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Autore: VaniaMajor    20/08/2011    1 recensioni
Sesshomaru e Inuyasha, principi di Nishi, difendono il loro regno dai perfidi Naraku e Soichiro cercando al contempo di utilizzare le spade che il padre ha lasciato loro in eredità. Inuyasha ha trovato la sua vera forza nella miko Kagome, ma chi avrà mai il coraggio di stare accanto a Sesshomaru? Intanto, Naraku diventa sempre più potente, tanto da mettere in discussione la profezia che lo vuole sconfitto...Una AU della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Author's note: Ci siamo, ragazzi! Siamo quasi alla fine, tenetevi forte!!

CAPITOLO 36

SCONTRO FINALE

Rin afferrò la pisside e la tirò a sé. La sensazione fu sgradevolissima, come se avesse chiuso le mani attorno a un intreccio di serpenti. Questo le strappò una smorfia e un gemito gutturale, poi il contenitore di pietra le pesò tra le mani, perse l’equilibrio e cadde all’indietro con un gridolino. Non si fece nulla e per fortuna non perse la presa.
«Ehi! La pisside!- esclamò Akemi, seccata- Kiokumushi, che diavolo fai?!»
«È colpa di questo dannato kitsune!» si lamentò il demone forbice, a cui Shippo stava tirando uno scherzo illusorio dopo l’altro.
Miroku approfittò della momentanea distrazione di Akemi per scostare la sua spada con un colpo di bastone e portarsi poi davanti a Rin, proteggendola con il suo corpo.
«Rin, tutto bene?» chiese il monaco.
«Sì, Rin sta bene…per ora.» disse la bambina, tirandosi in piedi e guardando la pisside come se si aspettasse di essere azzannata da un momento all’altro.
«Giù le mani, mocciosa!» esclamò Akemi, attaccando di nuovo Miroku. Il monaco parò i suoi colpi e Rin rimase dietro di lui, a seguire lo scontro con preoccupazione. Kiokumushi si abbassò a livello del pavimento e sfrecciò via dal raggio d’azione di Shippo correndo sulle sue molte zampe e arrampicandosi sulle pareti.
«Che schifo! È un vero insetto!» gemette Shippo, cercando di colpirlo con il suo fuoco fatuo senza riuscirci. Kiokumushi era veramente veloce quando si muoveva in quel modo!
«Muori, monaco!» disse l’insetto forbice, lasciandosi cadere dalla volta della grotta sulla testa di Miroku, con gli aculei in fondo all’addome pronti al colpo.
«Miroku, attento!» gridò Shippo. Miroku non perse tempo ad alzare la testa. Comprendendo la situazione, si abbassò bruscamente, abbracciando Rin per proteggerla. Il suo movimento sbilanciò Akemi, che aveva cercato di portare un affondo. La spadaccina assetata di vendetta cadde in avanti nell’esatto momento in cui Kiokumushi sferrava il suo colpo. Gli aculei velenosi dello yokai colpirono Akemi alla schiena, strappandole un grido. La giovane donna cadde di peso sulla schiena di Miroku, poi scivolò a terra. Le sue spade produssero un sordo tintinnio contro il fondo roccioso.
«Ma…maledizione…Mikage…» balbettò Akemi, poi i suoi occhi si fecero vuoti. Il veleno demoniaco l’aveva uccisa.
«Devo ritenermi fortunato.» sospirò Miroku, alzandosi di nuovo in piedi.
«Miroku, quello sta scappando!» lo richiamò Shippo. Vista la piega presa dagli avvenimenti, Kiokumushi aveva deciso di tagliare la corda e stava correndo verso l’uscita ventre a terra.
«Non te ne andrai così facilmente!» esclamò Miroku, lanciandogli alcuni fuda. Kiokumushi lanciò uno strillo quando gli scongiuri lo colpirono e fu costretto a fermarsi dalle scariche di energia che si propagarono attorno al suo corpo. Miroku gli corse incontro e lo colpì violentemente con lo shakujo, uccidendolo. Finalmente, nella grotta scese il silenzio.
«Rin, tutto bene?» chiese ancora il monaco, detergendosi il sudore dalla fronte e voltandosi verso la bambina, che lo stava raggiungendo insieme a Shippo.
«Per ora sì, ma Rin crede…crede che ogni tanto dovrà mettere giù questa cosa. Dà una sensazione schifosa.» gemette la bambina. Miroku annuì.
«Ti daremo dei momenti di pausa, piccola Rin. Ora…» disse.
«Sono troppi! Troppi! Mannaggia a me e a quando ho accettato di seguirvi!» strillò in quel momento una voce gracchiante, subito seguita dal caracollante Jaken, che stava scendendo giù per il tunnel di roccia.
«Jaken, che succede?» chiese Shippo, sorpreso nel vederlo laggiù.
«Gli yokai sono troppi! Neanche la Tajiya ce la fa!- li informò il demone rospo, in preda al panico- Moriremo tutti!!»
I tre si scambiarono un’occhiata, poi Miroku fece segno di seguirlo nella scalata.
«Non moriremo, non ancora. Andiamo a dare una mano a Sango, ragazzi.» disse, con un sorrisetto pericoloso. Non fu facile arrampicarsi lungo la buia scarpata e raggiunsero Sango quando la principessa dei Tajiya aveva ormai dovuto cedere terreno. Sango combatteva all’interno della grotta, cercando di contenere la massa di demoni con l’Hiraikotsu e la spada, e Kirara sferrava artigliate e morsi a chiunque le capitasse a tiro, ma era ovvio che stavano per cedere. I nemici erano senza ombra di dubbio troppi.
«Sango! Kirara! Dietro di me! Apro il Vortice!» esclamò Miroku, correndo verso di loro e slegando il rosario dalla propria mano. Le due si affrettarono a disimpegnarsi, lasciando al monaco campo libero. Miroku impose la mano sui servi di Naraku, aspirandoli con il potere di quella maledizione che Naraku stesso gli aveva inflitto. Non ci volle molto per aspirarli tutti. Quando poté sigillare di nuovo la mano, tutti tirarono un sospiro di sollievo. Fuori era ormai giorno pieno e la luce del sole entrava nella grotta a fiotti. Sembrava fosse finita.
«Avete recuperato il cuore di Naraku?» chiese Sango, che fino a quel momento aveva guardato solo l’andamento della battaglia. Rin e Shippo annuirono, indicando la pisside che al momento giaceva su una roccia. Sango sospirò. «Bene, fin qui ci siamo.- disse, sistemandosi di nuovo Hiraikotsu sulle spalle- Ora cosa facciamo?»
«Cerchiamo di andare incontro a Inuyasha e Sesshomaru.- disse Miroku, serio- Naraku deve sapere che abbiamo spostato il suo cuore…basta vedere che ingente servizio di sorveglianza aveva approntato. Si dirigerà qui anche a costo di lasciare a metà lo scontro con i due fratelli.»
«Il che significa che ci stanno piombando tutti addosso?» disse Jaken, rabbrividendo alla prospettiva.
«Più o meno, per cui sarà gentile da parte nostra andare loro incontro, per quanto ci sarà possibile. Prima li incontreremo, prima questa storia finirà.» disse Miroku, facendo loro cenno di uscire dalla grotta.
«Ma Rin-chan ce la farà a portarsi dietro quella maledetta cosa?» chiese Shippo, preoccupato, notando l’espressione disgustata di Rin mentre toccava la pisside.
«Ci fermeremo ogni volta che capirà di essere arrivata al limite.- assicurò Miroku, facendo una carezza sui capelli della bambina- Chiaro, Rin? Non ti sforzare più del dovuto.»
«Va bene, Miroku-sama. Rin farà del suo meglio.» disse lei, spremendosi un sorriso nonostante tutto.
«Bene, allora non perdiamo altro tempo. Se ci stanno venendo incontro, Kirara saprà trovare la strada seguendo il loro odore.» disse Sango, salendo in groppa alla neko-yokai, che ruggì in risposta.
Il gruppo si alzò in volo con il suo pericoloso bottino e si diresse senza esitazione verso il castello di Soichiro.

***

Inuyasha balzò da una rupe, scivolando poi sul declivio roccioso e finendo tra i cespugli sottostanti. Riprese a correre, con Kagome che gli si teneva stretta al collo.
«Maledizione! Lo sto perdendo di vista!» ringhiò Inuyasha, cercando con lo sguardo la sagoma ormai lontana di Naraku che volava verso il Monte Horoshiri.
«È colpa mia, Inuyasha. Perdonami…avresti dovuto lasciarmi al castello.» disse Kagome.
«Feh! Non dire sciocchezze! Come avrei potuto lasciarti nel covo dei nostri nemici?- esclamò Inuyasha- Anche se dobbiamo fermarci ogni tanto, io corro più veloce di quanto quel dannato voli.»
Kagome quasi non poté trattenere un sospiro, sapendo che non era proprio così. Inuyasha stava facendo degli sforzi incredibili per tener dietro al loro nemico, ma lei era umana e aveva necessità di fermarsi qualche volta. Erano più di ventiquattro ore che correvano dietro a Naraku e, anche se Inuyasha si faceva guidare dal suo fiuto e dopo ogni sosta riusciva a recuperare abbastanza da vedere di nuovo l’hanyo in lontananza, ormai era ovvio che alla prossima fermata non sarebbero più riusciti a recuperare lo svantaggio.
«E poi, Miroku e Sango sono in gamba, riusciranno a resistere fino al nostro arrivo.» continuò Inuyasha, e Kagome sorrise nel sentire tanta fiducia nella sua voce. Un tempo Inuyasha non contava su nessuno, tranne che se stesso.
«Il corpo di Naraku mi sembra integro, ormai.» disse lei, osservando la figura lontana e corrugando la fronte.
«Sì, l’effetto del tuo colpo è finito.- annuì Inuyasha, correndo su per un pendio che tolse loro la visuale di Naraku- Ci toccherà ricominciare daccapo.»
«Chissà come se la cavano Sesshomaru e Anna?» mormorò Kagome, preoccupata.
«Non te l’ho detto? Credo che ci siano alle costole. Evidentemente Sesshomaru ce l’ha fatta.» disse Inuyasha, balzando giù dalla collina. Kagome tirò un palese sospiro di sollievo e Inuyasha trattenne un sorrisetto. Aveva iniziato ad avvertire la presenza di suo fratello alle spalle un paio d’ore prima. Vista la situazione, Sesshomaru non si sarebbe messo a seguire Naraku senza aver prima risolto la situazione di Anna, perciò almeno da quel punto di vista potevano stare tranquilli.
«Credevo tu fossi più veloce, cagnolino.» lo apostrofò improvvisamente una voce alla sua sinistra.
«Chi…» sbottò, voltandosi senza smettere di correre. Accanto a loro era comparso un uomo vestito di nero, in sella ad un cavallo demoniaco altrettanto oscuro. «Razoru!» ringhiò Inuyasha, infastidito.
«Forse è a causa del fardello che hai sulle spalle.» continuò lo shinigami, ironico.
«Ehi, se sei venuto qui a rompere, te ne puoi anche andare!» sbottò Inuyasha. Razoru rise.
«Non ci penso nemmeno! Mi sono persino fatto prestare questo cavallo per venire ad assistere allo spettacolo. Mi è stata promessa un’anima, non ricordate? E che anima! Mi restituiranno i poteri, dopo una caccia grossa del genere.»
«Vuol dire…che ci aiuterai a sconfiggere Naraku?» chiese Kagome, piuttosto incredula.
«Certo che no, miko.- sbuffò lo shinigami, lanciandole un’occhiata astiosa- Dovrete arrangiarvi. Io starò da parte e mi gusterò lo spettacolo fino al premio finale…sempre che siate in grado di mantenere le vostre promesse.»
«Feh! Se ti piace stare a guardare, allora levati di torno e non scocciare. Io ucciderò Naraku senza nessun bisogno dell’aiuto di un dannato dio della morte!» disse Inuyasha, seccato.
«Lo spero per te, cagnolino. Il fatto è che sei lento!» rise Razoru, spronando la sua cavalcatura fino a superarli e distanziarli. Inuyasha digrignò i denti.
«Maledetto bastardo! Prende anche in giro! Perché non prova ad andare a piedi, prima di criticare tanto?!»
«Mi spiace, Inuyasha…»
«Kagome, dillo un’altra volta e mi arrabbio.- sbuffò Inuyasha, zittendo Kagome- Ora basta con le chiacchiere. Cerchiamo di sbrigarci. Non voglio che i nostri amici si trovino in difficoltà.»

***

«Eccoli laggiù.» disse Anna, puntando il dito di fronte a loro. Sesshomaru annuì. Aveva già visto, in lontananza, il luogo dello scontro finale. Ancora distante, il gruppo mandato alla ricerca del cuore umano di Naraku si stava difendendo come poteva dagli attacchi di quest’ultimo. Sembrava che il monaco avesse innalzato una barriera, ma Sesshomaru riteneva che non avrebbe resistito a lungo. Il potere malefico di Naraku era troppo forte. Fortunatamente, erano riusciti a recuperare il tempo perduto volando senza sosta.
Sesshomaru guardò per un attimo la donna al suo fianco. Il suo viso era teso nell’aspettativa della battaglia. In mano stringeva le due wakizashi e sembrava aver recuperato le forze. La gamba era ancora ferita, ma non così tanto da compromettere in maniera grave il suo movimento. Inoltre, avrebbero combattuto fianco a fianco. Sesshomaru non avrebbe mai più permesso a Naraku di nuocerle.
«Lo sai che ci siamo lasciati alle spalle Inuyasha e Kagome, vero?» gli chiese Anna, lanciandogli una breve occhiata.
Sesshomaru non si curò di rispondere. Sarebbe stato difficile non sentire gli insulti di Inuyasha, quando li avevano superati senza fermarsi. Suo fratello e la miko non erano molto indietro, considerando che avevano dovuto correre fin lì, ma ci sarebbe voluto ancora un po’ perché raggiungessero il luogo dello scontro.
«Farà meglio a sbrigarsi, o non troverà spazio per inserirsi.» disse Sesshomaru, modificando la loro rotta per scendere in picchiata sulla figura di Naraku.
«Solo Inuyasha può uccidere Naraku.» gli ricordò Anna, con un sorrisetto.
«È tutto da vedere.» fu la lapidaria risposta di Sesshomaru, dopodiché i due furono nel bel mezzo della battaglia. Anna balzò dal suo posto sicuro a fianco di Sesshomaru, mentre un tentacolo si abbatteva tra loro, dividendoli. Sesshomaru lo tranciò con un’artigliata, senza cambiare espressione di un millimetro.
«Seishin!» gridò Anna, saltando su un’altra appendice diretta contro di lei e sferrando un fendente verso Naraku. Il potere della spada mise in evidenza la barriera dell’hanyo, che si voltò con una smorfia a guardare la donna bionda. La sua indistruttibile barriera era in qualche modo parte di lui e il contatto con la spada lo privò di un po’ della sua energia vitale.
«Seishitsu!» esclamò Anna,  calando la spada che teneva nella mano sinistra. Una sfera di energia azzurra colpì Naraku con violenza, scaraventandolo a diversi metri di distanza e dando un po’ di respiro a Miroku e compagnia. Apparentemente quello fu l’unico danno subito da Naraku.
«State tutti bene?» chiese Anna, atterrando con grazia di fronte al gruppo.
«Anna-nee-chan! Sesshomaru-sama!» gridò Rin, felice, correndo ad abbracciare la neko-yokai.
«Rin?! Ma che ci fai qui?!» sbottò Anna, stupefatta.
«Ci ha aiutati a trafugare il cuore di Naraku, visto che non avevamo Kagome con noi.- rispose Sango per lei- Speravamo che arrivaste in tempo.»
«Dove sono Inuyasha e Kagome?» chiese Miroku, corrugando la fronte.
«Stanno arrivando.- tagliò corto Sesshomaru- Dov’è questo cuore umano da distruggere?»
«Ku ku ku! Vi credete molto furbi, vero?- rise in quel momento Naraku, sollevandosi di nuovo in volo- Mi chiedevo come aveste potuto venire a conoscenza della natura della mia trasformazione, ma l’ospite seduto laggiù mi dà un’idea dell’accaduto.» Lanciò un’occhiata mortifera alla figura nera a cavallo che si teneva ad una certa distanza. «Razoru, sapevo che eri un traditore.» sibilò l’hanyo.
«Razoru è qui?» chiese Anna, in un sussurro.
«È arrivato in contemporanea con Naraku, ma non ci ha aiutati per niente.» borbottò Shippo.
«Quello vuole solo il suo premio.» disse Jaken, rancoroso.
«Faccio i miei interessi, Naraku. Ma non credo che sia il momento di occuparsi di me, non credi? Hai altre castagne sul fuoco.» replicò intanto lo shinigami, con una breve risata.
«Avrò tempo anche per te, shinigami. Ora…- Naraku tornò a guardare i suoi nemici e sorrise con malignità- vediamo di liberarci delle pulci.»
«Non sarà così facile come credi, Naraku!» esclamò Miroku, indicandogli la pisside.
«Mi basterà riprendere ciò che voi non potete in alcun modo distruggere.» disse Naraku. L’hanyo cambiò forma. Per la prima volta, si presentò loro per ciò che era, cioè un ammasso di corpi demoniaci che costituivano nel loro insieme un gigantesco ragno dagli occhi rossi.
Rin strillò, nascondendo il viso nel vestito di Anna, e gli altri strinsero i denti nell’assistere a quell'orrenda trasformazione. Solo Sesshomaru non rimase affatto impressionato. Sguainò Tenseiga.
«Cosa credi di fare, Sesshomaru?- rise l’hanyo, fissandolo dall’alto, ancora circondato della sua barriera, ora fattasi enorme- Io sono immortale!»
«Vediamo se il mondo dei morti ti rifiuterà, Naraku.- disse Sesshomaru, calmissimo, poi calò la spada in un movimento circolare- Meidozangetsuha!»
Davanti agli occhi dei presenti, un enorme foro oscuro si aprì alle spalle di Naraku, dando loro un breve ma indimenticabile scorcio delle tenebre del mondo dei morti. Sango si strinse a Miroku, senza fiato. Persino Shippo e Jaken si abbracciarono, troppo impauriti per ricordarsi la reciproca antipatia. Il Meidozangetsuha esercitò la sua potente attrazione su Naraku, trascinandolo verso di sé. Anna osservò con ansiosa concentrazione il deformarsi della barriera di Naraku, il lento spegnersi della luce di trionfo nei suoi tanti occhi…poi la porta per il mondo dei morti vacillò e la sua forza attirante divenne respingente. Con un suono che fece vibrare i timpani a tutti, il passaggio si richiuse, rifiutando di inglobare Naraku. L’hanyo rise.
«Vi avevo detto che era tutto inutile! Ora, morite!» esclamò, attaccandoli.
Sesshomaru rinfoderò Tenseiga, poi i suoi occhi diventarono rossi, la sua aura maligna crebbe a dismisura e l’inu-yokai prese la sua vera, gigantesca forma.
«Se…Sesshomaru-sama?!- balbettò Rin, impressionata- Ma è grandioso!»
«Rin, Shippo e Jaken, badate alla pisside. A Naraku ci pensiamo noi.» disse Anna, scambiando un’occhiata con Miroku e Sango, che annuirono. Sesshomaru si stava già scontrando contro Naraku, in un combattimento che non era più a misura d’uomo.
«Prenderemo tempo fino all’arrivo di Inuyasha e Kagome. Cercate un posto sicuro dove nascondervi.» disse Sango, saltando in groppa a Kirara insieme a Miroku. I bambini e Jaken annuirono, poi guardarono gli amici convergere su Naraku e impegnarlo in una terribile battaglia.
Sesshomaru, grande almeno quanto Naraku, sferrava morsi e artigliate a ogni parte dell’hanyo che fuoriusciva dalla barriera per attaccarli. Sango e Miroku davano man forte dall’alto, usando l’Hiraikotsu e i sacri fuda mentre Kirara faceva lo slalom tra le molte appendici che cercavano di acchiapparli, ma il danno che riuscivano a fare era molto relativo. Anna si avventava direttamente sulla barriera, usando alternativamente le sue spade. Grazie ad esse, il suo potere rimaneva stabile, dandole la possibilità di attaccare senza sosta. Saltava da una parte all’altra con un’agilità impressionante, una piccola figura azzurra e oro circonfusa di luce demoniaca.
L’insieme era quasi ipnotico e Shippo fu il primo a rendersi conto che erano ancora troppo vicini allo scontro, così allo scoperto, intenti a guardare la battaglia. Tirò per una manica sia Rin che Jaken.
«Dobbiamo spostarci di qui!- esclamò, attirando la loro attenzione- Rin, prendi la pisside, dobbiamo nasconderci!»
«Giu…giusto! Meglio allontanarsi.» disse Jaken, improvvisamente conscio della loro posizione. Rin annuì e prese in mano la pisside.
Purtroppo per loro, Naraku si accorse della loro mossa. Evitò un colpo di Sesshomaru e voltò il capo verso il gruppetto in fuga. Spalancò la bocca e da essa sgorgò un fiume di miasma diretto proprio verso i tre fuggiaschi.
«Rin! Shippo!» gridò Anna.
«Shippo, attento al miasma!» esclamò Miroku, dall’alto.
Shippo si voltò giusto in tempo per vedere arrivare su di loro la bianca massa del miasma velenoso di Naraku. Con uno strillo, il kitsune chiuse gli occhi, afferrò i compagni e si concentrò, trasformandosi in una sfera rosa volante giusto un attimo prima che il miasma non lasciasse loro scampo. Ansimando per lo spavento, Shippo si alzò in un volo barcollante, reggendo su di sé sia Jaken che Rin.
«Pe…per fortuna ho fatto in tempo!» gemette Shippo, subito interrotto da un grido di Rin.
«La pisside! È caduta là in mezzo!» esclamò la bambina, indicando il mare di miasma sotto di loro, poi tossì forte, soffocata dai vapori velenosi. Jaken e Shippo guardarono in basso e videro la scatola scomparire nel miasma bianco, tra i vapori venefici. Chi si sarebbe arrischiato ad andare a recuperarla?
«Ku ku ku! Bene, nessuno di voi potrà toccare quella scatola.- rise Naraku, soddisfatto- Ora non mi resta che uccidervi!»
«Via di mezzo, ragazzi! Onda esplosiva di diamante!!»
La voce di Inuyasha esplose dal nulla, fermando per un istante la battaglia, poi i presenti recepirono il messaggio e si fecero da parte il più velocemente possibile, lasciando in bella vista l’enorme mole di Naraku. Una tempesta di schegge di diamante attraversò l’aria diretta verso Naraku, che si spostò per evitarla. Fu in grado di sottrarsi al grosso dei danni, ma alcune schegge oltrepassarono la sua barriera e gli si conficcarono nelle carni. I suoi occhi colmi d’odio si focalizzarono sui due nuovi arrivati, fermi al limitare del campo di battaglia.
«Inuyasha! Kagome!» esclamò Sango.
«Era ora che arrivaste, ragazzi!» disse Miroku, alzando lo shakujo in segno di saluto.
«Ci siamo persi qualcosa?- disse Inuyasha, ironico, puntando Tessaiga contro Naraku- È arrivato il momento di pagare le tue malefatte, dannato!»
«Non esserne così sicuro, stupido cane vanaglorioso!» esclamò Naraku, spargendo miasma tutt’attorno. Tutti furono costretti a farsi indietro, Sesshomaru a parte, che non esitò ad attaccare ugualmente. Il veleno non aveva su di lui lo stesso effetto che sugli altri. Anna smise di indietreggiare e lo raggiunse, per coraggio o incoscienza.
Inuyasha mise Kagome in salvo, poi guardò Sango e Miroku, che erano atterrati in quel momento vicino a loro.
«Ragazzi, siete arrivati proprio al momento giusto.- disse il monaco- Naraku ha ricoperto la pisside di miasma. Non ci possiamo arrivare, se Kagome non purifica questo veleno.»
«Ci penso io.- assicurò la giovane miko- Ma…non ho frecce. Dovrò concentrarmi. Datemi qualche minuto.»
«Non so se ce l’abbiamo.» disse Shippo, atterrando a sua volta vicino agli amici e trasformandosi di nuovo.
«Feh! Ci penso io a tenere a bada Naraku.- disse Inuyasha, tralasciando il fatto che Sesshomaru e Anna non si stavano certo risparmiando, al momento- Kagome, fai quello che devi. Se distruggiamo quel cuore, distruggiamo  anche Naraku.»
Kagome annuì e Inuyasha balzò via, unendosi agli sforzi del fratello e di Anna per contenere i movimenti dell’hanyo. Kagome chiuse gli occhi, alzò una mano a livello del viso, tenendo tesi indice e medio, e corrugò la fronte, concentrando dentro di sé l’energia spirituale. Gli altri, intanto, seguivano lo scontro.
Anna stava accumulando una spropositata quantità di energia tramite la spada Seishin continuando a colpire la barriera di Naraku, forse preparandosi per un colpo energetico veramente potente. Sesshomaru strappò una zampa al corpo di Naraku usando le sue micidiali fauci. Inuyasha tranciava arti e appendici a tutto spiano, non potendo continuare a usare la Tessaiga di diamante con gli altri lì attorno.
«Ci sono!» disse Kagome in quel momento, attirando di nuovo l’attenzione degli amici e puntando le dita nella direzione indicatale da Rin e Shippo. Una luce potente si sprigionò dalla sua persona, rasserenando lo spirito di chi ne fu colpito e purificando l’aria e il suolo dal miasma di Naraku. Quando la luce si spense e il miasma scomparve, la pisside si rivelò, rovesciata a terra ma ancora chiusa sul suo contenuto.
Kagome e gli altri corsero verso la scatola, mentre Naraku lanciava un’esclamazione rabbiosa.
«Non vi permetterò di toccarlo!» esclamò, lanciandosi in avanti per sfondare la resistenza dei suoi nemici.
«Non farai un passo verso di loro, Naraku!» gridò Anna, balzando di fronte a lui e menando un fendente orizzontale con la spada Seishitsu. Tutta l’energia che la neko-yokai aveva sottratto a Naraku stesso fu espulsa in un solo, potentissimo colpo. Naraku fu scaraventato all’indietro e, anche se la barriera tenne, la forma che l’hanyo aveva preso ne fu in qualche modo compromessa, perché Naraku dovette riprendere sembianze umane. Anche Sesshomaru tornò alle solite sembianze, con una mano sull’elsa di Tenseiga.
«Grande Anna!- esclamò Inuyasha, esaltato dallo scontro- E questo è solo il principio, Naraku!»
«Inuyasha! Il cuore di Naraku!»
Tutti si voltarono al grido di Kagome. La miko aveva fatto ciò che solo un’anima pura e potente come la sua poteva permettersi di fare senza perdere la vita o la ragione. Kagome aveva aperto la pisside e afferrato tra le mani il cuore umano di Naraku, un organo vivo e pulsante di malizia e odio. Lo teneva sollevato, il volto distorto dall’orrore e dalla paura.
«Tiramelo, Kagome!» esclamò Inuyasha, preparando Tessaiga e correndo verso la giovane.
«NOOO! Non ve lo permetterò!» gridò Naraku, sollevandosi in volo.
«Tu non andrai da nessuna parte, Naraku.» disse Sesshomaru, balzandogli contro.
«Rassegnati!» esclamò Anna, scagliandosi su di lui con le spade alzate. Naraku tentò di evitarli, ma non poté. I loro colpi lo rallentarono abbastanza da dare a Inuyasha tutto il tempo che gli serviva.
Naraku vide Kagome lanciare in aria il cuore, felice di potersi liberare di quello sgradevole oggetto…vide l’organo che gli garantiva la vita disegnare un arco sanguinante nell’aria…poi Inuyasha vi fu sopra.
«TESSAIGA!» gridò Inuyasha, calando la spada. La lama forgiata per distruggere lo stregone traditore del Nishi superò la barriera malefica e affondò nel cuore di Naraku, facendolo a pezzi.

   
 
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