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Autore: Justice Gundam    04/05/2006    15 recensioni
Seguito di 'Lord of Digital Rings': due anni e mezzo di pace hanno fatto seguito all'ultima vittoria dei bambini prescelti, ma questa pace non è destinata a durare. L'apparizione di misteriosi Digiprescelti oscuri, il ritorno di vecchi amici e nemici, una nuova avventura e delle rivelazioni incredibili che attendono lì, dietro l'angolo... la battaglia prosegue, e la posta in gioco è più alta che mai. Perchè Hikari è vittima di inquietanti visioni? Cosa vogliono gli Alias-3 e il loro capo, il perfido Neo? Quali nemici stanno tornando per vendicarsi? Una ragazza di nome Rei e il suo medaglione custodiranno forse alcune risposte? Questo e altro in questo nuovo capitolo nelle loro vite...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Digimon Adventure 02: Invasion

Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam

(Scenario vuoto)

Justice (entra da lato e si guarda attorno): ...

(Nessuna risposta)

Justice: Ehm... Yuhuuu... c'è nessuno?

(Ancora niente)

Justice: Ragazzi, qualcuno mi risponda! Non voglio fare la figura della particella di sodio!

(Zero assoluto)

Justice: Insomma, non c'è più nessuno qui?

Voce baritoneale giunta da chissà dove: QUIIIII... NON C'EEEEEEE'... NESSUUUUUNOOOOOO...

Justice (guardando dietro di sè): Eh? Uuuuun momento... chi c'è qui dietro? >_<

(L'autore prende un lembo del background completamente bianco e lo strappa via. Dallo squarcio emergono Daisuke, con le mani poste attorno alla bocca a mò di megafono, e Veemon, nella stessa posizione. Entrambi si stanno sforzando di non scoppiare a ridere...)

Justice: E allora? Cos'è questa storia? Ci provate gusto a giocare con la mia pazienza? >_<

Daisuke: Heheheheee... su, non te la prendere! Era solo uno scherzo innocente! Volevamo divertirci un pò!

(Arrivano tutti gli altri Digiprescelti e Digimon)

Taichi (scuotendo la testa): Dai, insomma... quand'è che la smetterai di fare questi scherzetti infantili? Te l'avevamo detto che non avrebbe gradito che noi ci nascondessimo dietro lo scenario!

Mimi: E poi, che senso ha avuto tentare di fare la voce spaventosa? Vi siete fatti scoprire e basta!

Veemon (mano dietro la testa): Heheee... scusa! Volevamo vedere che faccia faceva!

Palmon (scuotendo la testa): Ah, questi ragazzi... non li capirò mai!

Justice: Sgrunt... okay, okay, bello scherzo... ma ora c'è qualcosa di un attimo più pressante! Ricordatevi che siamo qui per inaugurare la mia terza (e ultima) fanfiction dedicata a Digimon Adventure... alla quale seguiranno quelle di Tamers e Frontier, e che sarà scritta in contemporanea a 'Digimon Zero', i cui personaggi saranno presentati nel prossimo capitolo! Forza ragazzi, si torna al lavoro!

Miyako: Di nuovo? Se abbiamo appena sconfitto Balormon!

Justice: Ah, ah! Precisazione, Miyako... questa storia è ambientata due anni e mezzo dopo la sconfitta di Balormon, e circa tre anni dopo l'inizio di 'Adventure 02 Reload'... quindi, se è del tempo libero che ti preoccupi, ne avete avuto un bel pò tra un'avventura e l'altra!

Miyako: Phew... chissà che mi credevo!

Jyou: Quindi... fatemi fare due calcoli... se sono tre anni dopo la prima fanfiction, vuol dire che adesso, nella storia, è l'anno 2005. Se calcoliamo che Adventure 01 è ambientato nel 1999...

Justice: Corretto, Jyou! E, giusto per far orientare un pò i nostri lettori, ecco a voi le età dei personaggi in questa fanfic:

Taichi, Sora, Yamato - 17

Mimi, Koushiro - 16

Jyou - 18

Daisuke, Hikari, Takeru, Ken - 14

Iori - 12

Miyako - 15

Ne ho dimenticato qualcuno?

Tentomon (dà una scorsa alla lista): Hmm... mi sembra proprio di no! Però hai dimenticato di dire che questa fanfiction conterrà diverse contamiazioni dal manga 'V-Tamers', il manga ufficiale di cui sono stati pubblicati alcuni numeri in Italia, ma che poi è stato interrotto!

Justice: Giusto, hai ragione! Perciò, amici lettori, se vedete apparire dei Digiprescelti che non conoscete, sapete da dove li ho tratti! Ora, prima di partire con la stesura, vorrei dedicare questa fanfiction ad Erika, l'impareggiabile webmistress di EFP, che sta lavorando duro per mantenere e gestire questo bellissimo sito, e che speriamo riesca a tenerlo in piedi ancora a lungo! Grazie infinite, Erika! Siamo tutti con te!

Yamato: Ottimo! Digimon e tutti i marchi registrati ad esso correlati non appartengono all'autore, ma alla Toei Entertainment e alla Bandai. Questa storia è stata scritta a puro scopo ricreativo, senza alcun fine di lucro! Speriamo che questa storia vi piaccia, e abbia successo come e più delle due precedenti...

Justice: Io farò sicuramente del mio meglio per renderla migliore delle altre! Dopotutto, vorrei sperare di aver imparato qualcosa come scrittore, visto che è un anno che sono dietro a questa saga...

Taichi: Beh, lo vedremo col tempo! Per adesso, lasciamo che i lettori si godano questo capitolo introduttivo!

Tutti: BUON DIVERTIMENTO!

Justice: E ricordatevi di recensire, sennò mi sento solo! ^_^

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"Il male lasciato a sè stesso non perisce, ma prospera. Esso si nutre della propria stessa iniquità, si dilata e si imbestialisce, finchè non si libera. E allora... e allora imperversa!"

-- da "Le Pietre Magiche di Shannara", secondo libro del Ciclo di Shannara

Capitolo 1 - Tre anni dopo

Il Mondo Reale e il Mondo Digitale. Due dimensioni parallele, la cui coesistenza, nell'anno 2005, non è più un mistero per il genere umano. Diversi eventi verificatisi negli anni precedenti avevano portato il mondo degli uomini molto vicino al collasso, ma la situazione, per quanto disperata, era stata ogni volta salvata da un gruppo di ragazzi eccezionali, i Digiprescelti, che, forti della presenza di un partner Digimon al loro fianco, erano sempre riusciti a ricacciare indietro le forze del male; ora, tutti hanno sentito parlare del Mondo Digitale, tutti sanno cos'è un Digimon, e alcuni ragazzi umani vivono addirittura con un Digimon al loro fianco. Da tre anni ormai, la situazione a DigiWorld e nel Mondo Reale è tranquilla.

Ma non si sono avuti ancora segni dell'esistenza di un altro mondo... una dimensione terribile ed inquietante che da tempo immemorabile minaccia la pace e la stabilità degli altri due.

Infatti, molto più in là della normale percezione umana, al di là della portata degli strumenti più sofisticati mai creati dall'uomo, si trova un mondo di tenebre eterne. E' il luogo da cui hanno origine tutte le forme di malvagità, tutte le paure e le angosce che flagellano entrambi i mondi, un luogo dove i maligni spadroneggiano e le anime perdute vagano, prede dell'infelicità e dell'apatia. Alcune di queste sono gli spiriti dannati di coloro che in vita si sono macchiati di crimine e hanno voltato le spalle alla luce, mentre altre sono ciò che rimane di coloro che hanno posto fine alla propria vita di propria stessa mano, soffocati dalla disperazione.

Questo luogo, visto da pochi, ma in qualche modo conosciuto da molti, e da tutti temuto ed esecrato, ha avuto numerosi nomi nel corso della storia.

Inferno.

Ade.

Il Reame dei Dannati.

Oggi, però, è conosciuto da chi ne è entrato in contatto come Dark Area, o Dark Ocean. Quest'ultimo nome è particolarmente accurato, in quanto questo mondo si presenta agli occhi degli sfortunati visitatori come una spiaggia grigia, fredda e priva di colore che si estende all'infinito, lambita da un mare color del petrolio e viscoso come pece. Non un raggio di sole proviene dal grigio cielo sovrastante. Non c'è alcuna luce e alcuna speranza. Il male più puro e intenso agisce come una potente forza spirituale, che corrompe chiunque, uccidendone lentamente i desideri e i sogni. Ogni cosa è pervasa dal grigiore e dalla perdita di speranza... ma questo posto non è privo di vita, nè di conflitti. Tre anni fa, infatti, questo mondo assistette all'arrivo di un potente Digimon malvagio, che subito scatenò una guerra con il feroce dominatore del Dark Ocean... e da quel giorno, le pianure grigie e le vallate senza colore si affollarono di Digimon delle due fazioni, impegnati a combattersi e a distruggersi in una guerra senza fine.

Per tre anni la lotta tra questi due potentissimi Digimon è andata avanti, senza che nessuno sia stato in grado di sopraffare il suo nemico. Ma quel giorno, per una volta, la Dark Area sembrava tranquilla, ovviamente nel senso che questa parola può avere per un luogo simile. Per la prima volta da allora, il paesaggio non veniva devastato dalla guerra, e le urla dei Digimon malvagi che si uccidevano a vicenda non riecheggiavano più per i mari e per le scogliere desolate. Quel giorno, qualcosa sarebbe cambiato nell'infinito conflitto tra le due fazioni... e le ripercussioni sarebbero state terribili sia per il Mondo Reale che per DigiWorld!

Quel giorno, quattro terrificanti creature alate stavano solcando l'oceano tenebroso, alla volta del palazzo di colui che, fino a tre anni prima, aveva regnato incontrastato sulle terre e sui mari. Quattro massicci Devidramon, orribili draghi demoniaci dalle squame nere, zampe esageratamente lunghe ed esili, artigli rossi che sembravano perennemente macchiati di sangue, grandi ali nere da pipistrello, una lunga coda terminante in tre lame affilate, e quattro occhi rossi che ardevano, sempre accesi di furia, nel grigiore del cielo della Dark Area. Ma per quanto spaventosi fossero, chi in quel momento li stava cavalcando era senza dubbio molto, molto più terrificante!

Una figura umanoide in tunica rossa da mago e con un cappuccio ad occultargli il volto era in sella al Devidramon che stava di fronte: un Digimon dall'aspetto sinistro e malvagio, ulteriormente accentuato dalle ali membranose ripiegate dietro la sua schiena, dagli occhi senza pupille che ardevano sotto la falda del suo cappuccio, unica parte del volto visibile, dalle sue corte corna ricurve, e dai simboli magici fosforescenti che ornavano il suo cappuccio, e il triangolo di tessuto grigio che, a partire dal collo, scendeva giù fino quasi ai suoi piedi. L'aura di malvagità emanata da questo Digimon era quasi palpabile, e delle fiamme scarlatte scaturivano di tanto in tanto dalle punte delle sue dita, armate di unghie rosse. I suoi terribili occhi erano fissi sull'orizzonte, e la sua espressione era illeggibile... ma certo si stava pregustando la realizzazione del suo piano, e la vendetta che presto avrebbe riscosso su coloro che gli avevano impedito di realizzarlo tre anni prima: i Digiprescelti e i loro compagni Digimon!

Questo non era un Digimon malvagio come tutti gli altri: si trattava dello stesso Digimon che aveva scatenato la guerra iniziata tre anni prima: il potentissimo Daemon, uno dei sette Grandi Signori dei Demoni, e più esattamente il Signore dei Demoni associato all'Ira; uno dei più micidiali nemici che il Mondo Digitale dell'Est, uno dei cinque Mondi Digitali conosciuti, avesse mai avuto. Tre anni prima, era stato sigillato in quell'orribile posto dagli sforzi combinati dei Digiprescelti... e da allora, aveva atteso. Atteso con pazienza e costanza il giorno in cui avrebbe avuto un'altra possibilità di diventare il dominatore di entrambi i mondi... e forse estendere il suo tenebroso dominio anche su altre dimensioni, e altri Mondi Digitali... Ora, sapeva che il momento era giunto. Il suo esercito si era ingrossato enormemente. Lui e i suoi diretti servitori erano diventati molto più forti, assorbendo l'energia oscura di quella dimensione e aggregandola alla loro. Daemon sapeva che se avesse giocato bene le sue carte, si sarebbe liberato di tutti i suoi nemici in una volta sola... e allora più nulla lo avrebbe fermato!

Dietro di lui, ciascuna in groppa ad un Devidramon, viaggiavano altre tre inquietanti figure alate: la prima era un gigantesco scheletro dalle ossa rosse, che teneva in una mano un nodoso scettro sormontato da un gioiello sferico di colore giallo, e il cui cranio nero, nelle cui orbite ardevano le luci malefiche dei suoi occhi, era decorato sulla fronte con un segno rosso simile ad un pipistrello. Indossava guanti e stivali di metallo grigio, e anche il suo sterno aveva la forma di un pipistrello dalle ali spiegate. Nella gabbia toracica era incastrata una grossa sfera di metallo nero. Quello era il perfido SkullSatamon, impareggiabile in tutta la Dark Area per velocità, e un campione di crudeltà e sadismo secondo solo a Daemon stesso.

La seconda figura era femminile, una donna dai lunghi capelli bianchi e dall'aspetto pericolosamente attraente, con addosso un provocante costume intero di cuoio nero, che contrastava in maniera spiccata con la sua carnagione candida, un cappuccio che le nascondeva la metà superiore del volto, lasciando comunque scoperti i suoi occhi rossi, e un lungo mantello nero stracciato. Una parte del suo costume si staccava dal resto del tessuto, assumendo la forma di una piccola creatura demoniaca dagli occhi rossi e dal sogghigno malefico. La donna indossava inoltre guanti e stivali neri, e le unghie della mano sinistra erano lunghe e tinte di rosso. Numerose cinghie e catene grigie si avvolgevano attorno al suo corpo, in particolare le braccia e le gambe, tintinnando con ogni movimento. La seducente e spietata LadyDevimon, secondo dei membri d'elite dei Daemon Corps, sogghignò tra sè, continuando a scrutare l'orizzonte alla ricerca della loro destinazione.

Infine, sull'ultimo Devidramon, cavalcava una figura umanoide alta e allampanata, le cui caratteristiche erano ancora avvolte dall'oscurità che costantemente aleggiava attorno a lui: tutto ciò che era visibile di lui erano la maschera bianca e priva di espressione che portava sul viso, le sue grandi ali membranose, e la fila di piccoli dischi dorati che, come bottoni, scendevano dalla spalla sinistra del mostro fin quasi all'inguine. Nonostante l'aspetto bizzarro, la creatura esprimeva minaccia e malvagità.

I Devidramon, con i loro sinistri passeggeri in groppa, proseguirono per diversi minuti il loro volo silenzioso attraverso i cieli della Dark Area, e non una parola proveniva da Daemon o dai suoi servitori... finchè il loro obiettivo non apparve all'orizzonte, e Daemon strinse gli occhi soddisfatto: davanti a lui e ai suoi attendenti era apparsa un'impervia isola di roccia nera, sulla quale sorgeva un colossale palazzo di corallo grigio, più alto di due grattacieli posti uno sull'altro e costruito in uno stile che ricordava molto il greco classico, con colonne scanalate e statue mostruose che ne decoravano le fiancate. Le statue rappresentavano qualche orrida creatura marina dall'aspetto umanoide, con ali membranose e una testa bulbosa simile come forma ad una piovra e con la bocca circondata di tentacoli. Il palazzo si ergeva, imponente e oppressivo, su tutto il paesaggio circostante, come una sentinella a cui nulla poteva sfuggire. Con un gesto della mano, Daemon ordinò ai Devidramon di abbassarsi di quota e cercare sull'isolotto un luogo adatto all'atterraggio, e i draghi neri obbedirono all'istante.

"Finalmente ci siamo, miei fedeli schiavi." tuonò Daemon, stringendo un pugno davanti a sè mentre la sua cavalcatura scendeva, e il vento agitava la sua tunica rossa dalle ampie maniche. "Oggi sarà un giorno memorabile, che segnerà la fine della guerra e l'inizio della mia ascesa al potere... su entrambi i mondi! Non vi riempie di gioia, questa notizia?"

"Ne siamo entusiasti, sommo Daemon!" replicò SkullSatamon con voce gracchiante. "Finalmente, dopo tre anni in questo lurido buco, siamo in procinto di tornare!"

"E il bello è che quei mocciosi non sapranno cosa li colpirà, finchè non sarà troppo tardi per fare qualsiasi cosa..." proseguì LadyDevimon, muovendo davanti a sè le dita artigliate della mano sinistra, ad esprimere tutta l'impazienza e la sete di sangue che provava. "E' una sensazione inebriante... non sei d'accordo anche tu, NeoDevimon?" La donna demoniaca aveva concluso la frase con un'occhiata alla figura in ombra che volava dietro di lei... ma quest'ultima non rispose, e rimase ferma al suo posto, con lo sguardo fisso sul palazzo di corallo ormai sempre più vicino. Sembrava non aver neanche sentito la domanda della sua collega, che storse il naso irritata.

"Tsk, tutte quelle arie da tipo forte e silenzioso..."

"Finitela. Non abbiamo tempo per le vostre baruffe." intervenne severamente Daemon, alzando una mano e creando una palla di fuoco nel palmo, per poi estinguerla quasi subito. "Ora dobbiamo concentrarci sul nostro accordo con il nostro mortale nemico... un accordo dal quale noi non potremo che uscire vincitori!"

"Perdoni la domanda, sommo Daemon..." disse il Digimon ombreggiato di nome NeoDevimon, parlando per la prima volta, con voce bassa e sepolcrale. "Ma come facciamo ad essere sicuri che il nostro accordo funzionerà? Stiamo praticamente consegnando al nostro nemico ciò che lui vuole..."

Daemon sghignazzò tra sè, tirando le redini della sua cavalcatura per comunicarle di atterrare. Il sinistro quartetto aveva raggiunto uno spiazzo proprio di fronte alla grande arcata di ingresso del palazzo di corallo: era un luogo abbastanza ampio e abbastanza vicino all'acqua, dove i loro Devidramon avrebbero potuto posarsi e permettere loro di scendere senza problemi.

"E' proprio questo il punto di forza del mio piano, NeoDevimon!" rispose il Demone dell'Ira, mentre le zampe del suo Devidramon si ancoravano al terreno. "Fa tutto parte del nostro gioco... non gli stiamo dando ciò che vuole soltanto per convincerlo a collaborare!"

NeoDevimon alzò le spalle e fece atterrare il suo drago nero, seguito a ruota da SkullSatamon e LadyDevimon. Uno alla volta, i quattro Digimon malvagi scesero dai Devidramon e, con Daemon in testa, si diressero a passo spedito verso la gigantesca arcata... una voragine simile ad una bocca spalancata, dell'altezza di almeno venti metri, affiancata da altre due statue dello stesso mostro marino tentacolare scolpito sulle pareti. Mentre il Digimon malvagio e i suoi servi si avvicinavano, due figure grigie emersero dall'oscurità che pervadeva l'interno del palazzo e si pararono davanti a lui, impugnando degli arpioni.

"Fermi. Identificatevi." mormorarono stancamente le due creature, due Divermon: Digimon simili a uomini-pesce con grandi occhi e mani, lunghe vibrisse ai lati del cranio, una bocca che tagliava quasi la testa in due, piccole pinne bianche sui dorsi delle mani, e coda da pesce. Erano più o meno delle dimensioni di un bambino umano, coperti da una tuta impermeabile completa di bombola di ossigeno e tubi di respirazione... ma soltanto uno dei loro piedi palmati era coperto da una pinna, ed erano, come quasi tutto ciò che popolava quel mondo senza luce, completamente grigi. Nonostante i Divermon si fossero fatti avanti con un atteggiamento di minaccia, e stessero in quel momento tenendo gli arpioni puntati contro il torace di Daemon, le loro voci monotone non tradivano alcuna emozione se non una desolante apatia.

Daemon e i suoi sgherri si fermarono davanti ai Divermon, guardandoli con disprezzo. Avevano da fare, e non potevano certo permettersi di perdere tempo con dei galoppini da quattro soldi!

"Io sono Daemon. Sono qui per discutere di un accordo molto importante con il vostro signore, quindi lasciatemi passare." tagliò corto, aprendo leggermente le ali per fare più effetto. Dietro di lui, LadyDevimon e NeoDevimon si erano già messi in posizione di combattimento, e SkullSatamon accarezzava già impaziente il suo scettro elettrificato. I Divermon indietreggiarono di un passo, ma tennero le lance puntate contro colui che percepivano come un intruso... finchè una voce gutturale e imperiosa non riecheggiò nelle loro menti.

Fateli passare, tutti e cinque. Li ho invitati io.

"Sì, nostro signore." risposero all'unisono i Divermon, prima di abbassare gli arpioni e fare un passo laterale, permettendo così a Daemon e ai suoi uomini di oltrepassare l'arcata d'ingresso. Compiacuto del loro servilismo, Daemon sogghignò dietro il suo cappuccio.

"Bene. Ora sì che cominciamo a ragionare. Vieni a me, MarineDevimon!" tuonò il Digimon ammantato, alzando il braccio destro e facendo schioccare seccamente le dita artigliate. Un secondo dopo, dietro a lui e ai suoi attendenti si sollevò una gigantesca ondata di acqua nera, che infradiciò il terreno prima di ricadere nel mare. Dalla massa d'acqua sollevata, armato dei suoi lunghi e robusti tentacoli e del suo sogghigno diabolico, comparve il quarto membro d'elite dei Daemon Corps: MarineDevimon, una sorta di nero calamaro demoniaco alto una decina di metri, dal corpo esile e dalla lunga testa conica con tre occhi (uno dei quali posto verticalmente sulla fronte). Aveva, al posto delle braccia, tentacoli dalle estremità ricoperte di spuntoni, e altri tentacoli, due grandi e chiodati, e quattro piccoli, neri e a forma di frusta, fuoriuscivano dalla membrana nera simile ad un mantello che gli ricopriva la schiena. Inoltre, aveva una strana decorazione dorata, a forma di disco, sul torace, nella quale si immettevano dei piccoli tubi neri. MarineDevimon aveva il merito della maggiore forza fisica nei Daemon Corps, e di una sorprendente abilità negli agguati e negli attacchi a sorpresa.

"Eccomi a lei, mio signore Daemon. Ogni suo desiderio è un ordine per me." ringhiò MarineDevimon, avvinghiandosi con le braccia-tentacoli a due rocce sporgenti e usandole come appigli per tirarsi su dalle acque. Si sentì un fortissimo rumore di acqua mossa quando il mostro marino uscì dal mare oscuro, grondante di liquido viscoso, e si sollevò sulla terraferma. Soddisfatto, Daemon annuì e fece cenno ai suoi quattro attendenti di seguirlo nell'oscurità del palazzo di corallo, e uno alla volta, i cinque Digimon malvagi varcarono la colossale entrata e, per la prima volta, misero piede nel quartier generale di colui che avevano combattuto per tre anni.

Nel silenzio più assoluto, Daemon e i suoi scagnozzi avanzarono lentamente nell'atrio e lungo l'immenso corridoio che portava alle sale interne, talmente alto che persino MarineDevimon era in grado di passare con facilità. L'interno del palazzo era tenebroso quanto e più dell'esterno, essendo completamente spoglio, tranne per qualche colonna di sostegno, e illuminato soltanto da dei fuochi fatui azzurri che danzavano lentamente nell'aria, spargendo un bagliore cupo sulle colonne, sul soffitto e sulle pareti di corallo lisce come specchi. Qualche sparuto Divermon grigio vagava qua e là, mostrando la stessa espressione di tremendo sconforto e sofferenza che Daemon aveva visto sui volti dei due all'entrata. Attorno alle luci fluttuanti, si muovevano delle diafane creature d'ombra di forma umana, la cui unica caratteristica erano gli occhi vitrei e privi di pupille che brillavano sulla testa: le anime dei condannati costretti a passare l'eternità in quel luogo senza speranza, ormai talmente prosciugate da aver perso anche la solidità. Di tanto in tanto, una di queste si avvicinava ai cinque gemendo e tendendo penosamente le braccia, come una falena su una lanterna, alla disperata ricerca della vita e del calore che le erano stati sottratti. Daemon cacciò le anime perse con un gesto sprezzante del braccio, rimandandole al loro tormentato vagare nelle ombre del palazzo.

I cinque Digimon malvagi continuarono ad avanzare, girando vari angoli e salendo varie scalinate... fino a giungere ad una grande arcata, affiancata da altre due delle mostruose statue tentacolate, che dava accesso ad una sala del trono, ancora più grande dell'atrio di ingresso e le cui porte erano già state spalancate in modo da consentire loro il passaggio. Il Demone dell'Ira annuì con approvazione, rallentò un pò il passo, ma proseguì, entrando nel salone scortato dai suoi quattro servitori: davanti a lui, un immenso trono di granito nero emerse dall'oscurità. Su di esso, era seduta una creatura mastodontica, più grande persino di MarineDevimon, dalla testa oblunga e bulbosa, dagli occhi rossi e ardenti di malvagità in quel momento fissi sui suoi 'ospiti', che teneva in una mano un tridente decorato d'oro e d'argento. La maggior parte del suo corpo era occultato dalle tenebre, ma non era difficile capire che si trattava dello stesso mostro marino raffigurato su tutte le statue che Daemon e i suoi uomini avevano visto fino a quel momento. Là dove qualche sparuto raggio di luce penetrava nella stanza e illuminava parti del suo corpo, si potevano vedere lembi di viscida pelle azzurrina e parti di gioielli dorati che decoravano braccia e gambe della mostruosità. Una sensazione di gelida malvagità, partendo dal corpo del gigante sul trono, permeava l'intera stanza, una malevolenza senza confini capace di schiacciare ogni spirito. Non era una malvagità furente e sguaiata, ma neanche sottile e calcolatrice: era piuttosto il vuoto e il freddo della morte, dell'apatia, della caduta di ogni speranza. Tale era la crudeltà che scorreva nelle vene di quel Digimon.

La figura sul trono fece un paio di lenti, rochi respiri mentre osservava Daemon e i suoi uomini che entravano nella sua sala del trono e si fermavano al centro di essa, in attesa. Per diversi secondi, entrambe le parti rimasero in silenzio, immerse in un'atmosfera di tensione tale che si sarebbe potuta tagliare col coltello. Poi, Daemon prese l'iniziativa, avanzando di un passo verso la figura del trono e salutandola con un cenno del capo.

"Trovo interessante che le due menti che, per tutti questi anni, hanno diretto questa guerra da dietro le quinte, finalmente si incontrino faccia a faccia." esordì. Il suo tono sembrava rispettoso, ma si riusciva a cogliere una certa ironia nelle sue parole. "Mi creda, è davvero un grande privilegio per noi... Lord Dragomon!"

Un altro sospiro gorgogliante uscì dalla gola del Digimon seduto sul trono. Il suo tridente picchiettò un paio di volte il pavimento, prima che il signore del Dark Ocean desse la sua risposta.

"Non sarà certo per il piacere di una dotta conversazione che lei e i suoi attendenti avete fatto questo viaggio, Daemon." rispose bruscamente Dragomon, con una voce gutturale e strascicata che dava l'impressione che la sua gola fosse incrostata di alghe e sale. "Dunque parli: come mai ha voluto che noi, nemici come siamo, ci incontrassimo? Che cosa ha da propormi?"

"Un'alleanza." rispose prontamente Daemon. "Se mettessimo da parte la nostra disputa e collaborassimo, potremmo raggiungere assieme i nostri obiettivi, e sbarazzarci dei Digiprescelti che per tanto tempo sono stati una spina nel fianco."

Dragomon sogghignò: doveva ammetterlo, la proposta non era male... ma voleva maggiori dettagli.

"Interessante. Sì, forse si può fare... un'alleanza potrebbe recare vantaggi ad entrambe le parti. Prego, continui!" esortò Dragomon. Daemon ghignò tra sè, abbassando lo sguardo verso il terreno e aprendo leggermente le ali.

"Un'ottima scelta, Lord Dragomon. Molto saggia." rispose il demone ammantato, ponendo un'enfasi appena percettibile sull'ultima parola. A Dragomon non sfuggì questo particolare, ma lasciò che Daemon proseguisse. "Come lei ben sa, io sono tra i pochi Digimon, oltre ai quattro Guardiani Digitali, in grado di creare un Digivice... e anche così, i miei Digivice sono temporanei, potendo sostenere solo uno, o al massimo due, spostamenti dimensionali prima di esaurirsi." Dragomon annuì, cominciando a intuire dove il signore dei demoni volesse andare a parare.

"Tuttavia, con un pò di aiuto da parte sua, potrei riuscire a rendere permanenti i miei Digivice. In questo modo, diventeranno degli utili strumenti che consentiranno a me e ai miei uomini di uscire dal Dark Ocean. Alcuni individui da me prescelti, grazie ad essi, potranno riportarmi nel Mondo Digitale... e permettermi di andare avanti con i miei progetti, senza dover più interferire con i suoi! Questa guerra si concluderà senza vincitori nè vinti... o meglio, con la vittoria di entrambi!" proseguì Daemon, confermando le supposizioni del suo interlocutore.

Una secca, cinica risata lasciò la gola di Dragomon. Dubitava che Daemon volesse limitarsi ad uscire dal Dark Ocean. "Huhuhuhuu... sì, ottima pensata... in effetti, io potrei potenziare i suoi Digivice in modo da renderli permanenti come dice, ma..." La testa oblunga di Dragomon si inclinò leggermente, permettendo a Daemon di intravedere il sorriso sardonico dipinto sulla sua orribile bocca. "...io cosa ci guadagno, in tutto questo? Quanto vale il mio aiuto? Cos'ha da offrirmi che io non potrei avere altrimenti?"

Il sogghigno del demone ammantato si allargò fino quasi a tagliargli il viso in due. Era il momento di giocare la sua carta vincente...

"Beh, le posso offrire qualcosa che sono certo gradirà... Hikari Yagami, la Digiprescelta della Luce!"

L'espressione derisoria scomparve all'istante dal volto oscurato di Dragomon, e i suoi occhi scarlatti si spalancarono, luccicando avidi. Gli attendenti di Daemon, che erano rimasti fermi e in silenzio fino a quel momento, notarono con piacere che la proposta sembrava fare molta gola al governatore della Dark Area, e LadyDevimon si lasciò anche scappare un commento sussurrato. "Oh, oooh... il pesciolino ha abboccato all'amo..."

Dopo qualche istante di sbalordimento, in verità ben raro per lui, Dragomon rise di nuovo, deliziato da quanto aveva appena sentito. "Hahahahaaa! Molto interessante! Ora sì che si comincia a trattare veramente! Vorrebbe forse dire che, in cambio del mio aiuto per creare i suoi Digivice, lei condurrebbe da me colei che da anni attendo?"

"Precisamente. Allora che ne dice, Lord Dragomon? Le sembra una proposta allettante?" rispose Daemon, sostenendo lo sguardo del mostro seduto sul trono, i suoi tentacoli facciali si contorsero in maniera rivoltante per l'eccitazione.

Dragomon aveva sentito tutto quello che gli serviva sapere. "Sì, direi che possiamo trovare un accordo! Questa proposta converrà senz'altro ad entrambe le parti! Tuttavia, ho delle condizioni da apporre." rispose, riprendendo il suo tono serio.

Daemon chinò la testa. "Prego."

Il signore del Dark Ocean si spostò sul suo trono ed estese il braccio sinistro verso Daemon. Le punte del tridente che Dragomon portava con sè scintillarono minacciosamente alla fioca luce della sala del trono, chiaro avvertimento di cosa sarebbe successo se Dragomon non fosse stato soddisfatto. "Prima di tutto, chiedo che la Digiprescelta della Luce mi venga consegnata viva e in buona salute. Su questo non transigo. Non mi accontenterò di niente di meno. Degli altri Digiprescelti potete fare quello che volete, non mi interessa nulla di loro."

"Mi sta bene. Su questo siamo d'accordo." rispose Daemon. "C'è altro?"

"Certamente. Finchè il nostro accordo sarà in atto, chiedo che i suoi quattro attendenti eseguano i miei ordini, e si attengano alle mie disposizioni come farebbero con le sue. Chiedo inoltre che quando Hikari Yagami sarà arrivata nella mia dimensione, voi non le facciate nulla, e non vi avviciniate nemmeno a lei. Dovrà essere lasciata ai miei schiavi, che la consegneranno direttamente a me. Se queste condizioni non saranno soddisfatte, il nostro accordo sarà nullo. Mi sono spiegato?"

"Perfettamente." ribattè Daemon. "Non ho nulla da eccepire neanche in questo caso. SkullSatamon, LadyDevimon, MarineDevimon e NeoDevimon! Avete sentito a quale accordo siamo giunti? D'ora in poi, dovete considerare Lord Dragomon come vostro superiore, e obbedire ai suoi ordini oltre che ai miei! Atti di insubordinazione o di ribellione non saranno tollerati. Tutto chiaro?"

"Sì, grande Daemon. Tutto chiaro." rispose freddamente NeoDevimon, la figura allampanata avvolta dalle ombre. Anche gli altri tre dettero cenni d'assenso, pur borbottando tra sè qualcosa di poco lusinghiero riguardo l'idea di dover obbedire ad un nemico del loro signore. SkullSatamon, in particolare, diede due colpetti al terreno con un'estremità del suo scettro elettrificato e strinse i denti, ma si astenne da qualsiasi commento.

"Come desidera, sommo Daemon. Giuriamo di obbedire agli ordini di Lord Dragomon finchè non avrà fatto quello che vuole con la mocciosa..." brontolò MarineDevimon, volgendosi verso i suoi colleghi più anziani e ricevendo i loro cenni di assenso.

"Lo stesso vale per me." continuò LadyDevimon.

"Anche per me. Lord Dragomon, ci consideri ai suoi ordini." mormorò SkullSatamon, ribollendo di rabbia.

L'orribile volto di Dragomon si contorse in un ghigno diabolico, e un'altra risata salì dalla sua gola. "Eccellente. Allora, quand'è che possiamo iniziare con il piano?"

"Il mio progetto è ancora nel suo stadio embrionale, quindi ci vorrà un pò di tempo prima di iniziare..." rispose Daemon. Rivolse un rapido sguardo di intesa a SkullSatamon, che annuì, poi riprese, celando a malapena la propria eccitazione. "Ma forse... meno del previsto!"

Gli ingranaggi si erano messi in moto. Ben presto, il suo piano avrebbe dato i suoi frutti, e la sua vendetta sui bambini prescelti sarebbe stata terribile...

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Mondo Reale, città di Tokyo. Un parco acquatico in centro città.

Il suono di allegre risate di ragazzi, provenienti da un piccolo campo di calcio, riempì l'aria, mischiandosi ai mille suoni dell'estate. Il caldo sole di fine luglio, filtrando attraverso le sparute nuvolette bianche che fluttuavano nel cielo limpido, riscaldava l'aria, e una lieve brezzolina portava alle narici i profumi dei fiori e dell'erba da poco tagliata... e in molti avevano deciso di approfittare della giornata di riposo per andare al colorato aquapark! Bambini e ragazzi in costumi da bagno colorati si divertivano sugli scivoli e sui giochi d'acqua, lanciando urla di gioia ed eccitazione. Ragazzi più grandi e adulti si rilassavano sugli sdrai, si abbronzavano al sole, oppure guardavano i bambini che giocavano spensierati. Un'atmosfera di allegria e felicità regnava sovrana, e tutti i problemi erano stati, almeno per il momento, messi da parte, in favore di una giornata di puro relax e svago.

Nel campetto da calcio dell'aquapark, ricoperto di fine sabbia dorata, era in pieno svolgimento, sotto lo sguardo intento di decine di tifosi festanti, un'accesa partita da due squadroni... di sei persone ciascuno! O meglio dire, di tre persone e tre Digimon ciascuno! Il capitano della prima squadra stava in quel momento eseguendo uno spericolato dribbling, avvicinandosi alla porta avversaria con il pallone tra i piedi. Si fermò a metà campo e sollevò verticalmente il pallone in aria con un calcio ben assestato, iniziando poi a farlo saltare sulle sue ginocchia con notevole abilità. Un pò di sabbia, sollevata dal campo, si riversò sul suo corpo atletico e ben allenato, coperto solo da un paio di pantaloncini da bagno azzurri decorati con intricati motivetti bianchi. Si trattava di un ragazzo sui diciassette anni, dai capelli castani lunghi e scompigliati legati in un corto codino dietro la nuca, dietro il quale stava accorrendo, con il fiatone ma felice, un familiare Digimon dall'aspetto di un piccolo tirannosauro arancione...

"Allora, ragazzi? Nessuno di voi vuole provare a fermarmi?" esclamò il ragazzo, con tono allegro e spavaldo.

"Salve, amici! Era da un pò che non ci si vedeva, eh? Mi riconoscete, no? Sono io, Taichi Yagami! Beh, sì, sono cresciuto un pò dall'ultima volta che mi avete visto! Ci credereste che ormai sono passati quasi sei anni dalla nostra fatidica uscita al campo estivo? Quell'uscita durante la quale è cominciata la più grande avventura delle nostre vite? Ebbene sì, ormai ho compiuto diciassette anni... e al mio fianco c'è sempre stato il mio compagno, Agumon!"

"Hey, Taichi! Non restare lì a fare il buffone come al tuo solito!" esclamò una ironica voce maschile, appartenente ad un ragazzo biondo di bell'aspetto, alto e dal fisico asciutto, della stessa età di Taichi, con i capelli un pò lunghi e due splendidi occhi azzurro cielo, che indossava anche lui pantaloncini da bagno, nel suo caso rossi, e una maglietta bianca, ora bagnata di sudore, con sopra scritto 'Caraibbean'. Stava agitando la mano verso il suo migliore amico per dirgli di sbrigarsi, e accanto a lui correva un buffo Digimon metà cane e metà lucertola, ricoperto di una pelliccia bianca a righe blu che diventava gialla sul ventre, e con un lungo corno sulla fronte.

"Ed ecco il grande Yamato Ishida! Il mio migliore amico e il cantante di una delle band di maggior successo degli ultimi tempi, i Teenage Wolves! Io e Yamato-kun ne abbiamo passate tante assieme, da quando le nostre avventure sono iniziate... e abbiamo imparato molto l'uno dall'altro! E' anche grazie a lui se ora sono più maturo e più assennato... e dall'altro lato lui è più aperto verso di noi, e parla più liberamente dei propri sentimenti! E con lui, ecco il suo partner Digimon, il mite Gabumon!"

"Non preoccuparti, Yamato-kun! Non me la prende nessuno, questa palla!" rispose Taichi, con il suo classico sogghigno sicuro. Fece ricadere la palla al suolo e la passò ad Agumon con un leggero calcio laterale. "Agumon! Tocca a te!"

"Grazie, Taichi!" Il piccolo dinosauro si lanciò subito alla carica, colpendo la palla con un calcio e spingendola oltre la metà campo per poi correre all'impazzata verso di essa. Taichi fece per seguirlo, ansioso di avere l'opportunità di fare un altro gol... ma, improvvisamente, qualcuno gli tagliò la strada, piazzandosi davanti a lui ed impedendogli di andare a prendere la palla! Un familiare ragazzino sui quattordici anni, anche lui dal fisico allenato e anche lui in bermuda, dai capelli marroni-rossicci pettinati come gli aculei di un pesce palla. Sulla testa, portava un paio di occhialoni da ciclista... gli stessi che una volta erano appartenuti a Taichi!

"Mi dispiace, ma di qui non si passa... maestro!" disse Daisuke Motomiya, con una risata gioviale.

"Ah, già... e ovviamente non possiamo dimenticare il mio 'allievo', Daisuke! Per tutto il tempo in cui è stato il nuovo leader dei bambini prescelti, mi ha reso orgoglioso! E dire che alcuni non credevano che avesse la stoffa! Tsk! Lui e il suo Digimon, il piccolo Veemon, hanno risolto situazioni ancora più intricate di quelle che abbiamo affrontato io e i miei amici del primo gruppo!"

Taichi e Daisuke iniziarono un acceso confronto, spostandosi di qua e di là con rapidi movimenti delle gambe, l'uno intento a scartare il suo avversario, e l'altro ad impedirgli di passare e fornire assistenza al suo Digimon. Per niente sorpreso dalla situazione, Agumon continuò la sua corsa verso il pallone, e si preparò a sferrargli un altro calcio. "Non ti preoccupare, Taichi! A fare gol ci penso io..."

"Vee-Headbutt!"

Il piccolo dinosauro non fece neanche in tempo a finire la frase, prima che il pallone scomparisse da sotto i suoi occhi, volando sopra la sua testa e minacciando di riempirgli gli occhi di sabbia. Dove un attimo prima si trovava il pallone, era apparso un draghetto azzurro delle stesse dimensioni di Agumon, con un minuscolo corno sul naso, un segno giallo a forma di V in mezzo ai suoi grandi e vivaci occhi rossicci, e una simpatica faccia da monello! Evidentemente, era colui che aveva tirato il pallone!

"Oh, cavolo! Questa proprio non l'avevo prevista!" esclamò Taichi, con leggero disappunto. Daisuke si voltò verso il draghetto e gli fece il segno dell'ok. "Gran bel colpo, Veemon! Vedo che ti ho insegnato bene!" esclamò, sorridendo furbescamente

"Ho avuto il miglior insegnante, Dai!" rispose Veemon con la sua vocetta acuta, alzando a sua volta il pollice mentre Agumon si riprendeva dallo sbalordimento e cominciava ad inseguire la palla in volo. Prima che il piccolo dinosauro potesse fare qualcosa, un ragazzo della stessa età di Daisuke, biondo con i capelli corti, gli occhi azzurri come quelli di Yamato, e i pantaloncini da bagno verdi, riuscì a bloccarla di petto e la fece cadere ai propri piedi, per poi scattare verso la porta avversaria, deciso a segnare. "Grazie, Dai-kun! Grazie, Veemon! Ora vado!"

La voce di un altro ragazzo, alto e con i capelli a caschetto neri dai riflessi blu, risuonò dal centrocampo. "Io e Dai-kun pensiamo a marcare! Tu continua!"

"Vai, Takeru! Non lasciarti fermare!" esclamò il Digimon che svolazzava al fianco del Digiprescelto della Speranza: Patamon, uno strano Digimon simile ad un maialino arancione dal ventre bianco, con due grandi ali da pipistrello al posto delle orecchie.

"Ecco a voi, Takeru... il fratellino di Yamato-kun, e uno dei miei compagni già nella nostra prima avventura! E' un ragazzo gentile e sensibile, uno studente modello... cosa che, lo ammetto, io e Dai-kun non siamo mai stati... ed è un grande amico di Daisuke e di mia sorella Hikari. Lui e Patamon, il suo partner, sono da sempre stati dei validi membri del nostro gruppo... e in più di un'occasione ci hanno salvato la vita!"

"E, assieme a lui, c'è Ken: una volta nostro avversario, ora un irrinunciabile compagno di squadra! Grazie alla nostra vicinanza e alle numerose avventure che lui e il suo Digimon Wormmon hanno vissuto a DigiWorld, è finalmente riuscito a gettarsi alle spalle il passato... e ora ha imparato a sorridere con noi e a non farsi influenzare dai propri sensi di colpa!"

Continuando a palleggiare con i piedi, Takeru scattò verso la porta della squadra di Taichi, solo per ritrovarsi di fronte il fratello maggiore e il suo Digimon, decisi a dar loro battaglia!

"Non ti sarà tanto facile segnare, fratellino!" esclamò Yamato, con tono di sfida giocosa. Takeru ricambiò il sorriso e tentò di scartare il fratello con un scatto laterale, che però fu prontamente contrastato da Gabumon: il buffo Digimon rettiloide si spostò proprio mentre Takeru si apprestava ad avanzare, e gli prese la palla, strappandogliela da sotto i piedi con un calcio. Ma non ebbe il tempo di gioirne, perchè Patamon, rapido come una saetta, scese giù in picchiata e colpì il pallone con una testata mentre questo era ancora a mezz'aria, allontanandolo dai fratelli Ishida e facendolo volare di nuovo verso la parte centrale del campetto, dove Taichi, Agumon, Daisuke e Veemon attendevano a piè fermo.

"Bravo, Patamon!" esclamò Takeru.

I due leader si scambiarono uno sguardo di sfida, prima di scattare contemporaneamente verso il pallone, incitati dai rispettivi partner digitali. Ma fu Ken quello che si rivelò più veloce dei tre, e riuscì a raggiungere il bersaglio per primo! In un istante di pura emozione, Ken saltò, tirò un forte colpo di testa al pallone e lo spedì a tutta velocità verso la porta della squadra di Taichi...

"Ottimo tiro, Ken!" esclamò Daisuke.

"Ken tira... ed è..." iniziò a dire Veemon, guardando eccitato la scena.

Ma proprio quando il pallone sembrava destinato ad entrare in rete, un paio di delicate mani femminili scattarono in avanti e lo afferrarono al volo! La responsabile della parata, una bella ragazza di diciassette anni, dai capelli arancioni legati in una piccola coda dietro la schiena, che indossava un costume da bagno intero di un vivace colore verde chiaro con righe verticali bianche, si fece avanti, passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore, e fece un occhiolino ai ragazzi.

"Grande, Sora!" cinguettò un simpatico uccellino dal piumaggio rosa, svolazzando incontro alla ragazza dai capelli arancioni. Quest'ultima le rivolse un sorriso gentile, prima di voltarsi nuovamente verso il campo.

"Parata, mi dispiace!" commentò Sora, ripulendosi di dosso un pò di sabbia con un leggiadro gesto della mano destra. "Però è stato un bel tiro, Ken-kun... e avete fatto un bel gioco di squadra!"

"Ah... Per un pelo!" commentò Ken, senza scomporsi.

Daisuke storse il naso, facendo finta di imbronciandosi. "Accidenti, però... era anche un bel tiro!"

Taichi e Yamato, dal canto loro, applaudirono la bella parata della loro amica. "Bravissima, Sora-chan! Bella parata!" esclamò Taichi rivolto alla sua fidanzata.

"E... beh, con Sora-chan sono stato legato da più tempo che con gli altri Digiprescelti, eccezione fatta per mia sorella Hikari! Ci conosciamo dai tempi dell'asilo, e da allora molto è cambiato nel nostro rapporto. Abbiamo confessato i nostri sentimenti reciproci ad un concerto di Natale, due anni e mezzo fa... e ora siamo ufficialmente fidanzati: e non potremmo esserne più lieti! Ora gioca a tennis, e ha smesso con il calcio... ma ogni tanto, le piace ancora scendere in campo con noi ragazzi!"

Mentre i ragazzi si congratulavano con Sora e Biyomon per la parata, il suono di un fischietto segnò la fine del match. Una ragazzina dell'età di Daisuke, Ken e Takeru, rimasta a bordo campo per tutta la durata della partita, aveva dato un'occhiata all'orologio che portava al polso, per poi alzare un braccio, portarsi un fischietto alle labbra, e soffiarci dentro.

"Okay, il secondo tempo è finito!" esclamò la ragazzina, che indossava un costume intero nero con delle righe bianche e azzurre ai lati, e aveva i capelli castani lunghi fino a metà schiena e legati in una elegante coda. "Il risultato finale è di 2 a 2! Parità!"

"Cavolo, è già finito?" esclamò Taichi, mentre Sora ripuliva con una mano il pallone dalla sabbia che vi era rimasta. "Il tempo vola quando ci si diverte, eh?"

Daisuke riprese fiato, ripulendosi il corpo dalla sabbia che vi era rimasta attaccata a causa dei numerosi ruzzoloni che aveva fatto. "Però ammettetelo... vi abbiamo fatto sudare, eh? Ancora un pò e quel tiro di Ken entrava!"

"Sì, lo ammettiamo..." ribattè Agumon. "E non ci aspettavamo neanche di fare così pochi goal! Wormmon, come portiere, è molto più bravo di quanto credessi!"

"Oh, beh... faccio quello che posso!" rispose il piccolo bruco verde, strisciando rapidamente verso il suo partner e salendogli sulla spalla quando questo si chinò verso di lui. Poi, per dimostrare quello che voleva dire, Wormmon aprì le piccole mandibole e sparò un filo di seta appiccicosa verso il pallone che stava ancora tra le mani di Sora, invischiandolo e poi tirando verso di sè. Sorprendentemente, la palla volò dalle mani della ragazza per atterrare tra quelle di Daisuke. Evidentemente, il Digimon di Ken aveva usato lo stesso trucco per bloccare la palla in volo proprio quando stava per oltrepassare lo specchio della porta...

"Un pò poco ortodosso come metodo di parare... ma efficace!" commentò Patamon, raggiungendo il gruppetto assieme a Takeru. Anche la ragazzina in costume nero, e un piccolo Digimon felino dal pelo bianco scesero in campo, per congratularsi con i capitani delle due squadre.

"Comunque sia, è stata una bellissima partita!" disse il gattino bianco, con una voce femminile decisa ma anche dolce. La ragazzina dai capelli castani annuì, e raggiunse Taichi e Daisuke, stringendo loro le mani. "Complimenti, fratellino! E bravo anche tu, Dai-kun... sei davvero migliorato molto in questi ultimi tempi!"

"Hehe... beh, sai, non potevo certo fare brutta figura davanti a te, Hikari-chan!" rispose Daisuke con una mano dietro la nuca, strappando una risatina ad Hikari.

"Anche mia sorella Hikari è molto cambiata in questi ultimi tempi! Ora, come vedete, assomiglia sempre più ad una versione ringiovanita della nostra mamma, e non è più la bambina fragile e di salute cagionevole che era una volta! Da quando abbiamo sconfitto Balormon due anni e mezzo fa, non ha più sentito la presenza delle tenebre, e ora si gode questi giorni di pace assieme a noi... e assieme alla sua compagna Digimon, Gatomon, che sei anni fa abbiamo salvato dalle grinfie dello spregevole Myotismon! Ah, e vi ho detto che in questo periodo Daisuke e Hikari sono in rapporti partcolarmente buoni? Che cosa vorrà dire, secondo voi? Heh?"

Comunque, le congratulazioni di Hikari non erano destinate a restare isolate. Infatti, non appena Daisuke ebbe terminato la sua frase, tutta la folla di persone riunite ai bordi del campo per assistere alla partita esplose in uno scrosciante applauso, e lanciò diversi fischi di incoraggiamento. Gli spettatori sembravano aver molto gradito la competizione, e alcuni di loro, dei volti familiari, si staccarono dalla folla e scesero in campo a congratularsi personalmente.

"Bellissima partita! Sei stato fantastico, Ken!" esclamò una ragazza alta che indossava un due pezzi rosso vivo e una bandana azzurra sulla testa, saltellando allegramente verso il ragazzo dai capelli neri e abbracciandolo con foga. I suoi capelli color lavanda scendevano lungo la schiena, legati in un paio di lunghe code, e portava un paio di spessi occhiali da vista. La accompagnava un Digimon simile ad una piccola aquila americana dalla testa bianca.

"Hey, calma, Miyako-chan! Non lo stai mettendo un pò in imbarazzo?" esclamò l'aquilotto, sghignazzando tra sè alla vista delle guance di Ken che assumevano un inequivocabile colorito scarlatto. Wormmon, che stava sulla spalla del suo partner, ridacchiò a sua volta della scena.

"Miyako è più o meno la stessa... sempre allegra e di buon umore, ma guai ad irritarla! Ora frequenta il liceo scientifico, e i suoi studi proseguono alla grande! Anche se il suo Digimon, Hawkmon, deve ogni tanto tenerla d'occhio perchè non si perda davanti alle vetrine dei negozi di vestiti... oh, e vi ho detto che ha una cotta per Ken? Chissà come andrà tra quei due..."

"La prossima volta, voglio partecipare anch'io!" esclamò un piccolo Digimon dall'aspetto di un armadillo dalla corazza giallo-marrone, con grandi occhi azzurri e un paio di 'pinne' ai lati della testa, trotterellando sulla sabbia con tutta l'agilità di cui era capace (cioè, non molta...). "Dev'essere uno sballo tirare un calcio a quel pallone e farlo finire in quella rete!"

Un ragazzino sui dodici anni dai corti capelli nero-marroni, vestito di una t-shirt bianca, pantaloncini beige e ciabatte, si chinò verso il mammifero corazzato, accarezzandolo sulla testa e facendogli un sorriso. "Armadillomon, lo sai che non sei abbastanza veloce per giocare a calcio... almeno, non con Taichi-san e gli altri." lo rimproverò bonariamente.

"Eh, lo so, Iori-chan... ma un Digimon può sognare, no?" rispose Armadillomon, sospirando in tono un pò melodrammatico.

"Ed ecco Iori Hida, il più giovane del nostro gruppo. Lui e Armadillomon sono una coppia di amici un pò strana... partner umano serio e composto, anche se in questi tempi ha imparato ad essere un pò meno rigido... e Digimon allegro e sbarazzino! Ma forse è proprio questo il segreto del loro affiatamento! Si compensano a vicenda!"

A completare il gruppetto di amici arrivarono due ragazzi più grandi, anche loro in t-shirt e pantaloncini da bagno: il primo aveva i capelli rossi un pò scompigliati, ed era un pò più basso della media per la sua età, ma la sua espressione sveglia e allo stesso tempo calma rivelava una grande intelligenza e dolcezza. Al suo fianco, svolazzava un buffo Digimon insetto dal carapace rosso punteggiato di aculei neri, con due grandi occhi compositi verdi e lunghe antenne a frusta.

L'altro ragazzo era alto e piuttosto magro, e sembrava più grande degli altri membri del gruppetto: portava un paio di occhiali da vista, anche se meno grandi di quelli di Miyako, e i suoi capelli blu erano lunghi fino alle spalle e leggermente ondulati. Anche lui dava l'impressione di essere un tipo calmo e tranquillo, e anche lui aveva il suo Digimon con sè: infatti, portava in braccio una tenera fochina dal mantello bianco decorato di segni violetti, e con una crestina rossa che le correva lungo la spina dorsale.

"Non mi piace sembrare un Parrotmon... ma sono d'accordo con quanto detto finora!" esclamò il Digimon foca. La sua voce era squillante, con una certa tonalità spavalda e ironica. "La migliore partita che io abbia mai visto da sei anni a questa parte!"

"Anche perchè prima non ne hai vista nessuna, Gomamon..." mormorò il ragazzo con gli occhiali, grattando il naso del suo Digimon con l'indice della mano libera. La foca chiuse gli occhi e accettò di buon grado le coccole.

"Ormai conosci Gomamon, Jyou... non resiste mai alla tentazione di una delle sue battute!" disse il Digimon insetto, con voce nasale. Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò al simpatico coleottero e gli offrì la spalla, sulla quale questo si posò volentieri.

"E, ultimi ma non certo ultimi, abbiamo Koushiro Izumi e Jyou Kido, sempre assieme ai fedeli Tentomon e Gomamon! Sono due tipi tranquilli e affidabili, ma al momento giusto sanno dare prova di grande coraggio! In particolare, dobbiamo ringraziare loro e Miyako se siamo riusciti a fermare Balormon! Koushiro è il piccolo genio del nostro gruppo, e colui che se ne intende di più di computer... cosa che torna molto utile, quando si viaggia in un mondo computerizzato! Mentre Jyou, essendo il più grande di noi, è quello che si sobbarca sempre le responsabilità di tutti. E' un tipo un pò nervoso e insicuro... ma non sottovalutatelo!"

Mentre la folla, dopo aver smesso di applaudire e aver fatto le ultime congratulazioni alle due squadre, iniziava a disperdersi, ritornando ai sovraffollati giochi d'acqua per cercare un pò di sollievo dalla calura di fine luglio, il gruppo dei ragazzi prescelti e dei loro Digimon rimase nei pressi del campetto di calcio, facendo qualche commento sulla partita appena conclusa, e scambiandosi opinioni e battute. Tanto tempo di vicinanza reciproca, e le numerose battaglie che avevano sostenuto assieme per proteggere il Mondo Digitale e quello Reale, avevano forgiato dei rapporti sempre più profondi tra i membri del gruppo: ora, il loro affiatamento era più forte che mai.

"Sì, è stata davvero una partita divertente..." commentò Yamato, togliendosi di dosso la t-shirt bagnata di sudore e mostrando il suo bel fisico: non atletico come quello dello sportivo Taichi, ma comunque tonico ed asciutto. "Però, adesso, abbiamo tutti un caldo..."

"Soprattutto io, che ho questa pelliccia..." mormorò stancamente Gabumon, che aveva già adocchiato una grande vasca nella quale fluttuavano persone di tutte le età, saldamente ancorate a delle tavolette galleggianti. "Sentite, che ne direste di andare a farci una nuotata in una piscina? Quando si sta al fresco, si riesce a parlare meglio..."

"Sì, mi sembra un'ottima idea!" esclamò Miyako, puntando lo sguardo a sua volta verso la vasca più grande. "Che ne dite di quella piscina più grande? Tra poco dovrebbero iniziare le onde artificiali!"

Gli occhi di molti dei Digimon di accesero di gioia. "Che cosa? Le onde artificiali? Troppo bello! Dobbiamo andare, Dai! Andiamo, andiamo, andiamo, andiamo!" esclamò un euforico Veemon, arrampicandosi sulla testa del suo sorpreso partner umano e iniziando a saltellare per l'eccitazione, facendogli quasi perdere l'equilibrio. Daisuke, dopo aver barcollato un pò e aver ripreso l'equilibrio, appoggiò una mano sulla fronte del suo compagno per farlo smettere di saltare. "Hey, Veemon! Sta calmo! Adesso ci andiamo tutti... siete d'accordo anche voi, no?"

"Sì, non è una cattiva idea..." assentì Koushiro. "Voi che ne dite?"

"Se si tratta della vasca dei cavalloni artificiali, non posso mancare!" esclamò Taichi. "Quella da sola sarebbe una ragione sufficiente per venire qui!"

"Sì, va bene! Contate anche me!" rispose Sora, mentre si infilava un paio di ciabatte da mare che aveva lasciato a bordocampo durante la partita. Anche gli altri ragazzi e Digimon erano d'accordo, e pochi secondi dopo l'intero gruppetto, dopo essersi rimesso le ciabatte per non camminare a piedi nudi sull'asfalto che si era riscaldato al sole, iniziò a marciare a passo sostenuto verso la piscina centrale, nella quale si era già raccolta una folla considerevole. Per fortuna, erano ancora disponibili anche molte tavolette...

"Perfetto! Pare che siamo arrivati giusto in tempo!" esclamò Agumon, guardando un tabellone elettronico posto a fianco della vasca, che indicava la prossima serie di ondate a solo un minuto da quel momento. "Coraggio, ragazzi! Ognuno si scelga una tavola! Vediamo chi ci resta aggrappato più a lungo!"

"Sarò io a vincere!" rispose Taichi, con una tavola fluttuante già tra le mani. Si tolse le ciabatte con un paio di movimenti delle gambe ed entrò in acqua a passo di marcia.

Yamato si chinò a prendere una tavola a sua volta, e corse dietro al suo migliore amico con un sorrisetto di sfida sulle labbra. "E' quello che credi tu, spaccone! Vediamo chi di noi due resiste più a lungo!"

Sora scosse la testa, ridendo tra sè alla vista del suo fidanzato e del suo amico biondo che si scambiavano l'amichevole sfida. "Ah, questi ragazzi... non riescono proprio a fare a meno di una bella competizione! Hey, aspettatemi! Partecipo anch'io!". Prese una tavola e corse dietro ai due, mentre gli altri ragazzi e i rispettivi Digimon si buttavano in acqua uno ad uno. Una sirena acuta segnò l'inizio dell'evento che tutti aspettavano, e le acque della grande vasca, tra le urla eccitate di tutti, cominciarono ad agitarsi, sollevando le prime ondate!

"Evviva... si comincia!" esclamò Armadillomon, muovendo le 'pinne' ai lati della testa e accovacciandosi nell'acqua bassa per godersi gli spruzzi senza dover fare la fatica di nuotare (cosa piuttosto difficile per un armadillo...)

"Presto, ragazzi! Lo spettacolo sta per iniziare!" esclamò un'eccitata Hikari con due rapidi battiti di mani, rivolta a Takeru e a Daisuke che erano rimasti indietro. I due ragazzi erano ancora sul bordo della piscina, alla ricerca di un galleggiante più grande.

"Va bene, Hikari-san! Solo un secondo... ah, eccolo qua!" esclamò Takeru di rimando, andando verso un grosso e spesso pezzo di spugna cilindrico, abbastanza lungo da permettere a lui e ai suoi due migliori amici di restarvi aggrappati tutti assieme. "Abbiamo trovato questo, Hikari-san! Che ne dici, ci mettiamo in tre?"

"Hmm... buon idea! Ci si diverte di più!" rispose Hikari, per poi voltarsi verso Gatomon, che era rimasta a bordo vasca. "Hey, Gatomon, tu non vieni? Vedrai quanto è eccitante!"

"No, divertiti pure tu al mio posto... lo sai che a noi gatti non piace bagnarci il pelo!" replicò la gattina, agitando una zampetta guantata e sorridendo cordialmente. "Io mi limiterò a guardare... si vede sempre qualcosa di interessante...". Non appena ebbe detto questo, un'onda più alta delle altre attraversò la vasca e Taichi, che non era preparato, finì con la testa sott'acqua, e riemerse con i capelli grondanti, la pettinatura rovinata e un'aria decisamente contrariata! La vista suscitò l'ilarità di molti membri del gruppo.

"Cavolo... i miei capelli!" si lamentò, cercando di scostarseli dagli occhi. Sora, vicino a lui, rise e gli diede una pacchetta amichevole sulla spalla. "Visto cosa succede, Taichi-chan, sballone che noi sei altro? Tu ti vanti tanto, e guarda che figure che fai!"

"Owww... queste affermazioni mi feriscono, Sora-chan..." replicò lui scherzosamente, facendo gli occhioni da cucciolo indifeso. Sapeva bene che la sua ragazza non ci resisteva, e infatti un secondo dopo ricevette un bacio sulla guancia, seguito da un'altra risatina mezza di rimprovero, mezza di affetto.

"Okay, okay... visto che non voglio che tu faccia l'offeso, eccoti uno zuccherino! Ti va bene?" gli chiese ironica.

L'espressione di Taichi era di nuovo euforica, e un paio di fiumi di lacrime stilizzati gli scesero lungo le guance mentre stringeva il pugno davanti a sè. "Sora-chan... lo sai che un tuo bacio ha il potere di far andare TUTTO bene... hey, sta arrivando un'alta mareggiata! Tenetevi pronti!" esclamò, notando che le acque si stavano agitando ancora una volta. Si afferrò alla tavoletta con entrambe le mani e si preparò alla prossima raffica di onde...

"Visto? Qualcuno fa sempre la figura del fesso!" fece notare Gatomon, chiudendo gli occhi e tenendo la zampina puntata verso il fratello maggiore di Hikari. La ragazzina sghignazzò tra sè alla vista del fratello che si esibiva nelle sue solite buffonate, poi fece per girarsi verso Takeru e Daisuke...

...quando, all'improvviso, si bloccò e trattenne il respiro, emettendo un rantolo impaurito. Improvvisamente, un brivido gelido le aveva attraversato il corpo, e le era sembrato che l'acqua che le lambiva i piedi fosse diventata tutt'a un tratto nera e densa. I colori attorno a lei svanirono per la durata di un battito cardiaco, sostituiti da orribili sfumature di grigio e nero. Tutta la folla festante che occupava il parco acquatico sembrò sparire davanti ai suoi stessi occhi, lasciandola sola nel mezzo di quello scenario inquietante. Con gli occhi spalancati e un'espressione di orrore stampata sul suo bel visetto, la ragazzina indietreggiò di due passi e barcollò, rischiando di perdere l'equilibrio sul fondo della vasca. Per fortuna, riuscì a tenersi in piedi, afferrandosi rapidamente ad un bordo della vasca.

"Hikari!" esclamarono Takeru e Daisuke contemporaneamente, lasciando andare il galleggiante e andando a vedere come stava la loro amica, seguiti a ruota da Veemon e Patamon.

"Hikari! Che succede?" esclamò Gatomon alzandosi in piedi, improvvisamente allarmata dal comportamento della sua partner. La sua voce sembrò scuotere Hikari, che sbattè gli occhi confusa, vedendo i colori e la vita riapparire davanti a sè. Dopo aver preso un paio di respiri profondi, la ragazzina espirò sollevata. La terribile visione era durata così poco che Hikari si convinse che era stato tutto frutto della sua immaginazione.

"Hanf... hanf... tutto... tutto bene... Gatomon..." ansimò, passandosi una mano sulla fronte. "Ho solo avuto... un giramento di testa..."

Takeru le sentì la fronte con il palmo della mano. Sembrava tutto normale, ma non si poteva mai dire... "Sicura che vada tutto bene? Non vorrei mai che si trattasse di un colpo di calore... con il sole che c'è..."

"No, no... tutto bene, ragazzi, davvero! Forse è solo perchè non ho mangiato molto a pranzo..." rispose lei, rivolgendo un breve sorriso ai due ragazzi che più le erano stati vicini in tutti quegli anni, assieme a suo fratello. "Ora sto già meglio, dico sul serio!"

Daisuke non sembrò eccessivamente convinto. "Hmmm... non faremmo meglio a lasciar perdere le onde per adesso? Non vorrei mai che ti sentissi male mentre sei in acqua... quello sì che sarebbe un problema!"

"Sì, Daisuke ha ragione..." assentì Gatomon. "Riposiamoci un pò all'ombra e mangiamoci un gelato assieme, che ne dite? Ai giochi in acqua penseremo dopo."

Fatto sta che Hikari, per qualche motivo, non si sentiva più tanto entusiasta di entrare in acqua. Forse era una sciocca impressione, e forse davvero non c'era niente... ma quell'allucinazione (almeno, Hikari sperava che si trattasse di questo...) della durata di un istante l'aveva inquietata non poco, e l'idea di stare un pò all'ombra con i suoi due migliori amici non le dispiaceva. Quindi, fece un cenno d'assenso con la testa. "Sì, va bene... in fondo, non ho più tanta voglia di fare il bagno..."

"Sicura di stare bene, Hikari?" chiese Veemon, guardandola bene in viso. "Sei così pallida... si direbbe quasi che tu abbia visto un fantasma!"

Hikari sobbalzò leggermente. Non pensava fosse il caso di far preoccupare inutilmente i suoi amici per quella che probabilmente era soltanto un'allucinazione, quindi mosse la mano davanti a sè, e sorrise cordialmente, sperando che il discorso morisse lì. "No, no, Veemon! Tutto... tutto a posto! Forse ho solo preso un pò troppo sole, come diceva Takeru-kun! Stare all'ombra mi farà passare tutto!"

"Mah... va bene, se lo dici tu..." rispose Daisuke. Poi, riprendendo il suo solito tono allegro e cordiale, il ragazzino battè una pacchetta amichevole sulle spalle di entrambi i suoi amici e cominciò a guidarli verso il bar più vicino. "Okay, allora... un gelato per tutti! Ragazzi, sentitevi liberi di ordinare quello che volete! Offro io!"

"Hey, Daisuke!" esclamò Takeru ridendo. "Guarda che non ce n'è bisogno! Li abbiamo, i soldi!"

"Ah, non importa! Visto che è una giornata speciale, offro io!" rispose Daisuke, accelerando il passo verso il bar. "Gelato, stiamo arrivando!"

"Sì! Sì! Evviva!" esclamò Veemon, saltellando allegramente davanti a tutti e fiondandosi verso il bar.

Hikari, dal canto suo, si era rilassata dopo lo spavento di pochi istanti prima... e si era accorta della mano che Daisuke aveva appoggiato amichevolmente sulla sua spalla. Certo, il suo amico l'aveva fatto anche con Takeru... ma per qualche motivo, sentire il suo calore sulla propria pelle la fece arrossire leggermente. Lei e Daisuke erano stati ottimi amici fin da quando erano bambini: con il suo carattere ottimista, e il suo atteggiamento allegro e un pò spaccone, Daisuke riusciva sempre a sollevarle il morale. Certo, all'inizio le era sembrato un pò un bulletto... ma col passare del tempo e delle avventure a DigiWorld, aveva visto che dietro quei suoi modi di fare e quel suo cercare di porsi sempre al centro dell'attenzione, si nascondeva un ragazzo coraggioso e dall'animo nobile. Non c'era di che stupirsi che i Digimentals del Coraggio e dell'Amicizia avessero scelto lui come loro proprietario...

In quei tre anni, lei, Daisuke e Takeru avevano formato un gruppetto affiatato, e tra loro c'era un legame forte almeno quanto quello tra i loro 'predecessori' Sora, Taichi e Yamato. Però, in quell'ultimo periodo, doveva ammettere di sentire qualcosa di più per l'esuberante secondo leader dei Digiprescelti... parlare con lui, stare in sua compagnia, la faceva sentire tranquilla, e ammirava molto la fiducia che aveva sempre in tutti (era stato il primo a voler perdonare Ken, dopotutto...), e il fatto che, forse più di chiunque altro del gruppo, lui riuscisse a rimanere sicuro di sè anche nelle avversità più incredibili. Si chiedeva se davvero stesse iniziando a provare per Daisuke qualcosa di più. Voleva molto bene anche a Takeru, certo, ma era un rapporto di amicizia profonda... quasi come tra fratello e sorella. Mentre per quanto riguarda l'altro suo amico... ancora non aveva fatto chiarezza nel proprio cuore, laddove lui, più estroverso, aveva sempre dimostrato di avere una cotta per lei. Anche se col tempo e con la maggiore maturità che ne conseguiva si era fatto più discreto...

Hikari sorrise e scosse la testa. Avrebe avuto il tempo di pensarci più avanti, a queste cose. Per il momento, le bastava sapere che i suoi migliori amici erano lì, al suo fianco, e che non avrebbe avuto nulla da temere. L'oscura visione di poco prima era già diventata poco più di un brutto ricordo, e il brivido freddo che l'aveva scossa la stava già abbandonando, sostituito dal calore del sole.

Sì, non c'era nulla di cui avere paura, e non era il caso di farsi venire le paranoie. Molto probabilmente, era stato tutto frutto della sua immaginazione...

"Così, due anni e mezzo dopo la disfatta di Balormon, e la notte di Natale in cui io e Sora-chan ci siamo fidanzati, la nostra vita scorreva normalmente. Chi poteva immaginare che quel periodo di tranquillità, molto presto sarebbe giunto ad una rapida, brutale fine?"

CONTINUA...

Note dell'autore: Ebbene, ragazzi, eccoci qui! La mia terza fanfiction è ufficialmente iniziata! Aspettatevi battaglie mozzafiato, rivelazioni inaspettate, e numerosi colpi di scena in quest'ultima (prima del crossover finale) avventura dei Digiprescelti di Azulongmon. Avrete notato che ho alzato un pò il rating di questa storia, rispetto alle due precedenti... questo perchè alcune scene, soprattutto quelle ambientate nel Dark Ocean, saranno probabilmente più dark di quelle viste finora. I combattimenti non dovrebbero essere molto più violenti, ma avrete già visto che alcune parti saranno più inquietanti del solito...

Chi sono questi sette Grandi Signori dei Demoni? Ebbene, è un altro aspetto di Digimon che non è molto conosciuto qui in Italia: si tratta di sette potenti Digimon malvagi, ognuno dei quali rappresenta uno dei sette vizi capitali (qualcuno ha detto Full Metal Alchemist?). Tre di essi, tra cui Daemon stesso (che rappresenta l'Ira), si sono già visti nelle serie TV ufficiali... quali, vi chiedete voi? Beh, vi dico solo che gli altri due rappresentavano la Gola e la Superbia. Ad ogni modo, non vi rivelerò altro... ho già dei piani per utilizzare nella mia storia anche questo aspetto del mondo di Digimon!

Non credo di avere altro da dirvi, quindi... vi do appuntamento al prossimo capitolo. Vi avverto che, ora che i miei compiti universitari si stanno intensificando, avrò meno tempo per scrivere, quindi i capitoli potrebbero arrivare ad un ritmo più lento... ma non vi preoccupate, non durerà troppo a lungo! A presto, amici fan di Digimon, e statemi bene!

Justice Gundam

  
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