Tanto è solo un bacio.

Un comodino nell'angolo spergiura, muovendo le gambe smonche nell'ombra proiettata da un'unica candela, bruciata in un moncherino di cera e polvere bianca che via via va sacrificandosi per donare l'ultimo alito di luce alla stanza. Ragnatele negli angoli brillano argentate e soffiate via dall'aria calda della stufa, talvolta, ricadendo sui mobili, paiono neve che piove a dicembre dentro quel sotterraneo - quella che ormai è diventata la sua casa.
Odore. Profumo di ambiente chiuso e sigillato, di libri ed altrettanti racconti che protagonisti di pagine ingiallite fanno sentire le loro voci, battibeccando chiusi sotto copertine pesanti.
Fragranza di due corpi che nello stesso letto non si cercano, entrambi restano rifugiati nella prigione bianca di lenzuola sfatte, senza pieghe, imperfette. Arrotolati ciascuno in un confine diverso condividono il ripiano stretto di un materasso le cui molle cigolano, faticando a reggere il peso di entrambi. Benchè la vicinanza sia tanta,  non cercano quasi mai di toccarsi, rifugiandosi nel tessuto che crea riparo ma vorrebbe unirli in un unico atto. Tre topolini, invece, persi in un mare di petrolio nero e sporco – i capelli del Sorcio -  dondolano agitando le codine.
Nelle fessure fra le ciglia, all'interno del suo naso, Shion sente il richiamo del risveglio. Dolcemente il sonno in punta di piedi corre via e la nebbia dei sogni divampa fino a scomparire.
I suoi occhi, rossi come fragole, si aprono sul viso di un Nezumi ancora gettato nel mondo dei sogni che curiosamente voltato dalla sua parte,  non può smettere di fissare per un motivo che non riesce a capire – per un motivo tanto scemo che per conto proprio non può darci peso senza dargli una stupida considerazione.
Si sporge avanti, strisciando fin sopra il cuscino dell'altro solo per finire con il congiungere la sua bocca con quella straniera, grottescamente rovinata da un ghigno sardonico.
Nezumi lo ha sentito ed adesso è sveglio. Il suo sguardo, colorato da un cipiglio che può benissimo parlare al suo posto, dipinto dalla stanchezza è ben vigile – già arrabbiato.
« Questo per che cos'è? » ringhia il randagio ad occhi socchiusi, preso dall'irrefrenabile quanto scomposto istinto da persona appena svegliata.
« Bèh, io ti ho dato un bacio dell'addio... o bacio della buonanotte, come preferisci visto che per te sono entrambi la stessa cosa...  » sorride Shion, stropicciando quell'espressione da bambino in una ancora più infantile. Trova che sia normale  violare senza permesso le labbra di altri se si è privi di cattive intenzioni, è cosa da tutti.
Persino sua madre è sempre stata solita donargli piccoli baci sulle guance per lavare via le lacrime qualora ce ne fossero state – anche se questo, ora che ci pensa, non è esattamente la stessa cosa.
I piedi del bianco toccano il pavimento, seduto sul letto alza in alto le braccia e stira i muscoli, lasciando gracchiare come corvi le ossa delle schiena rigide per via della posizione stesa ed assunta per ore. E' un gatto, la versione sicuramente più ingenua e meno maliziosa di un certo Stregatto di cui si è letto in una fiaba per bambini.
« Questo, Nezumi è un bacio del buongiorno! »
A tal proposito nessuna risposta. Sente solo un movimento dietro le spalle ed una mano che si aggrappa al colletto rialzato del suo pigiama. Uno strattone lo costringe a voltarsi per tuffarsi, senza neanche aspettarselo, nuovamente in quel mare – un mare che ha il sapore delle labbra e della saliva di Nezumi.
« E questo?» domanda al moro, quando è libero ed il fiato torna a camminare giù per la sua gola, ingonfandogli i polmoni come un motore otturato.
« Questo? Questo è solo un bacio. » puntualizza con tono piuttosto sgradevole il compagno, voltandosi sul fianco opposto per riprendere a dormire, nascondendo la testa sotto il cuscino.

No. Non  è solo un semplice bacio come vuole invece  dimostrare con quella risposta così diretta.
Le trame di cui è piacevolmente insaporito sono troppe, una più sottile dell'altra spingono indignate per comporre una matassa così fitta nella quale è impossibile trovare l'idea – il pensiero predominante, quello che ha mosso lo stesso Nezumi nel suo gesto.

Ma quest'ultimo in realtà c'era, nascosto,
 prendeva l'appellativo di un'idea di appartenenza che può permettere tutto,
anche di dare baci che sono solo baci.

Note dell'autrice; premetto che  mi sono dedicata solo ed esclusivamente a tremende flash!fic su questa coppia di cui, anche ora, non ho mai avuto pieno piacere – perché io sono per le oneshot – e che quindi spero che questa produzione, a cui ne seguiranno altre ovviamente, spero piaccia più delle prime due, visto che è qui che viene fuori il mio vero stile che poi vero stile non è, mi piace semplicemente cucire insieme parole su parole per dare immagini che voglio siano vive sul foglio o sullo schermo. Abbiate pietà di me e criticare qualora ce ne fosse bisogno, è dalle critiche che s'impara u_u/ Specificazioni? No, l'idea mi è arrivata da una fanart e sebbene il finale nella mia fic abbia aggiunto una sua morale – se poi la possiamo chiamare così – ringraziate anche lei, vi saluto e ringrazio chi leggerà o mi darà una sua recensione! Ness.