Il primo ronzio squarcia le tenebre della notte, rimbombando inatteso nel mio orecchio.
Apro subito occhio e guardo l'orario sull'ipod... Le tre di notte.
Dio Santo, le zanzare di mattina presto non riesco a sopportarle.
Chiudo gli occhi, cerco la concentrazione; inutile: è ancora lì, svolazza lontano, finge di andarsene, poi torna, sfiora la pelle, tenta due atterraggi ma poi si allontana.
Con la mano annaspo, cercando di chiuderla dentro al pugno.
La manco, la manco, la manco e mi stufo: ora la mia tattica è cambiata, tento di stare immobile.
Lei percepisce il cambiamento: si avvicina e si posa sul collo.
Tempo due secondi e la mia mano si abbatte su di esso.
Ma la zanzara non c'è, me ne accorgo perchè accendendo la lampada non vedo sangue sulla mia mano, per un attimo intravedo anche la sua silhouette controluce.
Spengo. Anni di caccia mi hanno insegnato che la luce è alleata delle zanzare, ne sono attratte come le api dai colori sgargianti dei fiori.
Rieccola... Dannazione, è odiosa.
Il suo ronzio mi disturba profondamente.
Tento il tutto per tutto: tiro su le coperte, mi ricopro completamente e attendo.
Dopo mezz'ora riemergo, la zanzara non c'è più.
Le luci dell'alba penetrano la finestra. Oggi è un altro giorno, speriamo che non piova.