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Autore: DanP    13/08/2011    3 recensioni
[Teen Wolf - StilesxDerek - spoiler!]
Derek Hale sa bene che avere a che fare con un licantropo teenager può dare alcuni grattacapi, ma quando si tratta di un normalissimo adolescente la situazione può definirsi disastrosa.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love. Be afraid.'
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NdA: La ff vagheggia in uno stato di AU al momento, perchè seguendo il telefilm Derek dovrebbe essere da qualche parte incatenato fino alla fine della serie a farsi torturare e leccare, che per me son la stessa cosa se fatte da quella pazza ossessa di Kate. Damn it!
Quindi diciamo che la cattura di Derek non è ancora avvenuta (sarà per il prossimo capitolo che ho già in mente) e il dilemma Peter non si è ancora palesato del tutto. Altrimenti dove va a finire il fluffaggio? Concedetemi un po' di licenza poetica per quanto poco me la meriti. *piange*

 

2.Bunny, Werewolf and Winter Formal.

 

 

Personally, I'm a fan of ignoring the problem until eventually it goes away.”
Stiles Stilinski_1x06 Heart Monitor



 

Uscivano da quasi una settimana, vero, e ancora non avevano sviluppato nessuna sorta di automatismo di coppia, vero anche quello. Non pretendeva certo che lo prendesse per mano o si abbracciassero in pubblico, ma non si erano nemmeno baciati, mai, neanche un piccolo sfiorarsi di labbra per salutarsi.
Che poi Derek fosse un assennato elusivo del PDA, l'avevano intuito in molti e lui non si faceva illusioni sulla sua capacità di dimostrargli affetto. Per questo o per altro, avevano in compenso un'intesa che contemplava un rapporto assolutamente platonico, fatto di sguardi che allacciavano una comunicazione solo loro, intima, privata, anche se in compagnia di altre persone. Perciò del sesso, neanche a parlarne.
Stiles tuttavia non trovava così disgustosa l'idea di farsi toccare dal licantropo, il problema era farlo capire a lui, la sua irreprensibile e imbronciata controparte. E Derek non aveva nulla da ridire sul fatto che stessero effettivamente affrontando una sorta di poco usuale relazione.
Dopo l'imbarazzante risveglio dal suo stato di ubriachezza che aveva per qualche, inspiegabile, motivo, decretato l'inizio di tutto -Stiles non ricordava molto della notte passata con il ragazzo-lupo, ma era sicuro che non fosse successo nulla di irreparabile, tipo la perdita dell'ultima briciola di orgoglio o al limite della sua verginità, perchè se ne sarebbe accorto, no?- e se il punto di partenza di quella coppia era stato la sua poca inclinazione a sostenere una goccia di troppo, le conseguenze parevano fuori dalla sua portata. E c'erano anche alcune cose che, come una normale coppia, dovevano affrontare e risolvere.
Perciò, appena chiuse la portiera della costosa auto di Derek, sedendosi comodamente sui sedili di pelle e sprofondando, portando con sé un cheeseburger traboccante mostarda, ketchup e olio lo sguardo disgustato che Derek gli scoccò fu un'avvisaglia di pericolo.
“Sette giorni e già ti senti in dovere di insozzarmi la macchina?”
La macchina -quella meraviglia di velocità e intelaiatura nera che si confondeva nella notte e faceva le fusa come Derek nei suoi momenti migliori- aveva capito, era un tasto dolente che non andava mai sfiorato, ma lui, da bravo adolescente, tendeva a prendere ogni singolo avvertimento da parte di Hale come una regola che, fondamentalmente, andava trasgredita. Per forza.
Derek adorava quel suo lato sfrontato, ma non quando andava a sfavore della sua preziosissima auto.
Stiles sorrise, trascurando le tracce di maionese che gli erano rimaste sui lati della bocca.
Derek ricambiò con una smorfia leggera, il massimo a cui poteva aspirare.
Alzò una mano e forse inconsciamente gliela passò sulla bocca, raccogliendo i rimasugli salati con il pollice e poi leccandoli via dal dito. Nella sua esistenza Stilinski aveva avuto un concetto piuttosto ampio del termine erotico, ma quel che faceva Derek che fosse voluto o meno, era probabilmente ad un livello sconosciuto di languore e sensualità trattenuta.
E pensò che lui fosse, sostanzialmente, puro fascino senza doppie facce.
Ogni suo movimento, gesto casuale o cenno erano sempre e comunque disposti da una dose di stuzzicate lussuria che rendeva Stiles schiavo delle proprie momentanee pulsioni.
Che poi Derek ci provasse gusto a tenerlo sul filo del rasoio era tutt'altra storia.
Era più o meno in quei momenti che Stiles si sentiva del tutto autorizzato a prendere l'iniziativa e saltare addosso al compagno, facendogli notare che forse era il momento di approfondire un po' il loro legame. Era pur sempre un sedicenne, e in quanto tale, non aveva il pieno controllo delle sue emozioni, né dei suoi ormoni e lui in particolare, nemmeno delle sue parole.

“Quindi...”proruppe il sedicenne dopo aver staccato una buona porzione dal panino e continuando a masticarla a bocca aperta per tenerla occupata da quel che avrebbe davvero voluto ammettere.
“Che ne è stato del training con Scott?Hai capito di non avere speranze con lui e ti sei messo l'anima in pace?”
Da quel che ne sapeva Scott tornava a casa ogni sera frustrato e a pezzi, con dei lividi che faticavano a guarire anche sotto i suoi occhi e la causa di quelli era appunto il Beta anziano, che lo istigava continuando ad allenare lui e il suo ego ferito, tentando di impartirgli qualche lezione, peraltro abbastanza inutile, sul senso di essere un licantropo. Parole al vento col ragazzo che lo guardava storto e pregava di smetterla di rompergli qualche osso solo perché “il dolore è parte del tuo essere umano”.
E' questione di volontà d'animo ma sembra che l'unica cosa che lo prenda sia la figlia degli Argent.” replicò acido Derek, le sopracciglia aggrottate come non comprendesse appieno che cosa voleva da lei.
Si chiama -innamorarsi- concetto a te estraneo evidentemente, pensò Stiles, evitando accuratamente di farglielo presente. Mettere zizzania tra loro era qualcosa di così oscuro che nemmeno si sognava di vederlo realizzare. Anche perchè non si sarebbe trattato di risolversi come una vera coppia, come si comportavano i lupi mannari coi loro compagni?Li tenevano incatenati in cantina per un certo periodo di tempo facendogli così imparare la lezione? O li mandavano a caccia la notte, patendo il freddo e i cacciatori?
Lui comunque, non era un beta e poteva almeno tirare un sospiro di sollievo all'idea che quella barbarie non potesse essere messa in pratica sulla sua persona. Forse.
Lanciando una cauta occhiata a Derek lo scoprì intento a trafficare su un cellulare. Aveva un aspetto familiare ma non era il suo e il ragazzo non si era mai preso la briga di perdersi a cercare numeri su un telefono...non suo. Una frazione di secondo dopo si rese conto che l'apparecchio apparteneva a Scott!
Amico, ti sembra un gesto carino?!L'hai rubato!” disse Stiles piccato, prelevando il cellulare e mettendoselo in tasca. Derek sogghignò, per nulla toccato da quell'insinuazione.
Preferisco il termine: appropriazione indebita, Mister figlio-dello-sceriffo.”
Stilinski junior arrossì, terminando il suo pasto di metà pomeriggio.
Comunque non sono cose da farsi...insomma non a Scott se vuoi rubare qualcosa vai da Jackson, anche se è già abbastanza spaventato da te che potrebbe consegnarti tutto ciò che gli chiedi senza fare domande.” e si sarebbe divertito un mondo ad assistere alla suddetta scena.
Il cellulare era di Scott perchè è lui che addestro, al momento ed è della sua vita che mi preoccupo, oltre che quella di qualche altro impiccione...” Stiles si imbronciò sentendosi chiamare in causa.
In quanto a Whittemore meglio che non gli circoli troppo intorno, si è fatto delle strane idee e aumentare la sua curiosità sarà causa del mio male.” sospirò Derek sconsolato, sperando di non attirare qualche gelosia non desiderata da parte del più piccolo.
Era tanto per dire, io ho già compiuto la mia personale vendetta su di lui.”
Atterrandolo con un gancio?”
Yup!” era ancora piuttosto fiero di se stesso per la sua reazione inaspettata, si era anche ferito ma ne era valsa la pena. Notte da incubo a parte.
Non crogiolarti troppo nel tuo ego, signorino, o finirà che ci affogherai dentro.”
Stiles sghignazzò a quel tono paternalistico, e quando Derek mise in moto chiese:
Dove andiamo oggi?” aveva affinato quella domanda per settimane.
Dove mi porti” o “usciamo insieme” suonavano troppo melense, roba da donnicciole e lui voleva qualcosa di formale ma confidenziale, un tono da amici con qualcosa di più.
Decidi tu.”
Risposta strana, non che gli piacesse scegliere sempre dove andare, ma a parte missioni per stanare l'Alpha -dove Stiles era quasi morto e Derek...era morto, meglio evitarlo e basta, perchè andare a cercarlo?- o pomeriggi passati a cercare una cura per Scott -fallimentari ed inutili volumi su quanto sia orribile il mondo dei licantropi, Hale non apprezzava- le loro giornate erano comunque indefinite, specie se passate nel vuoto di quella bettola crepitante che era la sua casa.
Facciamo casa mia?”

Adorava Derek, gli piaceva tutto di lui, il suo fisico perfetto, il suo viso severo e aspro come una statua di qualche divinità antica, la voce soffice e profonda che gli usciva di rado, solo se interpellato e poco spesso quando aveva qualcosa da fargli notare. Gli piaceva persino quando con il suo accento strascicato lo interrompeva con uno ”Sta zitto.” da brividi.
Non che lui stesse propriamente zitto perchè spaventato dall'ammonimento, ma piuttosto si incantava a fissarlo negli occhi e vederlo poi voltare la testa da una parte, come se avesse capito che guardarlo era il suo intrattenimento preferito e la cosa lo compiacesse almeno un poco.
In ogni modo, non c'era tempo da perdere.
Quella era una giornata che aspettava da interminabili ore spese a pensare a quale fosse l'atteggiamento migliore per mettere le carte in tavola.
Un invito era sempre un invito, ma stavolta lui l'avrebbe seriamente colto di sorpresa.
Mancava un giorno al Winter Formal e lui voleva andarci assolutamente con Derek, non gli interessava l'attenzione di nessun altro, se non la sua.
Ma le palpitazioni che avvertiva non lo aiutavano a trovare la giusta concentrazione e a creare un'atmosfera che lo favorisse.
L'uomo si accomodò ai piedi del letto, la sua postazione preferita da quando considerava quella stanza come un qualcosa di condiviso con Stiles, e il giovane, frastornato da ciò che sarebbe successo, si agitò andando avanti e indietro per tutta la casa.
Era in uno stato semi catatonico quando Derek interruppe il suo andirivieni.
La potresti smettere?Rendi nervoso anche me, e come sai, non è affatto un bene.”
Stiles però colse quel momento di assoluta normalità come un segnale dal cielo.
Si mise in ginocchio, davanti al ragazzo e con una voce più squillante del solito, ingarbugliando le parole, esclamò tutto d'un fiato:
“Vorrestivenireconme?”

Gli occhi che rimbalzavano da una parte all'altra della stanza, e toccavano tutto tranne la superficie limpida di quelli di Derek.
“Andare dove?” chiese meravigliato l'uomo lupo.
“Al party di fine anno sai, festa?Quando la gente si veste tutta in ghingheri e finge di essere felice tutto il tempo, delle volte senza nemmeno fare finta, e beve punch corretti e...”
“Ho presente, cos'è una festa, grazie.” replicò Derek, interrompendo la lunga lista di divertimenti, almeno, come li intendeva lui.
“In buona sostanza mi stai chiedendo di andare al Winter Formal con te.”
Stiles abbassò gli occhi al pavimento, non riuscendo a impedirsi di arrossire.
Era una cosa da ragazzine, e il tono che gli uscì lo sottolineava se possibile ancora di più. Ma c'era un modo per chiedere al tuo ragazzo licantropo di uscire per andare ad uno stupido ballo scolastico?
“Non è una richiesta è più un'idea..insomma, giusto per sapere...”
Derek comprese che quella, dopotutto, era proprio una richiesta, checchè ne dicesse il suo piccolo.
“Sfortunatamente, la risposta è no.” rispose con garbo Hale.
Stiles perse del tutto il sorriso, sperando di aver appena frainteso le sue parole e che Derek non lo stesse...scaricando?
“Co-come?Perché?” non si era aspettato certo un diniego così palese e diretto.
“Stiles, per quanto comunque la prospettiva di andarci non mi farebbe impazzire, la città brulica di cacciatori e poliziotti che vogliono me, in caso non l'avessi notato ci sono manifesti ovunque.”
C'era irritazione, nella sua voce e anche ansia. Dubbio.
“Ma-ma non hanno nemmeno una tua foto segnaletica!Insomma, non è che tutti ti fisseranno appena entrerai, è un ballo normalissimo, i teenager certe cose non le notano...” esplicò in un tono fanciullesco, quasi lagnoso e del tutto immaturo, come se lui non facesse parte di quella categoria.
“Non noterebbero un sospettato di omicidio che ha frequentato la stessa scuola per anni?” chiese tiepidamente Derek, alzando una mano, per toccarlo ma abbassandola subito prima di essere visto.
Invece di avvicinarsi a lui la usò per afferrare il bordo del letto e tirarsi in piedi.
Stiles se ne rimase lì con un'espressione sperduta e delusa, amareggiato dal fallimento dell'invito.
Non alzò nemmeno lo sguardo quando lo vide approcciarsi alla porta.
Derek inspirò più volte e poi gli accarezzò la testa, affondando in quei capelli cortissimi e neri.
“Meglio che vada adesso.” gli annunciò, facendogli capire che il discorso era chiuso lì e non lo avrebbero più ripescato.
Stiles mugulò un assenso e lo lasciò uscire senza più una parola.
Essere una coppia faceva schifo.

The next day

 

Si era ripromesso, per tutta la mattina successiva, con delle occhiaie terrificanti e in debito di sonno costante, che mai e poi mai avrebbe rivolto la parola a Derek Hale.
Per lui era una sfida difficile ma quel rifiuto gli aveva fatto male, comprendeva tuttavia la reticenza del lycan a farsi vedere ma non poteva accettare il modo in cui l'aveva glissato.
Senza un minimo tatto, arrabbiandosi anche.
No, mai più si sarebbe rivolto a Derek, nemmeno in punto di morte.
Capendo immediatamente che aria tirava durante le lezioni, Scott aveva dovuto adoperarsi per tirare fuori il lato estroso, sepolto da mesi di tormento, per riempire le ore di desolato silenzio che correvano tra lui e il suo migliore amico.
“Avanti Stiles, qualunque cosa sia successo, non sarà mica la fine del mondo..”
Scott era ammutolito quando il ragazzo aveva lanciato un'occhiata glaciale nella sua direzione, evitando di parlargli per l'intero arco della giornata.
Perfino le frecciatine odiose di Jackson non l'avevano sfiorato. Scott temette il peggio.
Quando Stiles si chiudeva a riccio era come un'avvisaglia dell'imminente arrivo di una catastrofe, come l'abbaiare dei cani prima di un terremoto.

Stilinski dal canto suo compativa Scott, che aveva provato in tutti i modi a rasserenarlo, ma davvero quello solitamente era compito suo ed era evidente che non si trovava nel ruolo del comprimario di turno.

Una vibrazione attutita che arrivò dal suo cellulare lo mise in allarme, suo padre non lo chiamava mai, se non per strette necessità e McCall, lui era lì al suo fianco.
Con uno sguardo acido sciolse quasi lo schermo, leggendo le iniziali che mai si sarebbe aspettato di trovare.
“E' Derek?” chiese sottovoce l'amico, venendo immediatamente ignorato dopo un'occhiata raggelante.
Ovviamente, era Derek.
E gli chiedeva di raggiungerlo a casa.
Non c'era nessun sottile segno di scuse, tra le righe e sè se lo fosse trovato di fronte la domanda sarebbe suonata come un ordine. Eccolo che tornava il solito acido e sprezzante lupo.
Non rispose, tuttavia Stiles si ritrovò verso sera, senza nemmeno desiderarlo, a fare inversione di fronte allo spiazzo foglioso della casa, posteggiando la jeep in bella vista in modo che Derek si scomodasse almeno ad uscire per riceverlo. Cosa che non accadde.
Irritato e infreddolito decise altresì di varcare la porta, non invitato.
La casa mandava dei gemiti singolari e tutt'intorno regnava la solita aria da film dell'orrore, con finestre sbarrate e vetri rotti.

“Derek, qualunque cosa tu abbia in mente esci subito.” mise una mano sulla maniglia, lasciandola aprirsi con un cigolio scostante. Non c'era anima viva, apparentemente, e per un attimo ebbe la sensazione che qualcosa di inquietante lo aspettasse dentro quelle mura macilente.

“Avanti, non è per nulla divertente.” sussurrò, se fosse stato lì l'avrebbe di certo sentito, perciò perché non lo raggiungeva e chiudevano la questione?
Con un brivido freddo arrivò a pensare che forse quel messaggio non era stato inviato da lui, ma dall'Alpha, o dai cacciatori e stava per cadere in una banalissima trappola congegnata apposta per lui. Lo sapevano?Che loro due stavano assieme?O almeno tenevano l'uno all'altro?
Stavano per ucciderlo?Stava per...morire.
Uno scoppio improvviso lo costrinse ad abbassarsi e mettere le mani sopra la testa.
Perché non pensava mai a quello che faceva?Perché doveva diventare il pasto di qualunque dannato mostro vi fosse in quella casa?
“Che stai facendo?”

La stanza era illuminata da qualche piccola luce alternata a zone buie, come lucciole che si davano il cambio, alcune erano morte e rimanevano nel loro silenzio senza riuscire ad emettere nessun fievole bagliore. Stiles abbassò con lentezza le braccia, rialzandosi poco alla volta.
Non un mostro, ma Derek, era piantato in mezzo alla rampa di scale fatiscenti.
Era...semplicemente stupendo. Non al suo solito modo rozzo e oscuro, ma quella sera era eccezionalmente abbagliante. Una bellezza in abito scuro.
Con quel completo nero su una camicia bianca inamidata e la cravatta rossa che strideva con quella ricercatezza di chiaro scuro, sembrava un dio sceso in terra. Lo salvava solo la sua espressione leggermente imbarazzata e confusa.

“Sei ...” iniziò Stiles, ancora sconcertato e con il cuore che batteva in una corsa sfrenata.
“In ghingheri, secondo una tua affermazione. Sì, bhè è normale, visto il tema no?” con un ampio gesto del braccio, evidenziò l'interezza della stanza. Prese poi tra le dita la stoffa della cravatta, anche da distante si percepiva la sofficità della seta.
Guardandosi intorno Stiles pensò a qualcosa da dire. La spaventosa casa, le luci mezze scompagnate e l'ululato del vento accolsero la sua richiesta.
“La case dei fantasmi.” pronunciò serioso, senza alcun dubbio.
“Winter formal, idiota.
“Ma le luci..e...” Stiles non parve convinto e puntò, ancora scosso, un dito al soffitto.
“Non una parola di più, ho passato il pomeriggio a vergognarmi di me stesso e...”
Si passò una mano sulla fronte, scostando i capelli con irritazione, sperando che Stiles afferrasse la sua idea.
Aveva speso un pomeriggio intero a trasformare la casa in una sorta di palestra da teenager. agghindandola coi pochi mezzi che aveva -le luci di natale salvatesi per miracolo, qualche tessuto rossastro trovato qua e là per rendere la stanza vivibile e cuscini e coperte sparse sul pavimento che aveva acquistato occasionalmente- tutto quello per tentare di rendere giustizia ad un ballo a cui lui né tanto mento Stiles, potevano partecipare.
Guardandolo ancora come se fosse caduto dalle nuvole il ragazzo calò ogni difesa e lo seguì mentre si avvicinava scendendo dalla scalinata. Era quanto di più simile vi fosse ad un dio greco, una di quelle statue bianche e traslucide che aveva visto spesso al museo o in qualche documentario.
Nella quotidianità era bello, ma quella sera...splendeva di una luce ancora più unica.
“Come sto?” gli chiese allargando le braccia.
Giusto per non nutrire a dismisura il suo ego Stiles borbottò sommessamente un “carino” e scrollò le spalle. Aveva ancora un certo astio dentro sé e non sperava certo che Derek risolvesse il tutto con uno “scusa” o qualche lucetta d'ambiente.

Derek nell'alto della sua sfrontata presenza, fasciandosi di quella strana aura che aveva senza probabilmente nemmeno farlo apposta. La capacità di ...dominare una stanza. Di essere la persona di cui gli altri chiedono chi sia, voltandosi a guardarlo con curiosità e una punta di invidia.
Lui, che fino a prova contraria gli apparteneva da qualche giorno, allungò un braccio della sua direzione a palmo in su, un chiaro invito ad afferrarla.
Ma Stiles cocciutamente incrociò le braccia e guardò altrove.
Se pensava di farla franca con così poco, si disse, si sarebbe fiondato sulla Jeep e se ne sarebbe andato senza mai voltarsi indietro.
Avvertendo l'irritazione di Stiles decise di adottare metodi più efficaci, approssimandosi abbastanza da afferrargli i fianchi con le mani e facendolo aderire a lui, appoggiando il mento sulla sua testa.
Il ragazzino si irrigidì, concentrandosi su qualunque altra cosa non fosse il profumo stordente di Derek o i dettagli del suo fisico.
Ok, era irreparabilmente gay, ma chiunque nella sua posizione si sarebbe sentito come un coniglio braccato da un lupo davvero troppo sexy, nella fattispecie un sedicenne in preda a crisi ormonali.

Del tutto dimentico della sua rabbia appoggiò entrambe le mani sul suo petto, sentendo il lento saliscendi e il ritmico battito del cuore.

“Sei diventato romantico tutto all'improvviso?Metterti ad abbracciarmi così.”
“Mi piace, e dato che stiamo assieme non ci vedo nulla di male.”
Touchè, colto in flagrante.
Derek da un silenzio ricco di dubbi riusciva ad uscirsene con una frase tale da scioglierlo interamente, maledetto lupo sentimentale.
Come ciliegina sulla torta Hale affondò una mano in tasca, trafficando per qualche secondo e poi tornando a stringerlo.
Da qualche parte della casa si diffuse una sorta di musica dolce e lenta, classica di un qualsiasi ballo scolastico.
“Credevo avessi gusti differenti in fatto di musica.” si informò Stiles.
“E' tutta questione di creare la giusta situazione e riscaldare l'ambiente.” gli rispose in un soffoco di tessuto Derek.

“Insomma, questo sarebbe il nostro ballo scolastico..” ridacchiò Stiles, un po' imbarazzato, allungandosi per incastrare meglio la testa nella spalla scoperta del ragazzo, con il cuore che traboccava di una gioia autentica.

Gli sembrò persino di vedere un accenno di rossore su quelle guance diafane davanti a lui, sopra di lui, mentre Derek premette di nuovo la testa sul suo collo, sovrastandolo.
Continuò a sghignazzare nel suo timpano, come una campanellina sospinta dal vento.
“Sta zitto.”
Stretto a lui commentò pensoso:
“Ci sarei potuto andare con qualcun altro al ballo, quello vero, magari Danny accettava e...”
“Non ci saresti andato.” rimbalzò subito Derek, serio e astioso per quel commento fuori luogo.
Non gli andava di rovinare la serata così, ma quando il suo corpo era mosso dalla gelosia c'era poco che poteva fare per impedirsi di reagire automaticamente come se qualcuno fosse entrato nel suo territorio, minacciando la sua autorità.
“Come mai così sicuro?” sorrise il piccolo nel suo abbraccio, strofinandogli le labbra addosso con quei suoi capelli irti che gli solleticavano il naso e sembravano il pelo di un coniglietto.
“Te l'avrei impedito.” replicò subito, convinto delle proprie buone intenzioni.
“Uccidendo il mio più uno?”
“No, segregandoti in casa.”
“A fare che?” Derek riflettè per un attimo, alzandosi dalla sua comoda postazione e puntando gli occhi alle lucette flebili.
“Immagina.” ghignò al suo indirizzo, con le labbra storte in un sorriso seducente e letale per i suoi ventricoli. Non contento Stiles gli passò le braccia fin dietro la schiena, allacciandole e tastando con leggerezza i suoi muscoli, sotto la giacca. Con un tono oltraggiato gli inveì contro:
“Voglio certezze!”
“Ok...diciamo a fare sesso sfrenato con il tuo sexy e disponibile ragazzo.” replicò scimmiottandolo alla perfezione, un Derek disinibito a parole era sempre uno spettacolo ben strano. Stiles allargò il sorriso, stringendosi addosso alla camicia candida.
“Siamo ancora in tempo!”
L'uomo lupo gli passò una mano sulla fronte, staccandolo dal suo arruffianarglisi contro.
“Frena bollore, era un'ipotesi.”
Stiles mugulò di disappunto, ma non disse nient'altro, lasciandosi trasportare dall'atmosfera e da una certa dose di romanticismo che lo smuoveva fin nell'anima.
Passarono semplicemente il resto della notte così, allacciati l'uno all'altro, con Derek che gli tempestava il collo di baci leggerissimi e impalpabili e lui che si nascondeva alla sua vista, mordendosi le labbra per lo sforzo di trattenersi.

“Stai piangendo?”

“Che dici, stupido lupo sentimentale!”
Alla fine essere una coppia non era poi tanto male.


Continua...


Nota a piè: La fluff mi sta fondendo il cervello, chiedo venia, ma ormai TW sta prendendo possesso anche dei miei sogni e non posso esimermi dallo scrivere tutto quello che Derek ordina...*si inginocchia*
Grazie a chiunque legga e soprattutto a chiunque commenti! 

Sì, mi sono data anche all'illustrazione, così per sentirmi ancora più "nerd"...
Fanart: DxSxJ e Biteme

   
 
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