Capitolo 2
Destinèe
Destinèe
Quella notte,dunque,mentre si immergeva nel suo animo di poeta,sentì un rumore.
Per quanto il poeta non fosse molto coraggioso,ma bensì facilmente impressionabile,non ne diede molta importanza,giacchè la sua mente era in gran parte fra le nuvole.
All’improvviso sentì qualcuno bussare alla porta d’ingresso (precisiamo che viveva in una stanza,non potendo permettersi altro). Il poeta tornò immediatamente alla sua triste realtà:una misera stanza in cui vivere,debiti che gli arrivavano fino al collo,e per giunta qualcuno che lo disturbava nel bel mezzo della notte.
<< Chi potrà mai essere a quest’ora?>> chiese incerto il poeta alla capretta Djali,che nel frattempo si era messa davanti al suo padrone,le corna pronte a difenderlo. A un certo punto si sentì una voce. Una voce che per il poeta fu qualcosa di incredulo,ma al tempo stesso dolce e angelico.
<< Gringoire,apri!>>. Quella voce fu riconosciuta subito dal poeta,che quasi senza pensarci aprì in fretta la porta,e vi trovò con estrema felicità,e un misto di incredulità e stupore,una zingara di suppergiù sedici anni,i capelli neri e lunghi fino alla vita,occhi verdi e lucidi. Occhi pieni di speranza,ma che al poeta sembrarono carichi di dolcezza.
<< Potresti farmi entrare,per favore?>> chiese la gitana con dolcezza. << Certamente>> rispose cortesemente il poeta,incredulo.
La zingara lo ringraziò con un sorriso. A un certo punto Djali si avvicinò alla ragazza,incerta se si trattasse della sua padroncina.
<< Djali,sono io,Esmeralda,mi riconosci?>> domandò la zingara con un dolce sorriso.
A quelle parole la capretta saltò letteralmente fra le sue braccia,con grande commozione di Gringoire.