L’hai
ascoltata cantare.
Era un
assassinio di
sentimenti quello che si consumava quel giorno, quando hai scelto una
candela
per sostituire il Sole che tu stesso avevi rinnegato.
Ti hanno
guardato
afferrare la lama e guidartela nel petto con lucida, calibrata
lentezza, un
suicidio d’arte che avresti potuto raccontare in mille nuove
canzoni che sarebbero
state di nuovo cantate, ma mai più rese vive. Ti hanno guardato e
hanno pianto con
te in quel silenzio che nessuno voleva stare a sentire, quel vuoto
spalancato
dentro di te in cui hai messo aria per seppellire un dolore che
continua a
ruggire.
Alla Fine
dell’Era hai
sbarrato i cancelli e serrato le catene, chiudendo gli occhi –
codardo – nel lasciarti
alle spalle qualcuno che per te era stato tutto e che ora vorresti non
fosse
più niente.
Vorresti.
È
sabbia in bocca il
risentimento, il succo aspro di un frutto pieno di peccato che hai
divorato
nella disperazione, vendendoti anche la coscienza pur di convincerti
che non
eri tu quello da giustiziare, quella sera.
L’hai
mandata al patibolo
e sai che morirai consumato dal rimorso, ma le bugie sono oro colato
sulle tue
mani, nei tuoi occhi, ti scorrono nelle vene come una droga dei
miracoli che
riesce in qualche modo a tenerti ancora in piedi e un attimo di
distrazione
potrebbe costarti anni di fatica.
Non
dimenticare di
mentire. Non dimenticare di non infliggere troppo peso a queste pareti
di
cartapesta che tu stesso ti sei dipinto. Vivi nella scena, recita la vita
o quel
che te ne resta. Difenditi dal male che la verità sa fare.
Era un
giorno di dolore
quello in cui la candela ha rischiarato la tua stanza buia.
Ti sei
schermato gli occhi,
non abbagliato, ma semplicemente stupito, perché dopo tanto
tempo nell’oscurità
quel fioco lucore ti sembrava quasi una cosa buona. Non scaldava, non
brillava,
ma era l’unica cosa diversa dalle tenebre che ti fosse
capitata, e allora
hai scelto: la penombra anziché l’oblio.
L’unica cosa da fare.
Forse in
quel momento ci
hai creduto davvero.
La
candela è appesa nel
cielo, ora, e qualcuno ha creduto che il Sole possa essere tornato. Lo
sai
anche tu, è facile convincere un cieco che la luce splende
di nuovo.
Non
dimenticherai mai
quel giorno, perché la tua lapide lo ricorda per te,
inscritto nella pietra
come lo è in ogni frammento di te.
La Fine
era già arrivata
e passata.
Era un
giorno come tanti,
cercavi un nuova luce.
La
candela si è accesa.
L’hai
ascoltata cantare.
Ti ha
bruciato il cuore.
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A/N: non so perché, ma ieri ascoltando una
canzone che non c’entra niente coi
Nightwish mi è venuta questa ispirazione e, come sempre, non
ho potuto tirarmi
indietro. Ognuno la legga come vuole, non è uno scritto che
intende offendere
nessuno, nè la “candela” e nemmeno il
Poeta, ma l’amarezza per la dipartita del
“Sole” non svanirà mai e questo
è quello che sento. Uno sfogo, se credete.
Scritto,
naturalmente, di
mia esclusiva maternità e proprietà e senza
alcuno scopo di lucro.
Commenti, purché civili, ben accetti.