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Autore: Arial    13/09/2011    4 recensioni
Camp Chitaqua ha bisogno di nuove scorte di medicinali, ma la vita nel 2014, si sa, è piena di imprevisti. Rimasti soli, Dean e Cas dovranno affrontare una situazione estrema, che li costringerà a fare i conti con chi sono veramente e con i loro sentimenti.
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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“Cause nothing ever lasts forever
We’re like flowers in this vase, together

You and me, it’s pulling me down
Tearing me down, piece by piece
And you can’t see
That’s it’s like a disease
Killing me now, it’s so hard to breathe
It’s so hard to breathe

But it’s worth fighting for
It’s still worth fighting for
It’s worth fighting for.”

(Piece by piece, Feeder)

 

 

 

Tre spari in rapida successione, un grido che si trasforma in un liquido rantolo, e l’ennesimo colpo. L’ultimo.

Mi impongo di non voltarmi indietro, non sono questi i miei ordini. Muovo invece verso la farmacia, cullato dalla sciocca menzogna che non posso più fare a meno di ripetermi: lui sta bene, Dean sta bene, perché, se così non fosse, io lo saprei. E poco importa che abbia meno potere di una lampadina da venti watt o che mi siano cadute tutte le penne, come ama ripetere quel coglione patentato; se gli fosse accaduto qualcosa, lo sentirei. Esattamente come sento questo cazzo di vuoto nel petto dove prima c’era la mia grazia, con la sola differenza che quello lasciato da Dean sarebbe immensamente più grande. Un abisso nero e profondo che senza dubbio finirebbe con l’inghiottirmi.

“Ti vuoi dare una mossa, dannazione?”

La sua voce mi fa trasalire, e Dean lo capisce. “Scusa se ho disturbato il tuo sonnellino, ma non potrò coprirti le spalle in eterno, questo posto brulica di croats.” Una pausa, un sussurro fra i denti.  “Cristo, Cas, non sarai di nuovo fatto?”

Scuoto lentamente la testa e affronto le ultime scaffalature, lo sguardo fisso sul mio obiettivo. Solo una decina di metri mi separano dal locale immerso nella semioscurità. Dieci metri in cui sarò completamente esposto.

“Andiamo” mi incoraggia, ancora una volta.

Il primo passo è il più difficile, gli altri vengono in automatico. Corri o muori.

Riprendo fiato solo superata la vetrina sfondata, lo stridere dei suoi frammenti sotto le suole stranamente rassicurante.

Cinque minuti, devo essere fuori in cinque minuti esatti.

Aspirina e antipiretici sono tuttora ammassati sugli espositori mezzo divelti. Ne faccio incetta. Per gli antibiotici la situazione è più complessa.

Mi sposto dietro al bancone. Ad accogliermi l’istantanea di una mano perfettamente curata. Passo oltre, cancellando il rosso del sangue e quello dello smalto.

I medicinali di cui ho bisogno sono sotto chiave. Tipico.

Faccio saltare il lucchetto, l’eco dello sparo che si propaga tutt’intorno. Mi sembra già di sentire il suo biasimo: non potevi forzare la serratura, Clint Eastwood? Sai che si dice dei tipi grossi con grosse pistole?

Spalanco lo zaino e svuoto l’armadietto in tutta fretta. Antibiotici, flebo, siringhe, un rotolino di cerotto. Un bel magro bottino, considerando quant’è costato. Intravedo due grosse bottiglie d’alcol etilico e mi chino a prenderle, quando un leggero tintinnio attira la mia attenzione. Vetri infranti, stivali pesanti. Non è Dean, troppo rumoroso.

Mi rialzo e faccio fuoco. Il croat finisce a terra.

Gli passo accanto, è ancora vivo.

Evan. Uno dei nostri.

Lo colpisco di nuovo, troppo sgomento per sentire veramente qualcosa. A giudicare dalla devastazione che si è lasciato dietro, veniva dal reparto detersivi. Quello in cui ho lasciato Dean. Soffoco immediatamente il terrore che mi si fa strada nelle viscere: il nostro leader è troppo in gamba per farsi sorprendere da uno zombie decerebrato, con buona pace di Evan.

Mi inoltro nello psichedelico dedalo delle merci, la pistola levata – venite da noi, non andrete più via! assicura un manifesto dal profetico cattivo gusto.

Dean, dove sei?

Un fusto d’ammorbidente rovesciato, l’impronta rosa di una scarpa e una striscia di sangue rispondono alla mia domanda.

Ci sono immagini nella vita impossibili da esorcizzare, scene che si imprimono a fuoco nelle retine e nell’animo, e credo che questa sia una di quelle.

Dean è a terra, la sua colt inutilmente stretta fra le dita; non la userà, è evidente. Mark è sopra di lui, un ghigno animalesco a scoprirgli i denti; un polveroso raggio di sole a incorniciare entrambi.  Per un istante, restano immobili. Poi Mark attacca, e io sparo.

Cade in avanti, schiacciando Dean col suo peso. Quest’ultimo se lo scrolla di dosso, a fatica.

“Tempismo perfetto, Cas” ansima.

“Sei entrato in contatto col suo sangue?” domando, rabbioso.

Qualcosa nel mio tono pare colpirlo, una sorta di miracolo, di questi tempi. “Puoi sempre spararmi, per sicurezza” ringhia, di rimando.

L’aiuto a rialzarsi. L’impulso di scuoterlo per instillargli un po’ di buon senso fortissimo.

Cazzo, coglione, vuoi morire? E il campo? E io?

“Preso tutto?”

Annuisco, allontanandomi.

“Allora squagliamocela, questa puzza mi sta dando alla testa.”

Mi passa accanto, i jeans comicamente macchiati di rosa.

“Credo sia tu, capo. E credo siano fiorellini di campo” lo schernisco, con una risata.

Gli cingo di sfuggita le spalle, e vi si aggiunge, riluttante. “Quasi ucciso da Coccolino, meglio non raccontarlo in giro” commenta.

È tanto simile al vecchio Dean, al mio Dean, da stringermi il petto. A una simile vista, il suo leggero zoppicare passa in secondo piano…

 

 

 

Note: Questo è solo il primo capitolo, ma la fic è tutta scritta, so… easy peasy (sì, non commetterò mai più lo stesso errore fatto con Dark Shines >.<)! La dedico a due splendide personcine: la mia Sara Socia, a cui avevo promesso una fic angstosissima, e a Kari, la mia omonima concittadina, buon compleanno, tesoro!

Ringrazio la mia Secchina per la betatura e per una battuta che troverete nel prossimo capitolo. Grazie anche alla beta in seconda, HikaruRyu, nonostante il suo odio per Coccolino. Ci vediamo per il secondo capitolo <3

 

   
 
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