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Autore: TooMuchAngie    30/07/2011    5 recensioni
Colin continuava a balbettare scuse sopra scuse, mentre chiudeva la valigia e si infilava il cappotto.
Jared quasi non si rese conto quando gli accarezzò una guancia, asciugandogli lacrime che non si era accorto di stare versando.
“ Ti chiamo appena posso, ok?” chiese Colin, senza convinzione, alzandogli con due dita il volto inerme.
Jared annuì, più perché il suo cervello gli diceva di farlo che per altro, e non battè cigliò quando Colin gli posò un bacio sulla fronte e sparì dietro la porta, con la valigia e con il suo cuore.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Insomma boh, mi è uscita questa cosa dopo mesi passati senza ispirazione.. in realtà non mi piace nemmeno un pò, ma dopotutto sono le 3 di notte e mi bruciano gli occhi, può anche darsi quindi che abbia scritto un capolavoro e non me accorga (se come no) XDD
Ci vediamo sotto!








Jared alzò gli occhi sul piccolo cottage di legno, circondato solo da vegetazione che cresceva rigogliosa in tutta la zona circostante.
Piccole gocce di pioggia si infrangevano al suolo, picchiettando contro la sua  valigia poggiata sul terreno, che cominciava a bagnarsi trasformandosi in una fanghiglia scura.
Rimase immobile per un tempo che parve interminabile, apparentemente con lo sguardo fisso sulla costruzione e riparato da un paio di occhiali scuri.
Poi, come se si fosse svegliato da un sogno, prese la valigia al suo fianco e si mosse verso l’entrata. Estrasse dalla tasca del cappotto un paio di chiavi e aprì la porta blindata, entrando.
Il suo sguardo corse da una parte all’altra della stanza, per cercare segni di cambiamento, un qualche segnale che lui fosse passato di lì in sua assenza.
Ma nulla, tutto era come lo ricordava: il divano posizionato davanti alla tv, il tavolo di legno, con sopra il portafiori regalato loro da Rita, quel quadro assurdo che lui aveva voluto comprare per forza, appeso sopra il caminetto… niente, tutto era esattamente al suo posto.
Jared sospirò, poi si tolse gli occhiali ed il cappotto, appendendo quest’ultimo all’attaccapanni vicino la porta.
La casa sembrava ora così vuota e triste che pensò per un attimo di aver fatto uno sbaglio a venire qui, ma la voglia era stata troppo forte, troppo intensa nel suo stomaco, stretto in quella morsa di solitudine e disperazione.
Erano mesi che ormai fingeva di vivere, quando invece aveva smesso da un pezzo.
Da quando lui mi ha lasciato.
Dio! Suonava così da ragazzina col cuore spezzato detto così, ma era la pura verità.
Era diventato un pallido riflesso di se stesso, incapace di affrontare qualsiasi cosa, riscoprendosi così debole da non riuscire ad affrontare neanche la sua stessa ombra.
Tutte le sue paure, sembravano essere salite a galla adesso che era da solo, terribilmente solo, senza il suo cuore, strappatogli dal petto con qualche scusa quella mattina di sei mesi prima.
 




“ Jared lo sai anche tu… questa cosa non può andare avanti, non ce la faremo mai e ne usciremo più distrutti di quanto già non lo siamo…”
Jared rimaneva in silenzio ascoltando passivamente Colin che infilava i suoi indumenti nella valigia aperta sul letto del loro cottage.
“ Per favore, non guardarmi in questo modo, complichi solo le cose! “
In realtà Jared non lo stava guardando in nessun modo, non era capace di vedere nulla in quel momento.
Forse, non era capace nemmeno di respirare.
Si era sempre chiesto come sarebbe stato questo momento, quello in cui il mondo gli sarebbe caduto addosso, chiedendo il riscatto di quei momenti di preziosa felicità che aveva passato in quei mesi, ormai volati via come niente.
Gli erano scivolati dalle mani, come la sabbia del deserto marocchino.
Colin continuava a balbettare scuse sopra scuse, mentre chiudeva la valigia e si infilava il cappotto.
Jared quasi non si rese conto quando gli accarezzò una guancia, asciugandogli lacrime che non si era accorto di stare versando.
“ Ti chiamo appena posso, ok?” chiese Colin, senza convinzione, alzandogli con due dita il volto inerme.
Jared annuì, più perché il suo cervello gli diceva di farlo che per altro, e non battè cigliò quando Colin gli posò un bacio sulla fronte e sparì dietro la porta, con la valigia e con il suo cuore.
Con i suoi sogni, con le sue speranze.
Con il suo mondo, con la sua vita.
Si era portato dietro tutto di lui, lasciandogli una voragine nel petto impossibile da colmare.
 
 
 



 
Jared accarezzò il copriletto blu del matrimoniale, in quella che era stata la loro stanza. Passò le dita magre sulla stoffa, chiudendo gli occhi e beandosi della sensazione familiare che quel contatto gli provocava.
Si spostò poi vicino l’armadio e lo aprì, constatando che nemmeno lì niente era stato toccato.
C’era ancora qualche camicia di Colin appesa, e lui non esitò a prenderne una e ad annusarla: aveva ancora il suo profumo.
Stava per prendere anche le altre, quando il rumore di una serratura che scatta lo fece allarmare. Solo due persone avevano la chiave di quel posto, lui, che era lì, e –
“Colin… “
Non era nella sua mente, non stava sognando. Colin era davvero lì, davanti a lui, in carne ed ossa. E lo guardava sconvolto, i grandi occhi scuri pieni di sorpresa.
Nessuno dei due era in grado di muovere un muscolo, continuavano a scrutarsi, avvolti in un silenzio scandito solo dal ticchettio della pioggia contro i vetri.
“ Che ci fai qui.. Jared?”
Jared spostò lo sguardo a terra. Già… che ci faceva lui lì?
“ I-io.. niente, volevo solo vedere se era tutto apposto.. “ balbettò insicuro, con lo sguardo sempre fisso stoicamente sul pavimento.
Colin mosse qualche passo verso di lui, mentre non gli staccava gli occhi di dosso un secondo. Era cambiato moltissimo da… quando si erano visti l’ultima volta. Adesso aveva il volto smagrito, il corpo più minuto e gli occhi circondati da occhiaie. Ma quello che più lo toccò, fu il fatto che i suoi occhi erano completamente stanchi e spenti, senza quella luce che li contraddistingueva.
No, quello che aveva davanti non era Jared, non poteva esserlo.
“ Umh.. forse.. forse è meglio che vada Colin..” disse l’americano, evitando di guardarlo in volto.
Mosse appena due passi che l’altro lo fermò, prendendolo per un braccio.
Quel contatto fece sussultare tutti e due, che si guardarono negli occhi finalmente dopo tanto, troppo tempo.
Colin sentiva di poter morire in quello stesso istante, ma si fece coraggio e si avvicinò ancora di più, fino a poggiare la fronte su quella di Jared, che aveva cominciato a piangere silenziosamente.
“ Mi dispiace..” sussurrava Colin sulla sua pelle, stringendosi quel ragazzo tra le braccia con disperazione infinita. “ Perdonami… Mi dispiace…”
Jared non fece altro che aggrapparsi ancora di più a Colin, come se fosse la sua ancora di salvezza in mezzo ad una tempesta. Ci si aggrappò con tutta l’anima, e Colin lo stringeva sempre più forte ad ogni singhiozzo.
Dopo quelle che parvero ore, si staccarono, Jared con gli occhi gonfi e rossi, Colin troppo provato e pieno di lui per riuscire a pensare ad una sola cosa che non fosse Jared. Il suo americano, che aveva abbandonato per metter su una famiglia che aveva già distrutto, portandosi via tutti i pezzi della sua anima.
“ Jared..” sussurrò, la voce inclinata “ Perdonami per tutto.. ti amo, vorrei che tu- “ ma Jared lo interruppe, scoppiando a piangere ancora più forte di prima, spaventando Colin che lo vide accasciarsi a terra, apparentemente privo di forze.
Lo seguì sul paviemento freddo, stringendolo ancora e ancora al suo petto, unendosi a quel pianto che non riusciva a fermare, e che straripò con violeva dai suoi occhi.
Stettero poi così, Colin a piangere quello che aveva ormai distrutto, e Jared a disperarsi ormai così forte che il mondo l’avrebbe visto, quel suo buco nel petto, che ormai nemmeno Colin poteva più colmare.
 
 
 
 
 
 
 
 Che dite? Fa schifo? Volete picchiarmi? Volete insultarmi? Fate pure XD
Insomma lasciate un commento e ditemi voi... ora vado prima di cadere addormentata sulla tastiera.. XD un bacio! :*
   
 
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