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Autore: Akemi_Kaires    10/08/2011    2 recensioni
[Dedicata a tutti i fan del Mitsumei]
{Stella mia, donami il coraggio di andare avanti. Fa sì che questa volta mi ascolti}
Quella notte, però, oltre ad essere stata presa di mira da leggende popolari, possedeva qualcosa di reale e tangibile. Lo spettacolo al quale si assisteva era unico e al contempo romantico.
Quale posto sarebbe stato più idoneo al compimento di quella missione impossibile sulla quale rimuginava da troppo tempo ormai?
{Stella mia, infondi nuova forza in me; sono stanca di dovermi ancora nascondere a lui…}
L’aveva da sempre e costantemente reputata una sciocca festa per stupidi sciocchi superstiziosi sentimentali. Non l’aveva mai degnata di un briciolo di attenzione in tutti quei lunghi anni. Possibile che dopo così tanto tempo si stesse ricredendo così facilmente a riguardo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'With You, Under The Sky'
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Dedicata ad una mia grande amica, la mia Franzy, e a tutti i fan del Mitsumei, in particolare ai/alle ragazzi/e che, come me, attendono l'arrivo del/della loro Miles/Franziska.
Felice Notte delle Stelle!

Believe In Your Feelings. Listen Me, Please


{Stella mia, donami il coraggio di andare avanti. Fa sì che questa volta mi ascolti}

Non aveva mai creduto nella fantasia, nel mistico e benché meno nella superstizione.
Dopotutto, era un uomo di scienza e non poteva abbassarsi al credere in simili superstizioni ideate dagli uomini per compensare ciò che la mente non poteva immaginare, solo per dar risposte alle loro domande.
Quella notte, però, oltre ad essere stata presa di mira da leggende popolari, possedeva qualcosa di reale e tangibile. Lo spettacolo al quale si assisteva era unico e al contempo romantico.
Quale posto sarebbe stato più idoneo al compimento di quella missione impossibile sulla quale rimuginava da troppo tempo ormai? Sarebbe stato perfetto poterle confessarle tutto ciò che nutriva nei suoi confronti.
La conosceva da quando aveva nove anni. E lei, a causa della differenza di sette anni che li divideva, lo aveva sempre avuto accanto da una vita intera.
Miles l’aveva sempre considerata una grande amica, con la quale si era sempre confidato nei momenti di difficoltà. Era anche un’ottima compagna di studi e, successivamente, una fidata collega della quale ci si poteva fidare. Ciò che era ancor più importante, per lui, era la sua importanza: era stata la sua famiglia, una persona che lo aveva accettato per com’era e che lo aveva riposto sullo stesso piano d’importanza degli altri famigliari.
L’aveva sempre protetta da quel padre che mai le aveva voluto bene o donato un briciolo di affetto. Era lui, con i suoi sorrisi e i suoi impacciati complimenti, a ripagarla e ricompensarla delle sue fatiche. Di fronte a tutta quella immane e inumana sofferenza, si era promesso di diventare per lei un fratello, un aiuto al quale aggrapparsi, un appiglio di salvezza.
E col tempo lui aveva curato e alimentato sempre più quel piccolo sentimento che nutriva nei suoi confronti, facendolo crescere sempre più fino ad uscire dal suo cinico controllo.
Era normale e lecito che provasse un affetto così sincero e forte nei confronti di quella ragazza che lo aveva sempre confortato dai suoi incubi, che aveva sempre creduto in lui. Non gli importava quanto lei si divertisse a punzecchiarlo col suo sarcasmo, né quanto fossero pesanti i suoi insulti.
Dopotutto sapeva con certezza che si trattava di una stupidissima maschera che era obbligata ad indossare per compiacere e piacere a Manfred. Lui si era innamorato della sua vera natura, di quella ragazza spensierata e dolce che, col tempo, si era fatta sempre più forte e spietata nei confronti di quel futuro che l’aveva sempre riconosciuta e additata come figlia di una Leggenda.
Aveva sempre provato tenerezza nei confronti di quell’ostinata aggressività. Aveva imparato a scorgere perfin della bontà in questi gesti freddi e cinici, nascosta in fondo, in un piccolo angolo remoto. La sua vera essenza non era morta.
Se quella notte Miles si trovava ancora in procura, era solo per aspetterla. Ormai era da consuetudine farlo, ed era quasi diventata un’azione abituale. Forse lei aveva cominciato a fondare sospetti nei confronti di quei “casuali” incontri di fine lavoro, motivo in più per trovare il coraggio di confessarle ogni sentimento serbato nei suoi confronti.
Volse lo sguardo verso il cielo farcito di luminose e iridescenti stelle, sospirando. Che cosa mai sarebbe contato un piccolo momento di debolezza? Un misero tentativo poteva farlo, dopotutto, anche violando la sua ferrea credenza nei confronti della scienza.
A capo chino, espresse il suo silenzioso desiderio ad una stella cadente, confidando che qualcuno, da lassù, lo aiutasse a realizzare il suo sogno.
Con decisione, si avviò verso l’uscita del suo ufficio, per poi attraversare il corridoio che congiungeva la sua stanza con quella della sua amata.
Era ancora incerto su cosa le avrebbe detto, nel remoto caso avesse accettato la proposta di andare con lui ad ammirare da soli quello spettacolo annuale. Forse sarebbe stato meglio con un “grazie” riferito a tutte quelle volte che lo aveva difeso davanti agli occhi del padre, e a tutte le occasioni dove lo aveva aiutato e, a modo suo, sostenuto.
Alla fine le avrebbe confessato ogni cosa, prendendo il coraggio a due mani. Se avesse rifiutato, si sarebbe rassegnato ad essere semplicemente un fratello, una persona cara alla quale confidarsi. Gli sarebbe bastato solamente averla accanto per sempre, qualunque esso fosse il suo ruolo.
Si ritrovò dinnanzi all’ingresso del suo traguardo, tremante. Alzò leggermente il pugno, pronto a bussare. Ma qualcosa riaffiorò violentemente tra i ricordi, colpendolo come un pugno allo stomaco.
…Non sei cambiato… Tu… Tu mi hai sempre lasciata sola, andando avanti per la tua strada senza di me.
Miles… ti ho sempre odiato.

Eccolo, imponente e inarrestabile, il colpo più duro, una stilettata dritta al cuore, una secchiata d’acqua gelida gettata senza pietà su un cuore che a stenti batteva ancora con fioco vigore.
A cosa era servito fidarsi perfino di quella superstizione stupida?
Non lo avrebbe mai ascoltato. Lo odiava.
Quella era l’unica certezza.

{Stella mia, infondi nuova forza in me; sono stanca di dovermi ancora nascondere a lui…}

L’aveva da sempre e costantemente reputata una sciocca festa per stupidi sciocchi superstiziosi sentimentali. Non l’aveva mai degnata di un briciolo di attenzione in tutti quei lunghi anni. Possibile che dopo così tanto tempo si stesse ricredendo così facilmente a riguardo?
Era assurdo come quell’assurda e malsana idea di invitare Miles Edgeworth a guardare le stelle cadenti con lei l’avesse travolta così all’improvviso, senza una qualsiasi ragione logica e sensata.
Si era chiesta incessantemente più e più volte come poteva essersi lasciata andare ad un momento così imperfetto di debolezza, cercando di scacciare dalla sua mente quell’ignobile pensiero. Aveva una dignità da difendere! Mai e poi mai si sarebbe abbassata all’infimo livello di tutte le sue coetanee dal cuore ricolmo di romanticismo e dolcezza.
Lei era Franziska von Karma, la figlia del Genio Manfred, e il suo compito era solamente quello di rispettare le aspettative di perfezione altrui. Non c’era tempo per badare ad effusioni di amore o altre sciocchezze simili.
Sospirò, osservando il cielo ricolmo di stelle che illuminava quel paesaggio familiare che si stagliava al di fuori dell’enorme finestra del suo ufficio. Con malinconia e un pizzico di invidia, rifletté su come sarebbe stata la sua vita senza quel vincolo che la additava come erede e portatrice di perfezione. Forse sarebbe stata una donna spensierata come tutte le altre, persa in un mondo privato e tutto suo.
In cuor suo, avrebbe tanto voluto una vita semplice, all’insegna dell’umiltà e della purezza, senza troppe preoccupazioni e problemi. Desiderava con ardore poter essere liberamente felice, e poter avere giornate libere all’insegna del divertimento.
Ma non sarebbe stata la sua storia. Ormai aveva intrapreso una strada diversa, e doveva proseguire nel percorrerla nel miglior modo possibile. Era l’unica cosa che poteva fare, dopotutto.
Cinica, sadica, perfetta e responsabile. Così la vedevano gli occhi altrui, e in tal modo era stata schedata.
Purtroppo lei lo sapeva, quella dannata maschera che era costretta a portare non se la sarebbe mai più potuta sfilare. L’avrebbe dovuta portare ancora a lungo, forse per tutta la sua esistenza. Avrebbe dovuto rassegnarsi all’evidenza, ormai. Nessuno più era in grado di scorgere in lontananza quella piccola e fragile Franziska, la sua vera essenza, che riposava nei meandri del suo cuore, che a tentoni cercava un punto debole di quel muro che le impediva di uscire allo scoperto.
A pensarci bene, solo una persona era stata in grado di guardare oltre le semplici apparenze.
Miles Edgeworth.
Forse era questo il motivo che l’aveva spinta a creare quel piccolo pensiero che ora le tarlava costantemente il cervello. Forse era quell’affetto che provava nei suoi confronti che la spingeva e la incoraggiava ad essere normale e sé stessa ai suoi occhi.
Qualcosa si mosse nel suo stomaco, carezzandolo e stuzzicandolo. Era una dolce sensazione confortevole, provata ogni qualvolta che il pensiero correva a lui.
Che non si trattasse di un semplice amore fraterno?
Dopotutto era sempre stato in grado di confortarla nei momenti di difficoltà, e le era sempre stato accanto nei momenti triste, sempre pronto ad asciugarle le lacrime. In quegli attimi di debolezza, dove lei si sfogava senza ritegno, lui c’era sempre. Anzi, in tutta la sua vita era sempre stato più presente di quanto immaginasse. In ogni suo ricordo, la sua immagine vivida riaffiorava ovunque.
E quella sensazione di calore e gioia che susseguiva non era di certo pura casualità. Non si trattava di una semplice coincidenza neppure il fatto che la sua presenza non le suscitava irritazione e disagio come spesso succedeva con altri.
Non poteva essere. Davvero si era innamorata di lui?
Scosse la testa, portandosi una mano inguantata alla fronte. Non poteva essere vero. Eppure, sfortunatamente – o fortunatamente – per lei, tutti i fatti si concatenavano alla perfezione, per poi dirigersi tutti nella stessa direzione che conduceva a quell’unica possibilità.
Stranamente, però, l’idea non le dispiaceva alquanto. Si stupì per pochi secondi per quello sciocco pensiero, per poi tornare a fissare le stelle cadenti.
Si trattava dell’uomo che da sempre le aveva voluto bene, che non l’aveva mai discriminata o allontanata per il suo essere von Karma. Ed era l’unico che, senza alcuno sforzo, era stato in grado di capirla e rassicurarla. Era stato un tassello integrante del puzzle della sua vita.
Sicuramente, però, lui non avrebbe mai ricambiato quel suo sentimento. Sarebbe stato anche comprensibile, un suo rifiuto, dato il fatto che aveva avuto la sciocca idea di urlargli in faccia un bel “Ti ho sempre odiato”.
Tanto valeva fare un piccolo tentativo, però. Che male c’era a provare? I von Karma non si fermavano mai alla prima difficoltà, e lei non poteva essere da meno!
Rivolse una piccola speranza alla stella cadente, per poi avviarsi a passo spedito verso la porta d’ingresso del suo ufficio. Era certa che lui si trovava ancora lì, in procura.
Ma mai avrebbe immaginato di aprire la porta e di trovarselo dinnanzi, in tutta la sua bellezza.
- Verresti con me a vedere le stelle cadenti?

{Stella nostra, donaci il coraggio e il desiderio di essere semplicemente noi stessi, cosicché il legame che ci unisce possa essere indissolubile e saldo}

L’avevano esclamata all’unisono, quella strana proposta. Ed ora eccoli, come d’incanto, seduti su una collinetta del parco di Berlino, con lo sguardo rivolto verso il cielo alla ricerca di stelle cadenti.
Non avevano proferito parola, durante il viaggio in macchina, né si erano scambiati una qualche battuta non appena erano giunti dinnanzi al cancello d’ingresso del giardino pubblico.
Ed ora si trovavano lì, immersi nel rassicurante buio della notte, così vicini da potersi sfiorare spalla contro spalla. Fortunatamente, l’oscurità era alleata d’entrambi, per impedire l’un l’altra di notare il relativo rossore delle loro gote avvampate.
- Da quando un uomo di scienza è interessato all’evento delle stelle cadenti? – lo punzecchiò Franziska, cercando di sciogliere in un modo o nell’altro il gelo che era calato tra loro.
Non si sarebbe mai aspettata una proposta del genere da parte sua. Era troppo timido e riservato per poter esclamare con così tanta convinzione una domanda senza una specifica e ferrea ragione. Doveva essere davvero forte, quella motivazione, per spingerlo a farsi avanti con così tanta convinzione.
Che per una buona volta la dea bendata fosse stata dalla sua parte…? No, era impossibile…
- Pensavo ti avrebbe fatto bene un po’ di svago. Passi davvero troppo tempo in quell’ufficio e cominciavo a preoccuparmi… - si lasciò sfuggire Miles, distendendosi a pancia in su sul prato verde leggermente bagnato di rugiada.
Era ancora incredulo riguardo la strana reazione di Franziska nell’averlo trovato davanti alla porta. Davvero aveva avuto la sua stessa idea? Non poteva ancora crederci.
Lei era una von Karma, e la sua stirpe non si era mai abbassata a sentimentalismi e romanticismi di vario genere.
Dopo pochi attimi si rese conto del suo pensiero: non si trattava di una von Karma qualunque, ma di Franziska, quella donna che da sempre aveva sognato un futuro roseo per sé al di fuori di perfezione e altre chimere di vario genere.
Che avesse deciso di dar ascolto al suo cuore…? Non poteva provare i suoi stessi sentimenti! Sarebbe stato troppo bello!
- Edgeworth il cinico che pensa a me? Che sciocchezze…! – esclamò stupita lei, sbarrando gli occhi. – In realtà anche io pensavo più o meno la stessa cosa… - aggiunse poco dopo imbarazzata, sotto voce, ma con un tono di voce tale da permettere al suo amato di poterla sentire. La procuratrice avvolse le sue gambe in un abbraccio, raggomitolandosi, poggiando il mento sulle ginocchia, avvampando. Cosa le era saltato in mente di dire…?!
Il cuore di lui cessò di battere, non appena udì e si capacitò del significato di quelle parole.
In quel mentre, una stella cadente solcò velocemente il cielo turchino, brillando di luce propria.
- Cosa hai sempre desiderato da piccola? – domandò poco dopo, indicando il firmamento, nel misero tentativo di scacciare quell’aura di soggezione che era piombata su di loro impetuosa. Non erano adatti al romanticismo, e lo sapevano con certezza. – Ottenere affetto dalla tua famiglia, forse…?
- Sciocchezze! – ribatté l’altra, corrugando la fronte al ricordo del suo nefasto passato. – Ero già sicura dell’impossibilità che questo si avverasse.
Miles sapeva quanto aveva sofferto per le mancate attenzioni del padre, ormai tutte rivolte all’allievo che era a suo tempo. Conosceva la rabbia e il rancore che ella serbava segretamente nel profondo dell’animo nei confronti quell’uomo che l’aveva corrotta e costretta a seguire uno stile di vita che con gli anni l’aveva consumata.
- E cosa, allora? – chiese, in preda alla curiosità.
- Volevo una persona accanto a me – ammise lei, voltando leggermente il capo per guardarlo negli occhi. – Qualcuno che mi volesse bene.
- E… l’hai trovata? – pose titubante il quesito lui, incerto se voler conoscere o meno la risposta. Sarebbe stato in grado di sopportare una delusione?
- Penso proprio di sì – affermò lei, sorridendo timidamente, mentre le sue guance si imporporavano sempre più. – Ed è molto più vicina di quanto osavo immaginare…
L'altro non poté credere alle sue orecchie. Lei stava davvero alludendo alla sua figura? Era davvero lui l'uomo che aveva da sempre cercato e finalmente trovato?
Era davvero riuscito nel suo intento, a quanto pareva. I suoi sacrifici passati non erano risultati vani ed inutili, allora. Se ne compacque, provando uno strano senso di realizzazione dovuto a quella risposta voluta e inaspettata al tempo stesso.
Adesso si trattava di un pericoloso momento. Si trovava in bilico tra la sua decisione e il silenzio. Ancora nulla era confermato, e non vi era certo tempo di gioire di quel piccolo e importante passo in avanti.
Era finalmente giunto quel momento di "Ora o mai più" che da tempo aveva evitato per paura di non essere in grado di affrontarlo e superarlo. Prese il coraggio a due mani, pronto ad essere travolto e spazzato dalle conseguenze che le sue parole avrebbero comportato.
Se l'esito non sarebbe stato positivo almeno avrebbe potuto dire di averci provato.
- Io invece ho sempre sognato un futuro...
- Con chi? - chiese ingenuamente lei, incuriosita da quella confessione. Era alquanto agitata. La frase con la quale era uscita allo scoperto forse era servita a qualcosa, dopotutto. - Assieme alla persona che ami?
- Sì - esclamò lui, mettendosi seduto. Si avvicinò a lei, trattenendo il respiro, concentrandosi. - Un futuro accanto a te.
Senza riflettere ulteriormente, prese il volto candido e vellutato di Franziska fra le mani, avvicinandolo al suo. Congiunsero le loro labbra morbide, legandole in un bacio passionale ricco di gioia e ricordi agrodolci che rivangavano il passato che si erano lasciati volutamente alle spalle.
Si bearono di quell'amore che finalmente li aveva uniti per l'eternità, godendone di ogni suo piacevole istante. Dimenticarono immediatamente la loro identità, ciò che li aveva fatti incontrare e scontrare più volte. Erano pronti ad affrontare quell'impervia salita che era la vita assieme, uniti per l'eternità.
Ironia della sorte, l'unico modo per definire quel momento era attraverso quel termine che entrambi avevano seguito e al contempo odiato: pura perfezione.
Ma cosa contava la perfezione, ora, quando potevano essere perfettamente felici insieme ed essere finalmente loro stessi?
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L'ufficio del Procuratore von Karma:
Ed ecco la seconda e ultima one shot della mia piccola serie! (Se vi è piaciuta potete anche leggere la prima, dedicata al Narumayo! Mi farebbe davvero piacere ^^)
Spero sia stata di vostro gradimento. ^^
Questa storia è dedicata a tutti i Franziska e Miles (psicologicamente parlando) che esistono in questo mondo. Spero di aver reso piacevole questa vostra serata delle stelle!
E' dedicata anche ad una mia grande amica, S., e a gm19961, che mi segue sempre ^^
Ci tenevo a precisare che, come l'altra one shot, questa è ambientata nel periodo di AJ. Non so, ho voluto immaginare la situazione dei vari personaggi... e spero di non essere stata troppo OOC! Me lo auguro con tutto il cuore.
Spero sia stata davvero di vostro gradimento! E chiedo venia ancora una volta per i possibili errori di battitura!!!
Akemi a.k.a. Franziska von Karma <3
  
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