Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: 31luglio    24/09/2011    5 recensioni
«Agente, non sono stato io ad abusare di lei. Come posso? È tutta la mia vita!».
«Che strano», commentò l’uomo.
«Strano cosa?».
«La ragazza ha detto lo stesso di lei, questa mattina».
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What's his name?         
 

Il ragazzo si fermò davanti alla casa della sua ex migliore amica. Lei scese, abbozzando un sorriso. Questo perché quando erano completamente soli lei era la stessa Hayley di sette anni prima. Sembrava di tornare indietro nel tempo, loro migliori amici e gli altri non c’erano. La mattina, invece, era scontrosa, come sempre. Lo era sempre stata, sin da piccola. Non le ci si poteva avvicinare. Per un qualche strano motivo, rispondeva male per le due ore successive alla sveglia.
«Ciao, Justin», sussurrò la sedicenne, abbassando lo sguardo e mettendosi lo zaino nero della Eastpak. «Ci vediamo domani mattina». Si girò verso la sua villetta color panna e fece un passo in quella direzione, aspettandosi qualcosa da Justin.
«Come si chiama?», chiese, infatti, il biondino dagli occhi color miele. Guardava dritto davanti a sé, un punto lontano ed indefinito. Il cuore gli batteva velocemente, come tutte le volte che affrontava questo discorso.
La ragazza si voltò nuovamente, questa volta verso di lui. «Non mi farò nessuno. Come sempre, lo sai», disse, con un filo di voce. Tentò di ricacciare indietro le lacrime, come quella mattina, ma non ci riuscì.
«Nemmeno Matthew?», domandò nuovamente, pronunciando il nome freddamente. Matthew era il ragazzo di Hayley, dall’inizio del liceo, più o meno. Era moro, con gli occhi azzurri, alto e con il fisico scolpito. D’altronde, era il capitano della squadra di football della scuola. Hayley era una cheerleader. Il capitano delle cheerleader.
«Cazzo, Bieber, perché mi dai della puttana?», chiese, col viso rigato dalle lacrime. Il suo trucco era tutto sulle guance. «Non mi sono mai fatta nessuno», gli disse, per poi correre verso la porta di casa, aprirla e richiuderla.
Il ragazzo sbatté la testa contro il poggiatesta ripetutamente, dandosi dell’idiota. Ora lei l’avrebbe odiato ancora di più, accidenti. Le aveva dato della poco di buono, pur sapendo che non lo era. Lei non avrebbe mai fatto niente, se non con qualcuno che avesse amato davvero. Lo sapeva perché lui la conosceva meglio di se stesso. Lei era la sua migliore amica.
Accese nuovamente il motore della macchina e si fermò nel vialetto di casa sua, di fianco a quella di Hayley. Aprì la porta e salì in camera, impugnando la chitarra. Prima di iniziare a suonare, guardò fuori dalla finestra, cercando di vedere cosa succedeva nella stanza di fronte alla sua. Sfortunatamente, le tende erano chiuse e non si vedeva niente. Tuttavia, Justin sapeva che Hayley stava piangendo. Era sensibile, molto. Era determinata, ma sensibile. E ora stava piangendo per colpa sua.
Cominciò a strimpellare, estraniandosi completamente dal mondo reale.
«It's a big big world, it's easy to get lost in it.
You've always been my girl and I'm not ready to call the quits»
.
Il mondo era grande. Era pieno di ragazzi ed era facile perdersi. Perdersi negli occhi del ragazzo sbagliato, ma apparentemente perfetto, che alla prima difficoltà l’avrebbe lasciata sola. Sapeva che Hayley aveva scelto un ragazzo terribilmente sbagliato, perché sapeva com’era fatto. Sapeva che, dato che lei non voleva andare a letto con lui, quel ragazzo si faceva sette altre troie diverse al giorno. Lui non l’avrebbe mai fatto. Lui l’amava. Lei era sempre stata l’unica per lui, sin dalla prima elementare, forse anche prima, ma allora era troppo piccolo per accorgersene. Non era pronto a lasciarla andare. Non poteva essere davvero finita, la loro amicizia. Doveva riconquistare la fiducia di Hayley. Sarebbe stato pronto a rischiare.
«We make the sun shine in the moonlight, we can make the gray clouds to the blue skies. I know it’s hard, but baby believe me that we can’t go nowhere but up, from here, my dear».
Erano così felici insieme, che facevano splendere il sole la sera. Si trovavano così bene, l’uno con l’altra. Ogni sera uno dei due andava a dormire dall’altro e spesso non si addormentavano prima dell’una. Quando litigavano, tuttavia, il mondo sembrava triste insieme a loro, finché non chiarivano. Era sempre stato così. Non possiamo andare da nessuna parte, se non in alto, amore mio.
Il campanello suonò ed il ragazzo posizionò la sua chitarra dentro la custodia, dietro la porta di camera, per poi precipitarsi di sotto. Aprì la porta, trovandosi la sua fidanzata, anche lei in lacrime, davanti. Caitlin lo guardava tristemente, singhiozzando in silenzio. Lo abbracciò senza dire niente, dopo di che si sedette sul divano e cominciò a respirare profondamente. Justin capì che non sapeva da dove cominciare. Appoggiò una mano sul ginocchio della ragazza, per darle conforto, per spronarla, come per dirle ‘Non ti preoccupare’.
«Justin, mi dispiace tantissimo», disse, tra i singhiozzi. «Non posso più stare con te, mi piace un altro», continuò, piangendo ancora più rumorosamente. «Ti voglio bene come ad un fratello, te lo giuro, ma…»
L’altro la interruppe, abbracciandola. «Non ti preoccupare, Cait», cercò di rassicurarla, stringendola forte. «Voglio che tu sia felice, okay? Andremo avanti, più amici di prima», sorrise.
Lei abbozzò un sorriso e farfugliò un «grazie», dopo di che se ne andò, lasciando il ragazzo solo sul divano di pelle nera. E così, non aveva nemmeno più una ragazza. Peccato che Hayley ce l’avesse, un fidanzato. E lui, pur essendo un puttaniere, era gelosissimo. Nessuno poteva avvicinarsi alla sua bellissima Hayley. Pena? Finire in ospedale, con un occhio nero, un labbro spaccato e una spalla lussata. Se andava male, anche qualcosa di rotto.
Eppure, quella ragazza castana dagli occhi di un blu scuro, era tutto, per lui. Avrebbe rischiato di rompersi qualcosa, di trovarsi all’ospedale con un occhio nero, un labbro spaccato e una spalla lussata per conquistarla? Oh sì, eccome. Gli mancava. Gli mancava la sua Hayley, gli mancava chiamarla ‘piccola’, gli mancava la sua presenza da migliore amica. Avrebbe rischiato qualsiasi cosa, per lei.
 «we can’t go nowhere, but up, from here, Hayley.»



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Tadaaaaaaaaan :D Ecco a voi un nuovo capitolo,
fatemi sapere che ne pensate e recensite in tan-
ti *W* Vi adoro tanto, okay? Tantotanto.

Grazie mille a
RebeccaOlga e _sunlight per le
recensioni <3
Taaanti bacibaci,
Ands.

 

   
 
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