Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Fiery    12/09/2011    4 recensioni
Non si era mai accorta di quanto quella camera potesse risultare piccola. La stanza di Stefan non era enorme né esagerata, e questo le piaceva; tuttavia, quella sera aveva qualcosa che non la convinceva. Era soffocante, sembrava essersi rimpicciolita attorno a lei e agli indumenti del ragazzo. Elena sfiorò la stoffa di una camicia abbandonata su una sedia, con un’espressione preoccupata in volto, «Dobbiamo andare a riprenderlo.» non si sorprese quando la voce di Damon fece capolino dalla porta della camera. Il suo tono possedeva un non so ché di rassegnazione mista a stanchezza, ma sapeva che in fondo la preoccupazione stava dilaniando anche lui. Non lo avrebbe mai ammesso, non l’avrebbe mai dimostrato, ma i suoi occhi non mentivano con lei.
«Cosa ti fa pensare che non tornerà?» chiese, ripiegando con cura la camicia per sistemarla nell’armadio.
«Katherine è una stronza manipolatrice, ma riguardo a Stefan di rado mente.»
«Di rado.» ribatté Elena con tono sarcastico, «Mente sempre, pensavo l’avessi capito.»
«Non su Stefan.»
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Timeline: la mattina dopo l’ultima puntata della seconda stagione.

Challenge:

TVG!Fest @ vampiregeometry

Prompt Alaric/Bonnie/Caroline/Damon/Elena/Jeremy/Katherine/Stefan/Tyler - "This is war" [30 seconds to Mars]

Note/Ringraziamenti/Dediche:

─ Il prompt è uscito da uno sclero della magnifica mamma!Laura, provocato da un video che potete trovare qui.

─ I pezzi in corsivo fanno parte, appunto, della canzone “This is war” dei 30 second to mars. Non l’ho inserita tutta, ho pensato fosse il caso di mettere solo i pezzi che racchiudevano le varie caratteristiche di ogni personaggio.

─ Questa è l’ultima one-shot che scriverò per il TVG, che è quasi arrivato ormai alla sua chiusura. Ci tenevo a scriverla, perché volevo dedicarla a tutte le meravigliose scrittrici che hanno fatto parte del fest. Alle tre creatrici Lizzie_Siddal, Shari_Aruna e Sekunden, che devo ringraziare profondamente per avermi fatta accolta con così tanto calore e aver creato un posto dove ho conosciuto persone stupende che mi hanno fatto vivere un magnifico periodo passato a sclerare su twitter, combattere il bashing estremo, dedicarci shot, promptare, creare dal nulla conversazioni multiple, raccontarci le “favole”. *guarda ammiccante zia Aika* La dedica è quasi più lunga della shot e se elenco tutte ho paura di dimenticare qualcuno. Mi limito a dirvi grazie, vi voglio bene.

Disclaimer: I personaggi di “The vampire diaries” non mi appartengono (ma se lo fossero sarei taaaanto felice, sì :D).

 

Dedicata alle magnifiche partecipanti del TVG!Fest.

E ricordatethis is war.

 

 

 

 

This is war

 

 

“A warning to the people
The good and the evil
This is war”

 

Non si era mai accorta di quanto quella camera potesse risultare piccola. La stanza di Stefan non era enorme né esagerata, e questo le piaceva; tuttavia, quella sera aveva qualcosa che non la convinceva. Era soffocante, sembrava essersi rimpicciolita attorno a lei e agli indumenti del ragazzo.

Elena sfiorò la stoffa di una camicia abbandonata su una sedia, con un’espressione preoccupata in volto, «Dobbiamo andare a riprenderlo.» non si sorprese quando la voce di Damon fece capolino dalla porta della camera. Il suo tono possedeva un non so ché di rassegnazione mista a stanchezza, ma sapeva che in fondo la preoccupazione stava dilaniando anche lui. Non lo avrebbe mai ammesso, non l’avrebbe mai dimostrato, ma i suoi occhi non mentivano con lei.

«Cosa ti fa pensare che non tornerà?» chiese, ripiegando con cura la camicia per sistemarla nell’armadio.

«Katherine è una stronza manipolatrice, ma riguardo a Stefan di rado mente.»

«Di rado.» ribatté Elena con tono sarcastico, «Mente sempre, pensavo l’avessi capito.»

«Non su Stefan.»

La sicurezza con cui pronunciò quelle parole riuscì a scalfire per un momento il sarcasmo della ragazza, che richiuse le ante dell’armadio, avvertendo le lacrime iniziare a pizzicarle agli angoli degli occhi. Non sembrava in grado di fermarle, in quei due giorni in cui tutto appariva sfocato e terribile. Tutto ciò che era successo, sembrava non avere intenzione di arrivare a una fine. Sembrava soltanto l’avviso di un nuovo e alquanto più complicato pericolo.

«Cosa possiamo fare per riportarlo qui?»

«Tu non farai niente.» la contraddisse Damon, sostenendo lo sguardo risoluto di lei, «Non è prudente farti avvicinare di nuovo a Klaus, non esiterebbe ad ucciderti una seconda volta. O peggio… a mandare avanti Stefan per farlo.»

Elena si sedette stancamente sul materasso, osservandolo uscire dalla stanza al suono del campanello. Rimase nuovamente da sola, con il dubbio atroce che quella di Damon era la pura verità: Stefan l’amava, ne era sicura e niente avrebbe potuto scalfire quel sentimento, ma allo stesso tempo conosceva i rischi in cui era incappato nel momento in cui era andato da Klaus a cercare una cura. Non sarebbe tornato lo stesso di prima – se fosse tornato – non dopo aver rifatto i conti con la sua vera natura, con quella parte di sé che cercava di combattere ogni giorno da secoli. La parte del cacciatore, del diavolo. Per uno strano scherzo del destino, lui e Damon sembravano essersi scambiati i ruoli.

 

 “A warning to the prophet
The liar, the honest
This is war”

 

«Sei sicuro di essere riuscito a dormire, stanotte?»

Jeremy suonò il campanello di casa Salvatore, sobbalzando per quella frase pronunciata dal suo insegnante di Storia, «Come?» domandò sbattendo le palpebre confuso. Aveva dei segni viola sotto agli occhi, che dimostravano una notte passata totalmente in bianco.

«Sei pallido.» commentò Alaric, nel momento in cui la porta di casa si aprì. Damon li fece entrare, afferrando la scatola che l’uomo stava sorreggendo, «E’ tutto ciò che ho trovato a casa, la maggior parte delle armi le avevo già portate qui.» lo informò facendogli strada in salotto.

Appoggiarono tutto sul tavolo, a Jeremy parve di essere tornato al giorno in cui si stavano preparando ad uccidere Katherine, se non fosse che erano successe molte cose da quella sera. Sembrava che la loro vita fosse destinata a complicarsi ogni giorno che passava, ad ogni minimo nuovo arrivo in città. Se qualche tempo prima gli avessero detto che si sarebbe trovato a suo agio ad impugnare una balestra con frecce di legno, probabilmente gli avrebbe consigliato una droga diversa da assumere. Si era trasformato da civile in una persona che ancora non riusciva a identificare.

Per un momento il pensiero di Vicky ed Anna, apparse davanti ai suoi occhi la notte prima, gli attraversò la mente, ma si affrettò a scacciarlo quando Elena li raggiunse. Aveva gli occhi spenti, non era il caso di farla preoccupare ancora di più.

«Jeremy!» lo raggiunse di corsa per abbracciarlo, «Come stai?» domandò ansiosa al suo orecchio. Jeremy sapeva benissimo che si riferiva al momento in cui gli avevano sparato. Bonnie l’aveva riferito ad Elena, nonostante fosse riuscito a riportarlo in vita, ma la ragazza era ancora scossa. Era un altro tassello distrutto nella vita della doppelganger. Con gli occhi spenti, le labbra strette di rabbia e i capelli raccolti disordinatamente ricordava una martire.

«Molto meglio, non preoccuparti.» la rassicurò, ricambiando l’abbraccio.

«Quando arriva la tua ragazza?» domandò Damon, tirando fuori altre armi portate lì da Alaric tempo prima. Afferrò un paletto di legno, assicurandosi che fosse ben affilato.

«Ci siamo dati appuntamento qui, porterà il grimorio.» assicurò Jeremy, staccandosi da Elena.

«Damon, non dirmi che l’hai inclusa di nuovo.» mormorò Elena, guardandolo supplicante.

Il vampiro si strinse nelle spalle, continuando ad osservare i vari paletti, «Conosci un’altra strega disposta a sfidare Klaus?» chiese retoricamente.

Alaric sospirò, osservandoli mentre discutevano di quanto fosse rischioso coinvolgere di nuovo Bonnie; dopo l’ultimo scontro con Klaus era potente, questo era vero, ma anche molto stanco. Per affrontarlo una terza volta avrebbe avuto bisogno di ancora più potere, e non erano sicuri che poteva garantirlo.

«Non voglio che qualcun altro muoia!» sbottò Elena, zittendo il vampiro, «Sono morte troppe persone, troppe

Damon fu l’unico con il coraggio di ribattere, i pensieri di Alaric erano già rivolti alla morte di Jenna. Aveva ancora impressa a fuoco l’immagine della sua lapide, il ricordo del suo ultimo bacio e del suo ultimo sorriso. Persino un soldato come lui, ormai abituato a vedere persone care morire, era rimasto segnato dalla vittima. Non si sarebbe mai perdonato ciò che le era successo. Mai.

 

“To the soldier, the civilian,
The martyr, the victim
This is war”

«Che succede?»

Damon ed Elena si interruppero dal discutere quando Bonnie li raggiunse, sorreggendo il grimorio sotto braccio. Non l’avevano neanche sentita aprire la porta ed entrare, troppo impegnati a litigare e a perdersi nei propri pensieri. Era inevitabile notare la stanchezza del suo volto e il modo in cui li guardava, sempre all’erta. Sembrava la profetessa di un nuovo pericolo, pronta a combattere e sacrificarsi ancora una volta.

«Elena sostiene che non dovresti aiutarci.» la informò Jeremy, accarezzandole la schiena quando gli si avvicinò.

Bonnie roteò gli occhi, esasperata, «Sai già la risposta, Elena. Non mi tirerò indietro.» asserì per poi appoggiare l’enorme tomo sul tavolo, accanto alle armi, «Se sei preoccupata è normale, ma non ho intenzione di lasciarvi fare tutto da soli. Avete bisogno di me.»

«Qualcuno ha fatto un corso di autostima.» scherzò Damon, con un sorrisetto.

Lei gli lanciò un’occhiataccia, «Qualcuno invece dovrebbe solo stare zitto e dirmi dov’è Katherine. È l’unica che potrebbe aiutarci a ristabilire un contatto con Stefan.»

Elena incrociò le braccia al petto, mordendosi un labbro, «Dopo aver portato la cura, se n’è andata. Non abbiamo idea di come rintracciarla, probabilmente si è già allontanata per non essere ritrovata da Klaus.» spiegò sicura. Ormai aveva iniziato a comprendere il carattere complicato di Katherine; c’erano stati alcuni momenti in cui aveva creduto che non fosse poi così doppiogiochista, come la sera prima quando aveva portato la cura a Damon. Avrebbe potuto scappare, infischiandosene, invece aveva estinto il suo debito. Era stata la fuga da Klaus a trasformarla in quella persona. In una bugiarda.

«Ci servirebbe Elijah, ma non mi fido.» affermò Bonnie, scotendo la testa riccia, «Dopo che ci ha abbandonati in mezzo alla battaglia, non stento a credere che lo farebbe una seconda volta.»

«Ha agito così per riavere indietro la sua famiglia.» ribatté Elena stancamente, ripensando anche a cos’era successo mentre lei era “morta”. L’unico onesto della famiglia originaria aveva disertato, ritornando dal fratello. In fondo non lo biasimava se rivoleva indietro le persone a lui care.

«Tu non faresti lo stesso?»

«Lo stiamo già facendo.» disse Damon, caricando un fucile con proiettili impregnati di verbena. Il campanello suonò per la seconda volta, fu Jeremy ad andare ad aprire e tornare con Caroline e Tyler.

 

“Oh, to the leader, the pariah
The victor, the messiah
This is war”

 

«Guarda chi si rivede, il nipote di “Balla coi lupi”.» lo salutò sarcasticamente Damon, sollevando un sopracciglio.

Tyler si bloccò vicino a Jeremy, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, «Sì, beh… in effetti te lo sei meritato dopo quello che hai fatto a mio zio, non credi?» replicò con tono tranquillo. Caroline gli diede una gomitata nello stomaco, guardandolo male. Dopo tutto quello che era successo era riuscito ad includerlo in quel gruppo di cui non era neanche sicuro di volere far parte: era un emarginato, per via della sua natura da licantropo, e non poteva che essere diversamente. Tutti erano a conoscenza di chi fosse, tutti erano passati da un qualche fenomeno associati ai vampiri e ai lupi. Dopotutto, quelle erano le uniche persone su cui poteva contare in qualche modo.

«Touchè.» concesse Damon, rigirandosi tra le dita un paletto di legno, «Devi ringraziare che sono ancora vivo, altrimenti ti avrei perseguitato come fantasma.»

Jeremy si irrigidì a quelle parole, facendo incuriosire Caroline, «Stai bene?» bisbigliò. Il ragazzo annuì con più energia del necessario, cosa che fece accigliare non poco l’amica, «Tu sai che scoprirò cos’hai, vero?»

«Magari ne riparliamo in un altro momento.» sorrise debolmente Jeremy, facendola annuire.

I passi di qualcuno risuonarono nell’ingresso, facendo irrigidire tutti. Damon, Alaric e Bonnie erano già pronti ad affrontare un qualunque vampiro, ma Caroline fu più veloce di loro e gli si mise davanti, «Fermi, è solo mia madre!» li guardò male, mentre lo sceriffo Forbes entrava nella sala seria in volto.

«Liz.» commentò Damon, sorpreso.

«Sa tutto.» mormorò Caroline, sorridendo incoraggiante alla madre che li raggiunse con alcuni libri sottomano. Damon studiò il modo in cui la donna lo squadrò titubante dopo aver salutato Jeremy ed essersi assicurata che stesse bene. Rimase dall’altra parte del tavolo.

«Ho portato dei libri del Consiglio. Possono esserci utili.»

Damon annuì, guardando Caroline che stava sorridendo: era uscita vincitrice dalla verità con sua madre finalmente, «So quanto può essere difficile per lei.» disse Elena, facendosi avanti agitata.

«Lo faccio per mia figlia.» esordì la donna, «Mi ha rivelato che Stefan le è stato accanto quando è… è morta.» deglutì silenziosamente a quel ricordo bruciante, «Che è stato l’unico ad averla aiutata. Ma non cambio idea su quello che lui e Damon sono in realtà.»

«Grazie.» sussurrò grata Elena.

«Dov’è John?» chiese Liz, guardandosi intorno. Era sicura che l’avrebbe trovato lì, in caso di pericolo per Elena e Jeremy sarebbe stato il primo a raggiungerli.

Rimasero in silenzio, lasciando parlare Bonnie, «Si è sacrificato.» rispose, abbassando lo sguardo sulla copertina del grimorio; aveva ancora davanti il viso dell’uomo che si era offerto per salvare Elena. In quel momento le aveva ricordato un messia in procinto di salvare sua figlia per rendere il mondo migliore. O per redimersi.

«Ora dobbiamo preoccuparci solo di Klaus.» intervenne Tyler, facendo un passo avanti, «È lui che comanda


“It’s the moment of truth and the moment to lie
The moment to live and the moment to die
The moment to fight, the moment to fight
To fight, to fight, to fight”

«Pensi davvero che riusciremo a liberare Stefan?» domandò Caroline, versando del caffè nelle tazze.

Elena sollevò le spalle, con aria stanca, «Io so solo che è la prima volta che vedo tutti combattere per lo stesso motivo.» mormorò sentendo le voci degli altri risuonare oltre la cucina: i litigi tra Tyler e Damon avevano occupato la maggior parte della mattinata, «E ti ringrazio per non aver coinvolto Matt. Sa già troppo di questa storia.»

«Lo voglio proteggere quanto te.» sospirò Caroline, sistemando le varie tazze su un vassoio e porgendogliene una, «Non voglio che diventi come noi, non voglio che si trasformi in un soldato caccia-vampiri o addirittura in una vittima.»

«Andrà tutto bene.» la rassicurò Elena, sorridendole mestamente, «Arriverà il momento adatto per dirgli davvero tutta la verità, ora è solo il momento di mentire per il suo bene.»

«Vorrei non essere costretta a farlo, ci sono ancora tante cose che vorrei dirgli.» Caroline si morsicò un labbro con aria nervosa, «E so che non posso perché lo metterei in pericolo.»

«Dovresti seguire i tuoi stessi consigli, Caroline.» Elena le passò la propria tazza non ancora utilizzata ed afferrò il vassoio al suo posto, «Dobbiamo essere come Rossella O’Hara, che supera la guerra ed esce vincitrice.»

Caroline riuscì a sciogliersi abbastanza da ridere a quella battuta, che lei aveva pronunciato proprio il pomeriggio prima per tirare su di morale l’amica, «Sì, hai ragione. È arrivato il momento di combattere.» affermò quando rientrarono in sala.

Si fermò sugli scalini, osservando tutti discutere e trovare un modo per uccidere Klaus e salvare rispettivamente Stefan: un nuovo mondo si spalancava davanti ai suoi occhi, un mondo fatto di pericoli e di lotte, ovunque andasse. Scosse la testa, per poi sussurrare tre parole con decisione.

«Siamo in guerra


“To the right, to the left
We will fight to the death, to the edge of the earth
It’s a brave new world, it’s a brave new world
It’s a brave new world

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Fiery