Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Remedios la Bella    28/08/2011    2 recensioni
Un ragazzo tedesco che tollera gli ebrei e trova misera la loro condizione. Max.
Una ragazza Ebrea dallo sguardo vuoto e dal passato e presente tormentati e angustiati. Deborah.
Due nomi, un'unica storia. 15674 è solo il numero sul braccio di lei, ma diverrà il simbolo di questa storia.
In un'epoca di odio, nasce l'amore.
E si spera che quest'amore rimanga intatto per lungo tempo, e sradichi i pregiudizi.
Enjoy!
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 16
 
Notte fonda, la luna dalla finestra della cucina, della solita cucina risplendeva di luce argentea e illuminava il mio pallido viso, davanti a quel pietoso spettacolo: Deborah che non riusciva a trattenere i conati e rigurgitava gemendo dentro un secchio logoro, e si puliva poi la bocca con il braccio. Potevo intravedere i lividi lungo le gambe, ancora freschi e addirittura sanguinolenti, il suo viso letteralmente scavato dalla fame e dal dolore.
Ogni volta che rigurgitava, cercavo di darle conforto massaggiandole la schiena e accarezzandole la fronte per reggerla.
“ è tutta colpa mia … è tutta colpa mia …” continuavo a ripetermi. Se avessi avuto più attenzione prima, se solo nessuno si fosse accorto di ogni cosa, a quest’ora lei non sarebbe così, non vomiterebbe, non sanguinerebbe come in  preda a quei giorni, non piangerebbe lacrime amare.
“ Max, non dire assurdità … non era destino …” mi diceva lei per consolarmi, ma restando un po’ distante da me. Continuava a toccarsi il ventre.
“ Mi chiedo come farai … non posso tollerare che ti debbano ….” Non riuscivo mai a finire la frasi, tanto ero triste per la mia piccola Deborah.
“ Gassare? Non era destino … ma tu dovrai soffrire più di me … verrai mandato a combattere.” Mi disse lei tenendomi la mano:” E tu che odi farlo.”
“Mi ci dovrò solo abituare … penso … ma non potrò mai abituarmi a ….” Strinsi la sua mano così forte che mi pulsarono le vene delle mani.
“ per me c’è la condizione, se davvero Xavier mi ha ingravidata, dovrò decidere se abortire o morire. E so già cosa scegliere …”
“ Deborah … sarebbe il figlio di un mostro ..”
“ è pur sempre mio figlio … è una creatura, non posso ucciderla per puro egoismo … preferisco seguirlo nell’aldilà piuttosto che lasciarlo morire.”
“ Non voglio che tu muoia …” le dissi io avvicinandomi di più a lei.
“ è destino … e potrai raggiungermi se vorrai … ma non farlo apposta. Muori con onore, senza vigliaccheria, se proprio vorrai starmi accanto.”
Non riuscivo a spiccicar parola, in pratica era lei a mandare avanti quel discorso che mi faceva male al cuore come una lama conficcata a morte.
“ Ho i controlli stamattina presto,  e se davvero sono incinta …” disse lei flebile:” beh, questo sarà un addio, credo …”
“ Già … che ingiustizia … gli vorrei torcere il collo!”
“ Non farti prendere dall’ira, tu sei migliore di lui …” mi disse accarezzandomi la guancia:” Max, tuo padre è stato soggiogato dal suo odio verso noi Ebrei, e dall’odio di Xavier per noi due. Non ha colpa diretta per le cose che ti ha costretto a fare.”
“ Vorrei scappare.” Avevo già preso considerazione di quest’idea, mentre ero in camera mia ad aspettare che lei tornasse per darle la pessima notizia, e quando fosse tornata, sapere lei già era al corrente di tutto, che Xavier l’aveva violata e, probabilmente messa incinta. Che quindi sarebbe morta, come io a breve nel campo di battaglia. Volevo scappare, con lei possibilmente, ma non potevo farlo, non ne avevo i mezzi, era solo un qualcosa dettato dal mio istinto di uccello in gabbia che non desidera altro che scappare dalla sua prigionia.
Io, mandato nell’esercito. Lei, incinta e costretta a morire. Poteva essere peggio di così il mondo?
“ Non farlo, sii coraggioso e affronta la realtà.” Mi disse lei dolcemente. La guardai negli occhi e vidi nel riflesso dei suoi occhi color onice un barlume di vita, una strana luce che solo nei suoi occhi stanchi poteva manifestarsi in quella brutta situazione.
“ Sei incredibile …” le dissi io:” tieni il sorriso in un momento del genere …”
“ Bisogna sempre sorridere, mostrare il sorriso al nemico anche se si vorrebbe piangere … Max, sorridi, fammi vedere quello splendido sorriso che solo tu possiedi.”
Accennai un lieve sorriso davanti a lei, anche se molto sforzato, e le si illuminarono gli occhi.
“ Bravo, così … e adesso chiudi gli occhi.” Mi sussurrò flebilmente, accostandosi di più a me. Il cuore iniziò a battermi forte in petto, e chiusi piano gli occhi cercando di non far trapelare le lacrime che volevano a tutti i costi uscire per sfogarsi.
E mentre nei miei occhi c’era il buio più completo, sulle mie labbra una sensazione caldissima si manifesto. Era lieve, accennata, ma calda e piacevole. Sentii la stretta di Deborah alla mia mano.
Socchiusi leggermente le labbra per far combaciare il bacio più dolce che avessi mai ricevuto nella mia vita, più dolce degli schiocchi alla guancia di mia nonna quando ero piccolo e ingenuo.
Potei sentire una sensazione un po’ secca, come di labbra screpolate, ma caldissima lo stesso. Rimasi così, unito a lei solo da quel contatto. Mi distaccai lievemente.
“ Ti amo.” Mi disse lei a un soffio dalle mia labbra. Mi limitai ad annuire affascinato e lei poggiò la sue testa alla mia spalla:” Come ti è sembrato?”
“ Caldo, come te …” le risposi, accarezzandole dolcemente i capelli e immergendo la testa in quella chioma corvina. Sentii la sua risatina e poi si scostò: “ Sarà meglio che tu vada nella tua stanza adesso.”
 Abbassai gli occhi riluttante, e annuii, ma prima le alzai il mento con un dito: “ Buonanotte .. forse sarà l’ultima volta che te la potrò dare.” E la baciai di mia spontanea volontà. Lei dischiuse le labbra immergendo le sue dita tra i miei capelli, potevo sentire il tocco dei polpastrelli che accarezzavano la cute. Le sorressi la schiena con le mie braccia, avvolgendola tutta per non lasciarla scappare. Non volevo davvero lasciare andare quel magnifico angelo maledetto.
“ Buonanotte.” Mi sussurrò lei dopo che mi staccai dal suo tocco. Mi alzai, la guardai prima di varcare la soglia della cucina e poi salii lentamente le scale, imbucandomi in camera mia silenzioso e svelto.
Ma non volevo che quei baci fossero i primi e gli ultimi che ci saremmo dati nella vita. Dovevo fare in modo che lei vivesse, che suo figlio vivesse. E a chi potevo chiedere se non a lei? Mi aveva annuito quando le avevo chiesto di non far morire Deborah, era ora che compiesse il patto stipulato in segreto il giorno prima, solo ed esclusivamente con quel gioco di sguardi.
Mi avvicinai alla scrivania, e presi un foglio di carta e la penna stilografica che mi aveva regalato mia madre. Mi misi a scrivere, sotto la lucina di una candela che avevo acceso per l’occasione. Rilessi e poi piegai il foglietto. Perfetto.
 Uscii dalla mia stanza e andai alla porta della camera di mia sorella e feci passare il foglietto sotto la porta.
E Sperando che lei recepisse al più presto il mio SOS, mi rintanai in camera. Potei sentire prima di chiudere la porta il cigolio di un’altra che si apriva. 

Per il bacio mi sono ispirata alla scena di Toradora, dove Taiga dice a Ryuji che il bacio era come un deserto secco, ma caldo ... Ryuji aveva le labbra screpolate, poverino xD
Ma la scena è bellissima *---*

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Remedios la Bella