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Autore: JackieJay    08/08/2011    0 recensioni
Una storia quasi impossibile, ma reale per Chiara, una ragazza omosessuale che parte in cerca di una nuova vita. A Los Angeles incontrerà l'unico uomo che riesce ad amare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio inglese non era ancora del tutto perfetto, come anche il suo italiano. Jared aveva capito come fregarmi. 
"Se tu mi baci, imparo più facilmente!". Un bacio tira l'altro, si accende la passione e ogni volta finivamo a far l'amore.
 
 
Quella mattina avevamo litigato perchè non volevo si sapesse in giro con chi, Jared Leto, si fosse fidanzato. Dopo la lite, mi strinse a se acnhe se io continuavo a singhiozzare come una bimba a cui avevano tolto un giocattolo. 
"Ti amo, nanerottola mia" mi sussurrò. 
Sapeva come calmarmi e farsi perdonare, ma la paura di essere derisa era troppa. Se la notizia del nostro fidanzamento fosse trapelata, saremmo finini in prima pagina... "Jared Leto e la CAMERIERA" (beccati nel retro di un ristorante) 
 
 
Quando arrivai a Los Angeles, avevo i soldi giusti per restare una, massimo due settimane, ma venni baciata dalla fortuna, e tre giorni dopo il mio arrivo, trovai lavoro come lavapiatti in un ristorante. Non mi importava la mansione, mi bastava guadagnare quel tanto da pagare l'affito di una stanza.
Bhè, devo dire che il ristorante in cui lavoravo, aveva la sua fama. 
 
La prima volta che incontrai Jared fu proprio al ristorante in cui lavoravo... Il 1°Maggio.
Quel giorno erano arrivate le nuove divise, gonna nera a tubino, sopra il ginocchio, camicia bianca e decoltè nere e proprio quella sera, mi misero come cameriera di sala, per la troppa clientela.
Servii molti tavoli quella sera, ma il proprietario del ristorante voleva che all'arrivo di un certo Mr. Cubbins, fossi io a occuparmi del suo tavolo. 
Quel nome mi suonava familiare, ma pensai di averlo già sentito in giro, e non diedi molto peso alla richiesta che mi venne fatta. 
La sala si era quasi svuotata, tutti i clienti stavano tornando a casa, si avvicinava l'orario di chiusura, ma il tavolo, per tre, di Mr. cubbins era ancora vuoto. 
 
Il telefono del ristorante squillava e risposi io. 
"Sono Mr. Cubbins, perdonate il mio ritardo, ma a breve saremo da voi." 
Ebbi solo il tempo di dire il nome, che riattaccò. Era una voce sensuale e travolgente, che mi lasciò, quasi, senza parole. 
 
"Tratta bene Mr. Cubbins, e prima del suo arrivo corri a darti una sistemata, non voglio che la mia unica cameriera donna, abbia i segni della stanchezza addosso.", mi disse il proprietario.
 
Continuavo a non capire perchè il proprietario fosse così preoccupato.
Andai a sistemare il trucco e i capelli e tornai ad attendere l'arrivo di Mr. Cubbins all'ingresso. 
Entrò un uomo, poco più alto di me, con delle scarpe che non potevi non notare, erano quasi fosforescenti, jeans neri e una maglietta bianca a maniche corte, che mostrava quegli addominali scolpiti. 
Era seguito da una bella donna bionda, indossava un vestito bianco, molto anni 50.
 
"Lei è Mr. Cubbins?" chiesi all'uomo ancora volto verso la giovane donna.
"Per te, Dolcezza, io posso essere chi vuoi tu!" disse.
 
Arrossii e sorrisi quando la donna lo rimproverò. 
Si accorse del mio sorriso, prese il mio viso tra pollice e indice, e nel giro di pochi secondi mi ritrovai quegli occhi magnetici che mi fissavano.
Ero rimasta senza parole, io sapevo chi era quell'uomo, sapevo chi era quello spettacolo che si trovava a due centrimentri da me.
Mi morsi il labbro inferiore, ma non stavo sognando... Shannon Leto era davanti a me e mi aveva incantata col suo sguardo.
 
"Prego, seguitemi.", li feci accomodare al loro tavolo, stando attenta a non cadere dai tacchi.
 
Mentre attendevo l'ordinazione, Shannon continuava a provarci con me, nei modi pìù assurdi. 
"Vorrei un tuo bacio per iniziare."
La donna al suo fianco, quella dolce donna che rise alle avance del ragazzo, era Constance, la favolosa donna che aveva messo al mondo la perfezione fatta persona.
 
E proprio in quell'istante mi sentii toccare il fianco...
  
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