devo piacere molto, non è così? »

Io lo fisso allibita e completamente spiazzata. Alla faccia della sincerità! 
Non ho una minima risposta da dargli... Inizio a borbottare qualcosa come "No, non ti volevo ignorare" o "Non è vero che non mi piaci".

Il ragazzo mi fissa dall'alto in basso e si volta. Lentamente si allontana e il mio sorriso si spegne in modo direttamente proporzionale alla distanza che ci divide.

Quando ormai sul mio viso si è formata una smorfia di delusione, proprio in quell’attimo si volta e mi guarda impacciato.

« Che fai? Non vieni? Ti accompagno in hotel, se rimani così ti ammalerai e sicuramente finiresti con il dare la colpa a me...»

Non ci credo! Anche lui sa fare quella cosa col sopracciglio, ma sono l’unica impedita?!

Si volta di nuovo e riprende a camminare con le mani nelle tasche e il passo svogliato, ma mi guarda di nascosto con la coda dell’occhio. Sempre la solita storia del ragazzo che fa il figo fingendosi menefreghista. O almeno credo...

«Comunque mi chiamo Simone. Semplicemente Simone, nessun soprannome…» Mi grida sempre di spalle.

Mi alzo, prendo la borsa e lo raggiungo. 

«Piacere di conoscerti Simone solo Simone!» Dico ridendo, mentre lui mi sorride a sua volta.

Dici che sono troppo prevenuta, Sara?

Forse hai ragione in fondo, ma proprio in fondo, in fondo… A volte forse vale la pena di conoscerli alcuni componenti di questa razza inferiore.

Non credo nella magia, ma una cosa la so. Avevo espresso il desiderio di non essere più sola e la stella cadente aveva trovato qualcuno che vegliasse su di me per quella notte, ora stava a me decidere se permettergli di vegliare anche sulle notti e i giorni a seguire.

Amo l’estate... (Forse anche più dei cornetti alla marmellata! Naaaahhh…)

 

  
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