Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: samek    08/09/2011    6 recensioni
E se i suoi amici non fossero riusciti a fermarlo e Jon fosse tornato da Robb, cosa sarebbe successo?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Game of Thrones/A Song of Ice and Fire.

Pairing: Jon Snow/Robb Stark.

Rating: Pg15.

Beta: caska_langley (l’ha letta in anteprima ♥)

Genere: Introspettivo, Erotico (?), Romantico.

Warning: Incest, Slash, What if...?

Words: 1206 (fiumidiparole).

Summary: E se i suoi amici non fossero riusciti a fermarlo e Jon fosse tornato da Robb, cosa sarebbe successo?

Note: Scritta per questo prompt lanciato da renrenren3 su kinkmemeita. Si colloca proprio alla fine di “Il Grande Inverno”, dove fin’ora sono arrivata a leggere, e della season 1 di Games of Thrones.

Il titolo della storia è un verso di “It’s my life” dei Bon Jovi. ¹

È la mia prima fic su ASOIAF ed una What if…? – ripeterlo non fa male #lettoreavvisato – ma, uhm… be’, da qualche parte si dovrà pur cominciare, no?

 

DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ù_ù

 

This is for the Ones who Stood their Ground

La notte era fredda, in quelle terre, sulla punta estrema del Tridente. Il vento s’insinuava tra le tende, scivolando sulla stoffa liscia e mormorando tra le pieghe, tra i rami degli alberi, sul fiume. Robb si rigirò sulla branda, il corpo pieno di lividi che protestava ad ogni respiro, le dita infilate tra il pelo di Vento Grigio, accoccolato accanto a lui.

Il primo ad accorgersene, come al solito, fu proprio il meta-lupo. Drizzò le orecchie ed annusò l’aria, poi si tirò su e trotterellò fuori dalla tenda. Complice il sonno e la stanchezza, il ragazzo non vi diede troppo peso; probabilmente era solo andato a caccia, se avesse fiutato qualche pericolo gli sarebbe rimasto accanto.

Quindi, quando sentì la tenda frusciare di nuovo, aprì un occhio solo e venne colto di sorpresa dalla figura che s’insinuò tra i lembi dell’apertura. S’irrigidì e chiuse la mano attorno all’impugnatura della daga nascosta sotto al cuscino, continuando a fingere di dormire. Non c’erano guardie fuori dalla sua tenda, aveva sempre pensato che Vento Grigio fosse una protezione più che sufficiente.

Sentì l’intruso avvicinarsi a passi silenziosi e fermarsi a forse un metro da lui.

Immobile, Robb attese. Che diavolo stava facendo? Se era un sicario, perché non agiva? Nel momento in cui lo sentì chinarsi sopra di lui, si rigirò e gli puntò la lama alla gola.

Rapido come un serpente, l’intruso gli premette una mano pallida sulla bocca. «Fermo, Stark, sono io» sussurrò, e lui non avrebbe mai potuto confondere quella voce.

Lentamente, alzò la mano libera e gli tirò giù il cappuccio, rivelando una profusione di ricci neri come la notte. «Jon…» Osservò incredulo il volto bianco del suo fratellastro, ritirando con attenzione la daga. Sto sognando, pensò, Jon non è qui, è sulla Barriera.

Lui spostò la mano. «Non agitarti, è stata un’impresa arrivare fino a qui senza attirare l’attenzione» E Lady Stark non aspettava altro che un pretesto per fargli tagliare la testa, ne era certo, ma abbastanza furbo da non dirlo davanti a suo figlio. «Perché non ci sono guardie fuori dalla tua tenda?»

«Non mi servono guardie, ho Vento Grigio» rispose Robb, mettendosi seduto e rendendosi conto, con un certo imbarazzo, che il suo lupo non era affatto lì con lui.

«È corso incontro a Spettro appena ci ha fiutato. Potresti tenere almeno il tuo attendente» gli fece notare Jon, accucciandosi in un angolo della sua branda.

«Russa come un orso. E poi ha paura di Vento Grigio» spiegò Robb, sentendosi patetico. Suo fratello aveva ragione; Re del Nord l’avevano chiamato gli alfieri di suo padre – i suoi alfieri, ora – e i lord del sud, ma  si era appena comportato come un ragazzino.

Allungò una mano a sfiorare i ricci scuri di Jon, non riuscendo ancora a credere che fosse davvero lì – Adesso si dissolverà come un sogno – e li trovò soffici e umidi di rugiada sotto le dita. Trattenne il fiato e lo rilasciò solo quando lo attirò a sé per la nuca e lo strinse in un abbraccio. «Che ci fai qui, Snow?»

Impacciato come al solito, Jon ricambiò la sua stretta, poi – dopo un momento – mandò agli Estranei ogni accortezza e si aggrappò a lui quasi con disperazione. Dei, quanto gli era mancato, lui e la sua imbranataggine nel ricevere gesti d’affetto, come se pensasse di non meritarne.

«Dove altro dovrei essere?».

Robb si scostò con cautela, appena il tanto da incontrare i suoi occhi neri. Nonostante il buio, adesso, da quella breve distanza riusciva a scorgere le ombre scure che solcavano le sue palpebre, le guance smagrite, la barba sfatta. I suoi abiti odoravano di polvere, le nocche delle sue mani erano arrossate dai venti, secche, spaccate. Doveva aver viaggiato per quasi un mese, in fuga, dormendo all’addiaccio o in bettole da quattro soldi, alla merce di ladri e briganti.

«Dovresti essere sulla Barriera. Hai prestato giuramento, sei un Guardiano della Notte» rispose infine, malgrado la domanda fosse retorica.

«Non potevo restare lì. Tu sei qua e nostro padre è morto. Il mio posto è al tuo fianco» asserì Jon senza incertezze.

Oh dei, perché questo? Suo fratello era un traditore.

«Jon… cosa hai fatto?» mormorò allibito.

Lui chinò il capo, e Robb capì che si vergognava della propria fuga, ma non era pentito. «Quella non è la mia casa» disse «Non quando tu sei qui».

Quella confessione lo colpì più di quanto volesse ammettere. E lo fece sentire in colpa. Quante volte aveva immaginato, desiderato, pregato che Jon fosse lì con lui? Gli dei avevano esaudito la sua richiesta ed ora doveva affrontarne le conseguenze.

«Non puoi restare, ti scopriranno e non voglio essere costretto a giustiziarti». La mano che decide la sentenza deve anche impartirla. «Va verso il Mare Stretto e salpa per le Città Libere con la prima nave che trovi» lo esortò.

«Puoi scordartelo, Stark. Non fuggirò come un coniglio davanti agli assassini di nostro padre» dichiarò Jon. Anche i bastardi avevano un onore. «Resterò nelle retrovie, in mezzo alla cavalleria, dove nessuno potrà riconoscermi. Indosserò vestiti da contadino e mi farò crescere la barba».

Robb lo prese per le spalle, desiderando scuoterlo. «La vendetta non ci restituirà nostro padre».

«Ma mi impedirà di perdere anche te». Il viso pallido di Jon era impenetrabile, i suoi occhi due schegge d’ossidiana.

Dopo un silenzio che parve infinito, il giovane Lord Stark imprecò. «Sei un maledetto testardo, Snow». Anche lui desiderava la vendetta, bruciava dalla voglia di squarciare la gola di Re Joffrey e quella della Regina Madre Cersey, ben più di quanto avesse fatto mostra davanti alla propria madre e ai lord del proprio seguito.

Il suo fratellastro sorrise. Uno di quei sorrisi piccoli e furbi che aveva solo per lui. E Robb crollò. Ghermì una manciata dei suoi ricci e baciò quella bocca troppo simile a quella di suo padre. Jon gli cadde addosso, preso alla sprovvista e si puntellò al suo cuscino per non schiacciarlo. Le sue labbra erano impacciate e ruvide sulle sue, affamate. Il suo odore familiare, la sua pelle sapeva di neve e di vento e di casa più di qualsiasi altra cosa.

«Quindi posso restare qui, stanotte?» bisbigliò, tirando uno dei suoi riccioli rossicci. Il suo tono era un po’ troppo vittorioso per i gusti di Robb.

Ribaltò le posizioni, scaraventandolo a terra e cadendo su di lui, insieme alle coperte di pelle d’orso e di lupo che venivano da Grande Inverno. «Dovrai nasconderti prima dell’alba» rilevò, spingendo un ginocchio tra le sue gambe.

Jon strattonò la tunica grezza che gli faceva da vestaglia, un indumento sdrucito ma ancora utilizzabile, sfilandogliela dalle spalle. «Sarò silenzioso come un’ombra» promise, sfregando la bocca contro la traccia di barba sulla sua mascella.

«E dovrai allontanare Spettro nei boschi. È troppo riconoscibile». Robb gli morse il collo, strappandogli un ansito, slacciò il fermaglio del suo mantello e sentì le sue unghie piantarsi nei lividi sulla propria schiena.

«Il mio lupo è molto discreto». Jon rotolò su di lui e gli inchiodò i polsi al suolo, come aveva fatto mille volte in mille giochi, mille bisticci, mille nascondigli.

Finirà male, avrebbe dovuto dirgli Robb. Sono terrorizzato. Mi hanno nominato Re del Nord, mi hanno prestato giuramento. Non sono pronto, non siamo pronti.

Sospirò, invece. «L’inverno sta arrivando» Lord Stark si inarcò, facendo leva sulle spalle martoriate per raggiungere la sua bocca, e chiuse gli occhi.

 

FINE.

 

¹. Questa è per coloro che costruiscono la propria strada.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: samek