Titolo: Neschastʹe dushi ~ Riflesso
di uno Specchio}
Autore:
Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Giallo
Genere: Slice of Life,
Triste, Malinconico
Avvertimenti: Missing Moments
Personaggi: Ivan Braginski/Russia, Imperatrice Madre Marija
Pairing: Nessuno
Trama: Quando l’Imperatrice
Madre solleva gli occhi, lui è là che
la osserva.
Marija tiene alto il capo e con una
scusa si alza dal tavolino, ignorando i tentativi della Baronessa Von Livenbaum
di seguirla e intimandole il silenzio.
Le età appesantisce i suoi passi, ma
non la sua autorità. Le dinastie vanno e vengono, i fuochi delle Rivoluzioni si
spengono nelle ceneri dei morti, ma gli occhi della Grand Maman non perdono mai il loro vigore e il loro gelo.
-Cosa ci fate qui, Rossiya?-
Dedica: a Silentsky
Musica: Eden – HetaOni Original Soundtrack
Note:
L’idea mi è venuta
mentre, questa sera, stavo guardando il film “Anastasia”
del 1956 (Guardatelo GuardateloGuardateloGuardateloGuardatelo).
Qui trovate la scheda: http://it.wikipedia.org/wiki/Anastasia_%28film_1956%29 .
La fan fiction si colloca nel periodo
appena seguente al riconoscimento di Anna Korev da parte dell’Imperatrice
Marija.
Il titolo della Drabble dovrebbe essere
(secondo Google Translator) “Infelicità dell’Anima”
L’anno di ambientazione è il 1928.
Neschastʹe dushi ~
Riflesso di uno Specchio}
Quando l’Imperatrice Madre solleva gli
occhi, lui è là che la osserva.
Marija tiene alto il capo e con una
scusa si alza dal tavolino, ignorando i tentativi della Baronessa Von Livenbaum
di seguirla e intimandole il silenzio.
L'età appesantisce i suoi passi, ma
non la sua autorità. Le dinastie vanno e vengono, i fuochi delle Rivoluzioni si
spengono nelle ceneri dei morti, ma gli occhi della Grand Maman non perdono mai il loro vigore e il loro gelo.
-Cosa ci fate qui, Rossiya?-
Il sole di Copenhagen brilla appena
nello sguardo di Ivan, prima di venire inghiottito dalla fredda
accondiscendenza del sovietico.
-Ho saputo-
L’Imperatrice Madre trattiene il
fiato. Le dita corrono al monocolo che le pende sul petto, e lo stringono,
forte, come un appiglio di speranza. Sa di cosa parla. Sa di chi parla.
-Siete venuto a prenderla?-
Lo sguardo di Russia si posa sulla sua
figura ed il sorriso che gli solleva le labbra è di una innocenza tale da far
venire in mente a Marija i pomeriggi della veranda, le ricorda lui, vestito
impeccabilmente con l’Uniforme della Guardia Reale, che faceva giocare la
piccola Anastasija sulle ginocchia.
Ma quei tempi sono lontani, e la Grand Maman si impone di soffocarli,
rendendoli incolori –anche se fa ancora
più male.
-No- Ivan sfiora con un dito il
bicchiere di Vodka –Volevo solo rivederla-
-Perché?- le labbra dell’Imperatrice
Madre si fanno sottili e taglienti, gli occhi ardono e le dita tremano attorno
alla catenella argentata –Quali sono le vostre vere intenzioni?-
Il sorriso dell’altro, in apparenza,
non sembra scalfito dalla durezza delle sue parole. Ma Marija nota come esso
sia sia cristallizzato sulle labbra seriche e non raggiunga gli occhi scuri. Una volta, Ivan sorrideva veramente, mentre la piccola Anastasija batteva le mani e cantava le sue canzoni di
bambina.
-Non vi fidate più di me, Grand Maman?-
-Ho smesso di fidarmi di voi quando
avete puntato il fucile contro mio figlio1-
Ora, di quel sorriso, non è rimasta
nemmeno l’illusione.
-Vi fidavate di più mentre sparavo
sulla folla, immagino2-
Per un istante rimangono a fissarsi, e
il sangue si riflette nello sguardo di entrambi.
-Cosa ci fate qui, Rossiya?- domanda ancora l’Imperatrice
Madre, e le spalle le cadono, piegate dal passato e dai ricordi –Non portatela
via-
-Non è mia intenzione farlo, Grand Maman- la rassicura Ivan, ma lei
lo vede, sì, lo vede, il riflesso d’una falce nei suoi occhi infantili –Le voci
sono arrivate fino al popolo e io volevo solo..-
-La Russia non vuole Anastasija, Braginski- e la fierezza
torna, il capo si alza –Statele lontano-
-Non sono qui come Rossiya, Grand Maman- la voce non è più così fanciullesca come Marija
ricordava. Vibra monocorde, e le parole schioccano contro le labbra con la
stessa forza e freddezza delle pallottole –Sono qui per vederla. Ma come Ivan-
-Dove sta, dunque, la differenza? Non
è stato forse il popolo a volere la
disfatta dei Romanov?-
Russia non riesce a sostenere lo
sguardo della Grand Maman, e si
guarda le mani. Flette le dita, e ricorda il sangue, ricorda le urla, le
proteste, il Palazzo d’Inverno, il ghiaccio. Ricorda il suo popolo che voleva
il pane e la vita, ricorda le fiamme che gli bruciavano le carni e le voci che
gli laceravano la testa. Ricorda di aver gettato il fucile, di aver mischiato
al sangue della sua gente quello dei suoi aguzzini3.
-Non siete forse voi il popolo, Ivan Braginski?-
La conversazione è finita. Nessuna
parola deve essere più sprecata, nessun ricordo riportato alla luce senza
motivo.
L’Imperatrice Madre volte le spalle a
Russia e torna a sedersi al suo tavolino. La Baronessa Von Livenbaum getta
appena un’occhiata alle sue spalle, vede gli occhi freddi di Ivan, fa per
chiedere qualcosa, ma Anna -Anastasija- è
più veloce.
-Con chi stavate parlando, Grand Maman?-
Marija le accarezza il volto, le
labbra si sollevano in un accenno di sorriso.
-Un’anima davvero infelice, malen’kaya- Ivan, a quelle parole, si
alza con un roco stridere della sedia, rivolge un inchino –non visto- e se ne va –Lo compatisco dal profondo del cuore-
Il
mondo cammina, malen’kaya, e noi dobbiamo
camminare con lui o ricoprirci di muffa come il passato. Io sono il passato.
Mi piace: mi è dolce e familiare, e il presente è cosi
freddo ed estraneo. E l' avvenire..
fortunatamente io non dovrò preoccuparmi di
questo. ~
Le note storiche
della Neme }
1Massacro di
Ekateninburg, 1918
2 Rivoluzione del 1905
3 Cinque Giornate di
Pietrogrado (1917) – Massacro di Ekateninburg (1918)