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Autore: Something Rotten    28/09/2011    5 recensioni
Sperava che in quel punto comparisse qualcosa, non sapeva bene cosa, ma doveva comparire per forza.
Magari il suo volto che gli chiedesse di cantare per lui.
- Ho perso la mia voce, vuoi farlo per me? Puoi parlare per me?-
Voleva sentirsele dire quelle parole, prima di cantare, prima di svuotare il suo stomaco sul pavimento, così che tutti avrebbero potuto constatare che era nero, che al suo interno c'era solo quel colore e che era fottuto. Fottuto nel vero senso della parole, pieno di rancore, pieno di rimorsi.
- Canta per me- avrebbe voluto sentirsi dire.
Si era voltato verso di Brian, non ancora illuminato, ma sapeva che lui era lì. Cercava il coraggio nei suoi occhi, ma sapeva che anche l'amico ne era sprovvisto.
Le note iniziali della musica stavano per finire, avrebbe dovuto cantare lui. Quarantanove secondi passavano in fretta, forse un po troppo per i suoi gusti.
Avrebbe voluto sentire solo il piano, lasciando che quel pezzo registrato da lui facesse tutto il lavoro sporco, ma non poteva. Quelle parole erano state scritte e dovevano essere cantate, ma non da lui.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates, The Rev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doveva essere una Ryden, ma il mio blocco psicologico nei confronti di quella coppia, mi ha portato a propendere per gli avenged.
Non ho mai scritto della morte di Jim, forse perché la collego ad un evento che è successo pochi giorni prima del 28 dicembre. Li ho uniti. Ma queste sono altre cose, comunque, ho messo Slash negli avvertimenti perché potete pensare a questa cosa come volete : o una grande amicizia che li legava o qualcosa di più, è a vostro piacimento.
Non voglio offendere la sua memoria, non voglio offendere il resto dei personaggi qui sotto citati e non scrivo a scopo di lucro.
Vi lascio il video se volete farvi del male come ho fatto io -.- http://www.youtube.com/watch?v=f66bRuOVNeg&feature=related
Peace and love <3

I lost my mouth, can you speak for me?
Il pianoforte vuoto sembrava riempire il palco illuminato com'era.
Gli spettatori non potevano vedere il fatto che fosse vuoto, potevano immaginarlo, ma non potevano vederlo come lui. Quei tasti immobili e vergini, mai toccati dalle sue dita. Nessun cumulo di polvere formava le sue impronte digitali, nessuna traccia della sua presenza. Intatti, puliti solo dalle mani degli addetti ai lavori che lo caricavano sui furgoni. Nessuno avrebbe mai più suonato quel piano.
La melodia si espandeva per lo stadio. Gli accendini venivano protesi verso l'alto da mani ignare, loro dicevano di soffrire ma non l'avevano mai conosciuto.
Ai primi rintocchi del pianoforte il suo cuore aveva smesso di battere, istintivamente si era voltato verso il pianoforte, vuoto.
I rayban e la luce accecante lo avrebbero salvato, nessuno avrebbe visto i suoi occhi fissi e bagnati. La sua voce non lo avrebbe tradito, perché lui era Matt Shadow e provava emozioni. Lui era il duro, quello che indossava le canotte strette e la bandana. Quello dai mille tatuaggi e dai muscoli gonfi. Lui non avrebbe pianto.
Era la prima volta che suonava quella canzone di fronte ad un pubblico che non fossero le saponette o le riviste del bagno di casa, la prima volta che si destreggiava in quell'impresa di fronte ad esseri viventi. Non che di fronte alla sua immagine riflessa nello specchio ci fosse riuscito. Ogni volta che provava ad aprire bocca uscivano lacrime. Quella canzone era un testamento, lo aveva capito persino un sordo. Era il suo testamento e lui si sentiva sporco, inadatto, prigioniero del rimorso per non averlo salvato.
Jimmy non poteva cantare la sua canzone, e allora perché avrebbe dovuto farlo lui? Perché avrebbe dovuto cantare il ritornello? L'unica parte che Jim era riuscito ad incidere? Poteva appropriarsi di quelle parole senza il suo consenso? E se avesse sbagliato? Se quella canzone fosse per loro quattro e non per il resto del mondo? E se fosse il suo modo di dirgli addio senza farglielo capire?
Fissava un punto impreciso dello spazio che lo circondava. Un punto libero dalle fiammelle degli accendini e dalle espressioni trasognate dei fan. Lo fissava con tanta insistenza da fargli bruciare gli occhi... o forse erano le lacrime?
Sperava che in quel punto comparisse qualcosa,  non sapeva bene cosa, ma doveva comparire per forza.
Magari il suo volto che gli chiedesse di cantare per lui.
- Ho perso la mia voce, vuoi farlo per me? Puoi parlare per me?-  
Voleva sentirsele dire quelle parole, prima di cantare, prima di svuotare il suo stomaco sul pavimento, così che tutti avrebbero potuto constatare che era nero, che al suo interno c'era solo quel colore e che era fottuto. Fottuto nel vero senso della parole, pieno di rancore, pieno di rimorsi.
- Canta per me- avrebbe voluto sentirsi dire.
Si era voltato verso di Brian, non ancora illuminato, ma sapeva che lui era lì. Cercava il coraggio nei suoi occhi, ma sapeva che anche l'amico ne era sprovvisto.
Le note iniziali della musica stavano per finire, avrebbe dovuto cantare lui. Quarantanove secondi passavano in fretta, forse un po troppo per i suoi gusti.
Avrebbe voluto sentire solo il piano, lasciando che quel pezzo registrato da lui facesse tutto il lavoro sporco, ma non poteva. Quelle parole erano state scritte e dovevano essere cantate, ma non da lui.
Il suo volto si era illuminato. Si era sporto verso il microfono e lo aveva preso tra le mani quasi che ne valesse della sua vita. Lo aveva stretto tra le sue mani, non se ne sarebbe meravigliato se quel coso si fosse rotto in mille pezzi, magari sarebbe stata una scusa buona per non cantare.
« Now i think i understand how this word can overcome a man... » le parole erano scivolate dalla sua bocca appena schiusa quasi fossero missili, pronti a colpire il primo che si fosse azzardato a criticare quel gesto.
Erano sussurrate, ma così piene di dolore da poter uccidere.
La voce era incrinata quasi che da un momento all'altro il suo corpo si accasciasse a terra lasciandosi andare in un copioso pianto.
« In the end i gave my life for you... »
Aveva alzato gli occhi al cielo, ma era stato un movimento così impercettibile che aveva pensato di esserselo immaginato.
Aveva cantato fino all'attacco del ritornello. Lì aveva lasciato il microfono e si era tolto dalla luce. Voleva che nessuna voce estranea cantasse quella strofa, lasciando il compito alla voce registrata di Jimmy, un'idea di Johnny.
Non appena aveva sentito quella voce graffiata e nasale, tutta la sua maschera di "forza" era caduta al suolo liquefatta, quasi che fosse cera.
Sentiva qualcosa scendere dalle sue iridi. Si era schiarito la voce ed era tornato di fronte al microfono. Aveva cantato non riuscendo a capire dove avesse trovato tutta quella voce, tutta quella forza. Si era voltato verso di Syn che suonava al buio, a pochi passi dal piano.
Quando la voce di Jimmy si era espansa nello stadio, quando aveva cantato quel pezzo Syn si era portato una mano al petto, l'aveva vista. Si era piegato in avanti portandosi una mano al petto. Ed era stata l'ultima cosa che aveva visto prima di riprendere a cantare con la voce ridotta ad un singhiozzo.
Quando, finalmente, la canzone era finita aveva alzato gli occhi al cielo, aspettandosi un grazie da qualche nuvola di passaggio. Aveva inconsciamente riso di quella cazzata, prima di scendere dal palco.
Zack lo aveva abbracciato.
Zack lo aveva abbracciato tre volte in tutta la sua vita :
Al matrimonio, al funerale e lì.
Aveva respirato il profumo del chitarrista prima di scivolare velocemente verso il camerino. Aveva tre minuti per riprendersi, tre minuti prima di tornare sul palco.
- I hope you find your own way....- aveva sussurrato prima di mandare giù la bottiglia di birra, lasciata lì dal fato provvidenziale - Now that i'm not with you, Jim.-
Era rimasto seduto a fissare il vuoto fino a quando Syn lo aveva richiamato sul palco. Si erano guardati per qualche minuto intenso, ma non avevano detto una parola.
Syn era diverso da Zack, Syn non mostrava affetto, non più. Non abbracciava, non baciava, non infastidiva nessuno da quando Jim non c'era più.
- Ho comprato una papera, Matt.- gli aveva semplicemente detto - ti giuro che canta meglio di te.-
- Ma Jim non ne sarebbe stato contento- aveva risposto sorridendo, o almeno provandoci.
Syn gli aveva dato una pacca dietro la schiena prima di spingerlo sul palco.
Mancava ancora una canzone, ironia della sorte, So far Away. Poi sarebbe stato libero di dimenticare.
- Shad?-
- Mh?-
-Sei stato grande, grazie per aver lasciato cantare Jim.-
Brian gli aveva sorriso prima di tornare sul palco a fare il cazzone.
Avrebbe voluto dirgli prego, ma era troppo lontano, lo avrebbero sentito tutti.
Aveva fissato nuovamente il punto impreciso dello spazio, prima di tornare a cantare.


Nda: Il pezzo della papera doveva esserci, non potevo non metterlo dentro.
Le parole che Matt dice sono chiaramente quelle di Fiction, anche se l'ultima frase è leggermente diversa.
Il titolo viene da una canzone dei Lydia "Empty out your stomach".

   
 
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