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Autore: Astrid 5E    08/09/2011    2 recensioni
Chi non ha mai pensato al fatto che Peach si faccia prendere troppe volte da quel furbone di Browser? Ebbene, non siamo gli unici. C'è anche un' altra persona che la pensa allo stesso modo. Una persona con uno strano cappello in testa ...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci ancora qua! Alla fine pian piano ce l’abbiamo fatta e siamo arrivati al capitolo principale! 
Bene, senza ulteriori indugi e senza soffermarsi troppo sui miei ormai ricorrenti ritardi (questa volta è stato il mio computer a fare “pluff” … lo ammetto siamo tutti un po’ fuori di testa qui … ), si dia inizio a questo nuovo capitolo …
 
“ Il castello di Bowser “.
 
Il nostro gruppetto, come al solito, sta camminando.
Cammina da ore. Come al solito.
Il paesaggio che li circonda è sempre lo stesso. Come al solito.
Ma nell’aria si avverte una leggera tensione.
Anche le nuvole sembrano pian piano diventare sempre più scure. …
Strano!
Luigi cammina avanti, silenzioso.
Gli altri due lo seguono a ruota, guardandosi intorno.
Yoshi, che prima sembrava tanto contento di poter ammirare da cima a fondo gli alberi verdi, le stradine gialle e di tanto in tanto le casette rosse a pois bianchi dei toad, ora avrebbe preferito non vederci affatto.
Più proseguono con il viaggio, infatti, più lui osserva con orrore la natura degradarsi,  gli uccelli volare via e le strade assottigliarsi, quasi fino a sparire.
Pian piano, sul tetro paesaggio, piomba un profondo silenzio.
Senza accorgersene, il nostro piccolo draghetto, inizia a tremare.
<< Accidenti. Questo posto non è cambiato per niente >> .
La voce seccata di Mario risuona, trascinata dal vento che si è appena alzato.
Luigi ha lo sguardo fisso davanti a sé.
Vuole risolvere al più presto questa faccenda per poi tornare a casa e discuterne con lei.
<< Ci … ci vuole ancora molto? Voglio dire … siamo … siamo al sicuro, non è vero? >> chiede tremante Yoshi.
<< Al sicuro? Ma dove! Svegliati e smettila di tremare! Quel “ coso ” non è poi così spaventoso come dicono >> .
Luigi si gira verso i due.
<< Tranquillo, Yoshi, non c’è niente di cui aver paura >> dice il cappello verde, rivolto al drago.
<< Non ascoltare lui >> continua indicando il fratello imbronciato << È solo spazientito >> .
Yoshi deglutisce, sentendosi un po’ più sollevato.
Avrebbe fatto il suo lavoro al meglio. Avrebbe ritirato quei soldi!
Convinto ora più che mai, il draghetto fissa dritto negli occhi Luigi, annuendo deciso.
L’altro per tutta risposta gli sorride.
Così, riprendono il viaggio.
Ben presto però, le nuvole da grigie diventano sempre più nere, fin quando non incomincia una pioggerella fitta e insistente.
A giudicare dal paesaggio non deve essere la prima volta che piove, questa mattina.
“ E se non è la prima volta, allora … “ .
Avuto come un lampo di genio, il cappello verde si guarda intorno circospetto, come in cerca di un qualcosa. …
 
Sembra che il tempo non passi mai, quando Luigi si imbatte finalmente in qualcosa.
Mario, posato un attimo lo sguardo su di lui, lo raggiunge interessato.
<< Che hai trovato? >> gli chiede curioso.
L’idraulico verde rimane ancora fermo ad osservare quella leggera impronta sulla strada fangosa.
Eccola.
Fin da prima ne cercava una, ma non ne aveva trovate.
<< Un’orma! >> .
Lo Yoshi, avvicinatosi anche lui, sgrana gli occhi sorpreso.
<< Sì, un’orma. Probabilmente ce ne erano altre anche prima, ma non ce ne siamo accorti >> .
<< Dici? Come fai ad esserne sicuro? >> chiede Mario al fratello osservando l’impronta, sicuro di poter indovinare a chi appartenesse.
<< Guarda il cielo, Mario >> gli risponde Luigi << In questa zona piove spesso, anche più di una volta al giorno. Se prima di questa ci fosse stata un’altra pioggia, ho pensato che avremmo potuto trovare delle impronte, se qualcuno fosse passato di qui. E per l’appunto …  >> .
Yoshi pare stupito e dalla sua bocca esce solo un piccolo “ Wow “ quasi impercettibile.
L’idraulico rosso sbuffa.
<< Luigi, tu fai dei discorsi troppo complicati … >>
<< Peach >>  taglia corto l’altro.
<< Peach è stata qui, Mario. Lo dovresti aver già capito >> .
Per tutta risposta, l’idraulico rosso gira la testa di lato.
<< Sì, sì, lo sapevo già questo! Forza, continuiamo! Non perdiamo tempo! >> .
Mario si incammina, seguito dagli altri due.
Aveva cercato di interrompere in fretta il discorso perché si era sentito a disagio.
Era la prima volta che vedeva quello sguardo gelido negli occhi del fratello; in un certo senso … si era un po’ spaventato. …
Il nostro gruppetto ricomincia il viaggio, ma poco dopo, tra le nuvole, si scorge lontano la cima rosso porpora di una torre bluastra: il castello di Bowser è vicino.
Arrivati sotto le mura i tre alzano lo sguardo alla ricerca di una fine a quel castello immenso, circondato da nuvole.
Non ci sono dubbi. Questo è il castello di Bowser.
Sono arrivati.
Luigi continua a guardare in alto.
<< Mh. Il vento sta portando via le nuvole; sta già finendo di piovere. Tra poco dovrebbe tornare il sereno … >>  sussurra più rivolto a sé che agli altri.
<< Bé allora che si fa? Andiamo? >> si gira poi indietro.
<< Ovvio che sì! >> gli risponde il fratello.
<< Prima la finiamo qui, prima ce ne torniamo a casa! >> .
La tensione sembra essere scomparsa e i tre si preparano ad entrare.
L’enorme portone si apre lentamente, con un cigolio assordante .
<< Mamma mia! Quanto pesa! >> . Mario si asciuga la fronte madida con il dorso della mano.
<< Su! Entriamo! >> continua poi.
<< Dov’è che stava la stanza finale Lui … ? >>
Non fa in tempo a finire la frase che l’idraulico rosso precipita giù … giù … giù … sempre più giù.
Il verde baffuto si affaccia sul tubo verde dove era caduto il fratello.
<< La stanza è sotto, in fondo al tunnel verde. Bravo fratello! Vedo che la memoria non ti inganna >> .
<< Ma stai zitto, tu! >> . La voce di Mario risuona dal basso, dolorante e irritata.
<< Che aspettate?! Scendete pure voi, forza! >> .
In men che non si dica gli altri due raggiungono l’idraulico rosso.
Poi, si guardano attorno.
Eh, no. Questa non è la stanza finale.
<< Un … corridoio? >> chiede Mario, incredulo.
<< Sì, un corridoio >> .
<< E anche mal tinteggiato, a quanto sembra … >> .
I due fratelli guardano storto il draghetto che, avvicinatosi al muro, lo osserva con sguardo da intenditore, con una mano sul mento.
<< Yoshi … ti pare questo il momento? >> . Luigi alza un sopracciglio.
<< Ah … scusate >> .
<< Forza. Continuiamo per questa strada. Voglio vedere dove andiamo a parare >> sospira seccato Mario.
Luigi alza le spalle.
<< Non abbiamo altra scelta >> .
 
Il rumore dei passi riecheggia sulle pareti.
Il corridoio stretto e lungo è illuminato da qualche torcia appesa qua e là sui muri.
I due fratelli girano lo sguardo circospetti, pronti a tutto.
Ma sembra che di nemici non ce ne sia neanche l’ombra.
Strano!
<< Ah! Ma quanto ci vuole?! >> urla spazientito Mario.
Luigi gira ancora lo sguardo e nota qualcosa.
<< Poco, direi; guarda là: ci sono delle scale, là in fondo >> .
Il cappello verde indica la scalinata grigia proprio davanti a loro.
<< Dove porterà? >> chiede timido Yoshi.
<< Sarà il caso di scoprirlo >> sbuffa l’idraulico rosso.
Detto fatto salgono uno dopo l’altro gli scalini.
Man mano che procedono però, qualcosa in loro incomincia a fremere e li spinge ad avanzare sempre più veloce, scalino dopo scalino, fino a ritrovarsi in cima, completamente senza fiato.
<< Aah! Queste scale sono lunghissime! Non ce la facevo più! Mi manca il respiro! >>
<< Non farla tanto lunga per un paio di scalini, ora! >>
<< Cosa?! Luigi ma sei impazzito?! Guardati! Anche tu hai il fiatone non credere di prendermi in giro! >> .
<< Ragazzi … >> .
<< E anche se fosse?! Ti ho detto di non lamentarti! >>
<< Il bue che dice cornuto all’asino! >>
<< Cosa?! >>
<< Ehm … ragazzi … >> .
I due fratelli si girano furiosi verso lo Yoshi.
<< Che vuoi?! >> gli ringhiano in coro.
Il draghetto sobbalza impaurito e indica tremante il centro della sala, illuminata da un enorme lampadario di cristallo giallo.
La stanza è completamente decorata da tappeti rosso porpora sui muri e sul pavimento; le tende, dello stesso colore hanno un ricamo d’oro sui bordi. Al centro, vi è un enorme tappeto rosso con i bordi dorati che percorre tutta la stanza fino ad arrivare ai piedi di un grosso trono di legno intagliato, con i braccioli e il sedile rigorosamente rossi, in cima ad una piccola scalinata.
Al centro di questa sala, dicevamo, sotto il lampadario c’è un piccolo tavolino di legno con sopra una tovaglietta, bianca.
Ai lati del tavolino ci sono due sedie, sulle quali sta seduto qualcuno.
Gli occhi dei nostri eroi incontrano quelli delle persone sedute.
Con le tazze ancora fumanti e la bustina del the immersa nella teiera, un paio di occhi azzurri e un paio di occhi neri osservano sbigottiti i due fratelli urlanti e il draghetto spara uova.
Mario e Luigi devono sbattere più volte le palpebre per rendersi conto della situazione.
<< Pe … Pe … ? >>
<< Bowser! >> .
La voce di Yoshi si espande nella sala.
Tutti gli occhi sono puntati su di lui.
Un’enorme tartaruga puntuta verde e gialla, con una strana cresta rossa, si alza faticosamente dalla piccola sedia e si sistema i bracciali neri ai polsi.
Anche l’altra figura, più snella e aggraziata, si alza, poggiandosi al tavolino, con espressione preoccupata.
Bowser struscia un piede a terra e si schiarisce la voce.
<< Sei … siete voi … Bowser? >> .
La voce dello Yoshi sembra lievemente più instabile.
<< Sì, sono io … >> . La voce scura e profonda della cresta rossa copre qualsiasi altro rumore.
Mario stringe i pugni.
Con gli occhi accecati dalla rabbia fa per lanciarsi contro il tavolino e una chioma bionda.
<< No. Fermati. Non adesso >> gli sibila Luigi, serio in volto.
“ Non adesso. Non mandare a monte la mia missione ”.
Il draghetto fa un passo deciso verso l’altro drago, smisuratamente più grande.
<< Signor … signor Bowser … >>
<< … Sì … ? >>
<< … Lei adesso … adesso, lei … >> .
Per qualche attimo nell’aria piomba una forte tensione.
Che Yoshi voglia fare un colpo di testa?
Il drago diviene sempre più serio, quasi accigliato.
Prende un bel respiro, gonfia i polmoni e …
<< … Lei deve pagare le bollette di questo mese! E io sono venuto qui per ritirare i soldi! >> .
Urla tutto d’un fiato e continua a fissare il vuoto a testa alta, con le guance arrossate.
La tensione si spegne come un  fuoco sott’acqua.
Bowser pare stupito, come tutti del resto.
Poi sembra ricordare qualcosa e gli si illuminano gli occhi.
<< Ma certo! Le bollette! Ecco che cosa mi ero dimenticato! >> dichiara, sbattendosi una mano sulla fronte.
Mette una mano dietro l’enorme corazza e ne tira fuori un portafogli nero lucente.
<< Ecco cosa mi ero dimenticato! >> ripete rivolto stavolta alla ragazza vestita di rosa che lo fissa ancora preoccupata.
<<  È stato difficile arrivare fin qui, penso che tu sia stanco, eh? >>
<< Beh, abbastanza … >> . Il piccolo Yoshi si sta pian piano calmando.
<< Mi scusi signor Bowser, se mi permette … >>
<< Sì, dimmi >>
<< Non vorrei essere indiscreto … >>
<< Insomma, basta con tutte queste formalità. Arriva al punto >> .
Il draghetto esita.
<< Mi chiedevo come mai ci fosse un tunnel proprio davanti al portone del castello >>
Bowser ci pensa un po’ su.
<< Ah! No è che un tempo dal tunnel si arrivava dritto dritto alla stanza finale >> e dicendo questo guarda per un attimo di sottecchi i due fratelli  << Ma  poi ho fatto re arredare il castello e ho voluto cambiare un po’, così ci ho costruito un corridoio; buffo, no? >>
<< Sì, anche se il corridoio sarebbe da ritinteggiare >>
<< Beh, hai ragione!  vedo che te ne intendi, eh? Ahahahah! >>
<< Ahahahahah! >> .
*SBONK!*
<< Ma dico! Vi pare questo il momento di trastullarvi così?! >> .
La discussione viene interrotta da Mario, adirato come non mai.
Yoshi si massaggia la testa dolente.
Luigi,  cerca di calmarsi per riuscire a controllare anche il fratello. Quando alza la testa, lo vede avanzare minaccioso verso la cresta rossa e la folta chioma bionda.
Allarmato allunga una mano per cercare di fermarlo, ma i passi del berretto rosso sono più veloci e gli sfugge di poco.
L’avanzata di Mario viene fermata da Bowser, che gli si para davanti, avvertito il pericolo.
<< Ehi >> gli fa guardandolo dall’alto verso il basso.
La sua voce non è più tranquilla e risuona più cupa di prima.
<< Ehi >> scimmiotta Mario guardandolo dal basso (e basta) con sguardo minaccioso.
<< Togliti dai piedi, brutto grassone >> .Dicendo questo, lo scansa da un lato, spingendo con tutta la sua forza su quella pancia a righe.
Non è la tartarugona OGM il suo obiettivo, ora. È lei.
<< Peach … >> . il tono lugubre di Mario non promette niente di buono.
La principessa bionda ha uno sguardo misto fra la rabbia e la paura.
<< Mario … no! >> . Luigi cerca di raggiungerlo quando …
Poco prima che il guanto dell’idraulico rosso sfiorasse il vestito rosa della bionda, dall’alto una lunga corda nera fa piombare sulla scena un’altra figura femminile.
Daisy si frappone fra i due, con sguardo serio.
Atterra poggiando delicatamente i piedi. Poi schiaccia un pulsante sulla spalla sinistra che riavvolge la corda nel piccolo zaino nero che porta dietro la schiena.
Indossando una tuta nero lucente con un fiore bianco e blu sul petto, la principessa scosta via con una mano il cappello rosso.
Il baffuto è sorpreso, così come gli altri.
<< Daisy … >> .
La ragazza si gira verso chi ha parlato e lo fissa, seria.
Poi si rivolge a Mario : << Stalle lontano. Se devi sfogarti fallo, ma a parole. Avvicinati ancora e sei finito. >> .
L’idraulico è costretto a deglutire e a distogliere lo sguardo.
D’un tratto la principessa sospira e si massaggia la fronte; abbassa le spalle rigide e fa qualche passo più in là, allontanandosi dai due litiganti.
Peach, rimasta fino ad ora in silenzio, la  osserva allontanarsi e riacquista maggiore fiducia in se stessa.
Distolto lo sguardo da Daisy, Mario si volta verso Peach, con l’intento di vuotare finalmente il sacco.
<< Allora! Biondina! Dammi una spiegazione! >>
<< Che spiegazione dovrei darti, scusa! >> controbatte la bionda principessa seccata.
<< … Senti cocca! La devi piantare di fare l’adolescente ribelle, che l’unico che ci rimette poi sono io! >> .
Si preannuncia una lunga guerra verbale.
<< Ma chi ti ha mai detto niente! >> risponde appunto Peach << Non è certo colpa mia se tu vieni qui ogni volta e mi rovini il divertimento! Non te l’ho mai chiesto, ma è da anni che continui a farlo! >>
<< Brutta nanerottola platinata!! >>
<< Sono bionda! Bionda!! Comprati gli occhiali, palla di grasso! >> .
<< Io, veramente, se può servire un paio di occhiali ce li ho … >> .
Il povero Yoshi non ha tempo di dire altro.
<< MA STAI ZITTO TU! CHI MAI SI METTEREBBE QUEGLI OCCHIALI COSI’ SCHIFOSI?! >> gli urlano in coro i due (per la vostra incolumità,che nessuno si azzardi a dire che sono uguali +.+” ).
Il nostro povero piccolo Yoshi si ritira con le lacrime agli occhi.
… Poverino. Troverà mai un attimo di pace questo nostro piccolo drago?
<< Ara, ara. Ragazzi, calmatevi. Avevo detto a parole, ma c’è un limite a tutto >> sospira nuovamente Daisy, alzando le spalle.
<< E tu, invece? Per quale motivo sei qui? >> le chiede speranzoso.
Lei lo guarda seria, di nuovo.
<< Luigi. Come sarebbe a dire? È un ordine dall’alto. >>
<< Non me ne avevi parlato >> . Sembra leggermente dispiaciuto.
<< Non ho potuto farci niente, scusa. Adesso il mio obbiettivo principale è  riportare a casa la principessa-emotivamente-instabile sana e salva >> continua lei con un sorriso amaro sulle labbra.
<< Ehi! Io non sono emotivamente instabile o quello che hai detto tu! >> urla la principessa Peach verso la direzione di Daisy e Luigi, avendo sentito il discorso della ragazza.
<< Sì, certamente. >> le risponde l’altra, con tono apatico.
La bionda ne è innervosita.
<< Non fare finta di ascoltarmi quando parlo! >> .
<< E tu non lasciare un discorso in sospeso, biondina dei miei stivali! >> la richiama Mario.
<< Ma chi ti ha mai preso in considerazione! … Brutto … ! >> .
La discussione sembra andare ancora per le lunghe.
Bowser cerca disperatamente di calmare entrambi, senza riuscirci.
<< Ad ogni modo >> continua Daisy, impassibile << La mia missione è quella di mantenere incolume Peach >> .
A luigi fa impressione la sua capacità di mantenere i nervi saldi.
<< Sono dovuta intervenire e mandare a monte la mia copertura, quando siete arrivati voi >> .
Alza lo sguardo da Mario e Peach, per fissare i suoi occhi color ghiaccio su quelli azzurri dell’idraulico.
<< Mi sembrava che evitare che Mario facesse mosse azzardate fosse compito tuo, o mi sbaglio? >> .
Il suo sguardo è duro e gelido.
<< È quello che stavo per fare. Ma poi sei piombata tu. Se solo mi avessi lasciato il tempo … >>
<< Scuse. E ora non abbiamo tempo per  quello >> taglia corto lei.
<< Che vuoi dire? >> ,
Gli occhi di Daisy si muovono veloci da una parte all’altra della stanza, per poi ricadere su quelli del suo interlocutore.
<< Che non c’è più tempo. E lei ci serve >> . Dicendo questo indica con il pollice la principessa Peach sbraitante.
<< Peach? >> chiede Luigi.
<< E per quale motivo? >>
<< Trattative >> gli risponde la ragazza, incrociando le braccia.
<< Con uno di Laffuori >> .
<< Quindi dobbiamo andare a Laffuori? >> . Luigi pare stupito.
<< Esattamente >> annuisce lei << Devo trattare con uno di lì e per farlo ho bisogno di Peach >> .
<< È … inclusa nella trattativa? >> esita l’idraulico.
<< Insomma … è stata una richiesta del cliente >> . Daisy fa una smorfia e distoglie lo sguardo, leggermente seccata.
<< Capisco >> sospira il baffuto verde. Poi alza nuovamente gli occhi.
<< E a te va bene così? >> .
La principessa non gli risponde subito. Incrocia lo sguardo con Luigi, poi lo abbassa, severo, per poi fissarlo sull’altra principessa bionda; Peach si è accovacciata a terra accanto  a Bowser, cercando di consolarlo.
Quella tartaruga, infatti, non riuscendo a fermare Mario e la bionda principessa che litigavano, nel panico e la confusione, si era messo a piangere.
<< Alla faccia del super nemico cattivo! >> ride sarcastico Mario, prendendolo in giro.
La cresta rossa tira su con il naso, per poi replicare: << Vai al diavolo! Tu non capisci come ci si sente ad essere un’enorme tartaruga stegosaura  isolata dal mondo! Sono sempre da solo in un castello così grande! E per giunta mi danno anche del cattivo! Non è colpa mia! Non l’ho scelto io di nascere così! >> .
Detto questo, ricomincia a singhiozzare.
<< Oh, su, calmati, dai! A me non fai paura. Verrò a prendere il the con te tutti i giorni >> gli sussurra dolcemente Peach.
<< Oh! No, eh! Non facciamo scherzi! Che poi a me mi tocca ascoltare quei toad e venire a riprenderti! >> si scalda l’idraulico rosso.
<< Ma sai quanto me ne importa dei toad! Facciano pure come vogliono, ma ti proibisco di venire di nuovo qua e di rompermi le uova nel paniere! >> gli urla contro Peach in preda alla rabbia.
Daisy sospira.
<< Mi dispiace. Non piace neanche a me questa situazione, ma non posso fare altrimenti >> . Un altro sorriso amaro si stende sulle labbra della ragazza.
<< Capisco >> annuisce nuovamente Luigi.
D’un tratto cala fra i due un breve silenzio mentre Mario continua a discutere con Peach e Yoshi sembra svanito nel nulla.
L’idraulico verde fa un bel respiro.
<< Ok, allora; se è questo quello che devi fare, sono con te, ti accompagno >> .
<< Cosa? >> . Daisy alza lo sguardo, spalancando gli occhi.
<< È vero che devi andare a Laffuori e portare Peach, ma insieme potremmo anche trovare un accordo con questo tizio, non trovi? >> continua lui, sorridendole.
La principessa non riesce a trattenere un sorriso sincero, cercando di mantenere il suo aspetto da “ dura ”.
<< E sia! >> .
Poi tira fuori da una tasca della cintura un cellulare nero.
<< Intanto avviso quelli del castello che la missione è stata portata a termine >> .
In poco tempo invia il messaggio, muovendo alla velocità della luce le dita sottili sulla tastiera.
Dopodiché, si volta verso l’idraulico rosso, la bionda e l’OGM piagnucolante; il ticchettio dei suoi stivali neri riecheggia nella sala.
Si avvicina al trio e dà un sonoro pugno in testa sia a Mario che a Peach i quali, storditi e sorpresi, barcollano all’indietro.
Afferrata la biondina per il busto – prima che potesse cadere – infila un enorme ciuccio verde in bocca al drago puntuto. Poi, con la sua solita aria seria, torna nuovamente verso Luigi, che la fissa impressionato e anche un po’ impaurito.
<< Bene. Alla prossima allora. Ora tornerò al castello a mettere in salvo Peach >> gli fa salutandolo appena.
<< … Mh >> annuisce l’altro.
“ Se darle un pugno in testa è il tuo modo di salvarle la vita … “ pensa subito dopo.
<< Vi aspetterò lì >> continua Daisy.
<< Al castello dei toad. Lì ci organizzeremo per la missione. A presto >> .
Dicendo questo si allontana dall’idraulico verde e si avvicina al tavolino. Preme lo stesso pulsante di prima sulla spalla e la corda esce di nuovo dal suo zaino per andarsi ad attaccare chissà dove.
La ragazza preme di nuovo il bottone e viene trascinata su, su, sempre più su.
Luigi ne rimane talmente sbalordito che a stento riesce a richiudere la bocca.
Poi si volta verso quei due rimasti al tavolino: Bowser sembra essersi calmato. Mario non dà segni di vita.
Ci vuole pazienza.
Il baffuto verde sospira …
Dopo aver svegliato il fratello Mario a suon di schiaffoni Luigi gira lo sguardo, alla ricerca di Yoshi.
Già, Yoshi … dove cavolo si è cacciato?!
 
 
<< Ehi, ciao piccolo drago! Cosa fai qua fuori tutto solo soletto? >> .
Il cielo si è liberato dai nuvoloni scuri e il sole è tornato finalmente a brillare.
<< Beh, il mio lavoro, l’ho finito. E poi sembra che io qui sia antipatico a tutti! >> . Il povero Yoshi sta quasi per mettersi a piangere. Di nuovo.
<< No, cosa dici! Non è vero! Sono sicura che in realtà tutti ti vogliono bene! >>
<< Come fai a saperlo, tu … >> dicendo questo Yoshi alza lo sguardo e gli occhi gli si illuminano.
Una piccola nuvola bianca è lì, davanti a lui, con un dolce sorriso circondato da due guance paffute.
<< Ma tu … sei … >> .
La nuvola si schiarisce la voce.
<< Piacere. Io sono … >> ma la nuvola non ha il tempo di presentarsi.
<< … Nuvola Speedy! >> grida esultante il draghetto.
<< Eh?! >> chiede la nuvola, spiazzata.
<< Nuvola Speedy! È la prima volta che ti vedo! Allora esisti davvero! >>
<< No, guarda, penso che tu ti stia sbagliando con un altro videogame o magari un anime. Io non sono Nuvola Coso come hai detto tu! >>
<< Sì! Sì! Sei certamente Nuvola Speedy! >>
<< Questo qui non ascolta. >> .
Da dentro il castello si sente in lontananza la voce di Luigi: << Yoshiiiii!! Dove sei?! >> .
Poco dopo la faccia, la divisa e il cappello verde dell’idraulico compaiono dal portone, seguiti da un drago enorme e un altro idraulico, rosso, che sembra averne prese parecchio. Soprattutto in faccia.
<< Yoshi! Eccoti qua! Forza! Dobbiamo tornare indie … >> . Luigi si ferma un attimo. Poi indica la nuvola.
<< E quella? Cos’è? >>
<< Nuvola Speedy! >> risponde esultante il draghetto spara uova.
<< Non sono una Nuvola Speedy, te l’ho già detto! >> .
Yoshi pare non sentire e con un grande salto piomba sopra la nuvola.
<< Nuvola che?! >> fanno in coro Mario e Bowser.
L’altro baffuto scuote la testa.
<< Ok, non m’importa. Non voglio sapere >> sussurra fra sé e sé.
Rivolto poi a tutti << Su ragazzi, torniamo indietro, verso il castello di Peach >> .
Detto questo si rimette in marcia, seguito dagli altri.
<< Vai Nuvola Speedy! >> urla euforico Yoshi.
<< Non sono una Nuvola Speedy! E poi scendi da qua! Su, da bravo! >> . La nuvola pare spazientita
<< Sììì! >> . Ma l’innocenza di Yoshi non teme confronti, così anche la Nuvola Speedy si arrende ad essa.
<< Non sono una Nuvola Speedy! >>
Oh, scusa.
 
<< Ehi, un momento! >> .
Luigi si volta verso il fratello.
<< Cosa c’è ancora? >> chiede spazientito.
<< Cosa c’è? Mi chiedi cosa c’è? Questo stupido OGM! Ecco cosa c’è! >> sbraita Mario, indicando la rossa cresta  al suo fianco << Perché viene anche lui con noi? >> .
Il cappello verde sbuffa.
<< Non fare tante storie! Guarda che Bowser, se vuole, è una persona migliore di te. Smettila con tutti questi pregiudizi! E comunque è qui perché vuole aiutarci dandoci una mano. Invece di criticare, prendi esempio >> .
<< Aiutarci? Aiutarci a fare cosa? >> continua Mario come se avesse ascoltato solo quella parte del discorso.
Trema leggermente perché in fondo ha già capito a cosa sarebbero andati incontro.
<< La mia missione non è terminata. O almeno … ha cambiato un po’ direzione >> risponde il fratello, quasi senza pensarci.
L’idraulico rosso pare confuso.
<< Eh?! Ma di che cosa vai blaterando? >> gli chiede.
Luigi scuote la testa un po’ teso : << No, niente, non farci caso … comunque sia, la nostra avventura non è finita; arrivati al castello ne affronteremo la seconda parte! E ora su! In marcia! >> . E riprende a camminare.
Mario sembra che abbia ricevuto un asteroide in testa.
<< No … basta … ma perché capitano sempre a me?! >> .
Rivolge uno sguardo accigliato al fratello.
<< Non centrerà Peach anche stavolta! >> .
L’altro, senza distogliere lo sguardo gli risponde, senza fermarsi : << Anche se fosse, tu che scelta avresti? Non ti sarebbe comunque permesso di abbandonare la missione, ricordatelo >> .
Mario pensa un attimo ai funghi con le gambe. Loro lo avevano incastrato. Fin dall’inizio.
<< Lo sapevo! Sempre lei! Oh, ma adesso mi ha stancato! Giuro! Questa è l’ultima volta! Basta! Non ne posso piùùùù!!!!! >> .
L’urlo di Mario si estese per tutta la pianura, ancora di più … ancora di più …
 
START.
Salva. Continua. Esci.
Salva.
Salvare i dati?      Sì.    No.
Sì.
Salvataggio dei dati in corso. Attendere.
[…]
*plin*
Dati salvati.
OK.
Torna a trovarci ancora. …
 
 
Ed eccoci qua! (come inizio, così finisco ^^) eh, sì, amici miei, direi che questa storia si sia momentaneamente conclusa! Nonostante ci abbia messo del tempo sono riuscita a finirla prima che iniziasse la scuola, altrimenti non avrei più potuto concludere. Naturalmente ho intenzione di continuarla – se vorrete – ed è per questo che ho cercato di lasciare un po’ di mistero e farvi interessare un po’ al seguito (ci sono riuscita? 0o0?). Non so se questo capitolo sia venuto troppo lungo, ma non mi andava proprio di spezzarlo in due; doveva essere il capitolo finale … forse ho esagerato? Comunque sia ho scritto tutto quello che volevo scrivere nulla di più, nulla di meno. A seguire carico anche un piccolo extra per scusarmi di essere stata così incostante nel postare nuovi capitoli. Vi ringrazio di avermi seguito fin qui e se vorrete seguirmi anche in futuro, non preoccupatevi! Stavolta al mio fianco avrò niente meno che il boss Bob-omba pronto e carico per lavorare!
E adesso un saluto a tutti voi! Astrid 5E, le bob-ombe e la Nuvola Speedy!
<< Non sono la Nuvola Speedy! Ve l’ho già detto! >>

P.S. Se vi ho incuriosito abbastanza, la prossima volta ci sarà da divertirsi!
 
Questo non è un addio, ma un arrivederci …           (^0^)/ ciaossu~                   A5E.
  
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