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Autore: LaMicheCoria    06/09/2011    2 recensioni
Quando l’Imperatrice Madre solleva gli occhi, lui è là che la osserva.
Marija tiene alto il capo e con una scusa si alza dal tavolino, ignorando i tentativi della Baronessa Von Livenbaum di seguirla e intimandole il silenzio.
L' età appesantisce i suoi passi, ma non la sua autorità. Le dinastie vanno e vengono, i fuochi delle Rivoluzioni si spengono nelle ceneri dei morti, ma gli occhi della Grand Maman non perdono mai il loro vigore e il loro gelo.
-Cosa ci fate qui,
Rossiya?-
[Personaggi: Ivan Braginski, Imperatrice Madre Marija] [Ispirato al film "Anastasia" del 1956]
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Neschastʹe dushi ~ Riflesso di uno Specchio}
 Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Giallo

Genere: Slice of Life, Triste, Malinconico
Avvertimenti: Missing Moments
Personaggi: Ivan Braginski/Russia, Imperatrice Madre Marija

Pairing: Nessuno
Trama: Quando l’Imperatrice Madre solleva gli occhi, lui è là che la osserva.
Marija tiene alto il capo e con una scusa si alza dal tavolino, ignorando i tentativi della Baronessa Von Livenbaum di seguirla e intimandole il silenzio.
Le età appesantisce i suoi passi, ma non la sua autorità. Le dinastie vanno e vengono, i fuochi delle Rivoluzioni si spengono nelle ceneri dei morti, ma gli occhi della Grand Maman non perdono mai il loro vigore e il loro gelo.
-Cosa ci fate qui, Rossiya?-

Dedica: a Silentsky
Musica: Eden – HetaOni Original Soundtrack
Note: L’idea mi è venuta mentre, questa sera, stavo guardando il film “Anastasia” del 1956 (Guardatelo GuardateloGuardateloGuardateloGuardatelo). Qui trovate la scheda: http://it.wikipedia.org/wiki/Anastasia_%28film_1956%29 .
La fan fiction si colloca nel periodo appena seguente al riconoscimento di Anna Korev da parte dell’Imperatrice Marija.
Il titolo della Drabble dovrebbe essere (secondo Google Translator) “Infelicità dell’Anima”
L’anno di ambientazione è il 1928.

 

 

 

Neschastʹe dushi ~

 Riflesso di uno Specchio}

 

Quando l’Imperatrice Madre solleva gli occhi, lui è là che la osserva.
Marija tiene alto il capo e con una scusa si alza dal tavolino, ignorando i tentativi della Baronessa Von Livenbaum di seguirla e intimandole il silenzio.
L'età appesantisce i suoi passi, ma non la sua autorità. Le dinastie vanno e vengono, i fuochi delle Rivoluzioni si spengono nelle ceneri dei morti, ma gli occhi della Grand Maman non perdono mai il loro vigore e il loro gelo.
-Cosa ci fate qui, Rossiya?-
Il sole di Copenhagen brilla appena nello sguardo di Ivan, prima di venire inghiottito dalla fredda accondiscendenza del sovietico.
-Ho saputo-
L’Imperatrice Madre trattiene il fiato. Le dita corrono al monocolo che le pende sul petto, e lo stringono, forte, come un appiglio di speranza. Sa di cosa parla. Sa di chi parla.
-Siete venuto a prenderla?-
Lo sguardo di Russia si posa sulla sua figura ed il sorriso che gli solleva le labbra è di una innocenza tale da far venire in mente a Marija i pomeriggi della veranda, le ricorda lui, vestito impeccabilmente con l’Uniforme della Guardia Reale, che faceva giocare la piccola Anastasija sulle ginocchia.
Ma quei tempi sono lontani, e la Grand Maman si impone di soffocarli, rendendoli incolori –anche se fa ancora più male.
-No- Ivan sfiora con un dito il bicchiere di Vodka –Volevo solo rivederla-
-Perché?- le labbra dell’Imperatrice Madre si fanno sottili e taglienti, gli occhi ardono e le dita tremano attorno alla catenella argentata –Quali sono le vostre vere intenzioni?-
Il sorriso dell’altro, in apparenza, non sembra scalfito dalla durezza delle sue parole. Ma Marija nota come esso sia sia cristallizzato sulle labbra seriche e non raggiunga gli occhi scuri. Una volta, Ivan sorrideva veramente, mentre la piccola Anastasija batteva le mani e cantava le sue canzoni di bambina.
-Non vi fidate più di me, Grand Maman?-
-Ho smesso di fidarmi di voi quando avete puntato il fucile contro mio figlio1-
Ora, di quel sorriso, non è rimasta nemmeno l’illusione.
-Vi fidavate di più mentre sparavo sulla folla, immagino2-
Per un istante rimangono a fissarsi, e il sangue si riflette nello sguardo di entrambi.
-Cosa ci fate qui, Rossiya?- domanda ancora l’Imperatrice Madre, e le spalle le cadono, piegate dal passato e dai ricordi –Non portatela via-
-Non è mia intenzione farlo, Grand Maman- la rassicura Ivan, ma lei lo vede, sì, lo vede, il riflesso d’una falce nei suoi occhi infantili –Le voci sono arrivate fino al popolo e io volevo solo..-
-La Russia non vuole Anastasija, Braginski- e la fierezza torna, il capo si alza –Statele lontano-
-Non sono qui come Rossiya, Grand Maman- la voce non è più così fanciullesca come Marija ricordava. Vibra monocorde, e le parole schioccano contro le labbra con la stessa forza e freddezza delle pallottole –Sono qui per vederla. Ma come Ivan-
-Dove sta, dunque, la differenza? Non è stato forse il popolo a volere la disfatta dei Romanov?-  
Russia non riesce a sostenere lo sguardo della Grand Maman, e si guarda le mani. Flette le dita, e ricorda il sangue, ricorda le urla, le proteste, il Palazzo d’Inverno, il ghiaccio. Ricorda il suo popolo che voleva il pane e la vita, ricorda le fiamme che gli bruciavano le carni e le voci che gli laceravano la testa. Ricorda di aver gettato il fucile, di aver mischiato al sangue della sua gente quello dei suoi aguzzini3.
-Non siete forse voi il popolo, Ivan Braginski?-
La conversazione è finita. Nessuna parola deve essere più sprecata, nessun ricordo riportato alla luce senza motivo.
L’Imperatrice Madre volte le spalle a Russia e torna a sedersi al suo tavolino. La Baronessa Von Livenbaum getta appena un’occhiata alle sue spalle, vede gli occhi freddi di Ivan, fa per chiedere qualcosa, ma Anna -Anastasija- è più veloce.
-Con chi stavate parlando, Grand Maman?-
Marija le accarezza il volto, le labbra si sollevano in un accenno di sorriso.
-Un’anima davvero infelice, malen’kaya- Ivan, a quelle parole, si alza con un roco stridere della sedia, rivolge un inchino –non visto- e se ne va –Lo compatisco dal profondo del cuore-  

 

 

Il mondo cammina, malen’kaya, e noi dobbiamo camminare con lui o ricoprirci di muffa come il passato. Io sono il passato.  
Mi piace:  mi è dolce e familiare, e il presente è cosi freddo ed estraneo. E l' avvenire.. 
fortunatamente io non dovrò preoccuparmi di questo. ~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le note storiche della Neme }

1Massacro di Ekateninburg, 1918

2 Rivoluzione del 1905

3 Cinque Giornate di Pietrogrado (1917) – Massacro di Ekateninburg (1918)

   
 
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