Quello
che proprio non riuscivo a capire era perché con
tante belle ragazze che c’erano qui al circo, quella talpa di
Mousse fosse
ossessionato proprio da me. Sì, d’accordo: non
posso negare di essere una bella
ragazza anch’io, formosa, sensuale, a dir poco
mozzafiato…ma diamine! Perché proprio
me?
Più sono fredda nei
suoi confronti, più lui sembra attaccarsi a me;
più cerco di togliermelo dalle
scatole, più me lo ritrovo davanti. Sono esasperata, non so
più cosa fare per
levarmelo di torno!
Sto
seriamente cominciando a prendere in considerazione il detto
“In amore vince chi
fugge”. Io, Shan-Pu, che di solito sono molto scettica
riguardo credenze e
proverbi popolari, sto dando credito a una diceria nata
chissà quanto tempo fa.
A
dire il vero, se proprio devo essere sincera, non è che mi
dispiaccia poi tanto
la corte di un uomo…ma Mousse! Quello nemmeno può
essere definito un uomo!
Non
è come Ranma: lui sì che è bello,
forte, aitante…il mio uomo ideale, insomma!
Ma poi
avete visto che occhi? Cobalto, blu cobalto come il mare in tempesta.
Gli occhi
di quella sottospecie di talpa, invece, nemmeno si vedono! Sempre
dietro quegli
spessi occhiali da vista…
Insomma,
non c’è proprio paragone!
Diciamo
pure che Mousse ai miei occhi appare più come un
fratello…un dannatissimo
fratello fastidioso.
Ma sinceramente adesso sono troppo
stanca anche per pensare…figuriamoci a quello stupido
prestigiatore!
Così mi avvio verso il mio
camerino con tutta l’intenzione di farmi una bella dormita.
Proprio davanti
alla porta però trovo lui,
accovacciato a terra, con un’aria tanto depressa da fare
invidia ad un emo in
punto di suicidio. Aveva l’aria di aspettare qualcuno.
E quel qualcuno non potevo che essere io.
In
quel momento ho la forte tentazione di avvicinarmi e chiedergli se vada
tutto bene.
Proprio
tu glielo vai a
chiedere? Proprio tu che sei la causa di tutte le sue sofferenze? Tsk,
che
ipocrita che sei! Non mi stupirei se ti ridesse in faccia! sussurra
una vocina dentro
di me.
Lentamente
mi avvicino alla porta. Appena mi vede, si alza di scatto.
–Sh..Shan-Pu!
I-io v-volevo dirti che…-.
Prima
che possa formulare una qualsiasi frase o domanda giro la chiave nella
toppa,
apro la porta e mi intrufolo nel camerino richiudendogli la porta in
faccia.
Non so che faccia
abbia fatto, di sicuro non una felice. Gli ho appena richiuso la porta
in
faccia, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. O forse sarebbe meglio
dire che
gli ho letteralmente sbattuto la
porta in faccia.
Ti
odierà…dopo questa ti
odierà da morire. E avrà anche ragione. Che
motivo avevi di chiudergli la porta
in faccia, eh? Non potevi almeno ascoltare quello che aveva da dirti?
Mi
tappo le orecchie nella speranza di non udire più quella
dannata voce. In fondo
è quello che voglio. Che mi odi. Che mi odi con tutta
l’anima, così forse mi
lascerà in pace una volta per tutte. Mousse
di me può pensare quel che gli pare, tanto non me ne importa
un bel niente.
Già, tanto
non me ne importa…