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Autore: Feel Good Inc    06/08/2011    2 recensioni
[ Vol. VI, The Emerald City of Oz ]
E lo Spaventapasseri aveva scelto la sedia più umile della sua umile casa a forma di spiga di grano e senza esitare aveva fatto come gli chiedeva, prendendola persino sulle ginocchia impagliate perché l’operazione le risultasse più facile.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dorothy Gale, Spaventapasseri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blow his mind

~ meglio della pittura

 

 

 

 

 

 

 

 

I wanna see your face and know I made it home.

 

 

Dorothy sapeva bene che lo Spaventapasseri non si stancava mai, che non aveva bisogno di stare seduto: era stato soltanto per propria comodità che gli aveva chiesto di scendere a un’altezza a lei più congeniale. Era così alto, con braccia e gambe così lunghe: sembrava proprio fatto apposta per abbracciarla – ma, solo per questa volta, solo per il tempo necessario, non poteva gentilmente sedersi davanti a lei?... E lo Spaventapasseri aveva scelto la sedia più umile della sua umile casa a forma di spiga di grano e senza esitare aveva fatto come gli chiedeva, prendendola persino sulle ginocchia impagliate perché l’operazione le risultasse più facile.

A Dorothy era sempre piaciuto ridipingergli il viso. Era in quei momenti che il sorriso dello Spaventapasseri le pareva più bello.

La punta morbida del pennello finì di ritoccare il blu degli occhi e, dopo essersi tinta d’ocra, salì sulla curva gentile della bocca. Non appena se ne allontanò, le labbra inconsistenti del fantoccio si mossero e la sua voce allegra chiese: « Come ti sembro? »

« Manca solo una cosa » disse Dorothy; e avvicinandosi alla bocca di tela, dopo un soffio che asciugò i colori, vi posò un bacio leggero. « Ecco: ora sei bellissimo! »

E davvero il volto fresco dello Spaventapasseri – chissà come – s’era illuminato, mentre un guanto goffo saliva a sfiorare quel punto che aveva reso ancor più vero il suo sorriso.

 

 

[ 227 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Ohh. Immaginarmi la scena mi fa sciogliere come un gelato *-*

Beh, questa flash non si collega a nessuno dei romanzi in particolare: soltanto la presenza della casa a forma di spiga di grano indica che il momento descritto vuole ambientarsi dopo il sesto volume della serie, quando lo Spaventapasseri abbandona la corte del Boscaiolo di Latta perché la vita di città non fa più per lui. Dorothy è ormai Principessa di Oz a tutti gli effetti, ma nella mia immaginazione malata le sue visite all’amico non si sono mai interrotte, così come il fatto che di tanto in tanto lui le chieda ancora di ridipingergli il viso. Ho pensato che, per renderlo il più realistico possibile, lei potrebbe pensare di baciarlo per vederlo illuminarsi – sono senza speranza, lo so, ma quest’immagine fa troppo fluff >w< E poi, il viso dello Spaventapasseri “s’illumina” davvero quando è con Dorothy. Parola di Baum. Non si contraddice il Maestro <3

Il titolo ha un senso: blow significa letteralmente ‘soffiare’, ma in riferimento a mind, ‘mente’, in genere si traduce come ‘spegnere i pensieri’.

Il verso iniziale è tratto da Painting flowers, All Time Low. Perché lo Spaventapasseri adesso è davvero casa, per Dorothy.

Aya ~

   
 
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