Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: KuromiAkira    27/08/2011    1 recensioni
Erano sorelle e sempre lo sarebbero state e, presto o tardi, quella promessa che si erano fatte il giorno dell'addio sarebbe stata mantenuta. Il giorno dell'addio, il giorno in cui Giulia era stata... [Oc!Sardegna, Oc!Corsica]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Immersa fino alla vita dall'acqua riscaldata dal sole, Sardegna tese la mano in avanti, aprendo per bene le dita della mano. Sentiva il capo, coperto da una cascata di lunghi e liscissimi capelli neri, scottare ma si trattenne dalla voglia di buttarsi completamente in mare. Seria, senza tradire alcun sentimento, tenne l'arto immobile come se fosse in attesa. Ma nulla cambiò. Lei non avrebbe afferrato quella mano. Non c'era più a trascinarla verso di sé e abbracciarla, ridendo del suo imbarazzo. Da tempo mancavano le carezze, le coccole che riservava solo ed esclusivamente a lei. Non c'era più Corsica. Sua sorella, al sua adorata sorella gemella, non era lì, non c'era da molto tempo ormai. Maddalena andava, nella speranza di vederla ancora, alle Bocche di Bonifacio ogni giorno, il luogo dove potevano, fin dall'infanzia, giocare e stare insieme. Ma ora Corsica non c'era. Non poteva più essere lì. Non era più nemmeno sua sorella, le dicevano. Avrebbe voluto ammazzare tutti quelli che solo osavano pensarlo. Erano sorelle e sempre lo sarebbero state e, presto o tardi, quella promessa che si erano fatte il giorno dell'addio sarebbe stata mantenuta. Il giorno dell'addio, il giorno in cui Giulia era stata...


- Venduta? -
Italia Veneziano, seduto davanti al tavolo, non riuscì a sostenere lo sguardo della sorella minore, guardando fisso le proprie ginocchia. Il bel volto di Sardegna, dall'espressione sempre fiero e duro, era, quel lontano giorno di maggio, contorto in una smorfia di disprezzo e disgusto.
- Hai venduto mia sorella a Francia? - tuonò, con voce più acuta e tremante di quel che avrebbe voluto usare, la donna.
- D-dovevo... il debito... - balbettò la Nazione, portando istintivamente la mano sinistra sul petto.
Francis l'aveva toccato talmente tanto che ormai aveva quasi perso sensibilità al capezzolo destro. Inevitabile, dato che ormai era zona francese. Trovò, per un momento, il coraggio di alzare il viso ma Maddalena sbatté le mani sulla superficie scura, con così tanta violenza da far rovesciare il bicchiere di vino. Veneziano riabbassò la testa, strizzando gli occhi come per evitare di vederla.
- Come hai potuto? - gridò lei.
- I-io... dovevo... il debito... - ripeté, con un filo di voce, il ragazzo. - M-mi dispiace. -
- Il solito idiota! - borbottò con rabbia, allontanandosi dal tavolo. - Sei un bastardo codardo e incapace! - lo insultò, voltandosi definitivamente.
Italia mugugnò appena, spaventato dallo sfogo della regione. Sardegna si avviò con passo veloce verso l'uscita e, appena aprì la porta, si trovò davanti proprio Francia. Il francese sussultò immediatamente, nel vedere lo sguardo della donna, pieno di odio, che conservava sempre quella bellezza selvaggia che sapeva eccitarlo anche in un momento del genere, consapevole che quel sentimento fosse sopratutto rivolto proprio a lui. Nonostante tutto, le sorrise e poté sentire chiaramente un leggero ringhio.
- F-fratellone Francia! - esclamò Feliciano balzando in piedi, già temendo lo scoppio di una guerra. Ma l'uomo alzò appena la mano, facendo segno all'italiano di stare calmo.
- Bonjour, Sardaigne – bisbigliò con fare elegante.
- Ammazzati! - sbottò la donna. Lo fece in sardo, tuttavia Francia la capì, essendo ormai abituato a essere insultato in quella lingua. Non se la prese, e si limitò a mettersi da parte per farla passare.
- Dov'è mia sorella? - chiese Maddalena.
- Sono venuta a prenderla proprio ora - le rispose Francis. - Ti concedo di salutarla - aggiunse, guardandola divertito. La Regione, per quanto aggressiva, non poteva fare nulla, perciò lui sosteneva quello sguardo con sicurezza e soddisfazione.
- Non la porterai via! -
- I patti sono chiari e Italia ha firmato. Lei è mia ora e la porterò via con me. -
- Me la riprenderò. Da sola. -
- Se proprio non vuoi separarti da lei puoi benissimo venire anche tu con me - la provocò, terminando la frase con una risatina.
- F-fratellone! - si fece sentire immediatamente Italia, temendo di dover cedere anche Sardegna.
Il francese, sapendo di dover evitare di scherzare troppo con Maddalena, troncò lì il discorso e passò avanti, entrando nella stanza e chiudendo la porta. La Regione imprecò e corse subito dalla gemella. Odiava suo fratello maggiore e avrebbe voluto uccidere sul posto Francia! Come poteva accettare di venir separata dalla sua adorata Corsica in quel modo? Francis l'aveva fatto sicuramente apposta, sapeva che sarebbe finita così. Ma la rabbia della donna proveniva anche dalla consapevolezza di essere totalmente impotente. Non avrebbe potuto impedire in nessun modo impedire quello che stava succedendo.

Giulia Vargas sedeva sulle coste più meridionali della propria casa, con i piedi immersi nell'acqua, e fissava assorta le terre più a sud. Muoveva lentamente le gambe su e giù, guardando qualche volta gli schizzi d'acqua, in silenzio. Aveva intravisto Francia qualche minuto prima e, consapevole di ciò che stava per accadere, aveva deciso di godersi gli ultimi istanti da italiana nel punto della propria abitazione che preferiva. Quella da dove poteva vedere la casa di Maddalena. Sospirò, volgendo lo sguardo al cielo. Il sole brillava e il caldo cominciava già a farsi un poco più intenso. Tutto stava succedendo molto in fretta e, benché il disagio dell'avere le truppe francesi in casa, non aveva mai dubitato dell'onestà del 'fratellone Francia'. E, anche in quel momento, non riusciva ancora a provare risentimento verso l'uomo o verso la propria Nazione. Ma odiava i cambiamenti e aveva paura di essere separata a lungo dalla sorella, con la quale passava la maggior parte del tempo, a causa della diversa nazionalità.
- Il fratellone Francia - mormorò abbracciandosi le gambe e guardando il mare, nel tentativo di tranquillizzarsi - mi permetterà di vederla. Ha detto di volermi proteggere e di volermi bene e vuole bene anche alla sorellina. Se gli chiedo di farmela incontrare non dirà di no... -
- Corsica! -
Sentendo la voce della sorella, Giulia sollevò lo sguardo.
- Sorellina! - esclamò, nel vederla arrivare di corsa, attraversando quella lingua d'acqua che le separava. Si alzò subito, andandole incontro e prendendole le mani. - S-sorellina! -
L'isola a nord osservava la gemella, senza riuscire a trovare le parole adatte per quello che era un addio, seppur, sperava, momentaneo. Il viso di Maddalena tradiva ancora una certa rabbia e nel suo sguardo c'era quel lampo di ostinazione sempre presente nei suoi occhi, sopratutto quando la donna prendeva una decisione.
- Sorellina... -
- Non devi andare con quel bastardo! - affermò la sarda.
- Non posso rifiutare... - mormorò l'altra. - Mi hanno detto che nostro fratello ha un debito che non riesce a sanare e che io sono il pagamento... -
- Non sei un oggetto in vendita! - urlò Sardegna, afferrandole le braccia. - Non possono trattarti così! Ribellati! Ti aiuterò io. -
Ma Corsica scosse la testa.
- Non ne siamo in grado, sorellina - dovette dichiarare.
- Io mi ribellerò! - insistette Maddalena. - Siamo gemelle, non ci separeranno! Non lo permetterò! -
Giulia la fissò, triste. Sua sorella era cocciuta e temeva avrebbe fatto qualcosa di pericoloso. Doveva dirle qualcosa per calmarla, era l'unica che aveva qualche possibilità di farla ragionare anche se non sempre ci riusciva.
Le carezzò il viso con entrambe le mani. - Sorellina, non verremo separate. Sono certa che fratellone Francia... -
Venne interrotta proprio da Francis. Era piuttosto lontano dal mare e la chiamava. Era ora di andare. Non sembrava aver intenzione di concedere qualche minuto in più alle sorelle per salutarsi. Giulia lo capì e si voltò senza dire nulla. Gli occhi si riempirono di lacrime ma cercò di non farsi vedere da Maddalena. Se lei l'avesse vista, sicuramente se la sarebbe presa col francese e lei voleva evitare che sua sorella si cacciasse nei guai.
- Corsica! – si oppose l’isola a sud.
- Ci rivedremo - riuscì a mormorare, infine, la ragazza, voltandosi appena verso la sorella. Aveva gli occhi lucidi ma le sorrideva dolcemente. - Siamo gemelle. Ci rivedremo sicuramente. Promesso? -
Sardegna la fissò, rigida e austera come sempre, poi parve calmarsi e, lentamente, annuì senza riuscire ad aprire bocca. Se avesse tentato di fare qualsiasi altra cosa non sarebbe più stata in grado di trattenersi. Corse verso la costa, lasciando Sardegna in mezzo all'acqua, triste, arrabbiata e impotente. Maddalena la osservò avvicinarsi a Francia, parlargli, salutare Italia e allontanarsi. Prima di andarsene definitivamente, il francese si voltò verso Sardegna. Era serio e non c'era più traccia di quella soddisfazione che gli aveva visto poco prima. Benché soddisfatto del risultato non era così insensibile da non rendersi conto del dolore che stava arrecando alle due gemelle. Tuttavia tornò subito a incamminarsi verso casa, cingendo col braccio le spalle della sua nuova isola. Sardegna strinse i pugni e digrignò i denti.


Maddalena continuava a rimanere immobile, osservando da lontano la casa della sorellina. Quel mare che le separava sembrava più vasto di quel che fosse in realtà. Si chiedeva che senso avesse tutto questo, oramai. Da quando era stata venduta l'isola còrsa si era ribellata, veniva punita, discriminata, eppure Francia si ostinava a tenersela stretta, anche quando lei aveva chiesto aiuto a Inghilterra. Sardegna aveva dovuto osservare questo tutto con disprezzo e disgusto, l'impossibilità di fare qualcosa per le la feriva nell'orgoglio e nell'animo. E gli anni erano passati, senza riuscire a vedersi o a sentirsi ma tenendo nel cuore il ricordo l'una dell'altra e delle parole che si scambiarono il giorno del loro addio. Guardava il proprio riflesso nell'acqua, rivedendo la sua amata sorella nel suo volto. Maddalena era leggermente più scura di capelli, di occhi e di pelle, ma per il resto erano uguali. Eppure quella riflessa non era Giulia. Maddalena non era Giulia. Non sorrideva come lei, non aveva la sua stessa grazia. Sardegna, ovviamente, sapeva di essere una bellissima donna. In molti affermavano che non c'erano molte altre donne più belle di lei. Ma i suoi pensieri, ormai, andavano alla gemella. Non aveva ancora rinunciato all'idea di riportarla indietro e sperava, un giorno, di essere abbastanza forte e indipendente per riuscire nel suo intento. Notando dal suo stesso riflesso che era ormai prossima alle lacrime, la donna si affrettò a uscire dall'acqua e andò a stendersi sull'erba. Il cielo era sempre lo stesso, schifosamente azzurro, e il sole rimaneva sempre lì, immobile, nonostante tutto. Sentì qualcuno avvicinarsi e stendersi accanto a lei. Non si curò di vedere chi fosse, il lieve profumo di agrumi le bastò per capirlo. Sicilia le poggiò un'arancia sul petto, senza dire nulla. Da quella posizione Maddalena poté comunque vedere la sorella maggiore, bella ed elegante come sempre, nonostante i capelli ricci e scuri fossero stati leggermente scomposti dal vento. Avevano passato molto tempo senza vedersi ma da quando i loro fratelli maggiori erano tornati a vivere insieme Sicilia andava spesso a portarle i suoi agrumi. A volte pensava lo facesse perché preoccupata ma Sicilia era così riservata e silenziosa che la propria naturale diffidenza la portava a non crede troppo a quell'ipotesi.
- Non fai che attenderla qui, incurante di tutto ciò che accade in casa nostra... – mormorò la siciliana. - Prima o poi ti dovrai rassegnare anche tu... - Il tono di voce non tradiva alcun sentimento ma nel dirlo prese a carezzare una ciocca di capelli neri della sorella, sparso tra l'erba.
- Il fatto che voi l'abbiate fatto non significa che mi arrenderò anche io! - sbottò.
Lucia sorrise. - Non mi riferivo a noi, ma a lei. -
La sarda stette zitta, ma il suo sguardo si indurì.
- Avevo sentito Romano e Veneziano discutere su Corsica, ma dubito riusciranno a trovare il coraggio di richiederla indietro. E lei non sembra troppo interessata. -
- Un giorno riuscirò a essere indipendente e la riporterò indietro - esclamò l'isola più a nord, con decisione.
- Sei sempre la solita - sospirò la sorella maggiore. La stessa Maddalena sapeva che non sarebbe mai stato possibile, eppure non l'avrebbe mai ammesso, ma proprio per questo Lucia si divertiva a stare con lei per quella mezz'oretta che si concedeva per andare a trovarla. Purtroppo il tempo era scaduto e, senza dire nulla, senza nemmeno salutarla, Sicilia si alzò e se ne andò. Maddalena rimase immobile, con l'arancia ancora sul petto, a fissare il cielo. Le visite di Lucia avrebbero dovuto distrarla, o farle piacere, ma in realtà la facevano stare peggio di prima. Quando se ne sentiva ancora di più il peso della solitudine ma non perché a mancarle fosse Lucia, era sempre Giulia a mancarle. Poggiò il braccio sugli occhi, per proteggersi dal sole e per non vedere più nulla. A volte si chiedeva come si sarebbe sentita se si fosse lasciata andare in un pianto. Non lo faceva mai né l'aveva fatto in quegli anni. Sentì il rumore di qualcosa che si muoveva nell'acqua ma inizialmente non ci fece molto caso e non si preoccupò di volgere lo sguardo verso il mare per vedere cosa fosse.
- Sorellina... - sussurrò Corsica.
Maddalena si alzò si scatto nel sentire l'unica voce che avrebbe riconosciuto ovunque e in qualunque circostanza. L'arancia rotolò fino alle coste, proprio ai piedi di Corsica e venne subito raccolta. Incontrò uno sguardo cordiale attraverso due occhi stanchi; un sorriso dolce nacque si labbra sottili e screpolate. I capelli rovinati andavano sul viso, i quattro stracci usati come vestiti coprivano convenientemente quel corpicino gracile e debole. Sardegna rimase immobile, incapace di dire qualcosa. Era lei. Aveva addosso i segni di tutti dei problemi che aveva dovuto affrontare ma era lì, non era un illusione. Lentamente Giulia alzò il braccio, tendendolo davanti a sé.
- Sono qui - mormorò, senza cambiare espressione. - Ho mantenuto la promessa, hai visto? - aggiunse con tono spensierato e allegro. Non riuscì a dissimulare un leggero accento francese e questo infastidì appena la gemella ma quel sentimento non era così forte se paragonato all'emozione di rivedersi.
Maddalena rimase inizialmente immobile, quasi temesse fosse un'illusione, poi avanzò velocemente e in pochi passi le fu di fronte. Imitò il gesto, che lei stessa aveva fatto prima che arrivasse Sicilia e, appena le dita arrivarono a incontrarsi non ebbe nemmeno il tempo di pensare a quanto le era mancato quel delicato contatto fisico che la gemella la tirò verso di sé, abbracciandola con una forza che, date le sue condizioni, non ci si poteva aspettare da lei.
- Sono qui - ripeté, come per rassicurarla.
- Sì - riuscì a risponderle dopo un po', stringendola a sua volta. - Finalmente. -
- Sei rimasta qui ad aspettarmi? - chiese l'isola francese quando sciolsero l'abbraccio, tenendo le mani strette le une in quelle dell'altra. Sardegna arrossi appena, imbronciandosi. Giulia, notandolo, rise. La risposta era chiara. Poggiò la fronte su quella dell'altra. - Te l'ho detto: noi siamo le Isole Gemelle, non sarà la nostra nazionalità a dividerci. -
Ricevette come risposta un leggero mugugno d'assenso. Giulia ridacchiò.
- Sai, mi sei mancata, sorellina. -






Oddio, anche questa finalmente l'ho scritta. Mi ha fatto un bel po' penare però! Scusate ma, da quando conosco Hetalia, ogni volta che sento Sardegna e Corsica chiamate 'Isole Gemelle' non posso fare a meno di immaginarmi due ragazze identiche che vengono separate! Ho provato a scrivere ciò che ho sempre immaginato ma dubito uscirà qualcosa di decente XD
I nomi... beh, per Sardegna è abbastanza lampante, è in onore dell'isola delLa Maddalena XD Per il nome di Corsica ho faticato un po', inizialmente volevo un nome che si scrivesse uguale sia in italiano che in francese, poi dopo aver dato un nome a Sardegna ho cercato tra le città della Corsica qualcuna con un nome che potessi mettere al mio OC. Infine ho optato per Giulia, nome della patrona della Corsica. Sicilia l'ho chiamata Lucia per il nome della patrona di Siracusa XD Giuro, non avevo nessuna idea di come chiamarla XD Se c'è qualche altro OC che si chiama così, me ne scuso. Non leggo mai fiction con OC di regioni o città. (anche se ricordo di una Sicilia chiamata Rosaria, nome subito scartato da me proprio per questo)
I cognomi sono quelli delle nazioni, Corsica cambia nome col 'cambio di nazionalità', quando i francesi vollero francesizzare tutti i nomi italiani dell'isola. Anche qui: in realtà volevo dare a Sardegna un cognome differente ma non ne ho trovato uno che mi convincesse.
Non è molto accurato dal punto di vista storico: ho preferito soffermarmi più sui sentimenti dei protagonisti che sui fatti storici. Mi sono permessa una piccola licenza poetica, ambientando l'inizio in una specie di fiume non troppo largo: sarebbero, in realtà, le Bocche di Bonifacio, ma nelle cartine sembra una striscetta di mare piccolissima, rispetto alle due isole, che penso che per Maddalena e Giulia equivalga a un fiumicello XD Ciò che le allontana davvero, in fondo, non è certo il mare...
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: KuromiAkira