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Autore: Shadowolf    03/09/2011    3 recensioni
Serie: "And Then It Came A Day, A Day Unlike Any Other...
Passa solo una manciata di secondi che si sente immobilizzare, lì dritto davanti allo specchio, quando due braccia decisamente possenti avvolgono il suo corpo comunque mingherlino nonostante l’armatura lo inglobi, facendolo sembrare più muscoloso di quanto in realtà sia.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '"And Then It Came A Day, A Day Unlike Any Other...'
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È lì davanti allo specchio da un buon quarto d’ora ormai, solo in apparenza in attesa che l’altro finisca di vestirsi. Sospira, e scuote piano la testa, più a sé stesso che ad altri. E d’altronde nella stanzetta ci sono solo loro due. Le cose che la gente potrebbe pensare.
‹‹ Don’t stare so hard at that mirror, Black Curls, you’re gonna break it… ››
Ovviamente congela lì, all’istante, e meccanicamente abbassa lo sguardo, come se fosse colpevole di qualcosa. Di averlo scocciato. Poi in un modo o nell’altro riesce a mettere insieme un abbozzo di risposta.
‹‹ Impossible. Would have broken long ago if it was so fragile at someone’s beauty. You use it on daily basis… ››
Trattiene il fiato non appena realizza quali parole gli siano uscite meccaniche dalle labbra, e sente il sospiro forzatamente controllato e soffocato del suo compagno raggiungerlo da qualche metro più indietro.Devo essere davvero idiota. E non può nemmeno chiedergli scusa, perché lui gli ha detto – imposto – di smetterla di farlo, per favore. Non gli rimane altro che tornare a fissare la propria immagine nello specchio, aspettando che quel momento di imbarazzo misto a qualcosa che lui definirebbe sentimento passi. Si tocca i capelli non suoi, così lunghi che gli arrivano fin oltre la spalla, e increspa le labbra in una smorfia di seccatura. Se li sente appiccicaticci, sporchi, artificiali. Non vede l’ora di sbarazzarsene. L’unica cosa per la quale aspetta la chiusura delle riprese. L’unica.
Passano solo cinque secondi prima che torni ad usare lo specchio per sbirciarlo. Gli lancia una prima, timida occhiata fugace, e vede che è chinato ad aggiustarsi i parastinchi. Dopo una manciata di momenti lo fa di nuovo, approfittando del fatto che il biondo sia ancora con gli occhi rivolti altrove. La terza non è così fortunato, perché come se lui sapesse non si fa trovare impreparato, e l’attimo seguente alza lo sguardo ad incontrare il suo. Mi ha visto.
‹‹ Come on, what’s wrong? ››
Tutto.
‹‹ Nothing. I... I’m sorry I was... sta- ››
‹‹ I mean with your costume. ›› lo interrompe con un sorriso lieve, ed è meglio così, perché lui era già partito per la tangente. E di nuovo gli ha detto che gli dispiace. Dannazione.
‹‹ Oh. ›› balbetta allora, distogliendo lo sguardo e puntandolo sul suo costume, scrollando leggermente le spalle e lasciando andare un leggero sospiro. ‹‹ Nothing... ››
Passa solo una manciata di secondi che si sente immobilizzare, lì dritto davanti allo specchio, quando due braccia decisamente possenti avvolgono il suo corpo comunque mingherlino nonostante l’armatura lo inglobi, facendolo sembrare più muscoloso di quanto in realtà sia. Rimane a fissare lo specchio che ora mostra due persone e deglutisce piano, come per paura che lui lo possa sentire. Perché?
‹‹ You’re not someone who shows off, what you’ve been looking at for the last twenty minutes? ››
E quando lui glielo chiede con quel tono di voce, così calmo, così dolce, così pacifico non può fare a meno di cedere, anche se non vorrebbe, anche se non dovrebbe. Abbassa gli occhi sulle proprie scarpe e se ne rimane in silenzio per un po’, prima di cedere e mormorare lentamente.
‹‹ … I don’t wanna go out dressed up like this, Chris. ››
Le parole non fanno in tempo ad uscirgli di bocca che già se ne sta pentendo, ed ora spera solo che l’altro non scoppi a ridere, che si trattenga per quanto difficile possa essere. Per favore.
Ma lui non ne ha la minima intenzione, e anzi, non parla subito, limitandosi a fissarlo, poggiandogli  il mento sulla spalla coperta dalle protezioni.
‹‹ Why? I mean... This is your costume, the same old one, what’s different now? ››
‹‹ It’s… The rest of the guys, they’re all dressed up like normal people, I… I’ll look like an idiot in this costume. ››
‹‹ What about me? I’m in the same position of yours… ››
‹‹ No… You could never look like an idiot, Ch- ››
Sospira e lascia che la propria voce sfumi via, chiudendo gli occhi per qualche attimo e chiedendogli mentalmente scusa un paio di volte. Vorrebbe tanto che il cervello non gli smettesse di funzionare ogni volta che lui è nei dintorni. Rende solo le cose peggiori di quanto non lo siano già.
Quando torna a fissare lo specchio l’altro è ancora lì, dietro di lui, anche se si è raddrizzato, ed ora dove prima c’era il suo volto ci sono le sue mani, a scrollargli piano le spalle, sorridendogli un po’ di più.
‹‹ You’re a god, Tom. They can’t touch you, or hurt you. ››
Vorrebbe fosse vero. Probabilmente soffrirebbe di meno. Probabilmente mi sentirei meglio.
‹‹ I’m not a god... I just... play one. ››
E quella è la tipica frase che ti aspetteresti da Robert. Deve averlo contagiato durante quel sabato alla D23, avevano il giro delle interviste insieme. Li ha osservati da lontano, di tanto in tanto, e se n’è rimasto in disparte, come al solito. Quello è un gioco a cui sa di non poter giocare.
‹‹ Nobody will make fun of you, Black Curls. ›› la sua voce gli arriva all’improvviso, dritta nell’orecchio, e con un colpo al cuore si accorge che l’altro gli sta sussurrando ‹‹ We’re all on the same ship, right? ››
‹‹ Robert will do… ››
‹‹ I’ll handle him myself if he does, okay? ››
‹‹ Why would you do that for me? ››
La domanda gli è uscita così, di getto, e ancora una volta sta già rimpiangendo di averlo permesso. Questa è la volta buona che gli verrà detto che ha oltrepassato il limite, che basta, non ne può più di lui e delle sue stupide frasi lasciate ogni volta a metà, che se si definisce uomo avrebbe dovuto prendere il coraggio nel palmo delle sue mani e farsi avanti quando ancora c’era la benché minima possibilità di far nascere qualcosa, invece di aspettare e limitarsi a starsene in disparte, sempre, come non sapesse nemmeno lui stesso cosa volesse dall’altro, o come se fosse semplicemente troppo codardo per ammetterlo a sé stesso, prima ancora che con qualsivoglia persona.
Ma nulla di tutto questo accade. L’altro si limita a guardarlo per un paio di secondi in silenzio, completamente immobile, con solo l’ombra di un sorriso sulle labbra, prima di parlare, ancora a bassa voce, quasi come stesse rivelando un segreto.
‹‹Because you’re my brother. ›› gli sussurra, specchiandosi nei suoi occhi, penetrandoli con i propri, così intensamente che a lui comincia a mancare il respiro. E in quel momento capisce che l’altro sa.
Lo guarda ancora fino a quando è troppo, fino a quando si rende conto che una parte del proprio cervello gli sta pericolosamente sfuggendo di mano, e questo non è un rischio che può permettersi di correre, non qui, non ora. Probabilmente mai più. Così finisce per annuire piano e abbassare gli occhi, sentendoseli bruciare da dentro, intrappolando ogni altro pensiero nella gabbia sicura in cui è sempre stato, in cui è sempre destinato a stare.
I suoi occhi indugiano ancora per qualche momento su di lui, li avverte addosso ma non si permette il lusso di fantasticare, così si volta per prendere una cinghia che in realtà non gli serve pur di far qualcosa, per non pensare, per sbloccare quell’attimo che sembra non voler passare.
Quando la sua voce gli arriva di nuovo all’orecchio suona diversa, non sa dire in che maniera di preciso, ma ne è certo.
‹‹ I’ll see you outside, okay? Joss is probably wondering where the hell we are. ››
‹‹ Yes, tell him… tell him I’m ready, I’m coming. ››
Lo sente allontanarsi verso l’uscita e conta i suoi passi, tornando a guardarlo solo quando è certo che l’altro è in punta di porta, così da non dover aggiungere altro, né riconquistare di nuovo il suo sguardo. Fa in tempo solo a cogliere la fine dei suoi capelli biondi prima che la porta venga richiusa. Sospira piano e si ritrova a fissare la propria immagine nello specchio. “You are my brother”, gli ha detto. Farebbe qualsiasi cosa per non esserlo.



AUTHOR'S CORNER: Perchè... cioè, LOL, le avete viste le foto dal set di ieri? Ci sono solo Chris e Tom con i costumi indosso, attorniati da tutto il resto del cast o quasi che è in abiti "borghesi" - addirittura con gli occhiali da sole! Era troppo LOL per non scriverci su. ... Sì, lo so che ho scritto una cosa che non è LOL per niente, ma questa scena si svolge prima, ed è dal pov di Tom (CHE SE NON LO CONOSCETE NON SAPETE CHE VI PERDETE, PERCHE' CIOE', E' LA COSA PIU' CARINA, E TENERA, E AMOREVOLE DELL'INTERO UNIVERSO ç_____ç), che ho scoperto piacermi esageratamente anche come personaggio. Perchè cioè, nel marasma di esibizionisti, angstosi, indecisi e quant'altro finalmente ne ho trovato uno con la testa sulle spalle, tranquillo e schivo ç____ç E a proposito, colgo l'occasione per annunciarvi ufficialmente (nel caso non l'aveste colto la scorsa volta) che questa storyline si intreccia con la mia altra in una specie di megauniverso targato Shadowolf, quindi aspettatevi richiami e quant' altro da una parte all'altra.
Peace out!

   
 
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