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Autore: xmosquito    11/08/2011    1 recensioni
"Poi, arrivò, quel gufo. Dopo aver sbattuto contro la veranda, posò la lettera sul tavolo e se ne andò. La bambina non ci ripensò due volte e l’afferrò, stringendola fortissimo nella sua mano destra. A Quinn Fabray C’era scritto sul retro della busta."
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Fabray, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Undici anni: solo Quinn poteva sapere cosa volesse dire, quel traguardo. La mattina si svegliò terribilmente presto, ancor prima del solito. Era il 25 Giugno e il sole sprizzava da tutti i pori, compresa quella modesta casa di Londra. Da qualche anno, sperava arrivasse subito quel giorno, invece avrebbe dovuto aspettare, con tutte le forze, l’avrebbe dovuto fare. Finalmente! Pensò, buttandosi giù dal letto, per poi andarsi a sistemare davanti allo specchio di camera sua: stava crescendo e stava diventando sempre più bella. Gli occhi verdi si riflettevano spettacolarmente, stessa cosa per i lunghi capelli color grano. Era bella, ma quello non bastava per rendere la sua vita perfetta. Sarebbe dovuta arrivare quella lettera, con quel messaggio. In ogni caso, si vestì in fretta, legando poi i suoi capelli in una lunga coda di cavallo. Corse verso il salotto, guardandosi intorno e cercando di capire se il gufo fosse già arrivato da un momento all’altro. Poi, arrivò, quel gufo. Dopo aver sbattuto contro la veranda, posò la lettera sul tavolo e se ne andò. La bambina non ci ripensò due volte e l’afferrò, stringendola fortissimo nella sua mano destra. A Quinn Fabray C’era scritto sul retro della busta. Probabilmente era quella, quella che aspettava da parecchio tempo. “Mamma mamma!Dai affrettati!” Urlò, con il cuore in gola e piena d’emozione.
La signora Fabray, una donna alta, bionda e soprattutto bella, corse in salotto e vide la figlia con in mano quella lettera, piena d’orgoglio. “Che aspetti?Apri!” Esclamò, quasi più emozionata di Quinn, che non riusciva più a trattenersi.
La bambina aprì frettolosamente la lettera, per poi maneggiarla con estrema cura e iniziò a leggerla, a voce alta, col fiato in gola:
SCUOLA DI MAGIA E DI STREGONERIA DI HOGWARTS
Cara Signorina Fabray,
siamo lieti di informarla che lei ha diritto a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts .
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° Settembre.
Restiamo in attesa della sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 Luglio.
Il preside.
In quel momento voleva solo lanciare la lettera e ballare, urlare, cantare: voleva dimostrare all’intero universo la sua felicità; tra poco più di un mese sarebbe diventata una studentessa di Hogwarts a tutti gli effetti, si sarebbe preparata per diventare una delle più potenti streghe in circolazione – almeno, ambiva a quello. Si limitò a sorridere, guardando la madre soddisfatta, mordendosi freneticamente un labbro e cercando di contenersi.
“Oh, Quinn, sono così felice!” L’abbracciò con forza, stringendola tra le sue braccia, mentre una lacrima segnava il suo viso. “Sei cresciuta…Andrai a Hogwarts! E’ passato tutto così in fretta. Hai già undici anni, non ci posso credere. “ La guardò dritta negli occhi, asciugandosi il viso segnato dalla piccola lacrima con l’angolo della manica. La strinse nuovamente in un abbraccio, mentre la bambina iniziava vagamente a vergognarsi un po’.
“Dai mamma è normale. Non vedevo l’ora, sono davvero felice e tu lo devi essere per me, sai?” Si passò la lingua sul labbro inferiore, mostrando poi un sorriso bello, solare.
“Non l’hai capito?Sono felicissima!Domani andremo a Diagon Alley per comprare l’occorrente!” Detto quello, afferrò la seconda parte della lettera, che conteneva un elenco con una serie di libri e occorrente per il suo primo anno ad Hogwarts. La madre si alzò, correndo poi verso la cucina e prendendo in mano la bacchetta, passandoci sopra la mano, facendo segno di lucidarla, poi mostrandola alla figlia. “Vedi questa?Ne avrai una tutta tua” Affermò orgogliosa, mentre Quinn sospirava agitata, quasi non riuscendo più ad aspettare il giorno seguente.
“Non vedo l’ora, mamma” Affermò, pullulando di gioia. Prendendo di nuovo la lettera e stringendola tra le sue piccole mani, corse di nuovo in camera, emanando un sospiro quasi di sollievo. Guardò il soffitto, torturandosi le mani e mantenendo un’espressione speranzosa. Si buttò sul letto e appoggiò la testa al cuscino, sorridendo come non aveva mai fatto in vita sua. Sarebbe andata ad Hogwarts, avrebbe indossato un cappello parlante e sarebbe stata smistata in una casa tra Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. La sorte l’avrebbe deciso e sperava con tutto il cuore di capitare in un posto perlomeno accogliente, soprattutto con persone accoglienti. Nel frattempo, prese tra le mani un numero della “Gazzetta del profeta” che aveva sul comodino. Quel quotidiano aveva ripreso di lì a poco. In prima pagina, c’era solo una frase, scritta a caratteri cubitali. “Chi si ricorda di Harry Potter?” C’era scritto. Aprì svelta il giornale, leggendo un articolo. Ricapitolava per filo e per segno tutto quello che riguardava la storia di quel ragazzo che un po’ di anni prima aveva sconfitto niente di meno di Lord Voldemort. Quinn arricciò il naso e iniziò a leggere, nonostante sapesse tutto riguardante quella storia: chiunque lo sapeva. Chiuse il giornale e restò distesa sul letto con occhi sognanti e pensando nuovamente al primo settembre: il suo prossimo primo giorno di scuola. Poco dopo, riprese la lettera e la strinse, quasi come un bambino. Socchiuse gli occhi e osservò quell’infinita lista di materiale. Vi era scritto:
• Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero);
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno;
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili);
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere constrassegnati da una targhetta con il nome.
• Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula;
Storia della Magia, di Bathilda Bath;
Teoria della Magia, di Adalbert Incant;
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott;
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore;
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus;
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro;
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante.
• Altri accessori
1 bacchetta magica;
1 calderone (in peltro, misura standard 2);
1 set di provette;
1 telescopio;
1 bilancia d'ottone.
Gli allievi possono portare anche un gufo, un gatto, oppure un rospo. Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.
Quinn scosse il capo, sorridendo nuovamente. Non riusciva a fare altro, perché era semplicemente felice: cavolo, stava per andare a Hogwarts!
“A PRANZO!” Furono solo le urla isteriche della signora Fabray a interrompere i sogni della figlia, ma solo per qualche istante.
***
Era stata a Diagon Alley esattamente due mesi fa. Aveva comprato tutto: persino un gatto che aveva chiamato Miluna, non sapendo il perché. Il fatto era che, quel giorno, avrebbe dovuto prendere il treno per Hogwarts. Preparati i bagagli, fece un lieve sospiro, guardando la porta d’ingresso della sua casa, che non avrebbe visto fino alle vacanze natalizie. Poi, arrivò alla stazione King’s Cross a Londra. Doveva recarsi al binario 9 ¾, del quale i babbani non erano a conoscenza. Quinn sapeva come accedervi, dopo aver accompagnato per molto tempo la sorella Alex, ormai vent’enne. Insieme alla madre e al padre, prese un respiro e corse verso quel muro, senza farsi vedere da qualche babbano. Così, arrivarono alla fermata del treno che avrebbe portato ad Hogwarts, con un sorriso incredibilmente grande stampato in viso.
“Ecco Quinn…E’ arrivato il momento dei saluti.” Disse la madre, ricominciando nuovamente a piangere emozionata e prendendo Quinn tra le sue braccia stringendola talmente forte da riuscire a farle mancare il respiro, come sempre.
“Tranquilla mamma…ti scriverò appena possibile. Non sparirò” Cessò l’abbraccio per poi dare una piccola pacca sulla spalla del padre, che annuiva sorridente, cercando di nascondere la sensazione di nostalgia che iniziava a provare per la figlia. “ Beh, allora, ci vediamo. Vi voglio bene.” Li salutò con la mano, mandando poi loro un bacio e incamminandosi verso il treno. La sua figura si faceva sempre più lontana e la madre non faceva altro che piangere per l’emozione tra le braccia del marito. “Quinn ha undici anni!Qui va a Hogwarts, Joseph..” Ripeteva, tra una lacrima e l’altra.
Intanto, la piccola biondina era salita in quello strano espresso che doveva portare nella famosissima scuola di magia e stregoneria. Cercò un vagone con un posto libero e si ritrovò in uno occupato da tre persone: una bambina molto carina dai tratti ispanici, una biondina che sedeva al posto accanto e dall’altra parte, vittima degli sguardi disgustati delle prime due, una mora dal naso gigante e una nera con qualche chilo di troppo.
“Posso?” Chiese Quinn, prima alla ragazza latina. “Tu?” Rispose con tono di sfida.
“Sì, io”
“No.” Affermò secca, per poi scoppiare in una risatina e guardare da un’altra parte. “E’ già tanto per me essere nello stesso scompartimento con quelle, figurati avere vicino questa sconosciuta” Sussurrò a Brittany, non curante del fatto che le altre potessero sentire. Ma non le importava gran che.
Quinn levò lo sguardo e si voltò verso le altre due ragazze, con un’espressione interrogativa stampata in volto. “Vieni” Le rispose la bambina più in carne, facendole spazio e appoggiando le mani sul sedile. La bambina si sedette, restando in silenzio fino a quando la ragazza latina e la sua amica lasciarono lo scompartimento per andare da qualche altra parte, probabilmente.
“Non ti preoccupare, è sempre così, basta evitarla” Le disse confortandola la bambina col naso grande. “Io sono Rachel, lei Mercedes, comunque”
Quinn si limitò a sorridere alle due bambine, che sembravano simpatiche, a prima vista. Ma mai dire mai. “Quinn”
“Piacere allora. Anche tu del primo anno, immagino. Noi due siamo così emozionate” Le disse sempre Rachel, cercando di socializzare, mente, Mercedes, faceva la timida.
“Non vedo l’ora di arrivare a Hogwarts” rispose semplicemente.
“Vedo che non siamo le uniche” Mercedes trattenne una risata, dicendo soltanto quello.
“ A quanto pare…” Quinn sembrava totalmente imbarazzata e anzi, lo era.
“In ogni caso, cerca di stare lontana da Santana, non è una bella compagnia, parola di una che la conosce da diverso tempo” Le consigliò sempre Rachel, guardando ogni tanto fuori dal finestrino e osservando le immense vallate che costituivano il percorso che portava ad Hogwarts.
“Santana è..” non fece in tempo ad interrompere la frase, che Mercedes le rispondeva prontamente.
“E’ quella di prima, mentre l’altra è Brittany. L’opposto di lei: bionda e dolce”
“Non sappiamo ancora come riesca a sopportarla, comunque”
“Capisco” rispose Quinn, facendo cenno di ascolto, “Sembrava le desse fastidio la vostra e anche la mia presenza.” Ma, non fecero in tempo a continuare il discorso, che un rumore di passi interruppe la conversazione: erano Santana e Brittany, di ritorno.
“Quella vecchia del carrello dei dolci è proprio una lumaca. Non ci siamo affrettate a differenza vostra” Ghignò con una smorfia Santana, iniziando ad aprire una piccola ciocco rana. A Mercedes, col solo guardarla, brontolava terribilmente lo stomaco.
“Che c’è?Sei a dieta?Oh, ti capisco, anch’io lo farei fossi in te” Rachel fece per controbattere, ma Mercedes stessa le tappò la bocca, anche se infastidita: non voleva creare inutili battibecchi nel giorno più bello della loro vita. Intanto, il treno si era fermato, davanti a un enorme castello. Erano arrivate. In fretta, scesero dal treno, prendendo i bagagli e contemplarono tutto. Era magnifico, proprio come la sorella raccontava a Quinn.
“Primo anno, su primo anno a me!” Urlava un uomo altissimo, davvero molto più del normale, con una lunga barba color cioccolato e non proprio curante di se stesso.
“lui è Rubeus Hagrid…L’insegnante di Cura delle creature magiche, almeno, dicono” Sussurrò Rachel a Mercedes e Quinn, che sembravano parecchio confuse.
“Cura delle creature magiche?” Chiese, con tono piuttosto interrogativo Mercedes.
“Lo saprai al terzo anno ma…” Hagrid cominciava già ad andarsene con tantissimi bambini “ANDIAMO!” Urlò trascinandole verso il grandissimo uomo, per poi raggiungerle.
“Bene bambini. Ora voi, invece che andare al salone d’ingresso siete insieme a me perché…Com’è che dice Olympe?” Storse il naso, abbassando poi lo sguardo per guardare i bambini, che erano a dir poco sorpresi dalla grandezza di quell’uomo. “Ah sì! Faremo un Tour di tutto ciò che circonda Hogwarts. Dopo aver camminato per qualche metro, i bambini si ritrovarono davanti a un grande lago. A quattro a quattro, Rubeus li fece salire su dei battelli e fece loro fare l’intero giro di tutto il lago. Quinn era felicissima e sperava davvero che Rachel e Mercedes fossero nella sua casa. Forse invece sarebbe capitata con Santana, chi lo sapeva.
***
Quando arrivarono all’entrata, la porta si spalancò di colpo. Tutto era davvero grande: soprattutto quella sala d’ingresso. Al centro erano riposti quattro tavoli: uno per Tassorosso, uno per Serpeverde, uno per Corvonero e uno per Grifondoro. Il soffitto, invece, era ricoperto da grandissimi lampadari di Cristallo. Era magnifica, quella stanza. A seguito c’erano quattro clessidre, sempre per le quattro squadre: erano come segnapunti per ogni casa, per la famosissima Coppa delle Case. Poi c’era la zona dei tavoli dei professori, che uscivano uno ad uno, lasciando spazio al preside.
“Bentornati ai nosti ragazzi!E, sì, benvenuti ai bambini del primo anno.” La stanza si ricopriva di fragorosi applausi, urla, tifi provenienti da ogni tipo di case. Così, dopo un po’, si presentarono tutti: preside, professori e anche il cappello parlante, che, dopo aver cantato una delle sue canzoni, aprì la cerimonia di smistamento. Una professoressa chiamava in ordine alfabetico tutti i bambini, che dovevano andarsi a sedere su una sedia e indossare il cappello parlante, che, dopo aver frugato un po’ nella mente di ognuno, avrebbe scelto la casa adatta. Fecero molti nomi: tutti andavano al rispettivo tavolo con rispettivi applausi da quelli degli anni superiori.
“Berry…Rachel!” Urlò la professoressa, così Mercedes le diede una spinta amichevole, mentre lei, ridendo, si sedette sulla sedia e indossò il cappello parlante.
“Non ci vedo niente di così divertente, signorina Berry” Affermò prontamente il cappello parlante, cambiando poi espressione. “Allora…Oh, troppo facile. Ambiziosa, furba…SERPEVERDE!” Urlò, rispedendola al posto. Rachel fece una smorfia a Mercedes e Quinn e si diresse verso il suo tavolo, sorridendo ai pochi applausi. Ci furono altre persone, fino quando non arrivò il turno di un certo Evans, Sam Evans.“TASSOROSSO!”
Normale, no?Il fatto che dopo di lui fu chiamata un’altra bambina, che emozionatissima, arrivò alla sedia, con il cappello parlante, tremando. Aspettava quel momento da otto anni o forse di più. I suoi sogni riguardavano sempre ciò: quando sarebbe andata su quella sedia, in quel castello, con quel cappello sulla testa. A quel punto, non sapeva in che casa sarebbe voluta essere. Tutti parlavano così male del Serpeverde, quindi tendeva ad escluderla, ma lì c'era pur sempre la piccola Rachel. Probabilmente, sarebbe stata nel Corvonero, come del resto tutta la famiglia Fabray che era stata ad Hogwarts.
“Quinn Fabray: uhm…intelligente, creativa...CORVONERO!” Come si aspettava: Quinn non restò molto felice di ciò, voleva essere con Rachel, ma allo stesso tempo per essere con lei doveva trovarsi nel dormitorio con Santana.Allora forse era meglio così… Nemmeno Mercedes, era con lei. Era una Grifondoro.
Così, Quinn, si sedette al tavolo, vicina ad alcuni suoi nuovi compagni: una certa Tina, Artie, Mike…Sembravano simpatici.
  
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