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Autore: Sophie_moore    12/08/2011    4 recensioni
Anche il medico le aveva detto di doversi prendere una vacanza, di dover riposare come si doveva e di stare tranquilla per qualche periodo, ma lei aveva rifiutato categoricamente. Come poteva abbandonare il suo colonnello così?
Prima shot, spero vi piaccia =)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le starò sempre accanto.

Quella frase non la faceva dormire. La notte si girava, si rigirava nel letto ma Morfeo evidentemente aveva altre vittime da prendere con sé, quindi non si curava della povera Riza Hawkeye.

Anche il medico le aveva detto di doversi prendere una vacanza, di dover riposare come si doveva e di stare tranquilla per qualche periodo, ma lei aveva rifiutato categoricamente. Come poteva abbandonare il suo colonnello così?

Tenente Hawkeye, vuoi essere la mia guardia del corpo?

Certo che voleva. Voleva stargli il più vicino possibile, vicina tanto da sentire il suo profumo di menta che metteva tutte le mattine, tanto vicina da sentire il calore che emanava il suo corpo.

Vicina e basta. Non desiderava altro, e di certo non avrebbe esitato prendersi delle pallottole per potergli salvare la vita. Lei non poteva esitare.

Si voltò per la decima volta nel letto, poi si mise seduta e il suo fedele amico, il suo cane, uggiolò.

<< Scusa... >> si scusò la donna, sorridendo tranquilla. Si alzò dal letto e sgusciò in cucina, in modo da poter accendere la luce senza svegliare la bestiola che aveva ricominciato a dormire. Sbadigliò, segno evidente che aveva decisamente bisogno di dormire di più la notte, ma si preparò un caffè e si sedette sul davanzale della finestra a berlo.

La Luna brillava luminosa, accompagnata dalle Stelle che spruzzavano il cielo di una luce meno abbagliante. Riza osservava spesso le persone di notte, quando non riusciva a prendere sonno si immaginava le vite di quelle figure deformate dalla poca luce della Luna: un uomo che magari aveva appena finito di tradire la moglie; una ragazzina che probabilmente aveva alzato troppo il gomito e il suo fidanzato che la portava in braccio a casa; un vecchietto solo che giocava a scacchi nel giardino di casa.

Sospirò e finì il suo caffè, sbadigliando di nuovo. Fece per tornare in camera, quando sentì bussare. Rimase immobile, afferrò la pistola da sopra al tavolo e si avvicinò di soppiatto alla porta d’ingresso, chiedendosi chi potesse essere a quell’ora.

Bussarono di nuovo e lei si decise a guardare dallo spioncino. Quello che vide, però, la lasciò letteralmente sconvolta.

Aprì la porta di scatto e si trovò davanti un Colonnello Roy Mustang in borghese (che significava una felpa un po’ slargata e dei jeans scuri) ed imbarazzato.

<< Colonnello, che ci fa qui? >> gli chiese, con i grandi occhi castani spalancati e fissi in quelli nero pece del suo superiore.

Il Colonnello cominciò a balbettare qualcosa di incomprensibile mentre lanciava sguardi furtivi all’abbigliamento della sua sottoposta, che consisteva semplicemente in una camicia da notte lunga al ginocchio.

<< Entri, prego… >> ancora confusa, Riza aprì meglio la porta ed invitò il Colonnello ad entrare in casa. Sentiva che c’era qualcosa di strano in Roy Mustang, l’uomo impassibile che conosceva lei, eppure non capiva cosa.

Lo fece accomodare, lui si schiarì la gola e finalmente pronunciò una frase di senso compiuto. << Salve, Tenente… >> salutò, sorridendo di sbieco.

<< Salve Colonnello… posso offrirle un caffè? >> gli domandò la donna. Quella situazione era talmente surreale da farle credere che fosse solo un sogno.

<< Oh sì, grazie. >> Roy tirò un sospiro di sollievo appena il Tenente uscì dalla sala da pranzo per andare in cucina. Chissà perché proprio quella notte lei aveva deciso di svegliarsi nel momento esatto in cui lui bussava. Beh, ormai era quasi un mese che andava avanti così: la notte passava davanti a quella porta, la fissava, si immaginava che Hawkeye stesse dormendo serena e poi tornava a casa a dormire a sua volta. Era anche arrivata l’ora che si decidesse a parlarle seriamente di quello che provava.

<< Eccolo. >> Riza gli posò la tazzina fumante davanti e andò a sedersi di fronte a lui al lato opposto del tavolo. << Posso farle una domanda, Colonnello? >> chiese, appoggiando la testa sui palmi delle mani.

<< Certo. >> il Colonnello fissava il tavolo, non capiva come mai ma non riusciva a guardare la sua guardia del corpo negli occhi.

<< Ecco… perché è qui? Nel senso, è successo qualcosa? >> chiese, preoccupata. Non era normale che lui bussasse a casa sua nel pieno della notte senza dare spiegazioni e con aria strana.

<< Se vuoi la verità, non lo so… è stato come se i miei piedi si fossero mossi da soli per venire qui. >> continuò a tenere basso lo sguardo finchè non ebbe finito il caffè, poi lo alzò e lo piantò in quello ancora stupito di Riza. << Posso chiamarti Riza? >>

La donna rimase ancora più sconvolta. << Sì, ma… Colonnello, non capisco… >> gli confessò, inclinando la testa di lato. Però sorrise: vedere quell’uomo la faceva sempre stare bene con se stessa.

Roy scosse la testa: stava diventando più difficile del previsto. << Non sono un Colonnello in questo momento… ora sono solo Roy, se tu lo vuoi. >> provò a fare un sorriso ammiccante, ma non fu sicuro del risultato. Eppure era così facile conquistare le altre donne, perché confessare qualcosa di vero era così difficile?

Riza si alzò dalla sedia, lo prese per mano e lo portò in camera da letto, dove lo fece sedere sul letto accanto a sé. << Allora, Roy, che succede? >> domandò, sentendo che il cuore cominciava a dare segni di vita dopo tanto tempo, cominciando a battere sempre più veloce.

<< Sai che fa uno strano effetto sentirti dire il mio nome? >> mormorò l’uomo, sorpreso dall’emozione che aveva provato nel sentirla chiamarlo col vero nome e non con il solito “Colonnello”.

<< Non lo dica a me… >> Riza ridacchiò e si rannicchiò su se stessa, abbracciandosi le gambe. Lo guardò, come ad invogliarlo a parlare, ma lui sembrava titubante. << Mi vuole parlare di nuove conquiste? >> nel dirlo, sentì una fitta dolorosa all’altezza del cuore, ma rimase impassibile. Il Colonnello sembrava avere qualche problema, non era il caso che si preoccupasse anche per lei.

<< Oh, no, no… assolutamente. >> Roy si grattò la testa ridacchiando, poi sospirò pesantemente e prese la mano della donna, stringendola tra le sue. << Riza Hawkeye. >> la donna inarcò un sopracciglio. << Tu mi piaci. >> disse, con un soffio.

Riza spalancò gli occhi e si trattenne dal ridere: il Colonnello sembrava così sicuro di sé, ma per dire quelle tre paroline magiche era diventato tutto rosso. << Non la facevo così timido, Signore. >> lo prese un po’ in giro, allentando la tensione.

<< È stato molto difficile, non puoi prenderti gioco di me. >> Roy fece una smorfia strana che la fece scoppiare definitivamente a ridere.

<< Comunque, Roy… >> si avvicinò al suo superiore e gli sorrise raggiante. << Anche a me piaci. >> gli stampò un bacio sulla guancia e lo tirò giù nel letto con lei, abbracciandolo solamente.

Finalmente si sentiva abbastanza vicina.

<< Tenente? >> Riza rispose solo con un verso, dato che stava troppo bene per rovinare tutto con delle parole. << Le starò sempre accanto. >> le sussurrò all’orecchio, poco prima di addormentarsi. 

  
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