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Autore: Rota    28/07/2011    1 recensioni
Lei aveva qualche problema, questo era assolutamente indiscutibile.
Lei aveva qualche problema di comportamento, questo Caterina l'aveva pensato fin da subito.
Lei aveva qualche problema a livello di relazioni interpersonali, questo era talmente evidente che era quasi stupido dirlo ad alta voce.
Lei era Elisabeth Kirkland, la matrona elegante e irreprensibile di stampo vittoriano che si trovava tanto spesso a uno dei tanti pub per soli adulti a svuotare l'ennesima bottiglia di rhum.

****[Fem!RusUk]****
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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*Autore: margherota

*Fandom: Axis Powers Hetalia

*Titolo: Lei, solamente lei

*Personaggi: Fem!Russia (Caterina Braginski), Fem!Inghilterra (Elisabeth/Lizzy Kirkland)

*Genere: Introspettivo, Generale

*Avvertimenti: Shojo ai, One shot, What if...?, Gender Bender

*Rating: Giallo

*Prompt fanfic100_ita: 085. Lei

*Parole: 1930

*Note: Fan fic scritta per lo FemSlash day

Anche qui, so per certo che al mondo sono esistite un sacco di Fem!Inghilterra prima della mia, non credo proprio di essere la prima a usarla XD Tuttavia, per pura pigrizia, non ho controllato quali nomi ciascuna fan writer/fan artist ha usato per lei. Se mai qualcuno ha usato questo nome prima di me, non si faccia scrupoli a dirmelo che provvederò a mettere i dovuti riferimenti (L) Non voglio litigare con nessuno (L)

Qualcuno potrà in effetti notare come questa one shot si basi essenzialmente più sul dialogo che sull'azione XD è un effetto voluto, in realtà =) trovo che queste due piccolette diano un sacco di spunti assolutamente interessanti da affrontare (L)

Per il mio Iggy personale, a cui avevo promesso una sorpresa per il suo ritorno dalle vacanze (L)

 

 

 

 

Lei aveva qualche problema, questo era assolutamente indiscutibile.

Lei aveva qualche problema di comportamento, questo Caterina l'aveva pensato fin da subito.

Lei aveva qualche problema a livello di relazioni interpersonali, questo era talmente evidente che era quasi stupido dirlo ad alta voce.

Lei era Elisabeth Kirkland, la matrona elegante e irreprensibile di stampo vittoriano che si trovava tanto spesso a uno dei tanti pub per soli adulti a svuotare l'ennesima bottiglia di rhum.

Caterina non vedeva nulla di male in tutto ciò se non nel fatto che la suddetta signora Kirkland manteneva quel contegno puramente inglese che le impediva di ammettere di essere uguale a tutte le altre ubriacone. Come lei. Caterina lo trovava dannatamente irritante, senza neanche curarsi di non darlo a vedere - lei non aveva una secolare storia di pudore e di contegno, dove anche solo far vedere un poco di collo scoperto era equiparato a fare sesso selvaggio di fronte all'intera popolazione.

Francia le aveva insegnato le buone manie, certo, ma sicuramente non a essere troppo ipocrita, contando poi che tutte loro avevano le mani sporche di sangue e tanto santarelline non lo erano per niente,alla fin fine.

Ma lei no, lei voleva essere diversa dalle altre. Lei forse lo era davvero, diversa dalle altre: forse solo Cina, forse solo poche altre Nazioni a quel Mondo sapevano così tanto di dominazione da poterne vantare persino l'odore sulla propria persona.

Lei voleva a tutti i costi mantenersi diversa, e per Caterina che aveva faticato invece a essere così uguale alle altre non andava bene. Proprio per niente.

 

-Lizzy, ti trovo bene...-

Raggomitolato tra una matassa scomposta di capelli non del tutto raccolti in mezzo a mollette nere e un braccio malamente appoggiato sul bancone, il viso rosso e appena lustro di Elisabeth Kirkland fece capolino di nuovo,voltando lo sguardo leggermente appannato in alto, la dove quella molesta fonte di rumore l'aveva rubata a un oblio sicuramente più pacifico e rassicurante.

Caterina Braginski la guardava sorridendo - e dal colore purpureo delle sue gote, si poteva intuire benissimo cosa avesse fatto fino a quel momento. La bottiglia di vetro chiaro nelle sue mani,quasi del tutto vuota, non fece che confermare il sospetto.

Lizzy la guardò storto, cercando di raddrizzarsi con entrambe le mani.

Dimentica di ogni gentilezza ed eleganza, probabilmente sprecate se usate per l'altra, le rispose.

D'altra parte, non aveva mai fatto mistero di quanto poco sopportasse Caterina.

-Cosa ci fa la nazione Russa a casa mia?-

Caterina le fece il verso, e con la sua voce infantile risultò addirittura più fastidioso e irritante del dovuto: di contro alla calma generale circostante, le due donne risultarono fin troppo rumorose.

-La nazione Russa è venuta a fare una visita di cortesia alla nazione Inglese...-

L'altra sbuffò, portandosi le mani alla capigliatura.

Cercò di porsi un contegno, magari sistemando proprio quel ciuffo ribelle che le ricadeva scomposto di lato alla fronte, ma dopo tre tentativi ancora non ci era riuscita e allora lo mandò a quel paese mentalmente o poco meno e tornò, irritata, a parlare con l'altra donna.

-In un pub di ubriaconi? Bel posto per una riunione internazionale!-

Caterina si lagnò, trovando nella lamentela puerile la perfetta scusa per la sua presenza in quel posto.

In realtà, nell'entrare nel locale, aveva persino portato una mano al naso da tanta puzza c'era, e se non fosse stato per Lizzy sarebbe scappata a gambe levate - probabilmente per finire la sua amata vodka nella solitudine di un vicolo di periferia.

-Non è certo colpa mia se tu frequenti più posti come questi che i palazzi del tuo governo!-

L'inglese la guardò male, dandosi un'ultima sistemata all'abito lungo.

-Braginski, non sei affatto spiritosa!-

-Non volevo esserlo, infatti...-

Cadde il silenzio per qualche secondo.

Lizzy non aveva neppure voglia di sprecare irritazione per l'altra, mentre Caterina bevve un lungo sorso di alcool, direttamente dalla bottiglia. Nessuno dei pochi presenti diede cenno di dar loro anche la minima attenzione, e dietro al bancone il gestore stava litigando con lo sporco ostinato di un calice di birra particolarmente appannato.

Braginski bevve ancora, e poco dopo Kirkland la imitò con un sorso lungo.

-Mi sono sempre chiesta come tu faccia a bere quella roba...-

Elisabeth la guardò allusiva, indicando con un cenno del capo il contenitore non piccolo tra le sue mani - quello che la giovane donna aveva appena svuotato nella propria gola.

-Potrei dire la stessa cosa di te, lo sai?-

-Praticamente è acqua!-

-La tua ha un sapore orribile!-

-Ma almeno sa di qualcosa!-

-Evidentemente la tua lingua è talmente atrofizzata da non sentire più nulla, Braginski!-

-La mia lingua sente benissimo, Kirkland...-

-Terribili schifezze, immagino!-

Irritata come una bimba che non gradisce proprio per niente che un gioco noioso e inutile venga protratto all'infinito, Caterina sbattè con una certa mala grazia la bottiglia sul bancone - e Lizzy temette per un solo istante il peggio circa una pala da becchino e la sua testa spiaccicata contro quello stesso bancone, magari senza più tanto sangue in circolo.

Invece Caterina la sorprese, liberandosi entrambe le mani in fretta e prendendole il viso con un solo gesto, appiccicando la propria bocca alla sua.

Sapeva di alcool e anche di muschio - sapeva molto di Russia, in realtà. E il suo sapore si mescolò così velocemente all'odore fortissimo che aveva addosso da rendere i sensi alterati tutti in una volta.

Era troppo vicina, decisamente.

Quando la donna si separò da lei, lasciandola più storidta del dovuto, stava sorridendo ancora, evidentemente molto contenta e soddisfatta di sé.

-Questo non era poi tanto male, in realtà...-

Lizzy ci impiegò davvero poco a riprendersi dalla cosa, sfoggiando il suo solito orgoglio e la sua solita sicurezza di sempre. Nel dubbio, si sistemò persino una ciocca ribelle di capelli dietro l'orecchio - per darsi ancora più tono, insomma.

-Ovviamente, fabbricato inglese! Non c'è migliore qualità che la nostra!-

L'altra la schernì, paziente e inesorabile.

-Mi domando se dopo questo la tua lingua abbia avuto un sussulto di vitalità...-

Lizzy sbuffò, guardandola ancora torvo.

Niente, non che lei ci tentasse, almeno, ma proprio non riusciva a farsela stare simpatica. Troppo russa per i suoi gusti.

-Cosa vorresti insinuare?-

-Non riesci a dire una frase senza per forza porre una domanda? Sei piuttosto irritante...-

-Se tu la smettessi di dire stupidaggini forse potrei riuscirci senza difficoltà!-

-Kirkland...-

-Dimmi cosa vuoi Braginski e possiamo farla finita...-

Caterina le prese il bicchiere, alzandolo praticamente allo stesso livello del suo naso ancora rosso.

Lei la guardò male, questa volta per l'incomprensione, e Caterina le sorrise il più genuinamente che le fu possibile.

-Vorrei fare un brindisi...-

Ancora, scetticismo e un briciolo di ironia nella voce.

-Con rhum e vodka?-

-Io prendo il rhum e tu la vodka...-

-Un brindisi per cosa, Braginski?-

-A questo pub, che è diventato all'improvviso sede di un incontro internazionale!-

-Un onore incredibile in effetti, dato il luogo...-

Bicchieri alzati, qualche volto in quella direzione.

La voglia esplicita di farla finita una volta per tutte sul viso dell'ospite più anziana.

-Al pub!-

-Al pub!-

 

Ci fu uno schiocco, una mano che picchiava con una certa violenza un'altra sul dorso, nel tentativo di allontanarla.

Certo, se magari Caterina avesse desistito dall'infilarle le dita esattamente sotto i vestiti - esattamente in quei punti dove era certa di raggiungere quasi subito la sua pelle calda - certo Lizzy non si sarebbe vista costretta a reagire in quel modo.

Era colpa della russa, d'altronde, non certo sua.

-Non ti pare che sia sufficiente, per oggi?-

Ma Caterina non demorse, e spingendola ad aprire le gambe per farle spazio, dacché proprio poco non occupava con tutto il suo corpo, le rispose esattamente quando le sua mani alzarono la sua gonna lunga, andando ad accarezzarle le gambe snelle.

-No...-

La gonna, però, fu abbassata quasi con stizza, mentre Lizzy guardava torvo la russa in volto, piena nello sguardo di rimprovero.

-Io dico di sì, invece!-

-Io dico di no...-

-Cosa vuoi esattamente da me? Non credi di aver preso già abbastanza?-

Che fosse stato chiaro l'intento della russa, fin dal principio, di finire col metterle le mani addosso - per sentire esattamente quanto fosse morbida la pelle e quanto soda la carne di tipo vittoriano in modo poi di cantarne gli elogi a sua volta -, non aveva poi così importanza, in realtà.

Almeno, non per Lizzy, e specialmente non quando lei ne richiedeva il conto.

Peccato che Caterina non fosse esattamente dello stesso avviso. Ma mai che l'inglese si abituasse alla precisione e all'ineluttabile nettezza con cui la giovane dichiarava i propri intenti, eh. Dovevano sempre finire per litigare a quel modo, con l'eventualità alle porte di venire seriamente alle mani.

Fortunatamente, quella sera Caterina voleva più baciarla che strozzarla, per cui le rispose ancora una volta pacata.

-No...-

-Sai dire solo "no", per caso? Sei noiosa!-

-Non dico solo no e tu sei sicuramente più noiosa di me: non fai altro che lamentarti...-

-Io non mi lamento!-

-Lo stai facendo proprio adesso...-

Lizzy sbuffò, e Caterina colse l'occasione al volo per attaccarle la bocca al collo e cominciare a baciarla lì - sembrava che la bocca non volesse smettere di muoversi, e litigarci alla lunga era fin troppo sfiancante.

Sentì le mani dell'inglese premerle con una certa irritazione sulle spalle, ma poté quasi scommettere che la violenza delle sue parole non era la stessa delle sue reali intenzioni.

Si guardò bene dal farglielo notare: non voleva stare a discutere con lei tutta la santissima notte.

-Senti, Braginski, questo discorso non porterà da nessuna parte...-

-A me piace restare qui...-

-Ah, in effetti è un posto adattissimo a te! Un vicolo buio, sporco, zozzo e pieno di ratti! Perfetto per un appuntamento!-

Le sorrise, prima di zittirla con un bacio e un abbraccio forse troppo stretto. Il viso dell'altra affondò, non propriamente per caso, contro il suo cappotto, all'altezza del suo seno caldo, dove si ritrovò con la bocca a contatto con la stoffa ruvida e le mani, corse in soccorso del volto, esattamente poggiate lì, tanto da stringere occasionalmente e per sbaglio - proprio per sbaglio - le dita attorno a lei.

-Mi piace stare con te... Anche se preferirei che non continuassi a sbraitare come una gallina strozzata!-

-Io non sbraito come una gallina strozzata!-

-Lo hai appena fatto...-

-Sei ripetitiva!-

-E tu non ti accontenti mai...-

La stava ancora toccando, lasciando che la sua voce uscisse un poco meno forte dalle sue labbra, perchè così vicine al suo corpo potevano sembrare più sconce di quello che avrebbero dovuto essere.

Caterina le sorrideva, mentre portava le proprie mani in basso, sopra la gonna ma ben piazzate sopra il suo sedere.

Era irritante il suo modo di fare così esplicito, avrebbe dovuto morderla per questo.

Si vedeva da quale stupida, stupida rana aveva appreso le buone maniere, dannazione.

-Scusami se aspiro a qualcosa di meglio che essere pigiata da un donnone mastodontico contro un muro lercio dietro un pub di ubriaconi!-

-Preferiresti un letto che profuma di acqua di colonia, una bacinella ripiena di champagne e fragole e magari uno schiavetto di fianco al letto che ti massaggia le spalle?-

-Non sarebbe male, come idea...-

-Non pensavo che avessi gusti così simili a Francia, Lizzy...-

Kirkland fece una smorfia - ma solo perché Braginski la baciò sulla guancia e sulla tempia, avvicinandosi sempre di più alla bocca e comprimendosi di più contro di lei con tutto il resto del corpo, impaziente.

-Caterina...-

-Sì, Lizzy?-

-Esiste un modo per farti stare zitta?-

-Questi dovresti dirmelo tu, Lizzy...-

 

Alla fine, lei, aveva una bellissima espressione anche quando sbuffava.

   
 
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