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Autore: coco1994    04/08/2011    2 recensioni
Stavi sognando. Un sogno meraviglioso.
Volavi sopra un mare di nuvole, libera e leggera, e con quel tuo sguardo intensissimo osservavi diretta il Sole, senza stringere neanche un po' i tuoi occhi strani.
Il Sole, la stella.
E tu brillavi come lui. Una cometa splendente, eri questo nel sogno.
Libera.
E felice.
Tieniti stretto questo ricordo, piccola, tienitelo stretto.
Passerà del tempo, da adesso in poi, prima che tu possa anche solo immaginare di brillare.

Buonasera! Sono di nuovo qua, stavolta con quella che si potrebbe definire la mia personale versione di Digimon Adventure 03. I protagonisti sono i soliti, un po' cresciuti ma neanche più di tanto. Per quanto riguarda il genere, la categoria "Drammatico" doveva esserci per forza, con gli altri due intendevo dire che sto cercando di creare una storia sullo stile dei due anime - combattimenti, digievoluzioni eccetera eccetera. Ho fatto del mio meglio per inserire i fatti di questa storia senza contraddizioni con le serie ufficiali! Se la storia vi piace, scrivetemelo (se non vi fa fatica).
Arrivederci e a presto!
P.S.Una cosa importante: praticamente non considero l'ultima puntata della seconda serie, ma immagino che la cosa non vi stupisca affatto.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP01_Finestra sulla vita di sempre

 
Gliel’avevano ripetuto mille e mille volte, durante i suoi attacchi d’ira furente. Gliel’avevano ricordato spesso, mentre si rendevano conto di come pian piano la sua pazienza stesse evaporando come neve al Sole.
In sostanza, gli avevano detto che doveva mantenere la calma e il sangue freddo talmente tante di quelle volte che persino lui, testardo come pochi, aveva capito che avevano ragione.
Nonostante ciò, quella mattina, Daisuke Motomiya stava seriamente contemplando l’ipotesi di un omicidio. O meglio, di un Digicidio.
La ragione di questa sua rapida discesa verso il male era la piccola creatura bianca e blu che il ragazzo si era appena tolto dal viso, dove – deduceva – questa era andata a cadere mentre cercava di prendere non so cosa dallo scaffale sopra il letto.
La piccola creatura, che rispondeva al nome di DemiVeemon, era appena a venti centimetri dal volto del ragazzo e gli stava sorridendo con la sua solita aria innocente di sempre.
Daisuke stava appunto meditando quale fosse il modo migliore per togliere definitivamente di mezzo quell’impiastro, quando la creatura aprì bocca.
<< Buongiorno, Daisuke! >> gli disse, allegro.
Allegro?!?
La parte razionale della mente di Daisuke, che stranamente aveva la voce del suo amico Koushirou, gli recitò all’orecchio qualcosa sul fatto che DemiVeemon era un Digimon giocherellone e sempre di buon umore, sicuro che il mondo viva sempre nell’allegria e nella felicità e il suo comportamento è dovuto a ques…
Il ragazzo massacrò senza alcuna pietà quella vocina, riducendola al silenzio insieme a ogni buon proposito che fino a quel momento si era prefissato. E si occupò del Digimon.

A questo punto, si rivela necessario un chiarimento. Daisuke non era un ragazzo sadico e malvagio, ma aveva i suoi punti deboli, ovvero: il mangiare, il dormire, e Hikari Yagami. Il problema non era rappresentato né dal cibo, né dalla povera Hikari, che nello stesso momento, ignara di tutto, era impegnata nella non invidiabile impresa di svegliare il fratello. Quella mattina, però, DemiVeemon per errore gli era piombato addosso, svegliandolo. Togliendo al ragazzo almeno mezz'ora di sonno.
Malvagità pura, dal punto di vista di Daisuke.

 
<< Buongiorno. >>
Una ragazza sui vent'anni, dai capelli rossicci, si voltò di scatto, e per poco non lasciò cadere la tazza di caffé che aveva in mano.
<< E tu cosa ci fai già qui? >> un modo come un altro per augurare buongiorno.
<< Non farti venire un accidente solo perché sono sveglio in anticipo, Jun. Qualcosa mi è caduto addosso dallo scaffale. >>
Daisuke si aspettava uno dei tipici "te l'avevo detto" di sua sorella, che avrebbe avuto come argomento l'ordine e la pulizia. Ma Jun non disse niente.
Sospetto nella mente di Daisuke.
<< Jun, che hai combinato? >> chiese immediatamente, e lo sguardo sfuggente dell'altra confermò che quella vipera aveva ordito qualcosa a suo danno.
<< Jun... >> cominciò, proprio mentre scattavano le sette e mezzo.
<< THE SHOW MUST GO ON! >>
Daisuke fece un salto di mezzo metro, mentre la canzone dei Queen, sparata al massimo volume dalla sua sveglia, faceva tremare i vetri della casa.
<< Ma porc... >> imprecò correndo verso camera sua.
<< Fratellino, io vado! >> gli giunse candida la voce di Jun, proprio mentre il ragazzo riusciva a spegnere quel fracasso – non prima, purtroppo, che Freddie Mercury riuscisse ad emettere un altro paio di splendidi, ma in quel momento inopportuni, acuti.
<< Juuuuuun! >> le urlò. Ma nessuno rispose. Quella brutta...

 
Quella mattina Iori Hida era arrivato presto a scuola, come al solito. Doveva in qualche modo sfuggire alle grinfie sia di Upamon, che alle cinque e mezzo di mattina aveva fame, sia del nonno, che insisteva sul fatto che per svegliarsi bene, niente di meglio di un allenamento di kendo. Si massaggiò la spalla, trattenendo una smorfia, laddove, nonostante le protezioni, il shinai* di suo nonno aveva lasciato un livido. Chikara Hida avrà anche avuto settantacinque anni, ma picchiava duro.
Cercando di non fare caso alla spalla – gli faceva proprio male – Iori cominciò a passare in rassegna i suoi cinque amici già arrivati.
Accanto a lui c'era Takeru, che veniva presto per fargli compagnia.
Subito dopo Miyako e Sora, arrivate insieme. La prima era indispettita, come al solito, e per una cosa stupida, cioè dal fatto di non essere arrivata per prima nonostante gli sforzi. Niente di nuovo, quindi. La seconda la guardava sorridendo, divertita dall'assurdità della sua amica.
Alla sua destra, Koushirou e Mimi. Lui sembrava devastato, poverino. Del resto, aveva appena subito gli attacchi dei fan di Mimi, che un giorno o l'altro l'avrebbero sicuramente linciato, se la ragazza continuava a stargli appiccicata come ormai da mesi era abituata a fare, o per chiedergli aiuto nei compiti, oppure semplicemente per rintronarlo di chiacchiere.
<< Cosa guardi? >> chiese Takeru notando l'analisi.
<< Notavo che mancano i soliti quattro. >>
<< E Jyou dove lo metti? >>
<< Oh, ma lui è già arrivato... >>

 
Mezz'ora prima, davanti ai cancelli dell'istituto.
Iori mastica una gomma, appoggiato all'inferriata. Non c'è nessuno, finché
...
<< IOORIII! >>
Una sorta di tornado gli passa accanto, e lui riconosce Jyou solo grazie alla voce che gli grida alla velocità della luce.
<< Ciao-Iori-scusa-se-non-mi-fermo-ma-se-faccio-ancora-tardi-Himeka-mi-ammazza-salutami-tu-tutti-gli-altri! >>
<< Chiaro. Ci pensò io! >> gli risponde. Ma dubita che l'abbia sentito.
Parecchi minuti dopo, sempre appoggiato alla ringhiera, Iori vede una tranquillissima Himeka varcare i cancelli dell'istituto, salutarlo, e dirigersi poi senza fretta all'entrata della divisione superiore.

 
Gli altri ragazzi ridevano – anche se la risata di Koushirou era più che altro isterica, visto che aveva ancora diverse paia d'occhiate che gli trafiggevano la schiena.
<< Buon vecchio Jyou... L'amore non l'ha cambiato così tanto! >> commentò Mimi sorridendo angelicamente.
Himeka era la ragazza del loro amico fin dal secondo attacco di Diaboromon nel mondo reale. Era quella a cui Jyou aveva sottratto la bicicletta perché Daisuke e Ken potessero raggiungere i loro Digimon e farli digievolvere in Imperialdramon... Aldilà del fatto che questo avvenimento aveva salvato probabilmente la Terra, alla fine di tutto Jyou aveva ritrovato la ragazza. A scuola. Nella classe accanto. Ed era finita come era finita.
Himeka in sè non era cattiva. Ma era una ragazza. E come tale poteva tirare fuori un lato non proprio simpatico, se si arrabbiava.
Un gruppo di ragazze di terza media passò accanto ai Digiprescelti ridendo come oche e dandosi gomitate indicando i sei.
Questi smisero subito di ridere e su di loro calò un silenzio tra il divertito e l'imbarazzato.
<< Ehi Takeru... mi sa che guardano te! >> mormorò Sora con la voce piena di malizia. Miyako e Mimi ridacchiavano e nel complesso non sembravano tanto diverse dalle oche precedenti, secondo Iori. Non che non avessero ragione.
Il povero Takeru dissimulò l'imbarazzo, per quanto possibile, con un colpo di tosse. Ma non si poteva più negare il fatto che, da un po' di tempo a questa parte, una buona fetta degli sguardi femminili dell'istituto fossero per lui. Comprensibilmente, perché ogni giorno che passava Takeru assomigliava sempre più a suo fratello, e Yamato Ishida aveva tanti difetti, ma l'essere brutto non rientrava decisamente tra quelli.
A questo c'era da aggiungere il fatto che Yamato, quell'anno, era passato alle superiori, e la presenza di Takeru consolava i cuori infranti di decine e decine di ragazze, disperate per la partenza del loro grande amore, anche se, se dobbiamo proprio essere onesti, era sufficiente attraversare una strada per avere l'occasione di incontrare il maggiore dei fratelli. Ma Iori aveva la spaventosa sensazione che, comunque fosse, nel cuore di ragazze come quelle passate poco prima, ci fosse posto per entrambi i ragazzi e che da quel momento in poi, ovunque fosse andato, Takeru sarebbe stato perseguitato da stormi di ragazze decisamente interessate a lui.

 
Lo Yamato Ishida in questione, nello stesso momento, starnutì.
<< Sei raffreddato? >> gli chiese un ragazzo alto e moro, con due occhi azzurri come lui, che rispondeva al nome di Ken Ichijoji.
<< Non credo. >> disse l'altro, prendendo un fazzoletto.
<< Yamato! Ken! >>
I due si voltarono, e incontro a loro arrivò Daisuke, occhiali sulla testa, zaino in spalla e DemiVeemon i braccio.
<< Ciao Daisuke. >>
<< Ciao. >>
Entrambi erano tipi di poche parole.
<< Perché sei qui, Ken? >>
<< Oggi a scuola ho un’assemblea di professori alle prime due ore. Entro più tardi. E tu>> gli chiese indicando il Digimon in braccio al suo amico << Perché porti DemiVeemon a scuola? >>
Daisuke storse il naso. << È colpa di quella pazza di mia sorella. L'ha traumatizzato, stamani. >>
In effetti, il piccolo Digimon non aveva un'aria molto sana. Yamato provò pena per lui. In fondo, era stato un obiettivo di Jun Motomiya, anni prima, e sapeva bene di cosa fosse capace.
<< Non ha una bella cera, infatti. >>
<< L'avevo strapazzato anch'io un po', prima. Mi aveva fatto una carognata, non è vero? >> disse tirandogli le guance, come per punizione aveva già fatto.
<< Smettila, Daisuke! Non vedi che sta male? >>
<< Uffa... d'accordo. Ah, Yamato. >> Daisuke si rivolse all'altro ragazzo. << Ma tu fai sempre questa strada? >>
Un leggero calcio negli stinchi da parte di Ken gli ricordò che non avrebbe dovuto fare quella domanda. Ma ormai il danno era fatto.
<< No, cambio strada tutti i giorni. >> disse l’altro, fingendo di non aver visto il calcio.
Sia Daisuke che Ken tacquero. Del resto, sapevano tutti la storia...

 
Due settimane prima dell'inizio del corrente anno scolastico.

 Casa Ishida.
Al rumore della porta che si apriva, Hiroaki Ishida uscì
dalla cucina, in mano un mestolo sporco di pomodoro
che riuscì a schizzare dappertutto.
<< Disgraziato! Eppure lo sapevi che c'era Takeru a
cena! Ti avevo detto di tornare in orario! >> sbraitò
contro il suo primogenito.
<< Ciao, nii-san! >> sorrise invece Takeru, uscendo
in grembiule dalla cucina. Vedendo lo sguardo molto
distratto del fratello, si accigliò.
<< È successo qualcosa? >>

Casa Takenouchi.
<< Beep... Beep... Beep...>>
Il telefono squillava, mentre Sora apriva la
porta di casa propria.
<< Click! Ciao Sora! Sono io! >>
<< Oh... ciao Mimi..>>
Silenzio all'altro capo del filo.
<< ...Va tutto bene, Sora? È successo qualcosa? >>

 

 

<< Beh, io e Sora... >>

<< Io e Yamato... >>

 

Ci siamo lasciati.

 

Le reazioni alla notizia furono molteplici.
Le orecchie di Sora furono perforate dagli ultrasuoni di Mimi, che sbraitò per circa mezz'ora su quando, come e soprattutto perché – esattamente come avrebbero fatto Hikari e Miyako una volta saputa la notizia.
Anche Takeru ululò un << CHE COSA?? >> che si sentì in gran parte del condominio, mentre Hiroaki, dietro di lui, esclamava << Sora era la tua ragazza? >>.
In generale, la notizia fu accolta da tutti con stupore.
Beh, non proprio tutti.
Taichi, dal canto suo, quando gli venne comunicata la notizia – era a casa di Koushirou – si limitò ad alzare un sopracciglio e a commentare con un << Ah, davvero? >>.
Le ragioni della rottura dei due restarono oscure. Nessuno ne ha mai saputo nulla. Non sembrava ci fosse stato qualche episodio spiacevole, né litigi. Semplicemente, il giorno prima stavano insieme. Il giorno dopo, non più.
A quanto pareva, solo Taichi aveva intuito già da prima che le cose non andavano bene, ma quali fossero stati i segnali da lui colti è una cosa che resta sconosciuta ai più.
Tuttavia, il ragazzo poteva aspettarsi di tutto. Ma non questo...

 Dieci giorni prima del corrente anno scolastico.
Davanti ai tabelloni delle classi.

 << Miya! Siamo nella stessa sezione! >>
<< Davvero, Hika-chan? Fantastico! Chi c'è in classe con te? >>
<< Takeru e Daisuke. Ormai mi sono rassegnata... >>
<< Io invece ho un sacco di persone nuove, che meraviglia! ... Ehi... perché Taichi ha quella faccia? >>
La ragazza più bassa, dai capelli castani, si voltò verso suo fratello, e vi lesse sul viso un'espressione di disperazione pura.
<< Che c'è, Taichi? >> gli chiese avvicinandosi.
Il ragazzo era fermo davanti ad un tabellone recante la scritta "Divisione superione, Classe 1-2**".
Sotto, una lista di nomi. Tra i tanti, questi tre.
Ishida Yamato.
Takenouchi Sora.
Yagami Taichi.
<< Non è possibile... >> stava mormorando il ragazzo.
<< Uh oh. >> commentò Miyako all'orecchio di un'esterrefatta Hikari. << Prevedo scintille! >>

 
Miyako non era completamente nel giusto, però. Perché i due ex-fidanzatini non si urlavano addosso ogni volta che si vedevano – da qui la prova che si erano lasciati consensualmente.
A dir la verità, non si parlavano. Mai. Né incrociavano gli sguardi. Pareva impossibile che Taichi rimanesse amico di entrambi, eppure lui, in qualche modo, ce la fece. Ma si sa, la pazienza non è mai stata una delle maggiori virtù del Digiprescelto del coraggio. Resse la situazione per più di tre mesi. E poi...

 
<< Taichi, dove accidenti mi stai portando? >>
Sora era parecchio irritata dal comportamento del ragazzo.
<< Mi vuoi dire dove stiamo andando? >>
Per tutta risposta, Taichi si fermò di botto, e aprì la porta di una classe. Dentro, in attesa del ragazzo castano, c'era Yamato.

 
A quanto ci ha raccontato Taichi poi, le espressioni dei due ragazzi quando si videro erano una di quelle cosa da registrare e da rivedere nei momenti di malinconia, per farsi due risate.
Immediatamente, i due cominciarono ad accampare scuse per filarsela...

 
Taichi sbatté la porta dietro di sè, interrompendo qualsiasi borbottio.
<< Eh, no! Dove credete di andare? Adesso mi state ad ascoltare. >>
Avanzò di qualche passo verso i due.
<< Abbiamo una situazione da sviscerare! >>

 
Taichi Yagami urlò addosso ai suoi due migliori amici per almeno mezz'ora. Il cielo solo sa di cosa abbia parlato per così tanto tempo, nonostante appena in fondo al corridoio ci fosse il resto del gruppo dei Digiprescelti accorsi non appena avevano saputo.
Taichi si sgolò ben bene, finché non ebbe concluso di dire tutto ciò che doveva e, qualunque cosa sia stata, funzionò. Pian piano le cose tra Yamato e Sora si sono riaggiustate.
Tuttavia, il ragazzo tende ancora ad arrivare a scuola sempre all'ultimo secondo, per evitare qualsiasi situazione imbarazzante.
Ma se solo questo è il problema, ne siamo felici tutti.

 << Ehi, Yamato, mi sa che dobbiamo andare. >>
<< Già, hai ragione. >>
<< Ci vediamo Ken! >>
<< Ciao! >>
<< Ciao! >>

 Soprattutto i nervi di Taichi...

 

 A proposito di Taichi...
Dov'era in quel momento?
<< Corri! Sbrigati! >>
<< Hikari, abbi pietà! Mi sono appena svegliato... >>
<< Oh, povero piccolo! >> sbottò la ragazza con spaventoso sarcasmo, quando riuscì a recuperare un po' di fiato. Taichi, dal canto suo, qualsiasi cosa dicesse, non sembrava affatto provato dalla corsa mattutina.
<< Ma siamo quasi arrivati! >>
<< È quel "quasi" che mi preoccupa! >>
Correvano lungo il perimetro dell'edificio scolastico, mentre la lancetta dei minuti si avvicinava implacabile alle 8.
Varcarono il cancello un attimo prima del suono della campanella.
<< Eccoli! >> li salutò Takeru, un luminoso sorriso in volto (dietro di lui, ragazze di prima media sospirarono estasiate alla vista).
<< Ci siamo anche noi! >> arrivò da dietro dei due Yagami la voce di Daisuke.
<< Visto? >> disse Taichi indicando Daisuke e Yamato. << Non siamo nemmeno gli ultimi! >>
Hikari gli tirò uno schiaffo tra capo e collo, poi si diresse a grandi falcate verso la propria classe.

 

Ore 9.45, secondo piano, divisione media.
Hikari Yagami consegnò il compito di Biologia almeno mezz'ora prima del previsto, e, seguita da un coro di "Ma come fai?" uscì a fare quattro passi in corridoio.
Si fermò a guardare il cielo, alla finestra, e solo a quel punto si permise di concentrarsi sulla questione che ormai da diversi giorni la assillava.
Quella nuova sensazione...
Ad essere sinceri, era iniziata già da due settimane, e non accennava a diminuire. Era come un presentimento, ma la cosa strana era che, in tutto quel tempo, questo non era né svanito né si era accentuato.
La ragazza ispirò a fondo, spostando sulla schiena alcune ciocche ribelli dei suoi lunghi capelli castani. Ricordava bene ciò che, circa un anno prima, le aveva detto Koushirou.

 
<< Hikari, ascoltati. >> le aveva detto un giorno che erano tornati a Digiworld a fare il punto della situazione.
<< Ascoltati? >> aveva chiesto lei senza capire. Il rosso aveva storto il naso.
<< Ormai è chiaro che percepisci prima di tutti noi se accade qualcosa qua a Digiworld. Lo so che non è il massimo come definizione, ma sei una sorta di antenna radio per le anomalie. >>
<< Grazie tante, Izzy. >>
<< Dai, lo sai che scherzavo. Diventi sempre più simile a Miyako ogni giorno che passa, la sua vicinanza non ti fa bene. >> sussurrò, nonostante l'altra fosse parecchio distante da loro.
<< Quello che intendo dire, comunque >> disse Koushirou tornando serio << è che non devi prendere sottogamba i tuoi presentimenti. Potrebbero essere molto importanti. >>
<< D'accordo, Izzy. Starò attenta. >> gli aveva promesso.

 
Ah, pensò Hikari. La fa facile lui. Le emozioni, se lievi, si assomigliano un po' tutte, come poteva sapere se si trattasse di un pericolo in avvicinamento o qualcos’altro?
Ma questa non è forse diversa da tutte le altre che ricordi?
Hikari scosse la testa, per scacciare dalla mente quella voce talvolta inopportuna che aveva identificato come "coscienza".
Ma in fondo la voce aveva ragione, e questo la ragazza lo sapeva.
È anche vero, rifletté, che se il pericolo è grande, lo saprei con più certezza rispetto a come è ora. Devo solo stare attenta, e quando verrà il momento, lo saprò.

 

Oh, lo saprai sicuramente, Hikari. Ma se, quando quel momento verrà, fosse già troppo tardi?

 

 

 

Buonasera... Anzi, buonanotte!
Ecco il primo, vero capitolo. Non è un granché, lo so, perché non succede niente, ma essendo passati tre anni dalla fine della serie precedente (mese più, mese meno: Digimon Adventure 02 finisce a Dicembre 2002, questa storia inizia il primo settembre 2005) dovevo in qualche modo presentare i personaggi e specificare i cambiamenti avvenuti in loro (e tra loro).
Già in questo capitolo ho definito la rottura della coppia Sora/Yamato – chiedo scusa a tutti coloro che amano il Sorato, ma, ahimé, è contro la mia natura farli restare insieme.
Rendere Takeru un rubacuori come il fratello è stato troppo divertente, inoltre ce lo vedo parecchio bene...
Ma parliamo di altre cose serie (si fa per dire...). Il secondo scontro con Diaboromon, a cui si fa accenno parlando della ragazza di Jyou – il nome Himeka gliel'ho dato io! – l'ho incastrato a marzo 2003, perché all'inizio del film Miyako si sta provando la divisa delle scuole medie e secondo i miei calcoli (ho tutta una tabella adatta allo scopo) doveva essere marzo (il mese tra due anni scolastici) e del 2003 (Miyako è del 1991). Se avessi cercato meglio, avrei trovato queste informazioni su Internet, ma a fare i calcoli da sola mi sono divertita!
Alla fine i Digiprescelti sono risultati così divisi per anno scolastico:
  • Iori (11 anni) in sesta elementare;
  • Daisuke (quasi 13 anni), Takeru (13) e Hikari (quasi 13) in seconda media;
  • Ken (13) in terza media (ha la stessa età di Daisuke, Takeru e Hikari, ma l'ho messo un anno avanti in ricordo dell'intelligenza dovuta al seme delle tenebre);
  • Miyako (14) in terza media;
  • Mimi (quasi 15) e Koushirou (15) in quarta media;
  • Taichi (16), Yamato (16) e Sora (16) in prima superiore;
  • Jyou (17) in seconda superiore.

Le date di compleanno le ho cercate su Internet...
Venendo agli asterischi...
*dovrebbe essere la spada che nel kendo è usata nei combattimenti e dovrebbe essere un nome maschile.
** Il primo numero indica l'anno, il secondo la sezione. Credo. L'ho visto in un manga... :D

Nel prossimo capitolo prometto che qualcosa accadrà. Visto il finale di questo qua, si può intuire attorno a cosa ruoterà il prossimo! Lo metterò il prima possibile.
Oh, un grazie a Kymyit che ha recensito lo scorso cap e messo questa storia tra le seguite, nonostante si intuisse poco o niente dal prologo! Grazie infinite per la fiducia.
E grazie anche a coloro che hanno letto soltanto. Mi fa tanto, tanto piacere. Al prossimo capitolo!

 

Ciao!
coco1994

  
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