Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: SilentWings    12/08/2011    2 recensioni
Al momento della resa dei conti con Sebastian, Ciel vorrebbe solamente scappare...
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno/ pomeriggio/ sera (da adattarsi al momento in cui leggete)
Una piccola song- fiction sul più classico dei pairing di Kuroshitsuji, Sebastian x Ciel.
Essendo l'autrice una fanatica dello Steampunk, la canzone che ho scelto, BREATHE, non poteva che essere dei fantastici Abney Park (ascoltateli, sono grandiosi).
E poi, l'atmosfera Steampunk, trovo che si addica perfettamente a questo fantastico capolavoro della sensei Yana Toboso.
Fatemi sapere cosa ne pensate *review review review*



Vorrei poter respirare, vorrei potermi reggere in piedi.
Vorrei poter avere 'opportunità di stringerti la mano.
Vorrei poter parlare, vorrei potermi esprimere,
Vorrei poter respirare.

Il momento era arrivato.
Il suo compito era giunto a termine. Di lì a poco, il demone avrebbe crudelmente strappato l'anima al giovane Ciel Phantomhive, che, impotente e silenzioso, stava seduto con le spalle curve su una panchina di pietra nel giardino della villa.
Composto come sempre, Sebastian se ne stava fermo e immobile come una statua, accarezzato dai pallidi raggi della luna piena di quella notte estiva.
Aspettava solo il momento adatto.

Dal primo giorno della mia vita
Ho temuto il momento del nostro incontro, qui fuori nella nebbia.
Vorrei poter correre, vorrei potermi nascondere,
Vorrei poter respirare.

Ciel fissava il vuoto davanti a sé.
Sospirò. D'altronde, l'aveva chiesto lui.
La sua anima pregna di astio e dolore, così appetibile al palato di un demone, in cambio di  vendetta e protezione,
Ora che era venuto il momento di pagare il debito e consegnarsi alle fauci dell' Inferno, era dispiaciuto di abbandonare la vita terrena, nonostante il dolore, la disperazione, la solitudine.
Temeva il momento in cui Sebastian si sarebbe chinato su di lui, privandolo di tutto, per l' eternità.
Qualsiasi cosa. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di scappare.
Ma il diavolo aveva già la vittoria in pugno.
Non si può scappare dall' Inferno.

Ho paura di non poter uscire da questo posto,
Conosco il tuo viso, conosco le tue mani,
Vorrei poter respirare.

Un passo.
Un altro.
-My lord... è ora- portando una mano al petto, Sebastian si chinò leggermente.
E' ora.
Le due parole che ripeteva ogni mattina al momento della sveglia.
Stavolta però non ci sarebbe stato il tempo di veder sorgere un altro sole.
Ciel sarebbe stato suo prima dell'alba.
Quel viso che spesso gli aveva sorriso sornione, ora nascondeva il nervosismo e l'impazienza.
Le mani del maggiordomo, che innumerevoli volte avevano aiutato il giovane conte nelle faccende quotidiane, erano serrate a pugno.
Senza guanti, le lunghe unghie nere del demone, penetravano con una tale forza nella carne dei palmi, da far colare dalle dita una notevole quantità di sangue scuro.
Ora, quel viso e quelle mani, avrebbero finalmente avuto ciò che da tre anni aspettavano con trepidazione.

Sento un brivido nel profondo delle mie ossa,
Niente può guarire il modo in cui il mio sangue geme,
Niente può spegnere la mia sete amara,
Vorrei poter respirare.

Dopo tre anni, il momento era arrivato.
Sebastian si chinò sul volto di Ciel. Di lì a qualche istante, avrebbe cominciato, lentamente a prosciugargli l'anima.
Una sete bruciante lo aveva preso da quando aveva avvicinato le labbra alla pelle tiepida e candida del ragazzino.
Un brivido lo percorse. Finalmente, con un sospiro, il gusto amaro dell'anima del giovane Phantomhive cominciò a riempirgli le vene.

Mi aggrappo al mio cuore, che brucia nel mio petto,
E' la tua preziosa arte che agita la mia anima,
Rimango senza sangue, e con la testa leggera mi lascio cadere.
Vorrei poter respirare.

Ciel non avrebbe mai pensato che una cosa di dubbia esistenza e così evanescente come l'anima, provocasse tanto dolore quando veniva strappata dal corpo del suo proprietario.
Eppure, non aveva mai provato un dolore più straziante in tutta la sua vita terrena.
Aveva la sensazione che il suo corpo intero stesse prendendo fuoco e che la sua pelle venisse strappata dalla carne con un coltello arrugginito.
Ormai era finita.
Il demone stava consumando il suo pasto.
Con gli occhi aperti verso il cielo buio di Londra, Ciel Phantomhive sussurrò l'ultima parola prima di arrendersi alla presa mortale del demone.
- S....Seb...a....stian....-
Reggendo il corpo esanime del ragazzino, il maggiordomo finì di aspirare quella tanto agognata e preziosa anima.
Alzò gli occhi rossi come braci ed incurvò le labbra in un sorriso maligno.
- Avete mantenuto la parola. Siete stato un padrone "delizioso", my lord-
E con una risata perfida, si alzò in volo e sparì nel cielo nero dell'estate.
  
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