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Autore: KuromiAkira    23/08/2011    1 recensioni
L'uomo rimase sulla soglia, ma si piegò per farsi vedere bene dalla sorella. Gli occhi erano semichiusi e la bocca era piegata in un sorriso birichino.
- Stai andando da lei, vero? - cantilenò infine, balzando i piedi e carezzandosi il mento irsuto.
- Sì! - esclamò la bionda, con espressione raggiante. - Come sto? Voglio essere perfetta! -
- Mia cara Paris - rise Francis, scuotendo la testa - tu sei sempre meravigliosa, lo sai. - le disse con tono di ovvietà, prendendole uno dei boccoli e portandoselo vicino al volto. [Oc!Parigi/Oc!Roma + Oc!Milano, Francia]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si scostò lentamente alcuni ciuffi di capelli biondi dal viso, stando bene attenta che fossero perfettamente in ordine. Si ripassò il fard, girando appena la testa per essere sicura che, in ogni angolazione, il colore fosse ben uniforme. Infine si portò alcuni dei boccoli della sua acconciatura davanti, a sfiorarle il petto. Solo allora si voltò verso la porta e fissò una testa altrettanto bionda spuntare dall'ingresso della sua stanza.
- Francia - mormorò, sorridendo, la giovane.
L'uomo rimase sulla soglia, ma si piegò per farsi vedere bene dalla sorella. Gli occhi erano semichiusi e la bocca era piegata in un sorriso birichino.
- Stai andando da lei, vero? - cantilenò infine, balzando i piedi e carezzandosi il mento irsuto.
- Sì! - esclamò la bionda, con espressione raggiante. - Come sto? Voglio essere perfetta! -
- Mia cara Paris - rise Francis, scuotendo la testa - tu sei sempre meravigliosa, lo sai. - le disse con tono di ovvietà, prendendole uno dei boccoli e portandoselo vicino al volto.
- No, mi spettini! - si lamentò subito la capitale, allontanandosi dal fratello. - Piuttosto, cosa vuoi? -
- Oh, non essere così scontrosa, tesoro. Non ti si addice. - cantilenò la Nazione, sorridendo.
- Ti avverto, non ti farò venire con me! - tuonò la donna. - Le metteresti le mani addosso e lo sai che sono gelosa! -
- Ma, mia cara, ti ricordo che è anche merito mio se avete potuto sposarvi. -
Parigi lo guardò male. - L'hai fatto con l'intenzione di portartela a letto! -
- No, l'ho fatto perchè speravo in un ménage à trois! - rispose tranquillamente l'uomo, ridendo divertito.
- Con i suoi fratelli, mi auguro - sibilò minacciosa.
Francia si limitò a sorriderle.

Aveva seminato il fratello maggiore a metà strada e, finalmente, Parigi arrivò a nel luogo dell'appuntamento. Si guardò attorno, ammirando le strade, i monumenti e i paesaggi. Sistemandosi un' ultima volta, con un movimento della mano, i boccoli, la capitale francese scorse finalmente la sua amata e sorrise compiaciuta e intenerita. Roma, la sua amatissima Roma, l'attendeva in piedi al centro del Campo de' Fiori, graziosa come sempre. Visibilmente ansiosa, la giovane ragazza si guardava attorno con trepidazione, portando una mano all'altezza della bocca e le braccia sul petto, quasi come per volersi proteggere dal mondo esterno. Il suo aspetto semplice e sbarazzino era in netto contrasto con quello elegante e ricercato di Parigi, e i capelli ricci e castani, perennemente spettinati erano l'esatto opposto di quelli chiarissimi e sempre in ordine della francese. Tuttavia alla bionda piaceva tantissimo lo stile della sua compagna.
- Così bella e innocente - si disse, tra sé e sé. - É davvero l'unica degna di stare con me. -
Ghignando appena, fece tutto il giro della piazza rimanendole lontana, riuscendo a non farsi vedere da lei per poi, infine, coglierla di sorpresa abbracciandola da dietro, andando, neanche troppo casualmente, a cingerle il petto.
- Mon amour! - le bisbigliò all'orecchio, con voce sensuale.
L'italiana sussultò spaventata e arrossì appena quando riconobbe la voce. Infine si voltò con un gran sorriso.
- Parigi! - esclamò, abbracciandola.
La francese ricambiò volentieri la stretta.
- Ti ho fatta aspettare? Sei qui da molto? - domandò poi, con apprensione, dopo essersi allontanata di qualche centimetro da lei.
Ma l'italiana scosse la testa. - No, sono arrivata da poco! - rispose con la solita vocina bassa e dolce. Poi fissò la bionda qualche istante, arrossendo. - Sei più bella del solito, oggi. - bisbigliò con un filo di voce, scostandosi la frangia dagli occhi stando bene attenta a non toccare il ciuffo ribelle che spuntava all'attaccatura e che si piegava verso sinistra, come quello di suo fratello Veneziano.
Parigi non resistette, davanti a quell'espressione, e abbracciò nuovamente la moglie.
- Ma io sono sempre bella! E lo sei anche tu! Oh, Rome, mi sei mancata tanto. - piagnucolò con tono melodrammatico.
- Anche tu - replicò con lo stesso tono Roma, i cui occhi si riempirono di lacrime. - Siamo sposate, eppure non possiamo vivere insieme! Non è giusto! - si lamentò.
Parigi le prese le mani con le proprie, guardandola commossa. - Dal nostro straziante addio, sei ore fa, ho atteso trepidante il momento in cui ti avrei rivista. I minuti passavano troppo lentamente. - dichiarò, con voce rotta.
- Oh, Parigi - mormorò Roma, singhiozzando.
- Mia adorata, ora che sei qui voglio recuperare il tempo perduto - le disse, sorridendo commossa per il momento romantico che stava vivendo, carezzandole il viso. - Coraggio, andiamo. -
Roma la guardò ammirata poi annuì.
- Ottima idea, andiamo. - esalò Francia, poco più indietro di loro.
Le due città di voltarono versò l'uomo che era presente già da qualche minuto, pur non essendo stato notato da nessuna delle due.
- Fratellone Francia! - esclamò la capitale italiana, contenta di vederlo.
- Accidenti, sei riuscito ad arrivare! - esclamò invece Parigi, contrariata.
Francis le poggiò una mano sulla spalla. - Paris, sei un'illusa se speri di riuscire a seminarmi. -
La donna si imbronciò. Ma la cara mogliettina era al settimo cielo e si mise a parlare con la nazione.
- Andiamo da Veneziano e Romano! - propose infine la ragazza. - Sono certa che saranno felici di vederti. -
Il francese sorrise, ben consapevole che il Sud Italia non sarebbe stato esattamente contento della sua presenza.
L'idea di Roma ebbe il consenso di Parigi, che aveva così una speranza di poter rimanere sola con la moglie mentre il fratello maggiore sarebbe stato impegnato a molestare i due italiani.

La reazione dei due fratelli non fu ne più ne meno di quello che Francia si aspettava. Accolto con cordialità e allegria dal fratello minore, Francis dovette sorbirsi le occhiatacce e gli insulti, bisbigliati appena per paura di qualche reazione -accidenti, dov'era quel bastardo di Spagna, quando serviva?- , di Romano. Quest'ultimo sopportava appena la presenza di Parigi nella propria casa e solo l'affetto che provava per la sorella, e propria capitale, lo teneva relativamente tranquillo. A quel punto Parigi sperava di poter uscire finalmente con l'amata ma Feliciano iniziò a insistere perché si fermassero un po' per chiacchierare tutti insieme. Fortunatamente la parte settentrionale della penisola nulla poteva contro le suppliche di Roma e anche Francis non ebbe più nulla da obbiettare, così, pensò la donna bionda, furono finalmente libere di godersi il loro appuntamento. Ma proprio quando ebbe finito di pensarlo sentì qualcuno salutarle. Il tono di voce sicuro e appena arrogante era inconfondibile e non si stupì nel ritrovarsi Milano qulche passo dietro di loro. Il giovane affascinante uomo, dai capelli scurissimi e il vestito sempre all'ultima moda, sorrise affabile alle due, avvicinandosi elegantemente. La 'capitale italiana della moda', come spesso si descriveva lui stesso, era quasi la versione maschile di Parigi. E la francese non poté negare che i loro gusti fossero molto simili e che ci fosse reciproca ammirazione tra loro. Ciononostante avvicinò a sé Roma e sostenne lo sguardo del ragazzo con espressione seria e vagamente infastidita.
- Vi ho disturbate, ragazze? - mormorò Milano.
- Fratellino, cosa ci fai qui? - chiese Roma.
- Ti prego, siamo nel bel mezzo di un appuntamento. Almeno tu risparmiaci - si lamentò, invece, Parigi.
- Ma se sono venuto proprio perché sapevo che c'eri - le spiegò lui, avvicinandosi.
La francese sbuffò. - Non voglio rischiare di vedere più te che mia moglie. -
Ma la città del Nord Italia parve non ascoltarla - Guarda, non vedi che tutti ci guardano incantati dalla nostra bellezza? - le chiese, puntando i passanti che, tra l'altro, non prestarono poi tutta quest'attenzione decantata dal ragazzo.
- É vero, incarno l'essenza stessa della bellezza ed eleganza e che sono sicuramente il simbolo della moda per eccellenza, trovo assolutamente normale che la gente mi guardi e mi invidi, da sola basto e non ho motivi di dover stare con un megalomane egocentrico come te solo per attirare più attenzione dato che già raggiunge livelli massimi. -
- Certo, tu che sei tanto modesta trovi me egocentrico - ironizzò Milano, sorridendo tranquillamente. Poi si passò una mano sui capelli, con fare teatrale - Ma non importa, qualsiasi carattere tu abbia sei la mia anima gemella e io, anche a costo di dover fare un torto a mia sorella, non posso fare a meno di farti delle avance. Dovresti andarne fiera. Seriamente, io sono l'unico degno di stare con una come te. -
Detto questo l'avvicinò a sé, incurante della presenza di Roma. Quest'ultima aveva già da un po' lo sguardo basso e non aveva fiatato. Parigi però, nel tentativo di allontanarsi, riuscì a volgere a lei lo sguardo giusto in tempo per vedere il ciuffo ribelle drizzarsi, quasi avesse vita propria. Quando la capitale italiana alzò lo sguardo, il suo bel viso era contorto da un'espressione di puro odio.
- Milano... - mormorò, digrignando i denti.
Il fratello stava per partire in quarta con un discorso sul rischiare il tutto e per tutto per poter conquistare l'amore di una donna quando venne preso per il colletto della camicia dalla sorella.
- Bastardo! - gridò Roma, piena di rabbia. Poi cominciò a parlare a raffica, alzando la voce a ogni parola che pronunciava: - Cosa stai cercando di fare alla MIA Parigi, eh? Lei è mia moglie! Siamo gemellate in modo univoco e reciproco. É mia! Lei è solo mia! Non osare mai più sfiorarla! -
Intervenne a quel punto la capitale francese che si avvicinò alla moglie e le poggiò le mani sulle spalle. - Oh, amore mio. Non sai quanto sono felice di sentirti dire tutto questo. Hai ragione, io amo solo te e sono solo tua, così come tu sei solo mia. Quindi non lasciarti sopraffare dalla rabbia, sii superiore. Non hai alcun motivo di sentirti minacciata da tuo fratello, io ti sono fedele, lo sai - disse dolcemente.
- Tks, quanta poca grazia, sorellina - infierì Milano. - Così fai sfigurare Parigi. -
Roma, che aveva appena iniziato a dare ascolto alla moglie, scoppio di nuovo e, con l'espressione più spaventosa che riuscì a fare, avvicinò il volto a quello del fratello.
- Solo IO sono degna di Parigi, come lei è solo degna di me! Rassegnati! E per la cronaca, stronzetto, anche io vengo spesso inserita tra le capitali della moda e sono la capitale dell'Italia, quindi più importante di te! - Parigi tento di allontanarli, mentre Roma continuava a sibilare frasi tipo 'non sei nessuno' 'bastardo' e 'ti posso schiacciare quando voglio'. Fortunatamente anche la città del Nord Italia capì che era ora di finirla se non voleva passare dei guai, perciò alzò appena le mani in segno di resa.
- Ok, ok. - sbuffò.
Parigi abbracciò la moglie. - Milano, lo sai che se esageri Roma si arrabbia. Personalmente, adoro questo piccolo problema di doppia personalità. Sapere che Roma mi ama così tanto da perdere quella sua caratteristica dolcezza e innocenza mi onora tantissimo e in fondo non può non essere che così, anche io, per lei, sarei disposta a tutto e... -
- 'Piccolo'? - sussurrò il ragazzo mentre Parigi continuava il suo discorso.
Milano alla fine si dileguò e la città francese decise dedicarsi alla sua amata. Tra coccole, carezze e parole dolci Roma finalmente si calmò, cosa dimostrata anche dal famoso ciuffo, tornato a tendere verso sinistra. La città italiana ora piagnucolava tra le braccia di Parigi, mormorando scuse per non essere elegante e bella come lei e Milano.
- Rome, mio piccolo angelo - mormorò lei, dolcemente - che sciocchezze dici? Io ti amo per quella che sei. L'hai detto anche tu prima e mai parole sono state così vere in tutta la storia di noi città. - prima di continuare le diede un dolce bacio sulle labbra poi, sorridendole, concluse il suo discorso: - 'Seule Paris est digne de Rome; seule Rome est digne de Paris' -
Roma, tirando appena su col naso, si tranquillizzò definitivamente e si asciugò le lacrime. - 'Solo Parigi è degna di Roma; solo Roma è degna di Parigi' - ripeté in un sussurro. Le due capitali si abbracciarono forte e Parigi, sospirando, sorrise ammirata - Ah, un vero, grande, amore deve sempre superare qualche ostacolo. Com'è romantico... -

Dalla finestra della loro casa Veneziano e Romano assistevano alla scena, attirati precedentemente dalle urla della loro sorella. Dietro di loro anche Francia osservava, tutto contento.
- Anche volendo non si riuscirebbe a separarle quelle due - mormorò il francese. - Bene, ragazzi, vogliamo prendere esempio? - sussurrò infine sensualmente.





Ok, non ci credo di averla finalmente scritta. A onor del vero erano ANNI che avevo in mente una fiction su Oc!Parigi e Oc!Roma. Quando lessi infatti che le due città erano gemellate in modo univoco e reciproco mi sono immediatamente immaginata due donne sposate e fedelissime l'una all'altra XD Ciononostante non avevo mai avuto intenzione di scriverla davvero, principalmente perché non amo molto le storie su OC! di Regioni o Città. Poi Himaruya ha cominciato a personificare le prefetture giapponesi e allora mi son detta 'Al diavolo, lo fa lui che è l'autore potrò farlo anche io che sono una fan writer!' E così eccomi. Otto mesi senza scrivere su Hetalia e torno con questa cosa. Mi dispiace, non è un granché. Ci saranno troppe ripetizione, avendo deciso di non utilizzare nomi umani per le due città (tre, con Milano).
Non piacendomi gli OC così non ho mai letto altre fiction quindi se i caratteri per caso somigliano a quelli di OC altrui me ne scuso, ma vi assicuro che si tratta di una casualità. (proprio perché non ho la minima idea di come siano gli altri OC metto le mani davanti prima di essere accusata di qualcosa. Scusate, ho sempre il terrore di scrivere cose simili ad altre senza volerlo ç_ç) Ma non so se qualcuno ha mai avuto l'idea di fare Roma affetta di doppia personalità XD L'idea mi è venuta perché non sapevo se farla assomigliare a Veneziano o a Romano. Essendo la capitale, ho deciso di fare in modo che avesse entrambi i caratteri XD Parigi invece somiglia molto a Francia XD
Milano... beh, mi scuso con tutti i milanesi! L'ho fatto un po'arrogante e egocentrico ma non ho deciso il carattere in base alla città, mi serviva solo un pretesto per far arrabbiare Roma XD Milano è come Parigi solo che essendo un latin lover come i suoi fratelli quindi non ce la fa a resistere a una bella donna XD
Ok, credo di aver detto tutto. Il finale lo lascio così ma secondo me, per qualche motivo, Francia non riuscirà a molestare i due fratellini. Pensatela come volete: magari arriva improvvisamente Germania in visita e li salva. Oppure Romano, per gelosia verso il fratello, trova il coraggio di picchiare la povera nazione dell'amore XD
  
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