Film > X-men (film)
Ricorda la storia  |      
Autore: Ghostclimber    03/08/2011    1 recensioni
Arrivare in un posto nuovo, conoscere nuovi amici... e perdersi negli occhi azzurri di qualcuno. Perchè prima o poi qualcuno doveva innamorarsi. (nota: mi baso sulla trama di X-men: First Class, la mia storia non è da mettere in relazione col fumetto)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Felicissima di aver finalmente ritrovato la strada e maledicendo quella sfigatissima cartina della zona vecchia come l’arca di Noè, Rebecca posò due delle sue valigie per suonare il campanello della Xavier School for Gifted Youngsters, ma ancora prima di pigiare il dito sul bottone cromato vide un ragazzo che veniva verso di lei, camminando con passo rapido lungo il sentiero acciottolato. Era piuttosto carino, biondo e con gli occhi di un colore castano piuttosto chiaro. Rebecca pensò che sembrava un albero in autunno e gli sorrise: -ciao! Sono Rebecca Young, il professor X…
-lo so, ha sentito che partivi da casa e mi ha mandato ad aprire.- la interruppe lui, tirando verso di sé le due ante del cancello in ferro battuto, -sono Alexander Summers, ma tu chiamami Alex o Havok, altrimenti potrei polverizzarti.- disse, scontroso, poi però sorrise, e Rebecca rispose al sorriso e ribattè, entrando: -ricevuto, Havok! Tu chiamami Beckie!
-sarà fatto, vuoi una mano con le valigie?- chiese lui, dopo aver richiuso il portone. Era il crepuscolo, e le luci lungo il sentiero cominciavano giusto ad accendersi, infastidendo gli occhi di Beckie e facendole perdere per qualche istante l’orientamento; senza esitare, accettò di buon grado l’offerta, lasciandogli il beauty case e una borsa di giunchi intrecciati. Havok la sollevò con una certa fatica e commentò: -cazzo! Ma come diavolo facevi ad alzarla?
-non so quale sia la tua mutazione, ma la mia è questa, più la vista al buio e la super velocità… va beh, vuoi che la porto io?- chiese lei.
-no, è solo che non me l’aspettavo, quindi non ho usato i poteri… X te lo spiegherà più tardi, ma parte del nostro allenamento è tenere sedati i poteri per potercela cavare anche in situazioni diciamo estreme, ad esempio io raccolgo energia e poi la rilascio, ma una volta finita la mia scorta ho bisogno di tempo prima di ricaricarmi, quindi sto imparando a fare a cazzotti.
-come i ragazzi normali, insomma! Speriamo allora che qualcuno m’insegni a salire su un paio di tacchi a spillo!- Havok rise di gusto alla battuta e squadrò la ragazza. Era uno strano tipo, con i pantaloni stretti sui polpacci e una maglietta coloratissima sotto ad un chiodo da uomo, che le andava larghissimo perché lei era piuttosto piccola. Arrivati all’ingresso, Havok presentò Beckie a Tempesta, e quest’ultima portò la nuova ragazza fino all’ufficio del professor X, per poi farla entrare da sola. Beckie, un po’ intimorita, entrò ed esalò un lieve: -buonasera…
-buonasera, Rebecca, sono felice di averti qui. Hai conosciuto Havok e Tempesta, più tardi conoscerai anche gli altri, per ora lasciami spiegare quello che facciamo qui. Siediti pure, intanto.- la invitò, con un gesto della mano, a sedersi in una morbida poltroncina davanti alla scrivania, e lei si accomodò, togliendosi il chiodo e ripiegandolo con cura maniacale. Il professor X spiegò: -ciò che facciamo qui è imparare a usare e non usare i poteri, a sfruttarli al meglio e in qualche caso a contenerli per evitare i danni. Tu hai detto che sei super veloce, possiedi una forza sovrumana e vedi al buio, giusto?
-sì, e mi è tornata in mente un’altra cosa, però non so se può essere importante… da piccola ero convinta che le ferite si potessero curare con il sangue altrui, ma mia madre mi ha poi convinta che non è così. Però mi sembra una cosa troppo assurda da inventare…
-bene, ti faremo un prelievo e analizzeremo il tuo sangue. Potrebbe essere molto utile.- rispose il professor X, spostando la sedia a rotelle per prendere qualcosa in un cassetto.
-no!- esclamò lei, poi imbarazzata abbassò i toni: -voglio dire… piuttosto fatemi un taglio con un coltello, ma la prego niente aghi, professore.
-parleremo con Bestia e con Moira, ti ho già parlato un po’ di loro, vero?- Beckie fece cenno di sì con la testa, poi prese i documenti da firmare per l’ammissione che il professor X le tendeva. Esitante, chiese: -ehm… se sono maggiorenne non serve l’autorizzazione dei genitori, vero?
-non sanno che sei qui?- per cortesia, il professor X non lesse nella sua mente.
-lo sanno, è che non sono d’accordo… l’unico che mi sosteneva era papà, ma lui è morto e mia madre e il suo nuovo marito dicono che i miei poteri andrebbero eliminati, che non devo usarli.
-firma pure per il consenso, va bene così.- una volta firmati i documenti, il professor X la guidò spostando la sedia a rotelle con un comando manuale verso un salotto, e lì la presentò agli altri, che fingevano di non aver rotto le scatole ad Havok e Tempesta per sapere qualcosa della ragazza nuova. Il professore disse: -ragazzi, lei è Rebecca Young. Rebecca, conosci già Havok e Tempesta, loro sono Bestia, Banshee, Ciclope e Moira.
-ciao!- disse lei, alzando l’avambraccio, rigido per l’emozione.
-siediti, dai!- la esortò Tempesta, battendo la mano sul divano di fianco a sé.
-hai un soprannome?- chiese Ciclope.
-beh…- rispose lei sedendosi al fianco di Tempesta, -sono Beckie, solo Beckie.
-ma questo non vale!- rispose Ciclope, -non usiamo i nostri nomi, solo soprannomi… fa più supereroi!- Tempesta ridacchiò. Allo sguardo smarrito di Beckie, chiarì: -io sono Ororo, ma siccome posso cambiare il tempo atmosferico sono Tempesta. Sean è Banshee perché emette urla ultrasoniche, Hank è Bestia perché… beh, lo vedi!- Beckie e Bestia si sorrisero, -Ciclope si chiama Scott, ma siccome spara raggi laser dagli occhi… e Havok si chiama così perché… già, perché?
-cazzi miei.- rispose lui, secco, poi però rise; sembrava una sua abitudine, fare il duro per poi sdrammatizzare. Poi aggiunse: -beh, dicci qualcosa di te! Così potremo darti un soprannome!
-beh, non c’è molto da dire… super forza, super velocità, vedo al buio.
-non è che aiuti molto, a meno di non chiamarti Catwoman.
-ma per l’amor del cielo!- esclamò Beckie, inorridita, -non sono mica una passeggiatrice!- Bestia scoppiò a ridere per il delicato eufemismo che la ragazza aveva usato per descrivere le prostitute.
-allora,- disse quando si fu calmato, -non saprei cosa chiederti.- il professor X intervenne, posando una mano su quella di Moira: -è coraggiosa, è venuta qui senza il consenso dei suoi. Sai che ti stai imbarcando in imprese potenzialmente mortali?- le chiese.
-meglio che quella prigione di casa mia.- ribattè lei, secca.
-e cosa temete dunque, signora?- chiese Banshee, in un fil di voce. Tutti si girarono verso di lui, e Beckie dopo un attimo rispose, esitante: -una gabbia. Rimanere chiusa dietro le sbarre finché il tempo e l’età non ne abbiano fatto un’abitudine.
-ma che cazzo è, scusate?- chiese Havok.
-il Signore degli Anelli, di Tolkien… e lei è…- rispose Banshee, lasciando incompleta la frase.
-Eowyn…- disse Beckie, e si prodigò in un largo sorriso di gioia pura che fece arrossire violentemente Banshee; lei non si accorse della reazione, però, tutta concentrata su Ciclope che esclamava: -Eowyn! Bello, mi piace! Non so chi diavolo è ma mi piace!
 
Eowyn sentiva l’aria bruciare all’ingresso nei polmoni, e i muscoli delle gambe duri come sassi, ma continuava comunque a correre, sotto lo sguardo severo di Bestia. Era ormai un’ora che correva, senza usare i poteri, e si sentiva morire di fatica: era il quinto giorno di allenamento intensivo. Un crampo le bloccò la coscia destra, e lei rovinò a terra prima ancora di poter capire che diavolo fosse successo; Bestia accorse e le distese la gamba per far passare il crampo: -adesso ti fermi, stai correndo come se avessi il diavolo alle calcagna. Hai già fatto progressi straordinari, veramente non me l’aspettavo.
-mi piace fare attività fisica, soprattutto se dopo c’è del cioccolato!- sorrise lei, muovendo la gamba che finalmente si era ripresa dal crampo, poi chiese: -ma a cosa servirà diventare una campionessa di corsa?-
Bestia slacciò i pesi che le aveva applicato a polsi e caviglie e la guardò stiracchiarsi le articolazioni.
-beh, salta!- lei fece un piccolo saltello, che sollevò più ghiaia che altro. Bestia la guardò male.
-ok, ok, più convinta!- rispose Eowyn, ripetendo l’incitamento che Bestia le rivolgeva quando lei batteva la fiacca, quindi saltò. Si trovò faccia a faccia con Havok che, nella sua stanza al secondo piano, leggeva una rivista porno, poi atterrò con un tonfo. –che figata!- esclamò felice, poi lanciò un urlo di giubilo mentre Bestia andava a chiamare il professor X per informarlo dei progressi di Eowyn. Havok tirò fuori la testa dalla finestra e protestò: -ma dov’è finita la privacy? Uno non può nemmeno leggere in santa pace che si ritrova la gente fuori dalla finestra!
-tanto lo so che tu guardi solo le figure!- ribattè Eowyn. Un turbine di ghiaia al suo fianco indicò che era appena atterrato Banshee, che le chiese: -sei sempre così veloce a ribattere?
-e tu urli sempre come una gallina quando intervieni in difesa dei tuoi amici?- rispose lei, poi gli tolse i tappi dalle orecchie.
-se volo senza tappi mi viene l’otite!- protestò lui.
-mezza sega!
-sempre meglio una mezza sega che una scopata con te, chissà come sei veloce!
-e chissà tu come urli quando vieni!- Banshee stava cercando un’altra risposta, quando Havok urlò: -ma andate a rompere da un’altra parte, qui c’è gente seria che legge!- poi chiuse la finestra con un colpo secco. Banshee si sganciò le ali dalle braccia e commentò a voce bassa: -ma che ha?
-ma niente…- rispose Eowyn, buttando la testa sotto uno dei getti d’acqua della fontana, -ho fatto un piccolo salto e l’ho sgamato con un porno, tutto qui.- Banshee arrossì nel sentirla parlare così schiettamente, ma trovò il coraggio di commentare: -quella è anche camera mia, per fortuna me l’hai detto! È una di quelle cose che ti bloccano la crescita!
-cosa, i giornali porno?- chiese lei. “da cui tu sembri uscita in direttissima,” pensò lui, “tutta bagnata e con la maglietta bianca”.
-no, Havok che gioca con sé stesso!- Eowyn si esibì nella sua caratteristica risata, sonora e cristallina, poi si posò le mani sulla bocca e corse sotto ad un balcone. Fu Banshee a beccarsi un libro in testa da Havok, e raggiunse poi Eowyn che cercava di ridere senza fare rumore, abbandonata sugli scalini dell’ingresso. Quando riuscì a tornare seria disse a bruciapelo: -tu non mi parli quasi mai.- Banshee non rispose, e lei proseguì, punzecchiandolo senza tregua: -vedi, anche adesso, non parli, perché?- lui cercò di ribattere al solletico e di non cedere alla tortura cinese, e ben presto si ritrovarono l’una sull’altro, mani nelle mani, a bloccarsi a vicenda. Il sorriso dalle labbra di Banshee svanì, e lui disse: -non ti parlo quasi mai perché hai gli occhi verdi.
-come scusa?- disse lei, e fece per spostarsi di fianco a lui, ma il ragazzo la trattenne.
-sono come un lago di montagna, mi fanno morire dentro… potrei perdermi nel tuo sguardo.
-i tuoi sono azzurri come il cielo d’Irlanda, e io mi ci sono già persa.- rispose lei. dopo qualche istante di infinita sospensione, le labbra di Banshee furono su quelle di Eowyn, e a nessuno dei due sembrò importare di perdere la strada.
 
Il rumore di vetro contro legno strappò Eowyn da quello splendido sogno ad occhi aperti, e quando si riscosse vide Banshee che si accomodava di fianco a lei sul divano; aveva portato due bottiglie di Coca Cola ghiacciata. Lei sorrise, e lui si stiracchiò per poi portare le braccia sullo schienale; la sua mano destra era a meno di un centimetro dalla spalla di Eowyn.
-ho pensato che magari ti andava di bere qualcosa insieme davanti alla tv…- disse.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > X-men (film) / Vai alla pagina dell'autore: Ghostclimber