CAP01_Finestra sulla vita di sempre
Gliel’avevano ripetuto mille e
mille volte, durante i suoi attacchi d’ira furente.
Gliel’avevano ricordato
spesso, mentre si rendevano conto di come pian piano la sua pazienza
stesse
evaporando come neve al Sole.
In sostanza, gli avevano detto
che doveva mantenere la calma e il sangue freddo talmente tante di
quelle volte
che persino lui, testardo come pochi, aveva capito che avevano ragione.
Nonostante ciò, quella mattina,
Daisuke Motomiya stava seriamente contemplando l’ipotesi di
un omicidio. O
meglio, di un Digicidio.
La ragione di questa sua rapida
discesa verso il male era la piccola creatura bianca e blu che il
ragazzo si
era appena tolto dal viso, dove – deduceva – questa
era andata a cadere mentre
cercava di prendere non so cosa dallo scaffale sopra il letto.
La piccola creatura, che
rispondeva al nome di DemiVeemon, era appena a venti centimetri dal
volto del
ragazzo e gli stava sorridendo con la sua solita aria innocente di
sempre.
Daisuke stava appunto meditando
quale fosse il modo migliore per togliere definitivamente di mezzo
quell’impiastro, quando la creatura aprì bocca.
<< Buongiorno, Daisuke!
>> gli disse, allegro.
Allegro?!?
La parte razionale della mente di
Daisuke, che stranamente aveva la voce del suo amico Koushirou, gli
recitò
all’orecchio qualcosa sul fatto che DemiVeemon era un Digimon
giocherellone e
sempre di buon umore, sicuro che il mondo viva sempre
nell’allegria e nella
felicità e il suo comportamento è dovuto a
ques…
Il ragazzo massacrò senza alcuna
pietà quella vocina, riducendola al silenzio insieme a ogni
buon proposito che
fino a quel momento si era prefissato. E si occupò del
Digimon.
Malvagità pura, dal punto di
vista di Daisuke.
<< Buongiorno. >>
Una ragazza sui vent'anni, dai
capelli rossicci, si voltò di scatto, e per poco non
lasciò cadere la tazza di
caffé che aveva in mano.
<< E tu cosa ci fai già
qui? >> un modo come un altro per augurare buongiorno.
<< Non farti venire un
accidente solo perché sono sveglio in anticipo, Jun.
Qualcosa mi è caduto addosso
dallo scaffale. >>
Daisuke si aspettava uno dei
tipici "te l'avevo detto" di sua sorella, che avrebbe avuto come
argomento l'ordine e la pulizia. Ma Jun non disse niente.
Sospetto nella mente di Daisuke.
<< Jun, che hai combinato?
>> chiese immediatamente, e lo sguardo sfuggente
dell'altra confermò che
quella vipera aveva ordito qualcosa a suo danno.
<< Jun... >>
cominciò, proprio mentre scattavano le sette e mezzo.
<< THE
SHOW MUST GO ON! >>
Daisuke fece un salto di mezzo
metro, mentre la canzone dei Queen, sparata al massimo volume dalla sua
sveglia, faceva tremare i vetri della casa.
<< Ma porc... >>
imprecò correndo verso camera sua.
<< Fratellino, io vado!
>> gli giunse candida la voce di Jun, proprio mentre il
ragazzo riusciva
a spegnere quel fracasso – non prima, purtroppo, che Freddie
Mercury riuscisse
ad emettere un altro paio di splendidi, ma in quel momento inopportuni,
acuti.
<< Juuuuuun! >> le
urlò. Ma nessuno rispose. Quella brutta...
Quella mattina Iori Hida era
arrivato presto a scuola, come al solito. Doveva in qualche modo
sfuggire alle
grinfie sia di Upamon, che alle cinque e mezzo di mattina aveva fame,
sia del
nonno, che insisteva sul fatto che per svegliarsi bene, niente di
meglio di un
allenamento di kendo. Si massaggiò la spalla, trattenendo
una smorfia, laddove,
nonostante le protezioni, il shinai* di suo nonno aveva lasciato un
livido.
Chikara Hida avrà anche avuto settantacinque anni, ma
picchiava duro.
Cercando di non fare caso alla
spalla – gli faceva proprio male – Iori
cominciò a passare in rassegna i suoi
cinque amici già arrivati.
Accanto a lui c'era Takeru, che
veniva presto per fargli compagnia.
Subito dopo Miyako e Sora,
arrivate insieme. La prima era indispettita, come al solito, e per una
cosa
stupida, cioè dal fatto di non essere arrivata per prima
nonostante gli sforzi.
Niente di nuovo, quindi. La seconda la guardava sorridendo, divertita
dall'assurdità della sua amica.
Alla sua destra, Koushirou e
Mimi. Lui sembrava devastato, poverino. Del resto, aveva appena subito
gli
attacchi dei fan di Mimi, che un giorno o l'altro l'avrebbero
sicuramente
linciato, se la ragazza continuava a stargli appiccicata come ormai da
mesi era
abituata a fare, o per chiedergli aiuto nei compiti, oppure
semplicemente per
rintronarlo di chiacchiere.
<< Cosa guardi? >>
chiese Takeru notando l'analisi.
<< Notavo che mancano i
soliti quattro. >>
<< E Jyou dove lo metti?
>>
<< Oh, ma lui è già
arrivato... >>
Mezz'ora prima, davanti ai
cancelli dell'istituto.
Iori mastica una gomma,
appoggiato all'inferriata. Non c'è nessuno, finché...
<< IOORIII! >>
Una sorta di tornado gli passa
accanto, e lui riconosce Jyou solo grazie alla voce che gli grida alla
velocità
della luce.
<<
Ciao-Iori-scusa-se-non-mi-fermo-ma-se-faccio-ancora-tardi-Himeka-mi-ammazza-salutami-tu-tutti-gli-altri!
>>
<< Chiaro. Ci pensò io!
>> gli risponde. Ma dubita che l'abbia sentito.
Parecchi minuti dopo, sempre
appoggiato alla ringhiera, Iori vede una tranquillissima Himeka varcare
i
cancelli dell'istituto, salutarlo, e dirigersi poi senza fretta
all'entrata
della divisione superiore.
Gli altri ragazzi ridevano –
anche se la risata di Koushirou era più che altro isterica,
visto che aveva
ancora diverse paia d'occhiate che gli trafiggevano la schiena.
<< Buon vecchio Jyou...
L'amore non l'ha cambiato così tanto! >>
commentò Mimi sorridendo
angelicamente.
Himeka era la ragazza del loro
amico fin dal secondo attacco di Diaboromon nel mondo reale. Era quella
a cui
Jyou aveva sottratto la bicicletta perché Daisuke e Ken
potessero raggiungere i
loro Digimon e farli digievolvere in Imperialdramon...
Aldilà del fatto che
questo avvenimento aveva salvato probabilmente
Himeka in sè non era cattiva. Ma
era una ragazza. E come tale poteva tirare fuori un lato non proprio
simpatico,
se si arrabbiava.
Un gruppo di ragazze di terza
media passò accanto ai Digiprescelti ridendo come oche e
dandosi gomitate
indicando i sei.
Questi smisero subito di ridere e
su di loro calò un silenzio tra il divertito e l'imbarazzato.
<< Ehi Takeru... mi sa che
guardano te! >> mormorò Sora con la voce piena
di malizia. Miyako e Mimi
ridacchiavano e nel complesso non sembravano tanto diverse dalle oche
precedenti, secondo Iori. Non che non avessero ragione.
Il povero Takeru dissimulò
l'imbarazzo, per quanto possibile, con un colpo di tosse. Ma non si
poteva più
negare il fatto che, da un po' di tempo a questa parte, una buona fetta
degli
sguardi femminili dell'istituto fossero per lui. Comprensibilmente,
perché ogni
giorno che passava Takeru assomigliava sempre più a suo
fratello, e Yamato
Ishida aveva tanti difetti, ma l'essere brutto non rientrava
decisamente tra
quelli.
A questo c'era da aggiungere il
fatto che Yamato, quell'anno, era passato alle superiori, e la presenza
di
Takeru consolava i cuori infranti di decine e decine di ragazze,
disperate per
la partenza del loro grande amore, anche se, se dobbiamo proprio essere
onesti,
era sufficiente attraversare una strada per avere l'occasione di
incontrare il
maggiore dei fratelli. Ma Iori aveva la spaventosa sensazione che,
comunque
fosse, nel cuore di ragazze come quelle passate poco prima, ci fosse
posto per
entrambi i ragazzi e che da quel momento in poi, ovunque fosse andato,
Takeru
sarebbe stato perseguitato da stormi di ragazze decisamente interessate
a lui.
Lo Yamato Ishida in questione,
nello stesso momento, starnutì.
<< Sei raffreddato?
>> gli chiese un ragazzo alto e moro, con due occhi
azzurri come lui, che
rispondeva al nome di Ken Ichijoji.
<< Non credo. >>
disse l'altro, prendendo un fazzoletto.
<< Yamato! Ken! >>
I due si voltarono, e incontro a
loro arrivò Daisuke, occhiali sulla testa, zaino in spalla e
DemiVeemon i
braccio.
<< Ciao Daisuke. >>
<< Ciao. >>
Entrambi erano tipi di poche
parole.
<< Perché sei qui, Ken?
>>
<< Oggi a scuola ho
un’assemblea di professori alle prime due ore. Entro
più tardi. E tu>>
gli chiese indicando il Digimon in braccio al suo amico
<< Perché porti
DemiVeemon a scuola? >>
Daisuke storse il naso. <<
È colpa di quella pazza di mia sorella. L'ha traumatizzato,
stamani. >>
In effetti, il piccolo Digimon
non aveva un'aria molto sana. Yamato provò pena per lui. In
fondo, era stato un
obiettivo di Jun Motomiya, anni prima, e sapeva bene di cosa fosse
capace.
<< Non ha una bella cera,
infatti. >>
<< L'avevo strapazzato
anch'io un po', prima. Mi aveva fatto una carognata, non è
vero? >> disse
tirandogli le guance, come per punizione aveva già fatto.
<< Smettila, Daisuke! Non
vedi che sta male? >>
<< Uffa... d'accordo. Ah,
Yamato. >> Daisuke si rivolse all'altro ragazzo.
<< Ma tu fai
sempre questa strada? >>
Un leggero calcio negli stinchi
da parte di Ken gli ricordò che non avrebbe dovuto fare
quella domanda. Ma ormai
il danno era fatto.
<< No, cambio strada tutti
i giorni. >> disse l’altro, fingendo di non
aver visto il calcio.
Sia Daisuke che Ken tacquero. Del
resto, sapevano tutti la storia...
Al rumore della porta che si
apriva, Hiroaki Ishida uscì
dalla cucina, in mano un
mestolo sporco di pomodoro
che riuscì a schizzare
dappertutto.
<< Disgraziato! Eppure
lo sapevi che c'era Takeru a
cena! Ti avevo detto di
tornare in orario! >> sbraitò
contro il suo primogenito.
<< Ciao, nii-san!
>> sorrise invece Takeru, uscendo
in grembiule dalla cucina.
Vedendo lo sguardo molto
distratto del fratello, si
accigliò.
<< È successo qualcosa?
>>
Casa Takenouchi.
<< Beep...
Beep... Beep...>>
Il telefono
squillava, mentre Sora apriva la
porta di casa
propria.
<< Click! Ciao
Sora! Sono io! >>
<< Oh... ciao
Mimi..>>
Silenzio all'altro
capo del filo.
<< ...Va tutto
bene, Sora? È successo qualcosa? >>
<< Beh, io e Sora... >>
<< Io e Yamato... >>
Ci siamo lasciati.
Le
reazioni alla notizia furono
molteplici.
Le orecchie di Sora furono
perforate dagli ultrasuoni di Mimi, che sbraitò per circa
mezz'ora su quando,
come e soprattutto perché – esattamente come
avrebbero fatto Hikari e Miyako
una volta saputa la notizia.
Anche Takeru ululò un <<
CHE COSA?? >> che si sentì in gran parte del
condominio, mentre Hiroaki,
dietro di lui, esclamava << Sora era
la tua ragazza?
>>.
In generale, la notizia fu
accolta da tutti con stupore.
Beh, non proprio tutti.
Taichi, dal canto suo, quando gli
venne comunicata la notizia – era a casa di Koushirou
– si limitò ad alzare un
sopracciglio e a commentare con un << Ah, davvero?
>>.
Le ragioni della rottura dei due
restarono oscure. Nessuno ne ha mai saputo nulla. Non sembrava ci fosse
stato
qualche episodio spiacevole, né litigi. Semplicemente, il
giorno prima stavano
insieme. Il giorno dopo, non più.
A quanto pareva, solo Taichi
aveva intuito già da prima che le cose non andavano bene, ma
quali fossero
stati i segnali da lui colti è una cosa che resta
sconosciuta ai più.
Tuttavia, il ragazzo poteva
aspettarsi di tutto. Ma non questo...
Davanti ai tabelloni delle
classi.
<< Davvero, Hika-chan?
Fantastico! Chi c'è in classe con te? >>
<< Takeru e Daisuke.
Ormai mi sono rassegnata... >>
<< Io invece ho un sacco
di persone nuove, che meraviglia! ... Ehi... perché Taichi
ha quella faccia?
>>
La ragazza più bassa, dai
capelli castani, si voltò verso suo fratello, e vi lesse sul
viso
un'espressione di disperazione pura.
<< Che c'è, Taichi?
>> gli chiese avvicinandosi.
Il ragazzo era fermo davanti
ad un tabellone recante la scritta "Divisione superione, Classe
1-2**".
Sotto, una lista di nomi. Tra
i tanti, questi tre.
Ishida Yamato.
Takenouchi Sora.
Yagami Taichi.
<< Non è possibile...
>> stava mormorando il ragazzo.
<< Uh oh. >>
commentò Miyako all'orecchio di un'esterrefatta Hikari.
<< Prevedo
scintille! >>
Miyako non era completamente nel
giusto, però. Perché i due ex-fidanzatini non si
urlavano addosso ogni volta
che si vedevano – da qui la prova che si erano lasciati
consensualmente.
A dir la verità, non si
parlavano. Mai. Né incrociavano gli sguardi. Pareva
impossibile che Taichi
rimanesse amico di entrambi, eppure lui, in qualche modo, ce la fece.
Ma si sa,
la pazienza non è mai stata una delle maggiori
virtù del Digiprescelto del
coraggio. Resse la situazione per più di tre mesi. E poi...
<< Taichi, dove
accidenti mi stai portando? >>
Sora era parecchio irritata
dal comportamento del ragazzo.
<< Mi vuoi dire dove
stiamo andando? >>
Per tutta risposta, Taichi si
fermò di botto, e aprì la porta di una classe.
Dentro, in attesa del ragazzo
castano, c'era Yamato.
A quanto ci ha raccontato Taichi poi,
le espressioni dei due ragazzi quando si videro erano una di quelle
cosa da
registrare e da rivedere nei momenti di malinconia, per farsi due
risate.
Immediatamente, i due
cominciarono ad accampare scuse per filarsela...
Taichi sbatté la porta dietro
di sè, interrompendo qualsiasi borbottio.
<< Eh, no! Dove credete
di andare? Adesso mi state ad ascoltare. >>
Avanzò di qualche passo verso
i due.
<< Abbiamo una
situazione da sviscerare! >>
Taichi Yagami urlò addosso ai
suoi due migliori amici per almeno mezz'ora. Il cielo solo sa di cosa
abbia
parlato per così tanto tempo, nonostante appena in fondo al
corridoio ci fosse
il resto del gruppo dei Digiprescelti accorsi non appena avevano saputo.
Taichi si sgolò ben bene, finché
non ebbe concluso di dire tutto ciò che doveva e, qualunque
cosa sia stata,
funzionò. Pian piano le cose tra Yamato e Sora si sono
riaggiustate.
Tuttavia, il ragazzo tende ancora
ad arrivare a scuola sempre all'ultimo secondo, per evitare qualsiasi
situazione imbarazzante.
Ma se solo questo è il problema,
ne siamo felici tutti.
<< Già, hai ragione.
>>
<< Ci vediamo Ken! >>
<< Ciao! >>
<< Ciao! >>
Dov'era in quel momento?
<< Corri! Sbrigati!
>>
<< Hikari, abbi pietà! Mi
sono appena svegliato... >>
<< Oh, povero piccolo!
>> sbottò la ragazza con spaventoso sarcasmo,
quando riuscì a recuperare
un po' di fiato. Taichi, dal canto suo, qualsiasi cosa dicesse, non
sembrava
affatto provato dalla corsa mattutina.
<< Ma siamo quasi arrivati!
>>
<< È quel "quasi"
che mi preoccupa! >>
Correvano lungo il perimetro
dell'edificio scolastico, mentre la lancetta dei minuti si avvicinava
implacabile alle 8.
Varcarono il cancello un attimo
prima del suono della campanella.
<< Eccoli! >> li
salutò Takeru, un luminoso sorriso in volto (dietro di lui,
ragazze di prima
media sospirarono estasiate alla vista).
<< Ci siamo anche noi!
>> arrivò da dietro dei due Yagami la voce di
Daisuke.
<< Visto? >> disse
Taichi indicando Daisuke e Yamato. << Non siamo nemmeno
gli ultimi!
>>
Hikari gli tirò uno schiaffo tra
capo e collo, poi si diresse a grandi falcate verso la propria classe.
Ore 9.45, secondo piano,
divisione media.
Hikari Yagami consegnò il compito
di Biologia almeno mezz'ora prima del previsto, e, seguita da un coro
di
"Ma come fai?" uscì a fare quattro passi in corridoio.
Si fermò a guardare il cielo,
alla finestra, e solo a quel punto si permise di concentrarsi sulla
questione
che ormai da diversi giorni la assillava.
Quella nuova sensazione...
Ad essere sinceri, era iniziata
già da due settimane, e non accennava a diminuire. Era come
un presentimento,
ma la cosa strana era che, in tutto quel tempo, questo non era
né svanito né si
era accentuato.
La ragazza ispirò a fondo,
spostando sulla schiena alcune ciocche ribelli dei suoi lunghi capelli
castani.
Ricordava bene ciò che, circa un anno prima, le aveva detto
Koushirou.
<< Hikari, ascoltati. >> le aveva detto un
giorno che erano
tornati a Digiworld a fare il punto della situazione.
<< Ascoltati? >> aveva chiesto lei senza
capire. Il rosso
aveva storto il naso.
<< Ormai è chiaro che percepisci prima di
tutti noi se accade
qualcosa qua a Digiworld. Lo so che non è il massimo come
definizione, ma sei
una sorta di antenna radio per le anomalie. >>
<< Grazie tante, Izzy. >>
<< Dai, lo sai che scherzavo. Diventi sempre
più simile a Miyako
ogni giorno che passa, la sua vicinanza non ti fa bene.
>> sussurrò,
nonostante l'altra fosse parecchio distante da loro.
<< Quello che intendo dire, comunque >>
disse Koushirou
tornando serio << è che non devi prendere
sottogamba i tuoi
presentimenti. Potrebbero essere molto importanti. >>
<< D'accordo, Izzy. Starò attenta.
>> gli aveva promesso.
Ah, pensò Hikari. La fa facile
lui. Le emozioni, se lievi, si assomigliano un po' tutte, come poteva
sapere se
si trattasse di un pericolo in avvicinamento o qualcos’altro?
Ma questa non è forse diversa da
tutte le altre che ricordi?
Hikari scosse la testa, per
scacciare dalla mente quella voce talvolta inopportuna che aveva
identificato
come "coscienza".
Ma in fondo la voce aveva
ragione, e questo la ragazza lo sapeva.
È anche vero, rifletté, che se il
pericolo è grande, lo saprei con più certezza
rispetto a come è ora. Devo solo
stare attenta, e quando verrà il momento, lo
saprò.
Oh, lo saprai sicuramente, Hikari. Ma se, quando quel momento verrà, fosse già troppo tardi?
Ecco il primo, vero capitolo. Non è un granché, lo so, perché non succede niente, ma essendo passati tre anni dalla fine della serie precedente (mese più, mese meno: Digimon Adventure 02 finisce a Dicembre 2002, questa storia inizia il primo settembre 2005) dovevo in qualche modo presentare i personaggi e specificare i cambiamenti avvenuti in loro (e tra loro).
Già in questo capitolo ho definito la rottura della coppia Sora/Yamato – chiedo scusa a tutti coloro che amano il Sorato, ma, ahimé, è contro la mia natura farli restare insieme.
Rendere Takeru un rubacuori come il fratello è stato troppo divertente, inoltre ce lo vedo parecchio bene...
Ma parliamo di altre cose serie (si fa per dire...). Il secondo scontro con Diaboromon, a cui si fa accenno parlando della ragazza di Jyou – il nome Himeka gliel'ho dato io! – l'ho incastrato a marzo 2003, perché all'inizio del film Miyako si sta provando la divisa delle scuole medie e secondo i miei calcoli (ho tutta una tabella adatta allo scopo) doveva essere marzo (il mese tra due anni scolastici) e del 2003 (Miyako è del 1991). Se avessi cercato meglio, avrei trovato queste informazioni su Internet, ma a fare i calcoli da sola mi sono divertita!
Alla fine i Digiprescelti sono risultati così divisi per anno scolastico:
- Iori (11 anni) in sesta elementare;
- Daisuke (quasi 13 anni), Takeru (13) e Hikari (quasi 13) in seconda media;
- Ken (13) in terza media (ha la stessa età di Daisuke, Takeru e Hikari, ma l'ho messo un anno avanti in ricordo dell'intelligenza dovuta al seme delle tenebre);
- Miyako (14) in terza media;
- Mimi (quasi 15) e Koushirou (15) in quarta media;
- Taichi (16), Yamato (16) e Sora (16) in prima superiore;
- Jyou (17) in seconda superiore.
Le
date di compleanno le ho
cercate su Internet...
Venendo agli asterischi...
*dovrebbe essere la spada che nel
kendo è usata nei combattimenti e dovrebbe essere un nome
maschile.
** Il primo numero indica l'anno,
il secondo la sezione. Credo. L'ho visto in un manga... :D
Nel
prossimo capitolo prometto
che qualcosa accadrà. Visto il finale di questo qua, si
può intuire attorno a
cosa ruoterà il prossimo! Lo metterò il prima
possibile.
Oh, un grazie a Kymyit che ha
recensito lo scorso cap e messo questa storia tra le seguite,
nonostante si
intuisse poco o niente dal prologo! Grazie infinite per la fiducia.
E grazie anche a coloro che hanno
letto soltanto. Mi fa tanto, tanto piacere. Al prossimo capitolo!
Ciao!
coco1994