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Autore: Miss Writer    02/08/2011    0 recensioni
"Dopo essermi riposata dalla mia precedente impresa, sono pronta a rimettermi in gioco, ancora."
Viaggio attraverso le antiche e magnifiche leggende giapponesi.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Raffaella

 

Capitolo IV - Le Cronache Perdute: Lo Spirito Del Salice

 

E ora vi narrerò, invece, di un uomo che passò la sua vita intera e più

A difendere un vecchio salice dalle intenzioni incoscienti dei compaesani

Che volevano abbatterlo per impiegare il suo legno nella costruzione

Di un ponte che avrebbe attraversato un fiume.

Fiero come suo padre li convinse a cambiare idea salvando così il salice.

 

  Perciò Heitaro, vuoi che io racconti la tua triste ma bella storia a Lei,

a Lei che per me significa molto più di tutto ciò che scrivo e che scriverò?”

 Ne sarò lieto, una cosa sola ti chiedo: narrala da sola, perché il dolore,

Anche se tanto tempo è passato, mi affligge come se fosse successo ieri.”

  È la prima volta che mi viene fatta una richiesta del genere, ma,

Dato che non voglio farti soffrire più di quanto tu non abbia già sofferto,

Conterò solo sulle mie forze e sulla buona sorte.

Ti saluto, cuor spezzato, torna dove puoi sentirti ancora amato.”

  

 Te ne sono profondamente grato, giovane narra storie, ora, raccontala.”

Nel lontano 1132, circa ottocentottantasette anni fa, fu fondato il tempio,

Detto Sala dei 33 spazi. San-jū-san-gen Do conteneva 33.333 immagini

Della dea della misericordia Kwannon, a quanto si diceva all'epoca.

Prima che quel tempio venisse costruito, in un villaggio vicino vi era un salice.

Enormi erano le sue dimensioni e grande l'affetto degli abitanti del villaggio.

I bambini giocavano sotto le sue fronde amichevoli ogni giorno,

Gli anziani si cullavano sotto di esso, sfuggendo alla calura estiva,

E gli innamorati vi si scambiavano amore eterno.

Anche gli stanchi viaggiatori o lavoratori sostavano lì per riposare.

Un brutto giorno i paesani pensarono di abbattere l'albero, caro a tutti,

Per costruire un ponte che attraversasse il fiume.. Che cattiva intenzione!

Fortunatamente, là viveva un giovane contadino, Heitaro, che con la verità,

Fece rinvenir i suoi concittadini offrendo, in cambio della salvezza del salice,

I rami dei suoi stessi alberi per la costruzione di quel ponte.

Essi accettarono, e l'albero ottenne così la pace per un lungo tempo,

E il contadino poté tirare un sospiro di sollievo.

Un giorno, dopo esser rincasato dal lavoro, decise di raggiungere il salice,

Ove vi trovò una bellissima ragazza. Si inchinò a lei, e lei fece lo stesso.

Parlarono dell'età e della bellezza di quell'albero per un po',

Quando ella se ne dovette andare Heitaro si rattristì e la congedò.

Si era innamorato di lei e non faceva altro che pensarla tutto il giorno.

La sera successiva tornò sotto il caro tronco e ritrovò la bella fanciulla,

Che lo avvicinò in modo amichevole invitandolo accanto a lei.

Accettò l'invito e stavolta però, tutto il suo amore le dichiarò.

Le sere successive, mentre i giorni si susseguivano placidi, tornò a trovarla.

Una sera quella le promise che lo avrebbe sposato se lui, di chiederle

Dei suoi parenti e delle sue origini, avesse sempre evitato.

- Non ne ho - aggiunse - ma ti prometto che sarò una brava moglie,

E che ti amerò con tutto il mio cuore. Higo è il mio nome. Sarò la tua sposa. -

Fu così che la portò nella sua dimora e furono sposati e ebbero un figlio,

Loro gioia assoluta. Chiyodō si chiamava e con lui giocavano ogni volta,

Che il loro tempo libero potevan sfruttare.

Non vi era alcun'altra casa del Giappone ove regnava tanta felicità.

Ahimè, in questo mondo la felicità non dura per l'eternità...

Tant'è vero che, quando il piccolo compì cinque anni, in quel di Kyoto,

L'ex-imperatore Toba decise di costruirvi un tempio dedicato a Kwannon,

Contribuendo personalmente con milleuno raffigurazioni della dea.

Non appena si seppe il suo desiderio furono emanati gli ordini,

Da parte delle autorità, di raccogliere il legname necessario per edificarlo.

Il salice ebbe così i giorni contati, in quanto il suo legno doveva servire,

Insieme a quello degli altri, per fabbricare il tetto dell'edificio.

Heitaro tentò nuovamente di dissuadere i cittadini dall'abbatterlo,

Offrendo anche questa volta il suo legname, ma non ci riuscì.

I suoi compaesani erano entusiasti di veder far parte del tempio, il salice.

Giunse la notte fatale, e quando la bella famigliola andò a riposare,

Rumori di asce che tagliano svegliarono il contadino, che girandosi

Vide la moglie seria e in lacrime.. - Sposo amatissimo - gli disse,

- Non dubitare di quello che sto per dirti. Ascoltami. Questo non è un sogno.

Quando ci sposammo ti pregai di non chiedermi mai la mia storia,

Ma ti promisi che un giorno te l'avrei raccontata, nel momento giusto.

Purtroppo è questo disgraziato momento arrivato:

Io non sono altro che lo spirito del salice che tu hai tanto amato, e che

Anni or sono hai con generosità difeso e salvato.

Per ringraziarti e per rendere felice la tua vita intera, ti sono apparsa

In forma umana. Per renderti grazie per la tua gentilezza verso di me.

Però non posso più farlo perché stanno abbattendo il salice.

Sento in me tutti i colpi di quelle asce. Il mio destino è quello di morire,

In quanto sono parte di quell'albero. Mi si spezza il cuore pensando che

Perderò anche il nostro amato figliolo, e a quanto soffrirà quando lo saprà.

Consolalo tu amatissimo sposo. È abbastanza grande da poter vivere con te,

Senza una madre e senza soffrire troppo. Vi auguro una vita bella e prospera.

Al salice devo far ritorno. Ogni colpo mi rende più debole..

Addio, amatissimo sposo! -

Il povero Heitaro svegliò Chiyodō , sperando si trattasse di un sogno, ma

Quando quest'ultimo tese le braccia nella direzione in cui scomparve

La sua bellissima mamma, piangendo amaramente, capì che era tutto vero.

- Amato figlio mio, ormai se n'è andata e più non tornerà.

Vestiamoci per regalarle l'ultimo saluto. Tua madre era lo spirito del salice. -

Nell'attimo in cui fu giunto il giorno, i due giunsero all'albero, che

Privo dei rami giaceva sul terreno. Potete immaginare come si sentissero...

Una cosa strana però notarono: nonostante gli uomini cercavano con forza

Di spingere il tronco verso il fiume, esso non di un millimetro si spostava!

Vedendo ciò il contadino si rivolse a quegli uomini dicendo:

- Amici miei, questo tronco morto che tentate di spostare, è abitato

Dallo spirito di mia moglie. Forse, se permetterete a mio figlio di aiutarvi,

Le cose saranno più facili, e a lui sarebbe data l'opportunità di dimostare,

Per l'ultima volta, il rispetto che provate nei confronti di sua madre. -
I taglialegna acconsentirono, meravigliandosi quando Chiyodō, avvicinandosi

Toccò la parte bassa del tronco con la sua piccola manina e, con facilità,

lo spinse facendolo scivolare verso il fiume.

 

 

 

 

 

 


 

  
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