Famiglia
≪Papà!≫. Mathias si bloccò a sentire
quella vocetta allegra, e a vedere un bambino biondo dalle grosse sopracciglia
salire in braccio a Berwald, ridendo contento. Era andato a trovare lo svedese
per alcune pratiche, e a... capire, quanto amore possedesse, lo lasciò di
stucco.
≪Da quando hai un figlio, Berwald?≫. La grande nazione alzò le
spalle, mentre faceva scendere Peter per andare
a fare i compiti. ≪D’
un po’...≫.
Mathias annuì, pensieroso. ≪Una
moglie un figlio e un cane... sei un uomo fortunato...≫. Di nuovo, quel gesto di
indifferenza fecew insinuare le dita velenose dell’invidia dentro di sè. ≪ H’ av’to f’rt’na...≫.
Già... Troppa fortuna. Ripensava
tra sé, fino al momento di tornare a casa. Perché, Berwald che era sempre serio
e spaventava la gente, possedeva una famiglia così bella? Perché aveva tutto
quello che lui, Danimarca, non poteva avere neanche se pregava ogni notte?
Decise che le cose sarebbero cambiate di punto in bianco.
Norvegia era abituato alle
stranezze, da quando aveva deciso di frequentare il danese, ma di ritrovarsi,
un giorno, suo fratello che gli chiedeva perché doveva chiamarlo mamma, lo fece
andare su tutte le furie. Come si permetteva di decidere le cose per lui? Lo
trovò immerso in un complicato lavoro di addestramento di Mr. Puffin al
riporto. Senza farsi commuovere, lo prese per un orecchio, trascinandolo in
casa e facendolo sedere sul divano. ≪Cos’è
questa storia?≫.
Mathias lo squadrò sorpreso. ≪Quale
storia?≫.
Evviva, il gioco della botta e risposta... Pensò tra sé il norvegese, mentre
restava serio ed impassibile davanti a lui. ≪Possibile che non possano passare
due giorni di quiete, che deve venire Islanda a chiedermi se deve chiamarmi
mamma?≫.
Danimarca si illuminò all’improvviso, annuendo. ≪Aah... quella storia... ≫. E sorrise.
Norvegia si portò una mano alla
fronte, esasperato. ≪Cosa
vuol dire?≫. ≪Che noi saremo una famiglia! Io
il papà, tu la mamma e Islanda...≫.
Il pugno lo beccò sullo stomaco, facendolo tacere da tutte quelle assurdità.
Una volta ristabilita la calma,
Nor alzò il dito indice, segno che voleva comandare qualcosa di inalienabile, e
così fece. ≪TU
non sei mio marito. E, assolutamente, Islanda NON è nostro figlio. Ficcatelo in
quella testa dura.≫.
E dopo aver dettato legge, si voltò per tornare a casa.
≪Io
avrei voluto una famiglia...≫.
Quelle parole lo fecero voltare, stupito. ≪Famiglia?≫. ≪ Come Berwald e Tino... hanno un
figlio e un cane... mi... mi fa rabbia...≫.
Nor chinò il capo, per poi tornare da lui. ≪Quindi quello che vorresti
sarebbe una famiglia a tre?≫.
Il danese chinò il capo, una, due volte, per poi venire bloccato dalla mano
ferma del norvegese. ≪Den...
una famiglia comincia da due...≫.
E si chinò su di lui per dargli un leggero bacio sulle labbra. ≪Lavora su questo.≫. E lo lasciò. Ma sapeva di aver
donato qualcosa di simile ad una speranza.
Va bene... come coppia non mi
piace un granché, ma volevo scriverla per una mia cara amica. Che a lei questa
coppia so che piace di sicuro. Forse sono anche andata Out, siccome non li
conosco, e neanche mi interesso di loro, lo ammetto, ma ho cercato di metterci
dentro il cuore per lei. Bene, alla prossima!