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Autore: WolfEyes    07/09/2011    2 recensioni
« Papà? », ti chiamai con la mia voce curiosa ed un po’ incerta, mentre mi tenevi la mano.
« Dimmi, Kakashi », ti voltasti verso di me con un dolce sorriso di cui però percepii la falsità, ed un’espressione di tenerezza sul volto.
« Perché la gente ti guarda così male? », ti domandai, rivolgendoti il mio sguardo dubbioso ed esprimendoti il più grande dubbio che in quel momento mi assillava, il più grande dubbio che poteva avere un bambino, mentre intorno vedevo quegli sguardi sottili ed ombrosi rivolti a noi. A te
« Non lo so, figliolo », mi confessasti abbassando lo sguardo, mentendomi.
« Hai fatto qualcosa di brutto? Le cose brutte non si fanno… », ti dissi io, con lo stesso tono di voce tenero e con una punta di monito che avevi tu quando mi dicevi che all’Accademia dovevo fare il bravo.
Sospirasti.
« Sì, hai ragione. E ora lo so anche io… »

Questa è una raccolta interamente dedicata al nostro caro Kakashi, spero di riuscire nel mio intento e che i capitoli vi piacciano! Genere, avvertimenti, ecc, varieranno di capitolo in capitolo, ma sarete comunque avvisati all'interno di essi. Leggete numerosi!^^
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve a tutti, cari lettori

Salve a tutti, cari lettori!

Dunque, premetto già che, pur adorando il personaggio di Kakashi, non ho mai scritto qualcosa solo ed esclusivamente su di lui, quindi siate clementi!^^”

Con questa raccolta punto a scrivere il più possibile sull’Hatake, qualsiasi cosa mi verrà in mente, sperando che sia di vostro gradimento. Poiché ogni capitolo tratterà un particolare aspetto della sua vita, una breve introduzione vi informerà sulle caratteristiche principali del capitolo stesso come se fosse una vera e propria fan-fiction, in questo modo sarete già preparati sui contenuti. Inoltre, almeno inizialmente, tenendo conto delle idee che ho per il seguito della raccolta, cercherò di dare ai capitoli un ordine cronologico.

Grazie mille per l’attenzione e buona lettura a tutti!

 

Personaggi: Kakashi Hatake, Sakumo Hatake

Rating: Verde

Contesto: Contesto generale/Vago

Note: One-shot

Genere: Triste, malinconico

 

My lovely daddy, my guilty daddy

 

 

« Papà? », ti chiamai con la mia voce curiosa ed un po’ incerta, mentre mi tenevi la mano.

« Dimmi, Kakashi », ti voltasti verso di me con un dolce sorriso di cui però percepii la falsità, ed un’espressione di tenerezza sul volto.

« Perché la gente ti guarda così male? », ti domandai, rivolgendoti il mio sguardo dubbioso ed esprimendoti il più grande dubbio che in quel momento mi assillava, il più grande dubbio che poteva avere un bambino, mentre intorno vedevo quegli sguardi sottili ed ombrosi rivolti a noi. A te

« Non lo so, figliolo », mi confessasti abbassando lo sguardo, mentendomi.

« Hai fatto qualcosa di brutto? Le cose brutte non si fanno… », ti dissi io, con lo stesso tono di voce tenero e con una punta di monito che avevi tu quando mi dicevi che all’Accademia dovevo fare il bravo.

Sospirasti.

« Sì, hai ragione. E ora lo so anche io… »

 

 

Ricordo come le persone fossero cambiate in fretta, in un rapido batter di ciglia. Mutate dalla gentilezza al rancore, come se fino ad allora non avessero fatto altro che recitare una parte per poi mostrare quello che realmente avevano sempre provato e tenuto dentro.

Ricordo ancora quando da bambino non capivo, non riuscivo a spiegarmi perché quelle stesse persone, così di punto in bianco, avessero cominciato a vederti con diffidenza. Eri sempre stato ammirato e  apprezzato da tutti, e anche da me. Eri invidiato come uno dei più valorosi ninja del villaggio, e ora, dalle stesse persone che ti avevano tanto lodato, eri ripudiato.

Ricordo i loro sguardi, che io non capivo. Non sapevo dare una spiegazione all’odio che vi leggevo dentro, e mi maledicevo per essere solo un bambino troppo stupido per capire e troppo piccolo per sapere.

Ricordo che tu non mi dicevi alcuna parola in proposito. Restavi in silenzio, accusando i colpi della gente, ma di fronte al mio infantile sguardo curioso e preoccupato non dicevi alcuna parola. Sospiravi, ti sentivi frustrato, ma nessuna parola usciva dalla tua bocca. Ti voltavi per non dovermi guardare negli occhi. Ti vergognavi, perché non avevi il coraggio di rivolgere uno sguardo a tuo figlio. O forse avevi paura, paura che queste voci potessero avere ripercussioni anche su di me e sul mio futuro.

Ricordo che ero un bambino, e che cercavi solo di proteggermi dal mondo… Da un mondo così crudele che ti stava giudicando colpevole. Colpevole di qualcosa che tu avevi fatto, un’azione che avevi reputato giusta, ma che in realtà era sbagliata, tremendamente errata. Eri certo che quella fosse la scelta migliore, ma ti era costata più caro di quanto tu immaginassi.

Ricordo come in quel periodo non ci fosse alcuna scintilla nel tuo sguardo quando ti chiedevo di allenarmi. Era uno sguardo spento, come se ciò in cui avevi sempre creduto si fosse spezzato irrimediabilmente e ti avesse lasciato qualcosa dentro, una triste consapevolezza che non avresti mai voluto provare. Un sorriso tirato nascondeva come fossi quasi arrivato a disprezzare ciò che mi stavi insegnando. Mi domandavo allora se ti avessi deluso, se un mio comportamento arrogante ti avesse dato prova della mia incompetenza. Mi domandavo se non fossi più contento di me perché io volevo diventare come te, perché ti ammiravo e perché volevo imitarti in quello che facevi. Forse era di questo che avevi paura… Vedevi in te qualcosa di sbagliato che non volevi che ereditassi.

Ricordo che quella missione mi aveva preoccupato più di quanto non facessero le altre, nonostante cercassi di non mostrarti le mie debolezze perché non ne soffrissi anche tu. Ma eri tornato. Dopo giorni, eri tornato da me, e questa era la mia gioia. Eri la sola cosa che mi restava al mondo dopo che se n’era andata anche la mamma. Se stavamo insieme, non eravamo più soli…

Ricordo, purtroppo, anche di come al tuo ritorno tu fossi diverso… Quella missione ti aveva cambiato, ma io continuavo ad ignorarne il motivo. Eri tu a non farmene parola.

Ricordo che qualcuno ti disse che eri feccia. Ti chiesi il motivo di quest’accusa, e tu mi risposi che le regole andavano sempre rispettate, ignorando la mia richiesta. E allora mi chiedevo se fosse perché avevo sbagliato, poiché sapevo che tu eri sempre corretto e mai una volta avevi disobbedito ad un ordine.

Ricordo come poi questo atteggiamento che ti veniva riservato dagli abitanti della Foglia ti avesse abbattuto più di quanto tu non dessi a vedere. Ti eri dimenticato che però i bambini sanno essere più svegli e perspicaci di chiunque altro.

Ricordo come volevi mostrarti forte, noncurante di tutto questo quando ti trovavi di fronte agli scherni altrui, e di come poi fallivi tradendo un sospiro amareggiato.

Ricordo infine di come feci la dolorosa scoperta della tua fine…

 

Ricordate, ricordatelo sempre, quando vi dicono che le regole sono fatte per essere infrante, quasi sempre qualcuno muore per questo atto imprudente.

 

 

Vi prego, fan di Kakashi, non uccidetemi per questo obbrobrio che è il capitolo!>_<” l’ho riletto e riguardato un sacco di volte, più di così non so migliorarla…*me prega in ginocchio e incrocia le dita sperando in bene*

Beh… Accetto qualsiasi critica e/o consiglio! Spero lascerete qualche commento, che è sempre ben accetto qualsiasi cosa vogliate dirmi!

Grazie per aver letto, al prossimo capitolo della raccolta!=)

WolfEyes

 

La pubblicazione di questa fanfiction non ha scopo di lucro. I personaggi sono esclusivamente di proprietà di Masashi Kishimoto. Io, in quanto sola autrice, mi limito a raccontare di loro.

  
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