Se provo a dare una spiegazione a quello che vidi ed ai successivi avvenimenti mi perdo in un tunnel infinito di domande che non hanno risposte.
Sanzo, puro come la luce del mattino si trasformò in un corpo succube della propria umana lussuria. Carne. Mera carne umana.
E Dio solo sa cosa scaturì in me quella visione tanto profana.
Rabbrividii all'urlo innaturale della bestia quando si accorse di me. Ed il gemito di Sanzo mi stordì come un pugno nello stomaco.
Ma il mostro, interrotto dalla mia presenza, scivolò via dall'abbraccio di Sanzo e se ne andò correndo.
Ritrovai lentamente coscienza di dove fossi e cosa fosse successo solo quando lui mi guardò da terra. Paonazzo. Accaldato.
Malato di chissà quale forma di febbre.